Oggi siamo in compagnia di alcuni amici che hanno con sé tre bimbi (di cui uno nello zaino), ma non avremo nessun problema perché sono ben allenati e avvezzi a percorsi anche tortuosi.
Il percorso inizia dal fianco destro della chiesa (indicazioni per rifugio Mongioie) su una stradina cementata. Al termine delle ultime case la stradina diventa sterrata e prosegue a zig-zag nel fitto del bosco bosco raggiungendo un praticello con una baita.

Sul sentiero di salita da Viozene
Ora un sentiero prende il posto della sterrata e va a raggiungere, più sopra, una seconda baita denominata cabana de Cian Ruscet.
Il sentiero poi prosegue, ancora zigzagando, fino al pian Rosso (1550 m). Qui si sdoppia con una traccia che, a destra, prosegue verso il pian dell’Olio e il Mongioie (2630 m).

Veduta verso il Bric Conoia
Svoltando a sinistra in pochi minuti raggiungiamo una grande vasca con fontana e, poco dopo, il rifugio Mongioie (1555 m) ubicato su un bellissimo pianoro (piano Rosso) alle spalle della spettacolare catena montuosa del monte Mongioie (2630 m) che oggi abbiamo la fortuna di ammirare innevata.

Bevuta alla fontana nei pressi del rifugio Mongioie

Parziale veduta del Mongioie (Gola delle Scaglie)
Seguendo ora il sentiero Ignazio Abbo (indicazione), dal rifugio proseguiamo il cammino sul piano Rosso verso ovest tenendo la sinistra al primo bivio e inforcando il sentiero a destra a quello successivo.

Indicazioni del sentiero

In marcia dopo il rifugio Mongioie
Il cammino prosegue con andatura altalenante tagliando le pendici di ginestre, ginepri e pini fino a raggiungere un bivio.

Sul sentiero per le Vene

Passaggio in pineta
Qui, tra i numerosi cartelli, lasciamo a sinistra il percorso per Viozene (sarà la nostra via del ritorno) e proseguiamo oltre addentrandoci in una pineta. Appena superata attraversiamo una gola rocciosa pervenendo un po’ dopo al bivio per la grotta delle Vene.

Attraversamento di una gola rocciosa
Lasciato momentaneamente il percorso deviamo a destra nella stretta gola (qualche corda in aiuto) che superiamo pervenendo alla cavità rocciosa che accoglie la grotta delle Vene, luogo spettacolare ubicato sotto la verticale parete della Rocca del Manco. Per visitarla (attenzione alle pietre umide e scivolose) occorre salire una scala in ferro per poi intrufolarsi in una stretta gola che adduce ad una stanza più ampia. La gola prosegue verso una seconda stanza.

La gola di salita per la grotta delle Vene

L’ingresso della grotta delle Vene

Fulvio all’interno della grotta delle Vene
Tornati al bivio proseguiamo il percorso verso la colla di Carnino passando un rio su un suggestivo ponte tibetano (montato solo il giorno prima).

Nuovamente in discesa

Sul ponte tibetano
Qui i bimbi si sono davvero divertiti a percorrerlo e ripercorrerlo. Il sentiero prosegue ora con una facile salita nel boschetto e risale fino al pianoro che ospita la colla di Carnino (1600 m circa).

Veduta di Carnino inferiore
Bello ora lo spettacolo che si apre verso il lontano torrione del Ferà, a sinistra della gola della Chiusetta.

Il torrione del Ferà
La discesa segue un percorso tranquillo e nel finale passa in mezzo a ciliegi selvatici raggiungendo i tetti delle Donzelle (1516 m).

Scendendo dalla colla di Carnino

Arrivo a tetti delle Donzelle
Lasciato il sentiero che prosegue a sinistra per Carnino Inferiore, con un breve percorso raggiungiamo, appena più sopra, il rifugio Ciarlo Bossi (1526 m) di proprietà del Gruppo escursionisti Savonesi. Alcune panche nello slargo erboso adiacente ci ospitano per la pausa pranzo.

Sosta presso il rifugio Ciarlo Bossi
Qui i bimbi possono scorrazzare senza pericoli. Il giro, per essere completo, potrebbe proseguire fino alla borgata sottostante di Carnino inferiore ma, non avendo una seconda macchina, da qui riprendiamo il ritorno sul sentiero sin qui fatto fino al bivio per Viozene (1420 m), posto oltre la deviazione per la grotta delle Vene.

Ritorno al ponte tibetano
Dal bivio, con percorso in direzione sud-est, tagliando pendici boscose e perdendo quota andremo a collegarci con la sterrata che sale al rifugio Mongioie, abbandonandola più avanti in una curva (indicazioni) per proseguire nuovamente su stradina fino a Viozene.
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