Ecco cosa abbiamo trovato rovistando in un vecchio archivio: un piccolo libricino intitolato “Diario dell’Alpinista”, edito dal C.A.I. e datato 1929 (prezzo 5 lire!). L’abbiamo letto con avidità, cercando di capire com’era concepito l’alpinismo a quei tempi.
Nel diario c’è l’elenco completo delle sezioni del C.A.I. e un elenco alfabetico dei rifugi, poi ci sono le tariffe per guide alpine e portatori, una parte riservata a consigli e raccomandazioni agli alpinisti, il decalogo dell’alpinista e, infine, una serie di norme di comportamento nel soccorso delle persone ferite o assiderate.
Guido Rey (alpinista, scrittore e fotografo di quei tempi) a proposito di questo diario, scriveva nella prefazione:
“Ho letto il Diario dell’Alpinista volumetto prezioso che in piccolo spazio racchiude tanta copia di cognizioni utilissime, destinato a diventare preziosissimo ricordo di ore ferventi ad ogni giovane che lo abbia compagno nelle sue scalate e lo corredi con rapide notazioni personali, così che la serie di cotesti diari diventi per lui, coll’andare degli anni, la cronaca bella e cara de’ suoi fasti alpini”.
Di tanto in tanto inseriremo nel blog qualche articolo tratto da questo volumetto, per farci un’idea di com’era vissuto l’alpinismo a quell’epoca, ben sapendo che in quegli anni era appannaggio di pochi e ricchi.
Ci sembra doveroso incominciare dalla lettura del Decalogo dell’Alpinista. Leggete insieme a noi le 10 regole valide a quei tempi per vedere se possono ancora essere supportate ai giorni nostri.
Decalogo dell’Alpinista
- Tu devi ricordare, durante la gita, la tua educazione e la tua cultura. Rozzi e scostumati non sono la stessa cosa di forti e allegri.
- Non avviarti per un’ascensione se non ti senti la forza e la capacità. Non è dignitoso essere di peso ai compagni.
- Devi curare i preparativi per la gita, sia tu debba compierla con compagni, sia con guida; devi sapere dove vai e quanto tempo occorrerà ad effettuarla, sia per il corredo tuo che per ogni altra occorrenza.
- Devi trattare la guida convenevolmente; non devi trattarla con caparbietà e nemmeno troppo confidenzialmente.
- A gite compiute traccerai sul libretto della guida un breve cenno sull’ascenzione compiuta, con sincerità e severità. Un giudizio esagerato su una gita che non offrì difficoltà, ti renderà ridicolo e la guida ti giudicherà presuntuoso. Non mancare d’animo se la guida compisse qualche mancanza verso di te: occorre segnalare anche questo.
- Nei Rifugi devi comportarti con giudizio senza pretese di comodità che solamente potresti trovare negli alberghi di città. Tu sei ospite non per quanto puoi pagare.
- Non devi considerare il rifugio come si trattasse di una bettola, sii tranquillo, e non disturbare. Esso serve per ospitare alpinisti e offre riparo per dormirvi la notte. Ricordati che gli altri hanno diritto di riposare e di non essere disturbati. Cerca tu stesso di metterti a riposare meno tardi possibile, ne avrai giovamento. Non essere ingombrante, non essere egoista nell’accappararti coperte oltre lo stabilito, sii buon camerata.
- Non devi mancare di riguardo verso la regione che ti ospita e usare il massimo rispetto per la proprietà. Perciò non devi buttar cocci e immondizie ovunque, lasciar le porte del rifugio aperte, danneggiare serramenti inquinare sorgenti o serbatoi di acqua, non devi danneggiare cartelli indicatori, e far cadere sassi lungo i pendii.
- Non danneggiare la flora alpina; non disturbare o spaventare le bestie pascolanti. Anche le piante e le bestie sono creature Divine: abbelliscono la zona alpestre colla loro presenza per rendertela più attraente.
- Non devi criticare la fede e le usanze del Montanaro, meno ancora cercare di convincerlo altrimenti. Chi si erige ad apostolo non richiesto per rischiararlo danneggia la causa del Club Alpino; ne è deriso, se non gli capita di peggio.
Ciò che subito salta all’occhio è come già all’epoca si cercasse di insegnare la buona educazione, il rispetto delle regole, delle proprietà, della flora, della fauna e l’attenzione per una buona convivenza con le persone.
Tutte la agenzie educative (famiglia, scuola, società, chiesa, giornali), compreso il C.A.I., contribuivano a diffondere ed insegnare un modo di vivere rispettoso verso tutto e tutti.
Personalmente siamo e rimaniamo fermamente convinti che questo modo di comportarsi sia fondamentale per vivere bene in tutte le società e in tutte le epoche e ancora oggi, anche se constatiamo che la televisione, giornali e uomini politici remano in senso contrario, facendo di tutto per insegnarci la prepotenza, la volgarità e la maleducazione.
ernesto
13/03/2011 alle 11:45
Condivido pienamente i vostri pensieri, essere educati e rispetare le regole della convivenza civile è cosa fondamentale.
Purtroppo la società moderna del” tutto e subito” ha perso di vista questi valori. Dobbiamo noi con il nostro comportamento essere d’esempio per i giovani.