La fotografia sta diventando una parte sempre più importante della mia vita, personale e professionale. Non lo faccio per i social, né per Instagram che frequento pochissimo, stufo dell’appiattimento. Ormai non si parla che di spot, filtri, golden hour, blue hour, HDR, Luminar AI. Foto perfette, tutte uguali. Che noia, queste cose le lascio ad altri.
Non mi sento ancora un buon fotografo, anche se con le mie immagini vorrei raccontare qualcosa: per me, per mia la famiglia, per Cuneotrekking. Ho capito che l’inquadratura fa la differenza. Una considerazione banale che però richiede un occhio allenato. Un approccio meno “casuale”, lontano da quello degli smartphone con cui scattiamo senza pensarci un’infinità di foto che, ironicamente, si perdono per sempre nella sua memoria. Per fortuna il web ci permette di imparare dai migliori fotografi mettendoci davanti un’infinità di materiale, al punto che la difficoltà sta nel selezionare ciò che è valido da ciò che fa solo perdere tempo.
Sono attratto da una via di mezzo tra la fotografia di viaggio e quella di reportage. Alcune delle immagini più belle le ho scattate a mia figlia catturando momenti autentici. Ricordi indelebili che sono felice di aver immortalato.
L’attrezzatura, come ogni bravo fotografo ripete, non è così importante, ma è chiaro che anche ai migliori cuochi servono materie prime di qualità per preparare ottimi piatti. Non porto con me troppo materiale, ho imparato che per catturare foto autentiche bisogna essere veloci. Possiedo una Fujifilm X-H2S (vedi su Amazon), fotocamera top di gamma che rispecchia perfettamente il mio modo di intendere la fotografia. Trovo che il sensore APS-C sia la giusta via di mezzo tra qualità e portabilità del corpo macchina e soprattutto degli obiettivi. Si tratta di un formato sul quale Fujifilm, a differenza di altri produttori che ormai cavalcano il trend del full frame, investe in modo convincente.

La Fujifilm X-H2S © Cuneotrekking
Mi sono reso conto che ancor più che una fotocamera di ultimo grido servono ottiche eccellenti, meglio se a focale fissa. La loro qualità è inarrivabile anche dai migliori zoom. Ne possiedo ormai un arsenale e prima di ogni uscita seleziono le due, massimo tre, che voglio portare per raccontare la giornata. Hanno completamente cambiato il mio approccio alla fotografia, tant’è vero che lascio praticamente sempre a casa l’eccellente zoom luminoso ad apertura costante, l’XF 16-55 f2.8 (vedi su Amazon).

L’XF 16-55 f2.8 è un gran obiettivo, ma lo lascio quasi sempre a casa © Valerio Dutto
Con le ottiche fisse documento meglio e mi diverto di più. Probabilmente dipende da me, dal percorso che ho intrapreso, da quello che devo fare per esprimermi meglio. Le limitazioni mi aiutano a sforzarmi, a diventare un fotografo migliore.
Ho acquistato cinque obiettivi che trovo meravigliosi: l’XF 14 f2.8 (vedi su Amazon), grandangolo che uso quando devo catturare anche il contesto, l’XF 23 f1.4 (vedi su Amazon), tuttofare luminosissimo, quello che mi porto dietro se posso sceglierne solo uno, l’XF 35 f2 (vedi su Amazon), tropicalizzato, compatto, leggero e velocissimo, l’XF 56 f1.2 (vedi su Amazon), magico per i ritratti, e l’XF 90 f2 (vedi su Amazon), che mi dà grandi soddisfazioni.

Il mio set di obiettivi a focale fissa (manca solo l’XF 14 che al momento dello scatto non possedevo ancora) © Valerio Dutto
Su tutti ho montato dei filtri, esclusivamente per proteggerli da urti e graffi. Trattandosi di ottiche pregiate meglio stare lontani dai prodotti economici che potrebbero comprometterne le prestazioni. Uso prodotti di qualità, come gli Hoya Pro1 Digital, recentemente sostituiti dalla nuova serie Fusion One (vedi su Amazon).

Montare filtri protettivi di qualità è una buona idea © Valerio Dutto
Per tenere la fotocamera a portata di mano devo ringraziare Peak Design e le sue soluzioni innovative. Due in particolare: il Capture (recensione, vedi su Amazon), che tengo sempre collegato allo spallaccio dello zaino, e il Leash (vedi su Amazon), che allaccio all’occorrenza. In montagna non porto il treppiede, visto che non mi interessa la fotografia di paesaggio fine a se stessa.

Il Peak Design Leash. Collegarlo e scollegarlo è questione di secondi. © Valerio Dutto
Ma come porto le ottiche aggiuntive in modo da cambiarle velocemente? Ci sono due strade: prendere uno zaino fotografico, generalmente molto costoso, poco tecnico, pensato per corredi enormi e con poco spazio per il resto, oppure adattare in qualche modo uno zaino da montagna (altra cosa di cui sono malato visto che ne possiedo una dozzina).
Personalmente ho optato per la seconda strada. La cosa essenziale è avere accesso allo scomparto principale direttamente dalla schiena, cosa che consente di gettare lo zaino a terra e cambiare velocemente le ottiche. Una caratteristica che possiamo ritrovare negli zaini da freeriding, visto che devono offrire accesso al contenuto anche quando vi sono gli sci appesi.

Per un fotografo l’accesso allo scomparto principale direttamente dalla schiena è essenziale © Valerio Dutto
Ho preso un Ortovox Haute Route (vedi su Amazon), molto tecnico, valido e, per quanto costoso, ben più economico di uno puramente fotografico. Mi trovo benissimo, anche se è un po’ pesante.

Questo sono io con l’Ortovox Haute Route sulle spalle © Valerio Dutto
All’interno ho messo un’unità protettiva rimovibile. I produttori le chiamano ICU, acronimo di Internal Camera Unit, e ce ne sono di un’infinità di marche.

Le Internal Camera Unit sono la soluzione ideale per adattare uno zaino da montagna alla fotografia © Valerio Dutto
Mi trovo bene con la Tenba BYOB 10 (di cui è recentemente uscita la nuova versione, vedi su Amazon): piccola, ben imbottita, con la possibilità di organizzare gli spazi interni attraverso i classici divisori in velcro. La sua dimensione è perfetta per il mio zaino e può contenere fino a tre ottiche Fujifilm.

La BYOB 10 di Tenba è di ottima qualità (quella nella foto è ancora la vecchia versione) © Valerio Dutto
Nella piccola tasca inserisco una batteria di riserva, una scheda SD, rigorosamente Sandisk Extreme Pro (vedi su Amazon), e un panno per la pulizia.

Questa piccola tasca con zip è davvero utile © Valerio Dutto
Questo è tutto quello che porto con me, per un peso a pieno carico di circa 2,4 kg. Troppo? La cosa bella è la sua modularità, perché rinunciando a qualche obiettivo il peso scende a 0,85 kg per la sola X-H2S con il piccolo XF 35.
È la soluzione definitiva? Per chi, come me, è affetto da sindrome da acquisto compulsivo c’è sempre qualcosa che manca, una sorta di perenne insoddisfazione. Recentemente ho scoperto che EVOC, produttore di zaini da MTB che apprezzo molto, ha una linea dedicata alla fotografia sportiva. Scommettiamo che non resisterò a lungo alla sirena dell’acquisto?
In effetti così è stato: ho acquistato prima il CP 26 (vedi su Amazon), troppo pesante e sbilanciato verso il lato fotografico per le mie necessità, per poi passare al Photop 22 (vedi su Amazon), veramente comodo, ben studiato e assai più capiente di quanto i soli 22 litri farebbero pensare.
Luciano bergfan
03/06/2021 alle 11:47
Concordo con te per la banalità ed appiattimento delle foto che trovo sui social,spesso pubblicati da presunti influencer che in montagna manco ci vanno. Anche io uso Fuji xt2 e Fuji xa1, non amo lavorare troppo le foto, preferisco vivere e catturare immagini stando tra le Montagne…quelle vere
Massimo
04/06/2021 alle 09:56
Complimenti per l attrezzatura. Se fossi in te porterei il 16-55 affiancato però dallo splendido 100-400 con cui , pagando lo scotto del peso extra, potresti scattare foto di quei paesaggi montani in cui si richiede un appiattimento dei piani e perché no, anche istantanee di qualche breve incontro della fauna locale.
Valerio Dutto
04/06/2021 alle 18:27
Ciao Massimo, in realtà trovo che l’XF 100-400 f4.5-5.6 sia proprio all’opposto della mia filosofia del piccolo, leggero e veloce 😀
Valerio Dutto
04/06/2021 alle 18:22
Concordo Luciano. Anche la mia post produzione è davvero minima. Sono convinto che la foto debba essere già buona in partenza.
Pamela
09/06/2021 alle 08:26
Sono d accordo con te Valerio. La foto deve essere già bella dopo lo scatto, infatti non mi piace fare molta post produzione. Ho letto volentieri il tuo articolo e ho preso spunto per sistemare al meglio il mio zaino da trekking. Al contrario tuo sono appassionata di montagna e di animali e spesso porto con me il teleobiettivo sigma 150-500 che pesa 2kg. Ora ero alla ricerca di uno zaino da trekking fotografico, ma non ho trovato nulla. Sicuro guarderò meglio quello che usi tu. Complimenti per il racconto.
Enrico Testa Supporter
03/06/2021 alle 17:23
Io invece sono passato a Olympus e-m1 III e mi sono innamorato del micro 4/3.
Il mio vecchio FF non solo non mi manca, ma mi fa orrore pensare di tornarci! Ottica tuttofare 12-100mm f4 (eq. a 24-200mm nitida allo stesso modo da lato a lato), stabilizzatore che mi permette di scattare fino a 1s (si, UN SECONDO) di esposizione a mano libera senza mosso, funzione live nd per fare effetto seta senza usare filtri, funzione HD che mi permette di sfruttare mi pare lo stabilizzatore per scattare foto fino a 80mpx nonostante il sensore sia da 20. Tanta altra tecnologia che ancora non ho imparato a domare.
Tanta roba della Peak design compresa la cover impermeabile, stessi vecchi zaini.
Per quanto riguarda i social mi hanno stufato, io ora faccio foto per me e me le tengo gelosamente. Uscirà di nuovo il calendario, lo faccio per gli amici che ogni giorno vivono in vallata, ma “i pesci grossi”… Non li seguo nemmeno più, che si tengano il Monviso, oggi ero in Val Vermenagna seguendo un vostro articolo 😉
Valerio Dutto
04/06/2021 alle 18:36
Grande Enrico! Anche il Micro quattro terzi è un formato molto valido per quanto, a torto, snobbato ancor più dell’APS-C.
daniele
03/06/2021 alle 20:52
Condivido tutto.
In passato ho utilizzato Nikon d3s con 16-35/4 – 50/1.4 – 105/2.8 macro – 70-200/2.8 e 300/2.8 con tc/20III con cavalletto. Tutto fantastico ma le escursioni in montagna si facevano sentire non poco… Nel 2014 il cambio totale.
Dalla caccia fotografica son passato al Birdwatching acquistando un binocolo Swarovski. Fantastico. Quando fotografavo, ero talmente “preso” di scattare, che non mi rendevo conto di perdere il bello di quanto stavo osservando. Certo, poi a casa mi godevo gli scatti…. invece oggi, mi godo la natura osservandola sul posto con qualita’ chiamiamola fullHD grazie alla qualita’ dell’ottica del binocolo.
Sul fronte fotografico invece mi sono semplicemente munito di una Fuji x100s. Inizialmente una sfida con me stesso, avere solo un’ottica fissa 23mm apsc. Ma e’ stato amore a prima vista. L’ho tenuta fino a gennaio di quest’anno in cui ho fatto l’upgrade alla x100v.
Vivo felice e fotografo con molta piu’ soddisfazione. Lo scatto ora lo cerco, “vivo” in maniera piu’ completa la fotografia, la natura che mi circonda e non mi manca nulla.
Valerio Dutto
04/06/2021 alle 18:29
Ho messo anche io gli occhi sulla Fuji X100V: deve essere davvero stupenda e perfettamente allineata con la mia filosofia.
Paolo scout76
03/06/2021 alle 23:41
Grazie per la tua testimonianza e ne approfitto per lasciare la mia a onore di un confronto. Faccio foto da ormai non so quanto anni ma so di non esagerare dicendo almeno una quarantina. Ho sempre portato con me la macchina nei miei viaggi ed escursioni prediligendo la diapositiva alla stampa e da qui l’abitudine a non smanettare su pre e/o post produzione. Fuji stx , Fuji x3 e poi Canon…..620, 500, 5, a pellicola, e 40D 1Ds mark3 fuji xt1 Panasonic lumix Lx100 e infine Canon EOS R in digitale, con un parco ottiche ben nutrito tutto di alto livello. Così come il killer inizia con il fucile per arrivare al coltello, così si comincia con lo zoom più estremo per arrivare alla focale fissa e poi ad una sola focale.
Non credo che ci sia una soluzione “giusta” per tutti ma credo che ognuno debba trovare la propria soluzione. Ci sono periodi nei quali portavo con me un corpo macchina con due o tre obiettivi ( EOS 40D con ef16-35 f2.8 L + ed 70-200 F4 L + ef 50 F1.8L per il macro ) alloggiate nel musone lowepro portato anteriormente sul petto in quanto sulla schiena c’era lo zaino e sopra lo zaino ci stava seduto il figlio più piccolo 😅. Oppure la 1Ds con ef 28-300 IS f3.5 5.6 L nelle passeggiate “tranquille”(qualche kg di attrezzatura) oppure ancora la fuji XT1 con il touit 12 mm e nient’altro. La Panasonic in ferrata o in MTB.
Ora utilizzo la EOS R con un solo obiettivo che scelgo in base all’uscita spaziando … dal samyang Fish Eye 8mm sino all’ Ef 300 mm IS F4 L.
Ma spesso, come ha detto qualcuno, mi “limito” a catturare le immagini con lo sguardo e scattare meno 😉. Per conservare e trasportare l’attrezzatura utilizzo zaini e soluzioni della Kata, prima che fossero assorbiti dalla lowepro, prodotti eccezionali.
Monica tagliani
04/06/2021 alle 10:27
Uso pentax k1000
Con 28 mm f 2.8
50 mm f 2
135 mm f 3.5
200 mm f 4
Polarizzatore
Quando trovo pellicole
Asa basso
LA luce è la vera protagonista