Escursione al Monte Salza (Mont de la Salse), 3326 m – Alpi Cozie – Valle Varaita
Dopo Casteldelfino la val Varaita si divide in due diramazioni: quella di destra conduce al Colle dell'Agnello, quella di sinistra a Sant'Anna di Bellino. Seguendo quest'ultima e proseguendo per il vallone di Rui, la testata finale viene sbarrata dalle cime dei Monti Mongioia (3340 m) e Salza (3326 m), posti sul confine francese con la Valle dell'Ubaye. Dalle loro alte cime oltre alla vista sul Monviso si prospetta una panoramica spettacolare che dal massiccio del Pelvoux va fino al Monte Bianco.
Sant'Anna di Bellino si raggiunge da Costigliole di Saluzzo. Si superano svariati paesi della val Varaita, poi si perviene a Sampeyre e Caseldelfino. Dopo quest'ultimo si segue la deviazione a sinistra per Bellino. La strada asfaltata termina a Sant'Anna (1850 m). Posare l'auto nel parcheggio a monte dell'abitato.
Dati tecnici
- Ascesa: 1.490 metri circa
- Distanza: 18,5 km circa
- Altitudine partenza: 1.850 metri
- Altitudine massima: 3.326 metri
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Sul percorso: lago, passo, rifugio, vetta
- Ad anello: No
- Cartografia: IGC – Carta 106
- Partenza: Indicazioni stradali
Agosto 2014. Verso le 7:10 ci incamminiamo sullo sterrato (sentiero U26) che sale ai valloni dell’Autaret e di Rui.
Dopo qualche centinaio di metri di strada in direzione del Pian Ceiol, seguiamo la deviazione lastricata di destra (palina segnaletica) che si dirige verso la grangia Cruset (2020 m). Dopo i primi passi, facciamo amicizia con il compagno di viaggio Giancarlo, molto simpatico, che si unirà a noi per il resto dell’escursione.
Oltre la borgata il percorso iniziale, che si sviluppa sotto il grande roccione della Rocca Senghi (2450 m), ripiana poi scende per attraversare il torrente Varaita di Rui su un ponticello in legno. Ci troviamo ora nel vallone di Rui. Subito dopo il ponticello ricominciamo a salire con una ripida serpentina la destra orografica del vallone verso gruppi di grange in bella posizione. Oltre, il percorso prosegue meno ripido contornando alcuni valloncelli laterali.
Dopo aver affiancato un gruppetto di grange, lasciamo a sinistra la deviazione (ometto) per la Testa di Malacosta (3216 m), posta una trentina di metri prima di un rudere che si trova a destra del sentiero.
Proseguendo, superiamo poi un rio incassato ed arriviamo nei pressi di altri casolari (2414 m), dai quali possiamo già notare la nostra cima… imbiancata. La moglie del margaro ci dice che la sera prima ha fatto molto freddo ed è venuto giù di tutto, neve compresa. Il falso piano continua per un lungo tratto superando splendide grange ed alcune mandrie di mucche.
In lontananza possiamo già vedere la cima… imbiancata
Verso il fondo del lungo pianoro l’avvicinamento riprende in leggera salita. Qui il rio tende a dividersi in due ramificazioni. Da destra provengono le acque del torrente Turlè e del Fiutrusa. Da sinistra invece quelle che scendono dal Mongioia. Il sentiero (U67) per il Monte Salza e la Cima Mongioia si mantiene a sinistra delle due ramificazioni.
Lungo il tratto seguente si possono notare, tra le rocce incassate, alcune belle cascate.
In salita verso il Pian Gaveot
Il cammino si fa più ripido e, a zig-zag, aggira un tratto roccioso continuando poi verso il bel pian Gaveot inciso dalle acque del rio. La salita prosegue spostandosi ancora verso sinistra poi, più in alto in direzione nord, si insinua tra rocce scure, le supera e va a raggiungere il Passo di Mongioia (3075 m).
Tra le rocce scure prima del Passo di Mongioia
Arrivo al Passo Mongioia. A sin. il Monte Mongioia, al centro il bivacco Boerio
Qui abbiamo subito una bella visuale d’insieme: a sud scorgiamo, poco più in alto, il Monte Giuep (3100 m) e, più distante, la Testa di Malacosta (3216 m), verso ovest si stende la Valle dell’Ubaye, ma ciò che più attira la nostra attenzione sono le cime del Mongioia (3340 m) e del Salza (3326 m). Su un poggio poco distante, e in bella vista, c’è l’ottagonale bivacco Boerio (3090 m) che rivedo molto volentieri.
Arrivo al bivacco. In fondo a destra, la cima Salza
Ci incamminiamo lasciando il bivacco alle nostre spalle
Appena dopo il bivacco inizia lo strato di neve, caduta nella notte. La temperatura è rigida. Il percorso che ora vogliamo intraprendere è quello che porta al Passo di Salza (3170), per poi svoltare a destra e salire la cresta fino alla cima. Dopo aver consumato frutta secca ed un the caldo mi metto in moto con Marco e Giancarlo passando sulla destra del lago di Mongioia.
Oltre un primo tratto pianeggiante troviamo sul percorso residui di nevai che in più hanno ora una decina di centimetri di neve fresca. Raggiunto il passo, svoltiamo a destra zigzagando nella pietraia soprastante coperta da alcuni centimetri di neve fino a raggiungere la cordonatura rocciosa che taglia trasversalmente il Monte Salza.
Un piccolo passaggio tra le rocce, che superiamo con l’aiuto delle mani, ci conduce infine in cresta sul tratto terminale in vista della croce di vetta. Dobbiamo prestare attenzione perchè da questo punto in poi, ma già anche un pò prima, troviamo del “verglas” insidioso sui lastroni di roccia.
La cima Salza e il tratto insidioso sul verglas
Scarponando, con l’aiuto dei bastoncini riusciamo comunque a raggiungere il punto più alto, sovrastato da una bella croce.
La croce di vetta
Dal bivacco Boerio. Fulvio ci ha ripresi col teleobiettivo sulla cima
Spettacolare la visuale sulla Cima Mongioia, sul Monviso, sulla pianura coperta di nuvole, sulla Punta di Fiutrusa (3068 m) e sul Monte Ferra (3094 m), ma è anche incredibile la visuale che si ha dal massiccio del Pelvoux fino al Monte Bianco.
Il Monviso
Non ci fermiamo molto sulla cima. Il freddo è intenso e poi dobbiamo tornare dagli amici rimasti ad aspettarci al bivacco. La soddisfazione che noto sui visi di Marco e Giancarlo è tanta.
Riprendiamo, con cautela, la discesa tra i lastroni.
Nuovamente in discesa nel punto più impegnativo
Lago in territorio francese
Dopo il passaggio insidioso tutto diventa più facile. In discesa dal passo ci viene incontro Fulvio che ci accompagna fino al bivacco.
Ritorno al Boerio. Nel frattempo la neve si è già sciolta un po’
Fulvio ci riaccompagna al bivacco
Pranziamo all’interno del bivacco, che ha una capienza di otto posti letto, poi iniziamo la discesa visto che in lontananza sta spuntando un po’ di nebbia.
Inizio della discesa dal Passo di Mongioia
Dal passo di Mongioia ci spostiamo gradualmente in basso al Pian Gaveot, occupato interamente da un gregge di pecore e qualche capra, poi più in basso sullo stupendo falsopiano occupato da asini e mandrie di mucche, infine ritorno a Sant’Anna di Bellino.
Nei pressi del pian Gaveot
Già verso il basso, ci lasciamo alle spalle la cima Salza
kurtz
02/09/2014 alle 16:12
grazie per la pubblicazione, capita giusto a pennello: sabato ho intenzione di affrontare un “3000” e potrei optare per il Mongioia o il Salza. I ramponi ancora non servono vero?
Elio Dutto
02/09/2014 alle 17:08
Ciao Kurtz. Noi siamo saliti qualche giorno fa. Il Mongioia, che ha il lato di salita rivolto a sud era completamente sgombro di neve. mentre il Salza, se in questi giorni non ha più nevicato, dovrebbe essere ormai pulito. I ramponi non dovrebbero più servire. Buona escursione!
Erika
02/09/2014 alle 21:05
ciao kurtz allora magari ci si vede… anch’io volevo fare il salza o il mongioia.
Elio farle entrambe diventa lunga?
Elio Dutto
03/09/2014 alle 05:44
Si possono anche fare entrambi. Dipende soltanto dalla benzina che hai nelle gambe in quel momento. Comunque, o uno o l’altro ne valgono già la pena. Ciao e buona escursione!
Erika
06/09/2014 alle 16:43
Arrivata da poco a casa. Fatte entrambe le cime!! Non avevo mai fatto escursioni in quella valle. Stupendo il salza!! Oltre il Corborant che sono poi riuscita a fare la scorsa settimana, sono le uniche cime sppra i 3000 che ho fatto. Grazie come sempre delle vostre descrizioni
Elio Dutto
13/09/2014 alle 17:07
Ciao Erica, sei stata proprio brava! Così hai scoperto una nuova stupenda vallata. Continua così!!!
Agostino
08/09/2014 alle 09:28
Mi permetto di chiedere cortesemente se si possono conoscere i tempi di salita e discesa non dimenticando in anticipo che ognuno di noi per arrivare a quelle altezze deve conoscere i propri limiti.
Grazie.
Agostino Costigliolo
Elio Dutto
27/09/2014 alle 12:15
Ciao Agostino. Sono stato via per un periodo di tempo e mi scuso se rispondo solo ora alla tua domanda. In genere per un’escursione in montagna si calcolano 300/350 metri di salita all’ora. Per la discesa, ovviamente, 10/15 minuti in meno per ora. Questo calcolo però può essere sfalsato se devi percorrere dei lunghi tratti in piano per l’avvicinamento. E’ per questo motivo che non diamo i tempi di percorso, ma solo la distanza e il dislivello. Conoscendo i propri limiti ognuno se li può calcolare. Ciao.
Gheroppa
16/07/2015 alle 21:04
Non vorrei disturbare il post, ma se non siste mai saliti sul Salza e magari invece avete fatto il Mongioie vi consiglio di salire da Chianale, sinceramente posso dire che è un percorso meraviglioso, si ci accosta ad almeno 5 laghi che sembrano diamanti incastonati in meravigliosi spezzoni della valle du Lup, arrivati sul Col de Bes si prosegue per ometti, ma cmq non si ci può sbagliare tanto facilmente, in alcuni tratti è ben visibile la traccia, abbiamo presupposto che anche se non è indicata sulle cartine sia la via di salita dal lato FR, l’ultimo tratto richiede un attimo di piede fermo e centrare il punto perfetto per scavallare la cornice naturale e salire sulla cresta per raggiungere la vetta, ma è davvero uno spettacolo il percorso di salita, sono circa 1700mt di dislivello, ma percorso in un ambiente cosi splendido scivolano via, poi quando si arriva su si trattiene il fiato per la vista, dalla Corsica al grand Cassè e il Blanc, li sotto il vallonetto del Mongioie col bel Boerio, fra l’altro anche per salire sul Mongie la neve è svanita con questo anormale caldo :(.
Elio Dutto
17/07/2015 alle 17:19
Ciao, come avrai potuto leggere, abbiamo già salito sia il Salza che il Mongioia, ma partendo da Sant’Anna di Bellino. Il percorso che tu ci segnali è molto interessante e sicuramente bellissimo dal punto di vista panoramico. Lo teniamo presente per il futuro. Ciao e grazie.
Mimmo
13/08/2017 alle 17:02
Prima di tutto un enorme grazie per le innumerevoli escursioni che mi hai “suggerito”.
Mi sono sempre limitato alla categoria E perché vado spesso da solo e soffro un po’ di vertigini.
In questo, come altri casi, come faccio a sapere se la EE è dovuta alla presenza di tratti “esposti” o dalla difficoltà / faticosità generale del percorso?
Grazie e complimenti per il gran lavoro. Mimmo
Elio Dutto
13/08/2017 alle 20:16
Ciao Mimmo. In questo caso preciso ho messo EE per la presenza di ghiaccio nell’ultimo tratto. Potrai quindi salire tranquillamente. Ciao.
Mimmo
14/08/2017 alle 09:38
Grazie mille, Elio.
pare che il 30% delle persone soffra +o- di vertigini, ma magari non vanno tutti in montagna 😉