Workshop ARTVA

Il tuo commento


  1. Come sempre si evince che ci legifera e spesso pure chi interpreta non conosce la montagna. Basterebbe precisare l’obbligo per determinate condizioni derivate da bollettino valanghe e precisare cosa significa “fuoripista” e “particolari condizioni”.
    Per salire alla baita di Pian Muné o all’Helios di Pontechianale è abbastanza pista? Bisogna comprare Artva etc a tutti i bambini? E il Bagnour o il Dahu sono fuoripista?
    300€ per me e mia moglie sossoldi, ma per una famiglia a questo punto è meglio andare al mare visto che il Rigopiano ci insegna che a questo punto non sei al sicuro nemmeno nella sala da pranzo di un hotel.
    I punti cardine devono essere due, precisione della norma e prezzi, altrimenti continueremo tutti ad approfittare della falla per antonomasia del nostro sistema: non esistono controlli

  2. Fulvio Spada


    Mi associo a Enrico: una famiglia di 4 persone dovrebbe spendere quasi 1.000 euro extra per andare a fare un’escursione con le ciaspole su un percorso privo di rischi?


  3. Ciao
    Concordo con l’obbligatorietà dell’uso dell’attrezzatura ma ritengo utile fare chiarezza su alcuni concetti…
    L’uso è esteso anche per ciaspolare su tracciati battuti (es Pian delle Gorre)?
    L’App che ho in dotazione come membro Cai – GeoResq non avrà più senso?
    Vista l’obbligatorietà del kit perché non rendono anche obbligatorio l’uso della radio dando le frequenze dedicate al soccorso?
    Grazie
    Stefano

  4. Mario Rizza AE INV


    Più che positivo, noi come OTTO Escursionismo e SRE CAI Alto Adige promuoviamo una serata propedeutica ed una uscita tecnica in ambiente per sensibilizzare gli escursionisti. Siamo spesso sullo Scarpone online!

  5. Antonio Reali


    Permettetemi…. Questo è un articolo fatto male, molto male che crea molta confusione.
    Le ciaspolate solitamente si fanno in posti abbastanza pianeggianti, per la morfologia del terreno la valanga non scenderà mai. Quindi non c’è obbligo. Inutile fare al lupo al lupo per qualche clic…..


  6. Chi va in montagna si assume un rischio e le conseguenze del rischio stesso. Queste leggi come spesso accade in Italia sono fatte solo per costringere la gente a comprare qualcosa. Purtroppo anche intorno all’alpinista ( a causa anche del CAI) che è sostanzialmente un uomo libero che chiede di essere lasciato in pace si scatenato un business infernale che rischia solo di danneggiarlo.

  7. Nicola Dal Prà


    Penso che molti non andranno più con le ciaspe, un conto è andare dove c’è un effettivo pericolo di valanghe, un altro conto è andare in posti dove non sussiste questo pericolo, oltretutto non tutti si possono permettere di spendere soldi e fare pure un corso, sicuramente a pagamento pure quello. La trovo un’esagerazione


  8. Tracciabilità mi sembra l’obiettivo qui. Faccio escursioni anche per scappare dagli effetti del Wi-Fi, ma ormai è impossibile. Non darei il consenso.


  9. Avranno qualche magazzino pieno di ARTVA, pale e sonde da svuotare….
    In ogni caso me ne fregherò altamente e continuerò a ciaspolare come ho sempre fatto.


  10. Non sono d’accordo
    Mi riferisco a 50 anni passati
    In Appennino
    L anno scorso
    Lago Nero c erano 3.mt di neve
    Sono d d’accordo su Arva
    Ma con obbligo grado 3
    Vado sempre da solo
    La pala e la sonda non mi salvano
    Se mi trovassi on quella situazione
    Staccherei le ciaspole e via lo zaino
    Nuoto libero cercando di rimanere più a galla possibile
    Vedrei bene qualcosa tipo un gilet con una bombola da 200 gr di co2 che azzionandola lo gonfi

  11. Michelangelo


    Uso le ciaspole dal 1996. Ho sempre fatto uscite in massima sicurezza, consultando SEMPRE il bollettino valanghe prima di partire, anche se le escursioni sono sempre lungo sentieri ben conosciuti, ma in invernale. Sempre in quegli anni m’iscrissi al CAI e chiesi di poter fare un corso per l’uso dell’ARVA che ero disposto a comprare, per maggiore sicurezza. Mi risero in faccia e mi dissero che era per chi faceva sci alpinismo, non per chi ciaspolava. Ad oggi non mi sono mai avventurato in zone esposte o in cui avrei potuto causare distacchi nel malaugurato caso fossi stato costretto a una deviazione “fuori sentiero”. Sappiamo tutti quanto sia difficile usare bene un dispositivo del genere e l’idea di autosoccorso, magari in un’escursione di due persone, è una pia illusione, almeno con l’ARVA. Poiché la legge indica l’attività fuoripista e la necessità di facilitare i soccorsi, non sarebbe stato meglio indicare l’uso di un trasponder RECCO? Passivo, ovviamente, ad uso dei soccorritori professionali, ma dal costo contenuto e accessibile a tutti. Sono consapevole che i primi 15-30 minuti sono vitali e i soccorsi potrebbero tardare, ma da solo, probabilmente in una situazione di panico o fortemente emotiva, saprei fare di meglio che non chiamare i soccorsi professionali? Grazie per l’attenzione.


    • Ho visto ciaspolatori in posti che voi umani….. gli scialpinisti sono tutti dotati di artva pala e sonda da anni e a parte qualche eccezione usciamo sempre in piccoli gruppi da 2 a 5.
      Facciamo spesso esercitazioni per l’utilizzo dell’attrezzatura di autosoccorso, sappiamo che un travolto ha le maggiori possibilità di salvarsi se viene estratto entro 15 min e quasi tutti fatto corsi CAI.
      Per inciso il trasponder RECCO è utile a quelli del soccorso alpino per recuperare agevolmente il cadavere.

  12. Danilo Pianca


    Buongiorno,
    semplicemente penso che, come per tutte le cose, la faccenda vada contestualizzata MOLTO meglio (definendo zona per zona le attività a rischio e le zone stesse a rischio).
    Mi spiego meglio. nel caso della montagna per colpa di pochi TEMERARI (per non usare termini offensivi) che letteralmente se le vanno a cercare facendo sports estremi o semplicemente disattendono le regole dettate dal meteo e/o dalle guide e che poi grazie q loro tutta la comunita’ spende un sacco di soldi per recuperarli (e a volte anche i soccorritori purtroppo hanno la peggio) non vedo perché anche per una semplice ciaspolata in posti NON pericolosi devo andare a spendere tutti quei soldi.
    Penso che andro’ a dare da mangiare alle caprette al parco (fino a che qualcuno non si fara’ mordere le dita ed allora diventera’ obbligariorio comprarsai i guanti da carpemtiere).
    Danilo