Negli anni abbiamo camminato in lungo e in largo in valle Maira, percorrendo e incrociando decine di volte i Percorsi occitani, il lungo trekking marcato con le caratteristiche tacche gialle che sale da un versante e torna dall’altro. Tuttavia, non avendolo mai percorso interamente, sentivamo di dover colmare questa lacuna. Per viverlo appieno abbiamo deciso di dormire nei posti tappa, così da farci raccontare le storie di chi li gestisce.

Le caratteristiche tacche gialle che ci accompagnano lungo tutti i Percorsi occitani. © Valerio Dutto
Si dice che nessuno sia profeta in patria e anche i Percorsi occitani sono frequentati quasi esclusivamente da stranieri. Poiché quest’anno, a causa delle restrizioni per limitare la diffusione del Covid, pochissimi di loro si sono avventurati nelle nostre valli ci risulta che siamo stati i primi a fare il percorso completo.
Siamo partiti dal punto di inizio ufficiale: la riserva naturale dei Ciciu del Villar. Non è la scelta più logica: visto che l’ultima tappa si conclude a Dronero sarebbe più pratico iniziare da lì. Per conciliare la camminata con le ferie abbiamo diviso l’itinerario in due fine settimana lunghi, uno nella prima metà di maggio e uno nella seconda, accorpando quando possibile due tappe al giorno, scelta che consigliamo solo a chi è molto allenato.

Il percorso che abbiamo compiuto. © Valerio Dutto
Le “tirate” sono state necessarie anche per saltare i posti tappa ancora chiusi: diverse strutture, come la locanda del Silenzio di Camoglieres, il Centro culturale borgata San Martino, la Scuola di Chiappera e la locanda Mistral hanno aperto solo a fine maggio o addirittura apriranno a giugno. Una scelta che penalizza chi vuole fare l’itinerario e di conseguenza l’intera valle.

Strutture chiuse nel mese di maggio: una scelta che penalizza chi vuole fare l’itinerario e di conseguenza l’intera valle. © Valerio Dutto
Durante il percorso abbiamo usufruito di un servizio unico nel suo genere: lo Sherpabus. Come si intuisce dal nome, il titolare Gianni Pilotto e i suoi collaboratori trasportano non solo le persone, ma anche i bagagli da un posto tappa al successivo (costo: 9€ a tratta). Un servizio che si è dimostrato ineccepibile: ogni sera abbiamo trovato la valigia ad attenderci nella struttura, permettendoci di ridurre il peso dello zaino (così da non lesinare sull’attrezzatura fotografica). Gianni ogni anno trasporta migliaia di bagagli per gli escursionisti: una logistica complessa che in alta stagione lo costringe, dopo la giornata lavorativa, a ore di lavoro per organizzare i viaggi del giorno successivo.

Gianni Pilotto è il titolare dello Sherpabus. Grazie a lui ogni sera abbiamo trovato la valigia ad attenderci nella struttura. © Valerio Dutto
Facendo un po’ di selezione, le strutture si sono dimostrate di qualità elevata: curate, accoglienti, con ottime cene e ricche colazioni. Siamo stati davvero bene, anche se le nostre medaglie d’oro vanno all’agriturismo al Chersogno e alla locanda Lou Pitavin. In generale, disponendo di poche camere, è indispensabile prenotare, con ampio anticipo soprattutto per i fine settimana. I prezzi non sono economici: per la mezza pensione in camera doppia si parte da 65€ per persona. Da notare che servono colazione leggermente tardi, generalmente a partire dalle 8:00, anche se qualcuno è stato molto disponibile e ci ha permesso di anticipare. D’altra parte essendo gestite a livello famigliare chi prepara la colazione la mattina è anche l’ultimo ad andare a dormire la sera. Ogni struttura ci ha preparato i panini per il pranzo (3/3,5€ ciascuno a seconda della struttura).

L’abbiamo detto che le strutture sono accoglienti? © Valerio Dutto
I Percorsi occitani sono suddivisi ufficialmente in quattordici tappe giornaliere e prevedono l’andata da un versante e il ritorno dall’altro. Ma chi pensa che arrivati a Chiappera la salita si concluda sbaglia di grosso: in tutte le tappe bisogna superare dislivelli non trascurabili. In totale abbiamo percorso circa 170 km e 9.000 metri di dislivello. L’itinerario è impegnativo e richiede un buon allenamento per essere affrontato dall’inizio alla fine, ma a eccezione di pochi passaggi un po’ aerei non presenta difficoltà alpinistiche se fatto dopo lo scioglimento delle nevi.
Indispensabile scegliere il periodo giusto: partendo da quote basse si deve evitare il caldo opprimente e l’erba alta, ma allo stesso tempo non si deve anticipare troppo perché in quota potrebbe ancora esserci neve. I periodi migliori sono la fine della primavera e l’inizio dell’autunno.
Importante portare un equipaggiamento adeguato, sia per la camminata sia per alloggiare nei posti tappa: anche in piena estate la mattina le temperature sono rigide, per poi aumentare durante il giorno e abbassarsi di nuovo la sera.

Fare una bella colazione al calore della stufa mentre fuori ci sono -3 gradi è impagabile. © Valerio Dutto
Durante un percorso così lungo bisogna mettere in conto il maltempo. È quasi impossibile scampare alla pioggia, ma con abbigliamento adeguato si possono percorrere senza particolari difficoltà la maggior parte delle tappe. Senza contare che la pioggia potrebbe riservare un fascino inaspettato: lo diciamo per esperienza.

La pioggia non fa paura con guscio in Gore-Tex e copri zaino impermeabile. © Valerio Dutto
Per quanto riguarda le calzature sono sufficienti buone scarpe basse. Chi usufruisce del servizio Sherpabus può lasciare nel bagaglio un secondo paio da usare la sera o come ricambio dopo un giorno di pioggia.

Buone scarpe basse sono la soluzione migliore per i Percorsi occitani. © Valerio Dutto
Per rendere l’itinerario più piacevole consigliamo di accorciare la prima e l’ultima tappa. Con tutte le strutture aperte e un po’ di allenamento questo è l’itinerario ideale:

L’itinerario che consigliamo. Partenza da Dronero e arrivo a Cartignano. © Valerio Dutto
I Percorsi occitani non sono per chi cerca la vetta. Sono pensati per chi vuole immergersi nella natura, liberando la mente e facendo un vero e proprio viaggio interiore. I panorami che si aprono all’improvviso permettono di godere della bellezza della valle Maira, sempre a un passo dalla civiltà, senza che questa interferisca con l’atmosfera che si respira.

L’incanto dei boschi. © Valerio Dutto
Senza contare che i Percorsi occitani sono una vera e propria vacanza gastronomica. Cosa c’è di meglio di camminare e poi farsi coccolare da strutture accoglienti e piatti deliziosi?

La cena viene servita normalmente alle 19:30 in locali dal grande fascino. © Valerio Dutto
Ma bando alle ciance e lasciamo parlare le foto!

Lasciata alle spalle la riserva dei Ciciu del Villar si percorre una bella sterrata. © Valerio Dutto

La Baita, casetta in legno situata esattamente a 1.000 m, è un imperdibile punto panoramico della prima tappa. © Valerio Dutto

Non serve portare troppa acqua sulle spalle: praticamente in ogni borgata ci sono ottime fontane. © Valerio Dutto

Quando vedo una strada dall’andamento sinuoso non riesco a resistere e devo scattare una foto. © Valerio Dutto

Terminata la tirata della prima e seconda tappa, Melissa Olivero e Enrica Nasari del Campo della Quercia ci preparano il dolce per la cena. © Valerio Dutto

Boschi, antiche borgate e vette innevate. La sintesi perfetta dei Percorsi occitani. © Valerio Dutto

Arrivo tra le case di Camoglieres, splendida borgata di media valle ben esposta al sole e dal clima particolarmente mite. © Valerio Dutto

Qualche minuto di riposo prima di riprendere il cammino. In basso possiamo vedere Villar di Macra con la sua chiesa parrocchiale. © Valerio Dutto

Ogni borgata ci accoglie con i suoi simpatici animali: galli, galline, pecore, mucche, asini, muli, cavalli e chi più ne ha più ne metta. © Valerio Dutto

La vista dalla finestra della sala dove abbiamo cenato nella locanda Codirosso non è affatto male! © Valerio Dutto

Il solenne campanile gotico della chiesa di San Peyre emerge dietro un tornante. © Valerio Dutto

Morinesio non è proprio sui Percorsi occitani, ma vale la deviazione. © Valerio Dutto

Non è un caso se San Martino di Stroppo è considerata uno dei simboli della valle. © Valerio Dutto

Una parte degli obiettivi che mi sono portato dietro. Prossimamente pubblicherò un articolo di approfondimento. © Valerio Dutto

Gel? Per me non c’è storia: barretta o fruttino! © Valerio Dutto

…o meglio ancora i biscotti artigianali cotti nel forno a legna! © Valerio Dutto

L’antica parrocchiale di Santa Maria di Elva, una delle tante straordinarie espressioni della fede delle generazioni precedenti. © Valerio Dutto

Uomo avvisato, mezzo salvato: quasi tutti i cartelli indicano tempi completamente sbagliati. Qua qualcuno li ha corretti a mano. © Cuneotrekking

Stefano Vindrola ci fa assaggiare uno dei suoi eccellenti liquori artigianali. Stefano è un chimico che si è trasferito in alta valle Maira per fondare il liquorificio Alquimìo d’Óc. © Valerio Dutto

Le cene e colazioni dell’agriturismo al Chersogno sono indimenticabili. © Valerio Dutto

Colazione fatta, si parte! © Valerio Dutto

Partiamo sotto il diluvio, ma anche il maltempo ha il suo fascino (basta avere fotocamera e obiettivi tropicalizzati). © Valerio Dutto

Il nostro amico a quattro zampe che, nonostante la pioggia battente, ci ha accompagnato per un’intera tappa, da San Michele di Prazzo a Ussolo. © Valerio Dutto

Il tempo migliore ci permette di godere di spettacolari fioriture in quota di tarassaco comune, quello che tutti chiamiamo semplicemente girasole. © Valerio Dutto

Le cime sono innevate, perché mentre più in basso pioveva oltre i 2.700 m nevicava. © Valerio Dutto

La montagna non è solo fatica. Qui siamo sul colle Ciarbonet circondati da migliaia di genzianelle fiorite. © Valerio Dutto

Questi larici d’autunno si infiammano e assumono colori spettacolari. © Valerio Dutto

Fabrizio Fea da una decina d’anni gestisce il rifugio di Viviere, un’intera borgata splendidamente recuperata nel vallone di Unerzio. © Valerio Dutto

Dopo una lunga tappa cosa c’è di meglio di una eccellente birra artigianale del Troll? © Valerio Dutto

Arrivati al Soleglio Bue ci accoglie un vento gelido. Ma che panorama all’indietro sulle cime dell’alta valle! © Valerio Dutto

Trovato un posto riparato ci prendiamo una meritata pausa. © Valerio Dutto

Non solo sterrate e sentieri: di tanto in tanto si percorrono anche tratti di asfalto. © Valerio Dutto

Cosa ci fa un alpaca in valle Maira? A Canosio c’è un allevamento di questi simpatici mammiferi originari delle Ande. © Valerio Dutto

La nostra casetta per questa sera. © Valerio Dutto

Noemi si gode l’aria pura della sera nel dehor tutto per noi. © Valerio Dutto

Uno dei deliziosi piatti preparati da Valeria Ariaudo di Lou Pitavin. © Valerio Dutto

Marco Andreis di Lou Pitavin ci serve una meravigliosa colazione. © Valerio Dutto

L’inquadratura non è perfetta, ma la colazione sì! © Valerio Dutto

Cosa staranno preparando di buono Marco e Valeria in questo bel forno a legna? © Valerio Dutto

Quasi a Palent. Si riconoscono Colletto e Celle Macra che toccheremo nella tappa successiva. © Cuneotrekking

Attenzione alle zecche! Ormai ho l’occhio allenato, per cui non appena ne ho vista una sulla gamba di Noemi gliel’ho subito tolta con le pinzette che porto nel kit di pronto soccorso. © Valerio Dutto

Non ci sembra vero, abbiamo superato anche il ponte del Diavolo. Arrivederci Percorsi occitani! © Valerio Dutto
Agostino
31/05/2021 alle 14:56
Strepitoso..bravi…grazie.
Silvia
31/05/2021 alle 18:41
Ancora una volta grazie per la condivisione.
Bravi bravi bravi..
Silvia
Lucia
01/06/2021 alle 18:47
Posti meravigliosi un giorno ci troveremo a viaggiare conoscere il territorio grazie
adami valter
31/05/2021 alle 15:01
bellissimo tutto , vi seguo e prima o poi viaggeremo insieme, visto come professionalmente valorizzate il territorio
Maria Teresa Battaglini
01/06/2021 alle 08:00
Grazie per il bellissimo reportage. Da fare sicuramente, mi avete convinto!
Cuneo
31/05/2021 alle 15:29
Bravo Valerio!!!
Ottimo come sempre
Mario
roberto
31/05/2021 alle 15:42
Sono estasiato,
tutte le vostre uscite sono spettacolari!!!!!!!!!!
Complimenti
Valerio Garino
31/05/2021 alle 17:41
Bellissime fotografie ,bellissimo commento!prima o poi farò il giro completo.Grazie per tutte le info. SALUTISSIMI.
Marco
31/05/2021 alle 18:22
Bellissima presentazione, bravi !!! Ora non mi resta che preparare lo zaino. Domanda: certo le location fotografate sono bellissime ma, sistemazioni più economiche non ce ne sono ? Magari anche più spartane come per i saccopelisti …
Valerio Dutto
31/05/2021 alle 20:51
Ciao Marco, sì, quasi tutte le strutture offrono anche la sistemazione in camerate a prezzi più accessibili. Con le stesse cene e colazioni, peraltro 😉
danilo
31/05/2021 alle 19:30
ciao, bel reportage.
Da Dronero in realtà il cerchio si chiude andando per la pista ciclabile a Monastero con visita, se possibile, al chiostro del Monastero femminile e passaggio sulla nuova pedancola che attraversa il Maira. Arrivo a Morra Villar e ritorno al Parco del Ciciu.
Valerio Dutto
31/05/2021 alle 20:54
Ciao Danilo, sì, volendo si potrebbe concludere così, anche se occorrerebbe aggiungere un giorno e il rischio a mio avviso diventa quello di diluire un po’ le bellezze.
Fiona
04/06/2021 alle 14:17
Grazie per aver condiviso questo viaggio. Spero di tornare in Valle Maira un giorno dalla Scozia – è un posto bellissimo.