A inizio maggio mi ha chiamato Gabriele Bonuomo, titolare di Outdoor, negozio di Cuneo dedicato alla corsa. Sostiene che in montagna si possa andare anche con le scarpe basse, se di qualità.

Gabriele Bonuomo nel suo negozio di corso Lungogesso a Cuneo © Valerio Dutto
In effetti chi mi conosce lo sa: da anni, salvo che con la neve, utilizzo esclusivamente scarpe basse. Però non sono sicuro sia la scelta giusta per tutti, per cui ho colto l’occasione per approfondire l’argomento e fargli alcune domande. Gabriele è un esperto, vive di scarpe da corsa e conosce i trucchi per scegliere quelle più adatte ai piedi che si trova davanti.
Le scarpe alte non tengono meglio la caviglia?
Certamente. Ma se la sostieni sempre non lavorerà mai, rimarrà debole. Ritengo sia importante quantomeno alternare. Purtroppo le aziende stesse promuovono le scarpe basse per correre o per attività più tecniche, mentre quelle alte per camminare. È una cosa che si tramanda da anni, difficile da cambiare.
L’importante è scegliere le calzature giuste. A fine giornata tanti si lamentano del dolore ai piedi, quasi fosse una cosa normale, forse perché nell’immaginario comune la montagna è sinonimo di fatica. Quando la scarpa è stretta non è fatica, è dolore.

Gabriele ci spiega le caratteristiche che devono avere scarpe di qualità © Valerio Dutto
Come si fa a scegliere la taglia giusta?
Non esiste una scala universale, ogni azienda utilizza misure diverse. La scarpa deve avvolgere bene la caviglia e il dorso del piede. Se il collo batte bene e il piede è ben fasciato allora non si muove, neanche se davanti ci sono due dita di spazio. L’importante è che la parte anteriore non tocchi.

La parte anteriore del piede non deve toccare © Valerio Dutto
Quando un cliente entra in negozio vedo le scarpe che porta e so già il suo numero, senza che me lo dica. Poi, se non ha fretta, instauro un dialogo, guardo la forma del suo piede, gli chiedo il numero e inizio da mezzo in più, senza dirglielo. Se gli dicessi «ti faccio provare un 43», mi direbbe «no, io ho il 42». Se lo metto di fronte al fatto compiuto sta al gioco.

Capire la forma del piede è fondamentale © Valerio Dutto
Gliele faccio provare con calma, lo faccio camminare. Se nella parte anteriore c’è più spazio gli spiego che deve solo abituarsi. Quasi tutti comprano scarpe piccole. Un grave errore è provarle da seduti: il piede è un po’ retratto e non c’è il peso del corpo sopra. Se provi le scarpe da seduto sicuramente le prendi piccole.

Le scarpe vanno provate in piedi © Valerio Dutto
A molti piace provare un modello nel piede destro e un altro nel sinistro, così da fare un confronto diretto. Eppure tutti abbiamo piedi un po’ diversi, chi più chi meno. Un confronto di questo tipo ti porta fuori strada, perché magari hai un piede destro che si sposa bene con la Scott e un sinistro con la Dynafit, ma non il contrario.
Vale ancora il vecchio trucco dello spazio per il dito dietro il tallone?
Ogni scarpa ha forme e conchiglie [la parte posteriore che avvolge il tallone, n.d.r.] diverse. Ce ne sono di più strette e di più aperte. Se metti il dito dietro, a parità di numero, se è più rotonda passa più facilmente. Io faccio alzare in piedi e tocco davanti: ci deve essere almeno mezzo pollice. Il piede deve essere ben bloccato sulla parte posteriore e lungo l’area della linguetta. L’allacciatura sta lì per un motivo: è la parte critica, dove avere la massima aderenza.

La zona dell’allacciatura è la parte critica, dove avere la massima aderenza © Valerio Dutto
Le scarpe sono cambiate negli ultimi anni?
Le scarpe di oggi non sono più quelle di dieci anni fa. È migliorata la stabilità, la leggerezza dei materiali. Siamo abituati a pensare che debbano pesare tanto. Se prendiamo in mano una scarpa moderna potremmo pensare che non dia sicurezza, che manchi di peso, di struttura. Non è così: anche una scarpa leggera può avere una buona conchiglia, una suola valida, la giusta protezione davanti e un’allacciatura efficace.

Anche se leggere, le scarpe da montagna devono avere una buona protezione davanti © Valerio Dutto
Oggi vanno di moda le tomaie bucherellate esternamente, ma sotto hanno un doppio o addirittura triplo strato. Si pensa siano fredde, delicate, ma in realtà non è così.
Cosa ne pensi delle scarpe morbide?
Il morbido piace, ci fa stare tranquilli, dal cuscino, al divano, al letto. Faccio sempre questa analogica: quando vai all’IKEA a scegliere un divano e ne provi uno morbido, provi subito piacere. Però se chiedi a un amico fisioterapista «Fa bene stare su un divano morbido?» lui risponderà «Mah, dipende da quanto è morbido». E anche camminare su una scarpa morbida, a parte che si consuma più velocemente, nel tempo potrebbe avere effetti dannosi.
Ogni quanto bisogna sostituire le scarpe?
La tendenza è portare le scarpe fino a che non si rovinano esteticamente. Ma a quel punto è già troppo tardi. Il consumo più importante è interno, non si vede. Nella corsa si parla di 700 chilometri. Nella camminata l’impatto è più lieve, per cui si possono superare i 1.000 chilometri. Sembrano tanti, ma in realtà potrebbe bastare un anno, anche meno.
Può aver senso alternare diversi paia di scarpe?
È un’ottima idea, le scarpe andrebbero alternate. Cambiando scarpa il piede lavora in modo diverso, anche se in maniera impercettibile. Fai lavorare punti diversi del tuo corpo e eviti di stressarli troppo andando a usarne anche altri.
Per quanto riguarda le calze che cosa consigli?
Le calze sono fondamentali, anche se forse diamo loro poco valore perché costano molto meno delle scarpe. Il consiglio è di sceglierle non troppo sottili e non troppo spesse. In ogni caso è bene provare le scarpe con le calze simili a quelle che si useranno.

Gabriele ci mostra calzini tecnici di qualità © Valerio Dutto
Le mie considerazioni
Gabriele ci ha gentilmente regalato le Scott che nelle settimane successive abbiamo messo alla prova in montagna percorrendo circa duecento chilometri.

In montagna con le Scott © Valerio Dutto
Visto che possiedo diverse tipologie di scarpe provo a trarre le mie conclusioni. Posso dividere le scarpe che uso più spesso in quattro categorie, da quelle più leggere agli scarponi:

Le tipologie di scarpe che uso più spesso, da quelle più leggere a sinistra agli scarponi a destra © Valerio Dutto
Scelgo quali mettere in base al percorso: quelle più leggere, nate in realtà per il trail running, le uso solo sulle colline dietro casa, perché molto leggere, troppo per i miei gusti. Gli scarponi li uso solo con la neve per non farla entrare all’altezza della calzata. Buona parte dei percorsi li ho fatti con le scarpe da avvicinamento (approach): dalle vie ferrate, alle vie di roccia, ai tremila. Sono protettive, non troppo pesanti, molto più precise degli scarponi. Alcune hanno un buon comfort, altre meno. Come dice il nome sono scarpe nate per permettere agli scalatori di raggiungere le pareti d’arrampicata, quindi di percorrere ghiaioni, terreni sconnessi, irregolari e ripidi. Molto avvolgenti, hanno ottima aderenza e un puntalino stretto, generalmente avvolto da rinforzi in gomma che le rendono durature nel tempo.
Le Scott sono una via di mezzo: più leggere e meno strutturate di quelle da approach, ma più protettive di quelle da trail running. Sono molto comode e confortevoli, anche se sulle pietraie mi è un po’ mancata la rigidità. Sicuramente le ho usate con grande soddisfazione in buona parte delle tappe dei Percorsi occitani che sono il loro terreno ideale. Non essendo in Gore-Tex sui tratti fangosi o sugli attraversamenti dei classici rii ho dovuto fare un po’ più attenzione del solito.
Ci ho pensato a lungo e ritengo che Gabriele abbia ragione: è solo questione di allenamento e abitudine. Fino a qualche anno fa non avrei mai consigliato a mia moglie scarpe basse vista la sua tendenza a prendere storte. Eppure con il tempo le sue caviglie si sono irrobustite e ora anche lei non può più farne a meno. Chiaramente è una transizione da affrontare gradualmente, iniziando da scarpe più strutturate e allenando il piede poco alla volta.
Luca
10/06/2021 alle 11:06
Credo sia una cosa molto personale e nello specifico riguarda un po’ cosa uno cosa dovrà fare in montagna e il tipo di percorso da intraprendere,come anche la scelta del marchio e del modello della scarpa/scarpone.
Saluti
Osvaldo Supporter
10/06/2021 alle 11:29
Concordo in tutto, su quanto esposto da Gabriele. Da quando faccio ultra trail uso solo più scarpe basse, anche per camminare, su percorsi molto difficili e rocciosi. Le qualità di comfort, stabilità e tenuta delle scarpe basse sono ottime e decisamente superiori ai tradizionali scarponi alti. Praticamente non sono più capace a camminare con scarponi alti e rigidi e li uso solamente in condizioni particolari con neve e ghiaccio.
Massimiliano
10/06/2021 alle 13:25
Articolo molto interessante soprattutto nella parte che riguarda come scegliere le scarpe
Comunque quando vado in montagna preferisco sempre un paio di scarponcini, leggeri o meno in base al percorso, che mi protegga le caviglie da eventuali slogature, contusioni etc. Gli scarponcini mi fanno sentire più sicuro e a mio agio
Luana
10/06/2021 alle 13:33
Concordo, sono tre anni che uso scarpe basse e non tornerei più indietro. Soprattutto a fine giornata dopo parecchie centinaia e centinaia metri di dislivello. Lo scarpone ultimamente lo uso per le punte particolarmente difficili ed esposte, dove ho la parvenza di maggior sicurezza. Anche ai miei figli faccio indossare scarpe Basse in Goretex. Per loro uso SCARPA. In questa ditta abbiamo trovato un confort pazzesco: le scarpe sono leggere, tenuta perfetta, impermeabili e il loro piedino è sempre asciutto anche dal sudore. Attualmente noi adulti usiamo Salomon Speed Cross, ma presto convergeremo anche in scarpa bassa Goretex possibilmente con suola Vibram.
Massimo Mori
10/06/2021 alle 18:47
da anni metto solo scarpe basse più o meno strutturate in base al percorso e al tipo di fondo.
Gli scarponi solo su neve e misto. Ho amici ,di forte peso, che nella stessa gita in cui uso scarpe basse preferiscono usare gli scarponi e si sentono più protetti. A ognuno il suo. L’importante è andare!!
anna
10/06/2021 alle 21:05
Articolo chiaro, utile e interessante. Grazie
Delfino
11/06/2021 alle 06:52
Personalmente uso sempre scarpe basse di qualitá con una suola Vibram in grado di affrontare anche pietraie. La camminata é piú agevole e leggera, hai un grip migliore sul terreno.
Gianluca
12/06/2021 alle 11:14
Penso che per la scelta della calzatura sia molto importante informarsi sul tipo di percorso che si intende affrontare; personalmente in alta montagna preferisco uno scarpone alto soprattutto nel caso si debbano affrontare tratti su pietraia, non tanto per le storte quanto per la possibilità che una pietra sfreghi o colpisca la caviglia, cosa che mi è già successa alcune volte.
Posso assicurare che in quei casi la differenza tra scarpa bassa e scarpone si sente eccome!
Ma certamente nel caso di escursioni più facili su sentiero la scarpa bassa ha indubbiamente i suoi vantaggi