Questo articolo è stato originariamente scritto da Valerio per la Outdoor Guide 2020 della rivista Skialper che ci ha gentilmente concesso la possibilità di pubblicarlo anche qua.
Qual è il GPS migliore? Quante volte abbiamo sentito questa domanda. Al di là dei proclami delle aziende purtroppo non esiste il prodotto perfetto, dovremo accettare qualche compromesso che dipenderà anche da come lo utilizziamo. In questo articolo ci focalizzeremo sui dispositivi per chi pratica escursionismo, scialpinismo, alpinismo e trail running, trascurando quindi tutte le altre discipline. Ma andiamo con ordine. Come sappiamo il mercato è diviso tra app per smartphone, orologi, palmari e comunicatori satellitari.
App per smartphone. Sono perfette come punto di ingresso, ma un utilizzatore più evoluto preferisce dispositivi dedicati. Perché? A dispetto di quello che molti pensano non è per la precisione, che nella maggior parte dei casi è del tutto paragonabile. Un dispositivo dedicato è robusto, non consuma la batteria dello smartphone (fondamentale per fronteggiare le emergenze), si legge meglio sotto al sole e, soprattutto, ha un display sempre acceso. Girare il polso è infinitamente più veloce che tirare fuori lo smartphone dalla tasca, togliersi i guanti, sbloccarlo, cercare l’app che sta registrando il percorso (visto che nel frattempo saremo passati ad altro), riaprila.

Tre sportwatch/smartwatch a confronto: Garmin fēnix 6 Pro e Sapphire edition (sinistra), Suunto 9 (centro) e Apple Watch Series 5 44 mm (destra) © Valerio Dutto
Sportwatch. Sono innegabilmente comodi: li portiamo al polso, hanno il sensore cardiaco integrato (ormai sufficientemente preciso se allacciato nel modo corretto: stretto due dita sopra al polso), gestiscono allenamenti e possono essere utilizzati per più sport, dalla corsa nel parco, al giro in bici, all’uscita di scialpinismo. Ma hanno batterie piccole e display minuscoli. Gli orologi vanno di moda, quindi molti produttori si fanno concorrenza, la scelta abbonda e i prezzi sono (quasi sempre) competitivi. Tecnicamente gli orologi incentrati sull’uso sportivo si chiamano “sportwatch”, mentre tutti gli altri sono genericamente “smartwatch”. Ma le differenze si assottigliano: la maggior parte delle persone cerca qualcosa da tenere al polso tutti i giorni, non solo mentre facciamo sport. I produttori l’hanno capito e ci assecondano per evitare che facciano la fine dei navigatori satellitari da auto tradizionali (ormai praticamente scomparsi).

Due palmari a confronto: Garmin eTrex Touch 35 (sinistra) e Garmin GPSMAP 66i (destra) © Valerio Dutto
Palmari. Sono quelli da tenere in mano. Sono gli unici che, grazie alla cartografia e alla generosa dimensione del display, possiamo davvero utilizzare per orientarci in modo efficace. Vanno meno di moda quindi la concorrenza è praticamente scomparsa e rimane solo un produttore: Garmin (chi si ricorda ancora Lowrance, Magellan, MyNav?). Il monopolio de facto ha i suoi contro: i prodotti evolvono poco (sono ancora in vendita modelli del 2015, un’era geologica fa in campo informatico) e i costi non scendono in modo significativo.

Due comunicatori satellitari: il Garmin GPSMAP 66i (sinistra) e il Garmin inReach Mini (destra) © Valerio Dutto
Comunicatori satellitari. Attenzione, non parliamo di telefoni satellitari, che sono una categoria a parte. Ma di dispositivi come i Garmin inReach e lo Spot X, il cui focus è la sicurezza, ovvero la possibilità di comunicare a persone care o a una centrale operativa, anche in assenza di copertura cellulare. La comunicazione avviene tramite SMS o email, non telefonate. Visto che è necessario stipulare un abbonamento si rivolgono in particolare a chi fa spedizioni in ambienti remoti o alle guide.
Il mercato dei GPS “duri e puri” per sportivi è polarizzato nelle mani di pochi produttori. In ordine rigorosamente alfabetico: Garmin, Polar e Suunto.
Garmin. È di gran lunga l’attore principale, punto di riferimento del settore. Per decenni ha badato solo alla sostanza realizzando dispositivi molto robusti, ma rudimentali e complessi. Oggi ha due rami gestiti in modo completamente diverso: da una parte gli sportwatch, molto alla moda, con continue innovazioni (anche se alcune danno l’impressione di essere inserite solo per fare numero) e prezzi elevati (che comunque trainano le trimestrali), dall’altra quello dei palmari, più trascurati e rudimentali. All’interno di queste categorie vi sono un’infinità di famiglie di prodotti (fēnix, Forerunner, Instinct, vívoactive, Venu, tactix, GPSMAP, inReach, Oregon, eTrex, eTrex Touch, Montana, solo per citare le principali), a loro volta composte da decine di dispositivi. Una giungla tra cui non è facile districarsi, visto che molti hanno caratteristiche simili o addirittura sovrapponibili.
Polar. A differenza dei concorrenti non ha mai puntato al difficile segmento dei top di gamma (con l’unica eccezione del Vantage V, vedi su Amazon), cercando invece di offrire prodotti dal buon rapporto qualità/prezzo. Oltre alle fasce cardio che l’hanno resa famosa realizza dispositivi per corsa, ciclismo e multisport come il triathlon, quindi è meno orientata verso gli sport di montagna (anche se il nuovo Grit X, vedi su Amazon, vorrebbe rimescolare le carte).
Suunto. Per anni è stata il punto di riferimento per i trail runner, forte del suo legame con Salomon, consociata sotto l’ombrello Amer Sports, e i suoi atleti. È molto più piccola di Garmin e probabilmente per questo negli ultimi anni ha svoltato verso la nicchia degli ultrarunner puntando in particolare sulla durata della batteria. L’unica eccezione, come vedremo, è il nuovo Suunto 7 (vedi su Amazon). Lato software sta dando l’addio a Movescount, la sua storica piattaforma, per passare a Sports Tracker, che Amer Sports ha acquisito nel 2015. In teoria ha senso: avere un’unica piattaforma per tutto il gruppo permette di ottimizzare gli sforzi. Purtroppo però Sports Tracker è ancora acerba e ben lontana dai concorrenti come Garmin Connect (e da Movescount stessa).
Negli ultimi anni accanto a Garmin, Polar e Suunto si sono affiancati produttori di elettronica di consumo come Apple, Fitbit (acquisita a fine 2019 da Google), Huawei e Samsung. Al momento sono più concentrati su fitness e wellness, ma il confine è sempre meno netto.
Nel seguito analizzeremo un ampio spettro di prodotti così da fare una scelta oculata.
Sportwatch e smartwatch

Garmin fēnix 6 Pro e Sapphire edition © Valerio Dutto
Garmin fēnix
In breve
I fēnix, nonostante il prezzo elevato, sono i best seller che trainano le trimestrali del colosso americano. Ecco perché Garmin rilascia nuovi modelli ogni anno con novità più o meno utili. L’ultima incarnazione sono i fēnix 6: parliamo al plurale perché ci sono molte varianti e combinazioni (vedi sotto). Sono orologi multidisciplinari che offrono al polso un numero così elevato di funzioni che sarebbe impossibile elencarle tutte.
Dispositivi
fēnix 6S (599,99 €, vedi su Amazon). È la versione con cassa da 42 mm, indicata per chi ha il polso sottile. Ha uno schermo da 1,2” (come i precedenti fēnix 5), cinturino da 20 mm e un’autonomia teorica della batteria in modalità GPS da 25 ore.
fēnix 6 (599,99€, vedi su Amazon). È la versione con cassa da 47 mm. Ha uno schermo da 1,3”, cinturino da 22 mm e un’autonomia della batteria teorica in modalità GPS da 36 ore.
fēnix 6X Pro (749,99 €, vedi su Amazon). È la versione con cassa da 51 mm. Ha uno schermo da 1,4”, cinturino da 26 mm e un’autonomia teorica della batteria in modalità GPS da 60 ore.
Per ciascuno esistono varianti più costose: Pro (con mappe, Wi-Fi e la possibilità di ascoltare musica direttamente dall’orologio), Sapphire (con vetro zaffiro che assicura superiore resistenza a urti e graffi) e Solar (con piccole celle fotovoltaiche che con la luce solare gli permettono di aumentare ulteriormente la durata della batteria).
Il test
I fēnix sono dispositivi multisport che dovrebbero fare felici, senza dover scendere a troppi compromessi, runner, trail runner, escursionisti, alpinisti, mountain biker e, soprattutto, chi pratica più di queste attività. In particolare il supporto per la cartografia è rivoluzionario per chi fino a ieri doveva rivolgersi ad altri dispositivi (non da polso) e la durata della batteria è nettamente migliorata rispetto ai modelli passati. Ma il display è un po’ triste, il design non stupisce e, soprattutto, la precisione di GPS e altimetro sono sotto la media (le tracce create hanno una caratteristica forma “nervosa”). Senza contare che il Bluetooth è problematico, soprattutto per chi ha smartphone Huawei/Honor. Piccole sbavature per dispositivi a cui dal punto di vista sportivo si può recriminare davvero poco, ma che stridono con i prezzi a cui sono venduti che fanno pretendere il massimo.
Le alternative
Se non ci serve la cartografia possiamo rivolgerci all’Instinct (vedi su Amazon), ai Forerunner, oppure ai Polar o Suunto (verificando, nel caso ci serva, che abbiano l’altimetro barometrico). D’altro canto se per noi la cartografia è davvero essenziale conviene considerare un modello palmare con schermo più grande. Suunto 7 © Valerio Dutto
Suunto 7
In breve
Il 7 è un dispositivo anomalo per Suunto perché basato su Wear OS, la versione di Android progettata per smartwatch. Come tutti i Suunto è imponente (la cassa è da 50 mm), ma il primo impatto è buono: curato, reattivo, con un bel display OLED (anche se non al livello dell’Apple Watch). Inoltre supporta la cartografia, anche offline, che è di buona qualità con tanto di curve di livello, la musica, offline per alcuni servizi (ma non Spotify), e i pagamenti con Google Pay.
Dispositivi
7 (479 €, vedi su Amazon). È l’unica versione al momento disponibile, anche se è possibile scegliere ghiere, bottoni e cinturini di diversi colori.
Il test
Sulla carta è interessante, ma alla prova dei fatti mostra i tutti i limiti di Wear OS: esoso in termini di batteria (nei nostri test è sempre stato il primo a scaricarsi), immaturo, esperienza utente frammentata tra infinite app. Inoltre manca il supporto per sensori esterni, l’accensione del display ruotando il posto non sempre funziona a dovere, l’app Suunto e Sports Tracker, per quanto ben fatte, sono un po’ troppo basilari. Peccato, perché l’hardware è valido e le mappe, basate sulle OpenStreetMap, sono ottime (una spanna sopra quelle dei Garmin fēnix). In sintesi al momento è ancora troppo acerbo e considerando il prezzo non ci sentiamo di consigliarlo: conviene puntare su altro o attendere il successore.
Le alternative
Il Suunto 5 (vedi su Amazon), i Garmin vívoactive 4/4s (vedi su Amazon) o l’Apple Watch se ci interessa più il lato “smart” che lo sport (e abbiamo un iPhone). Suunto 9 © Valerio Dutto
Suunto 9
In breve
I Suunto 9 sono i modelli top di gamma del produttore finlandese. Strizzano l’occhio alla nicchia degli ultrarunner e sport endurance per l’ottima durata della batteria (oltretutto con modalità che permettono di allungarla ulteriormente riducendo la precisione). Finalmente sparisce la caratteristica protuberanza del cinturino in cui storicamente Suunto inseriva l’antenna GPS, ma è davvero enorme: cassa da 50 mm, spessore da 1,7 cm, peso da 76 grammi nella versione Baro. Non a caso è lo smartwatch più imponente dell’intero test.
Dispositivi
9 (499 €, da alcuni mesi in forte sconto vedi su Amazon). È il modello base. Include touch screen, bussola elettronica, GPS, GLONASS e Galileo, supporta anche per gli sport multidisciplinari, come triathlon e duathlon. In questi casi è possibile passare da un’attività all’altra e continuare a visualizzare distanza e tempo totali.
9 Baro (549 €, vedi su Amazon). Come il precedente, ma con l’altimetro barometrico che offre una maggior precisione sull’altitudine (e l’allarme al sopraggiungere di temporali).
Per ciascuno esistono varianti più costose in base a cinturino, ghiera (in acciaio o titanio) e vetro (in cristallo minerale o in vetro zaffiro).
Il test
I 9 sono Suunto fin nel DNA: precisi e affidabili, ma allo stesso tempo enormi e costosi. L’aspetto “old style” è adeguato solo per chi ha polsi importanti. Si concentrano sugli sport ignorando volutamente quello che i concorrenti stanno sempre più inserendo: cartografia, musica, pagamenti, app, live track. Perfino il lato fitness è davvero basilare. Sicuramente non sono i migliori smartwatch “all-around” in circolazione, ma sono validi dispositivi per lo sportivo che bada al sodo: quello che dicono di fare lo fanno bene e la batteria dura davvero tanto. Il prezzo però rimane in proporzione davvero alto.
Le alternative
I Garmin fēnix/Instict, oppure il “fratello minore” Suunto 5 (vedi su Amazon), che è praticamente un 9 senza bussola, senza altimetro barometrico e con la batteria più piccola. Apple Watch Series 5 44 mm © Valerio Dutto
Apple Watch Series 5
In breve
In una comparazione è impossibile non citare l’Apple Watch, senza dubbio il miglior smartwatch in circolazione, che dalla versione 5 include bussola elettronica e display sempre attivo (con alcuni limiti). Avendo inoltre altimetro barometrico, GPS con supporto GLONASS e Galileo, sensore per la rilevazione della frequenza cardiaca, giroscopio e molto altro possiamo dire che sulla carta ha tutto quello che serve per essere un vero e proprio sportwatch. Esiste anche la versione Cellular che permette di inviare e ricevere messaggi, rispondere alle telefonate, ricevere notifiche, e ascoltare musica in streaming anche quando non abbiamo l’iPhone con noi. Già: è compatibile solo con gli smartphone della mela morsicata, chi usa Android è tagliato fuori.
Dispositivi
Series 5 da 40 mm (459 €, vedi su Amazon). È la versione con cassa da 40 mm, adatta per polsi piccoli. La versione base ha cassa in alluminio e l’ottimo cinturino Sport in fluoroelastomero.
Series 5 da 44 mm (489 €, vedi su Amazon). È la versione con cassa da 44 mm, adatta per polsi più grandi. La versione base ha cassa in alluminio e cinturino Sport. Il display è un poco più grande, la durata della batteria leggermente superiore e il peso di qualche grammo superiore.
Per ciascuno esistono varianti più costose: Cellular (+100 €), casse più pregiate (acciaio inossidabile o ceramica) e infiniti cinturini, originali (molto costosi) o compatibili.
Il test
Non c’è ombra di dubbio: l’Apple Watch è il miglior smartwatch in circolazione. Display, cinturino, design e qualità costruttiva sono un netto passo avanti rispetto a tutti i prodotti concorrenti. Però è più orientato verso un utilizzo fitness/wellness vista l’autonomia limitata della batteria e la necessità di utilizzare app di terze parti per avere funzioni un poco più avanzate (e anche così non paragonabili agli altri dispositivi di questo test).
Le alternative
L’Apple Watch è una buona scelta per lo sportivo occasionale che ha un iPhone. Chi ha un Android deve rivolgersi ad altro, come i Fitbit Ionic (vedi su Amazon)/Charge 4 (vedi su Amazon) (gli unici Fitbit dal GPS integrato), i Garmin Forerunner, i Garmin vívoactive 4/4s o il Suunto 7.
Garmin fēnix 6S | Garmin fēnix 6 | Garmin fēnix 6X | Polar Vantage M | Suunto 5 | Suunto 7 | Suunto 9 | Suunto 9 Baro | Apple Watch Series 5 40 mm | Apple Watch Series 5 44 mm | |
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Tipologia | Sportwatch | Sportwatch | Sportwatch | Sportwatch | Sportwatch | Smartwatch | Sportwatch | Sportwatch | Smartwatch | Smartwatch |
Peso | 58 g | 80 g | 93 g | 45 g | 66 g | 70 g | 72 g | 76 g | 40 g | 48 g |
Dimensione display | 1,2” | 1,3” | 1,4” | 1,2” | 1,2” | 1,34” | 1,34” | 1,34” | 1,57” | 1,78” |
Tipo display | MiP | MiP | MiP | LCD | LED | OLED | LCD | LCD | OLED | OLED |
Display sempre acceso | (con limitazioni) | (con limitazioni) | (con limitazioni) | |||||||
Durata batterie dichiarata in modalità GPS | Fino a 25 h | Fino a 36 h | Fino a 60 h | Fino a 30 h | Fino a 20 h | Fino a 12 h (ma in realtà notevolmente inferiore) | Fino a 120 h | Fino a 120 h | Fino a 6 h | Fino a 6 h |
Touch screen | ||||||||||
Tipo batteria | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio |
Altimetro barometrico | ||||||||||
Bussola elettronica | ||||||||||
Supporto cartografia | (solo versione Pro) | (solo versione Pro) | Solo con app di terze parti | Solo con app di terze parti | ||||||
GPS | ||||||||||
GLONASS | ||||||||||
Galileo | ||||||||||
Bluetooth | ||||||||||
Wi-Fi | (solo versione Pro) | (solo versione Pro) | ||||||||
ATN+ | ||||||||||
Cellulare | (solo versione Cellular) | (solo versione Cellular) | ||||||||
Comunicazione satellitare | ||||||||||
Sensore cardiaco | ||||||||||
Impermeabilità | 10 ATM | 10 ATM | 10 ATM | 30 m | 50 m | 50 m | 100 m | 100 m | 50 m | 50 m |
Live track | Solo con app di terze parti | Solo con app di terze parti | ||||||||
Supporto app di terze parti | ||||||||||
Supporto attività multisport | ||||||||||
Prezzo di listino | 599,99 € (vedi su Amazon) | 599,99 € (vedi su Amazon) | 749,99 € (vedi su Amazon) | 279,9 € (vedi su Amazon) | 329 € (vedi su Amazon) | 479 € (vedi su Amazon) | 499 € (vedi su Amazon) | 549 € (vedi su Amazon) | 549 € (vedi su Amazon) | 489 € (vedi su Amazon) |
Palmari
Garmin eTrex Touch
In breve
È la famiglia di dispositivi Garmin cartografici entry level con schermo touch. Pur essendo usciti nel lontano 2015 sono ancora quelli dal miglior rapporto qualità prezzo, soprattutto considerando che il prezzo su strada è migliore di quello di listino.
Dispositivi
Touch 25 (249 €, vedi su Amazon). È il modello base della famiglia, meno interessante perché non include né Bluetooth né altimetro barometrico.
Touch 35 (299 €, vedi su Amazon). Come il Touch 25, ma con Bluetooth (per ricevere notifiche dallo smartphone e effettuare il live track) e altimetro barometrico, indispensabile per misurare con precisione l’altitudine. È il modello che consigliamo alla maggior parte delle persone che hanno bisogno di un GPS cartografico.
Il test
L’eTrex Touch 35 è un dispositivo equilibrato dal prezzo ragionevole. Non è esente da difetti, ma tutto sommato ci si può convivere facilmente. Quelli da tenere in considerazione sono la durata delle batterie inferiore ai modelli non touch screen (ma comunque buona adottando alcuni accorgimenti) e il fatto che l’interazione con i guanti è possibile solo con quelli leggeri e non è certo comoda. Un problema che abbiamo riscontrato è che in alcuni casi, per fortuna rari, il touch screen non risponde più ai comandi e l’unico modo per risolvere è riavviare il dispositivo. In definitiva ne consigliamo l’acquisto perché si tratta del dispositivo in assoluto più bilanciato per escursionisti, alpinisti, scialpinisti e mountain biker.
Le alternative
Chi non ama i GPS con schermi touch è in buona compagnia. In tal caso possiamo rivolgerci agli eTrex classici, che per contro hanno un’interfaccia più spartana e meno intuitiva, in particolare nella logica di registrazione della traccia (recensione completa). Garmin GPSMAP 66i © Valerio Dutto
Garmin GPSMAP
In breve
È la famiglia di dispositivi pensati per il rilevamento e la tracciatura dei sentieri. Grazie alla grossa antenna sporgente quad helix offrono maggiore precisione in condizioni difficili, a discapito di ingombro e peso. La vocazione dei GPSMAP per il rilevamento è evidente anche dal numero e disposizione dei tasti. Non sono touch screen, quindi possiamo usarli con i guanti, ma l’interazione è meno intuitiva e la scrittura macchinosa.
Dispositivi
66s (399,99 €). È il modello di ingresso della famiglia. È moderno (salvo il design che ricorda un telefono anni ’90) e completo perché include tutto ciò che serve: pieno supporto per la cartografia, altimetro barometrico, bussola elettronica, Bluetooth, Wi-Fi, notifiche, Connect IQ, microSD, Galileo, ecc. La cartografia preinstallata è inadeguata, ma è facile installarne altre completamente gratuite, di ottima qualità, basate sulle OpenStreetMap.
66st (449,99 €). Identico al 66s, ma con mappe TopoActive Europe precaricate, purtroppo troppo povere per essere davvero utili.
66i (599,99 €, vedi su Amazon). È il modello top di gamma. Rispetto al 66st offre in più le funzionalità inReach (vedi sezione dedicata). A differenza degli altri GPSMAP la batteria non è sostituibile e va ricaricata con un alimentatore USB (non incluso).
Il test
Non aspettiamoci miracoli dalla grossa antenna: in condizioni normali i GPSMAP sono del tutto paragonabili agli altri GPS, mentre in condizioni difficili offrono prestazioni un poco superiori. Ma questo ha un prezzo in termini di esborso iniziale, ingombro e peso (non stanno in tasca né nella maggior parte delle fasce a vita degli zaini). Per questo li consigliamo quasi esclusivamente a chi traccia sentieri. Discorso a parte per il 66i che, grazie alle funzionalità inReach, è molto interessante per chi fa spedizioni o alle guide che accompagnano clienti in montagna o all’estero.
Le alternative
Se usiamo il GPS per orientarci, seguire tracce e misurare le statistiche dell’uscita potrebbe vale la pena risparmiare qualcosa e orientarci verso gli eTrex (vedi su Amazon), eTrex Touch o Oregon (vedi su Amazon).
Garmin eTrex Touch 25 | Garmin eTrex Touch 35 | Garmin GPSMAP 66s | Garmin GPSMAP 66st | Garmin GPSMAP 66i | |
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Tipologia | Palmare | Palmare | Palmare | Palmare | Palmare |
Peso | 159 g | 159 g | 230 g | 230 g | 241 g |
Dimensione display | 2,6” | 2,6” | 3” | 3” | 3” |
Tipo display | TFT | TFT | TFT | TFT | TFT |
Display sempre acceso | |||||
Durata batterie dichiarata in modalità GPS | Fino a 16 h | Fino a 16 h | Fino a 16 h | Fino a 16 h | Fino a 35 h |
Touch screen | |||||
Tipo batteria | 2 AA | 2 AA | 2 AA | 2 AA | Ioni di litio |
Altimetro barometrico | |||||
Bussola elettronica | |||||
Supporto cartografia | |||||
GPS | |||||
GLONASS | |||||
Galileo | |||||
Bluetooth | |||||
Wi-Fi | |||||
ATN+ | |||||
Cellulare | |||||
Comunicazione satellitare | |||||
Sensore cardiaco | |||||
Impermeabilità | IPX7 | IPX7 | IPX7 | IPX7 | IPX7 |
Live track | |||||
Supporto app di terze parti | |||||
Supporto attività multisport | |||||
Prezzo di listino (a partire da) | 249 € | 299 € | 399,99 € | 449,99 € | 599,99 € |
Comunicatori satellitari

Garmin inReach Mini © Valerio Dutto
Garmin inReach
In breve
Gli inReach derivano da tecnologia DeLorme che nel 2016 è stata acquisita da Garmin. Il loro focus è la sicurezza, ossia la possibilità di comunicare in modo bidirezionale, anche in assenza di copertura cellulare, con persone care oppure con una centrale operativa. Non sono telefoni satellitari perché la comunicazione avviene tramite SMS o email. Per la comunicazione fanno uso della rete satellitare Iridium, che offre il 100% di copertura del globo, ma è necessario sottoscrivere un abbonamento con prezzi a partire da 15€/mese. Gli inReach offrono un sistema di tracking che permette di mandare a intervalli regolari la propria posizione ai contatti designati.
Dispositivi
Mini (349,99 €, vedi su Amazon). È il piccolo della famiglia. Può mandare richieste di SOS e messaggi satellitari (scegliendo tra preimpostati, scritti direttamente sul dispositivo -ma è lento e laborioso-, o sul nostro smartphone collegato in Bluetooth). A differenza di tutti gli altri dispositivi non è un GPS da usare per tracciare le attività sportive (in teoria lo potrebbe diventare utilizzando l’Earthmate sul nostro smartphone, ma ha poco senso utilizzarlo per quello scopo).
SE+ (449,99 €) e Explorer+ (499,99 €, vedi su Amazon). Sebbene marchiati Garmin sono ancora di derivazione DeLorme. Con l’uscita del GPSMAP 66i è ragionevole supporre che SE+ e Explorer+ siano arrivati al capolinea.
Il test
Il grande vantaggio rispetto a buona parte dei concorrenti è che gli inReach permettono non solo l’invio, ma anche la ricezione di messaggi. È importante però sottolineare che la comunicazione è ben diversa da quella dei normali SMS: dobbiamo essere all’aperto senza ostacoli verso il cielo e ogni messaggio richiede alcuni minuti per essere inviato o ricevuto. In caso di emergenza possiamo premere il bottone SOS aprendo il cappuccio protettivo sotto cui è nascosto. La nostra richiesta verrà inviata alla centrale operativa GEOS, società privata attiva nella gestione e monitoraggio delle emergenze, che avviserà i soccorritori più vicini cui spetterà l’intervento. Per via dell’abbonamento probabilmente non li userà lo sportivo occasionale, ma li consigliamo a chi fa spedizioni in ambienti remoti e alle guide.
Le alternative
Per rimanere in casa Garmin il GPSMAP 66i. In alternativa lo Spot X (vedi su Amazon) o lo SPOT Gen3 (vedi su Amazon), più economico, ma che non offre una comunicazione bidirezionale. Spot X © Valerio Dutto
Spot X
In breve
Gli Spot X sono la risposta di Spot, parte del gruppo Globalstar, ai Garmin inReach. Grazie alla rete satellitare della casa madre possono comunicare in modo bidirezionale attraverso SMS o email da 140 caratteri sottoscrivendo un abbonamento che parte da 11,95€/mese. Rispetto agli inReach sulla carta offrono alcuni vantaggi: prezzo minore (sia di acquisto, sia di abbonamento), tastierino fisico QWERTY (ma chi ha le mani grandi potrebbe faticare a premere i tasti con precisione) e maggiore autonomia della batteria. Come gli inReach offrono un sistema di tracking che permette di mandare a intervalli regolari la propria posizione.
Dispositivi
Spot X (249 €) e Spot X Bluetooth (299 €, vedi su Amazon). La differenza è spiegata nel nome: attraverso il Bluetooth possiamo associare il secondo al nostro smartphone per comporre messaggi, sincronizzarlo con la piattaforma web e in generale controllarlo dall’app Spot X.
Il test
Non bisogna lasciarsi scoraggiare da design superato, display in bianco e nero, interfaccia farraginosa. Oppure dal fatto che è difficilmente predicibile il tempo di invio dei messaggi, che nei nostri test è variato da un paio di minuti a oltre i venti (essenziale tenerlo in verticale e con perfette condizioni di visibilità del cielo), con una media di oltre mezz’ora per un botta e risposta. Sono infatti difetti da ridimensionare considerando il prezzo ragionevole di acquisto e di abbonamento, che lo rendono abbordabile anche agli amatori. Conoscendone i limiti (e mandando qualche messaggio in più, visto che durante le nostre prove non tutti sono stati recapitati al destinatario) ci permettono di rassicurare la famiglia e magari addirittura salvarci la vita grazie al collegamento con la centrale operativa GEOS. Da tenere presente che la rete Globalstar, a dispetto del nome, non copre l’intera Terra: lo sono Europa e Americhe, Groenlandia esclusa, ma a chi pensa di usarlo in altri continenti consigliamo di verificare sul sito ufficiale l’effettiva disponibilità del servizio.
Le alternative
Per chi cerca una comunicazione bidirezionale il Garmin inReach Mini, per chi vuole spendere meno lo Spot Gen3, che permette di inviare richieste di soccorso e di far sapere ai nostri cari che stiamo bene, ma non di ricevere risposte.
Garmin GPSMAP 66i | Garmin inReach Mini | Spot X Bluetooth | |
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Tipologia | Palmare | Palmare | Palmare |
Peso | 241 g | 100 g | 198 g |
Dimensione display | 3” | 0,9” | 2,7" |
Tipo display | TFT | MiP | Dot matrix |
Display sempre acceso | |||
Durata batterie dichiarata in modalità GPS | Fino a 35 h | Fino a 90 h in modalità di rilevamento ogni 10 minuti (impostazione predefinita) | Fino a 240 h |
Touch screen | |||
Tipo batteria | Ioni di litio | Ioni di litio | Ioni di litio |
Altimetro barometrico | |||
Bussola elettronica | |||
Supporto cartografia | |||
GPS | |||
GLONASS | |||
Galileo | |||
Bluetooth | (esiste una versione senza) | ||
Wi-Fi | |||
ATN+ | (come sensore) | ||
Cellulare | |||
Comunicazione satellitare | |||
Sensore cardiaco | |||
Impermeabilità | IPX7 | IPX7 | IP67 |
Live track | |||
Supporto app di terze parti | |||
Supporto attività multisport | |||
Prezzo di listino | 599,99 € (vedi su Amazon) | 349,99 € (vedi su Amazon) | 299 € (vedi su Amazon) |
Piattaforme web
Un aspetto cruciale che generalmente non viene considerato nella scelta del nuovo GPS è la piattaforma online a cui esso si collega. Eppure, anche se data per scontata, è parte essenziale dell’esperienza utente.
Ogni produttore ha la sua: Garmin ha Connect, Polar ha Flow e Suunto ha Sports Tracker. L’eccezione è rappresentata da Apple, che non ha una vera e propria piattaforma accessibile da browser ma fa uso delle app Attività e Salute sull’iPhone abbinato (con tutti i limiti del caso).
Il compito di queste piattaforme è fare da collettore alle nostre attività, anche se praticamente tutte offrono qualcosa in più: monitoraggio dello stato di salute, piani di allenamento, sfide con gli amici o con persone del nostro stesso livello, suggerimenti sui percorsi da fare. L’obiettivo è duplice: da una parte motivarci a fare di più, dall’altra legarci all’ecosistema del produttore. Le più mature sono sicuramente Garmin Connect e Polar Flow, mentre al confronto Sports Tracker di Suunto è molto limitata (per fare un esempio mancano del tutto gli allenamenti o le metriche personali).
Inoltre vi sono piattaforme di terze parti, che generalmente sono più complete o si focalizzano su qualche aspetto, come gli allenamenti o le sfide con gli amici. I produttori hanno stretto delle partnership con alcune di esse in modo da inviar loro in automatico, se desiderato, le attività registrate. La più conosciuta è sicuramente Strava, ma ce ne sono infinite altre: TrainingPeaks, MyFitnessPal, Endomondo, MapMyRun/MapMyRide, Runtastic, Runkeeper, ecc.
Non è finita: Garmin ha una piattaforma parallela per gli inReach chiamata Explore, Suunto è passata a Sports Tracker solo recentemente perché in passato usava Movescount, che molto probabilmente rimarrà attiva solo per i dispositivi più vecchi non adattabili a Sports Tracker. In più ogni piattaforma ha delle app associate: Garmin ha Connect, Polar ha Flow, Suunto ha… Suunto (da non confondersi con la gemella Sports Tracker), anche se il Suunto 7, poiché basato su Wear OS, si appoggia anche a Google Fit. Inoltre Garmin ha Earthmate per gli inReach, ancora marchiata DeLorme.
Confusi? E pensare che non abbiamo ancora parlato degli applicativi per computer: Garmin ne ha una pletora (Express, BaseCamp, WebUpdater, MapManager, MapInstall), alcuni dei quali in via di dismissione, Suunto ha SuuntoLink (per i dispositivi più recenti) e Moveslink/Moveslink2 (per i più vecchi), Polar ha FlowSync. Una vera giungla!
Conclusioni
Come abbiamo visto le scelte abbondano, e, come dicevamo in apertura, non ce n’è una migliore in assoluto: dipende dagli sport che facciamo, dalle nostre necessità (privilegiamo la comodità, la durata della batteria, la precisione?) e da preferenze personali.
Quale che sia il modello scelto dovremo dedicarci del tempo per comprenderne le funzionalità, configurarlo a nostra misura, conoscerne software e piattaforme web collegate. Ricordando che per usarlo appieno dovremo collegarlo attraverso il Bluetooth al nostro smartphone (esperienza che non sempre fila liscia, soprattutto per chi usa Android), installare delle app (plurale visto che spesso sono più di una), registrarci alla piattaforma web del produttore e magari quelle di terze parti come Strava o TrainingPeaks.
Per concludere è importante sfatare un mito: i GPS non sono così precisi. E, soprattutto, la precisione non è proporzionale al prezzo del dispositivo. Magari l’abbiamo già notato confrontando i risultati con gli amici a fine uscita: ci sono sempre discrepanze, in alcuni casi significative. È normale che sia così, è il limite intrinseco della tecnologia GPS (e delle costellazioni gemelle GLONASS e Galileo). Basta tenerlo in conto senza farci illudere dai risultati apparentemente inequivocabili che i nostri dispositivi ci fanno credere di aver misurato.
Lorenzo
01/09/2020 alle 12:56
Grazie, ottima guida per districarsi tra le varie tecnologie e i vari strumenti. Personalmente in montagna affianco al Garmin Fenix 5 con cartografia, che uso per avere la traccia da seguire, la posizione rispetto alla traccia e per registrare l’attività, un Garmin Oregon 700: ottimo per leggere la cartografia, ma un po’ macchinoso da usare e soprattutto divoratore di batterie soprattutto in registrazione dell’attività (nonostante le Eneloop). Mi chiedo da tempo se non c’è modo di caricare su uno smatphone (iphone, nel mio caso) mappe open (come con il Garmin), scegliendo quella che si preferisce, solo avere la posizione. La carichi, la lasci lì e quando serve gli dai un’occhio. Wikoloc, Viewranger, mpas.me, Outdooractive… provate tutte: tante funzionalità, mappe anche offline da scaricare prima, ma niente che ti faccia caricare l’img o il gmap che vuoi. Suggerimenti?
Ps: ottimo il sito, le guide, gli itinerari e le foto: siete un punto di riferimento. GRAZIE
Davide
02/09/2020 alle 06:40
Ciao, anche io come te:
Fenix 5 (senza cartografia) solo per registrare tracce e vedere tempi;
Garmin Oregon 600 che utilizzo solo come mappa (in genere ce l’ho legato con un moschettone allo spallaccio dello zaino). Ottimi per uscite in giornata. Per uscite di più giorni ho problemi con la durata delle batterie ma mi porto delle eneloop di scorta.
Come app per iphone ti consiglio: Maps 3D PRO © Copyright movingworld GmbH
La versione pro è a pagamento ma ce n’è una light in prova. Ha 7 mappe precaricate tra cui openstreetmap che credo che si aggiorni in automatico. Puoi scaricare la mappa prima e consultarla in offline. Guarda la descrizione dell’app per vedere tutte le sue potenzialità (tracce, altimetro, ecc..)
Davide
Lorenzo
02/09/2020 alle 10:12
Grazie mille: la provo!
Alberto
01/09/2020 alle 13:06
Come al solito articolo esaustivo e preciso, libero da condizionamenti. Bravo!
Per quanto riguarda la sicurezza nei comunicatori satellitari proporrei una tua analisi anche sui PLB come il McMurdo.
Infine quando un articolo che faccia il punto sulle app x lo smartphone?
Alberto
Paolo
13/09/2020 alle 13:07
Salve, ho scaricato una mappa Italia ma quando il gps è in uso vedo uno schermo tutto bianco e con solo il cursore di navigazione, non vedo strade sentieri rilievi… come posso fare?
Daniela
01/09/2020 alle 16:52
Bellissimo articolo!
Riccardo
02/09/2020 alle 06:51
Pratico trekking e un pochino di alpinismo quindi l’uso di cui necessito è sapere dove sono e dove vado: cosa che con i gps di cui sopra è molto difficile: la cartografia disponibile e le ridotte dimensioni dello schermo di fatto lo impediscono. Da anni lascio il mio garmin nel cassetto e mi affido ad una app… usavo orux maps ma poi ho scoperto viewranger ed ho scoperto un app semplice e precisissima. come nel mio caso (gite prevalentemente nel nordovest dell’italia) ho acquistato la cartografia della Fraternali (copre Piemonte, Val Aosta e Liguria): carico la mia gita e poi la seguo: ho sempre davanti il mio bello schermo dove ingrandisco, rimpicciolisco: so sempre dove sono e dove vado. Insomma una figata! Non ti perdi mai! Creo la mia traccia (in modo estremamente semplice) o la scarico da internet. Quando parto lo metto in modalità aereo (consuma di meno) e poi mi porto una batteria tampone (se vedo che la gita è troppo lunga e la batteria rischia di esaurirsi collego la batteria tampone). Io mi chiedo da anni e lo chiedo qui: è mai possibile che la Garmin non sia in grado di produrre un gps con uno schermo grande tipo quello di uno smartphone in modo da darmi il risultato di una app che costa pochi euro???? e poi SEMPLIFICARE!!! (i “montagnini” non sono quasi mai ingegneri elettronici!)
Alberto
02/09/2020 alle 16:34
Ottimo articolo! Finalmente una buona panoramica del variegato mondo dei dispositivi GPS. Personalmente per le mie escursioni sempre in giornata (a piedi, in mtb, ciaspole o da trail runner), da anni utilizzo con soddisfazione un semplice smartphone Android con oruxmaps e le mappe openandromaps scaricate in locale; scelgo smartphone con batterie grandi e specifiche non esagerate, e non ho mai lontanamente avuto problemi di durata di batteria (al prosismo cambio valuterò i ruggedphone).
Relativamente agli altri problemi che citate con lo smartphone, segnalo che è possibile far mantenere lo schermo sempre acceso nelle opzioni di oruxmaps e che lo schermo del mio smartphone funziona con i guanti leggeri da mtb che generalmente uso.
Però effettivamente avere i dati a portata di orologio talvolta è comodo ed alleggerisce, per questo ho acquistato uno smartwatch che uso al posto dello smartphone per trail running in zone conosciute, e mi serve anche per le rilevazione della frequenza cardiaca.
Luca
03/09/2020 alle 14:14
Io ho un GPS etrex30 dal 2013 e mi sono sempre trovato molto bene ma purtroppo i tasti si stanno rompendo e il pulsante interno si è staccato (colpa mia) ho ovviato al problema saldando due fili volanti ma non è un lavoro da tenere in considerazione. Siccome non voglio spendere una grande cifra ho preso visione di due modelli etrex touch 35 e Oregon 700. Sono modelli già di qualche anno fa, quindi cosa mi consigli di fare! Dovrei puntare su GPS più recenti e costosi? Grazie mille ciao
Paolo
08/09/2020 alle 19:47
Ciao, posso chiedere come mai i twonav non sono presi in considerazione? Uso l’app con le fraternali e adesso mi sono deciso a prendere un garmin, vito l’abbandono totale da parte di twonav dell’app. Però i loro gps “fisici” mi sembrano interessanti, al di la del prezzo. Purtroppo le fraternali su garmin ce le sogniamo…
Stefano
23/09/2020 alle 16:05
Ciao, innazitutto grazie e complimenti per l’articolo.
Volevo sapere se sul Garmin GPSmap 66i è possibile sostituire la cartografia pre-installata con la OpenStreetMap.
Grazie
Valerio Dutto
23/09/2020 alle 16:25
Ciao Stefano, sì, certamente! La procedura è la stessa degli altri Garmin.
Stefano
27/09/2020 alle 09:55
Grazie per la risposta.
Sempre riguardo la cartografia Garmin pre-caricata:
leggo che molti dei loro dispositivi vengono forniti con la TopoActive Europe, che risulterebbe essere compilata con il database OpenStreetMap (OSM).
Al momento attuale esiste qualcosa di meglio per il trekking ?
Grazie per i vostri sempre preziosi e puntuali consigli.
Simone
11/10/2020 alle 16:57
Salve a tutti
sono usciti il 66rs e il 65 con il supporto alla frequenza L5 quindi sarebbe interessante sapere cosa cambia a livello precisione e ricezione nelle zone difficili.
Chi ha informazioni si faccia avanti.
Grazie
Saluti
Roberto Pasotti
19/10/2020 alle 19:12
Grazie delle ottime informazioni.
Vorrei sapere, se è possibile caricare sul Gpsmap 66i delle tracce GPS usando iPhone invece che il computer.
Roberto
valter
21/10/2020 alle 12:06
Ho in mano il 66sr da pochi giorni. Lo uso affiancato al 66ST. Batteria ioni litio ricaricabile (manca il caricatore), antenna leggermente più larga, micro inserita lateralmente. Impostazioni identiche al 66ST. Micro con open MTB compatibile e intercambiabile tra i due GPS. Schermo sembra più luminoso a parità di settaggio. Accesso multibanda con una semplice attivazione opzione multibanda. In monobanda solo GPS+GLONASS, in multibanda combina GPS+GALILEO+GLONASS e mostra su due righe le bande L1 e L5, non ci sono altre opzioni. In versione monobanda presentano gli stessi dati quota e posizione indicando una precisione di 3/3.5 metri. Attivando multibanda la precisione indicata è di 1.8 metri. quota e posizione non differiscono molto, scaricando le tracce su Garmin Connect satellite i tornantini dei sentieri in bosco fitto o con pareti rocciose a fianco sono più accurate. Come del resto in ambiente chiuso i dati ed il segnale sono più forti e stabili. Esempio nella immagine satellitare di casa individua la posizione della stanza di casa in cui mi trovo. Grazie cordiali saluti ( PS: il caricatore del vecchio fenix 3 va bene 5V 1A.
valter
21/10/2020 alle 15:33
errata corrige configurazione satelliti GPS66sr:
riepilogo per correttezza
SOLO GPS MONOBANDA L1
IN MULTI GNSS
GPS+GLONASS+GALILEO MONOBANDA L1
MULTI GNSS CON BIBANDA ATTIVATO
GPS+GLONASS MULTIBANDA
Valerio Dutto
21/10/2020 alle 17:18
Grazie Valter per le tue osservazioni! Appena avremo modo lo testeremo anche noi.
Enrico Orlandi
19/11/2020 alle 12:05
A proposito del migliore GPS!: qualcuno sa se sia possibile trasferire una libreria di backup creata su un computer MAC su un computer WINDOWS? ciao