La prima parte dell’itinerario, fino al colle Longet, si sviluppa su comodi e rilassanti sentieri. Dal parcheggio lasciamo proseguire a destra la sterrata per il colle di Saint-Véran (U20) e scegliamo a sinistra il sentiero U21 (laghi Longet) deviando nel lariceto posto sulla destra orografica del torrente proveniente dal vallone di Saint-Véran.

L’ardita Roc della Niera vista dalla parte opposta, cioè dal sentiero che dal colle Biancetta sale verso la Rocca Bianca © Cuneotrekking
Con un bel percorso nel vallone dell’Antolina risaliamo a tornanti tutto un tratto di bosco di larici fino ad una radura, proseguendo poi fino all’inizio della costa Buscet. Uscendo allo scoperto percorriamo ad ovest in costante ascesa un tratto di sentiero tra erba, massi e rigagnoli d’acqua.
Un traverso verso destra ci conduce alla grangia dell’Antolina, dalla quale si ha una notevole visuale sulle cime del Pan di Zucchero (3208 m), Pic d’Asti (3219 m), Pic Brusalana (3167 m), l’Aiguillette (3298 m) e sul Monviso a nord-est.

Pan di Zucchero (a sinistra) e Pic d’Asti (al centro) © Cuneotrekking
Oltre la baita proseguiamo in salita verso sinistra lasciando a lato, nel canalino, una bella cascata, affrontando poco sopra un traverso longitudinale che poi svolta a destra verso una balconata panoramica rocciosa oltre la quale proseguiremo fino all’imbocco della zona lacustre.
Un ultimo tratto ci introduce in una conca e, subito dopo, al colletto (2540 m) che precede la splendida insenatura dove si adagia il lago Bleu, il maggiore dei laghi che troveremo sul nostro cammino. Al fondo spicca la stupenda sagoma aguzza del Roc della Niera (3177 m), la nostra meta.

Il lago Bleu con, al fondo, Roc della Niera © Cuneotrekking
Ci trasferiamo a bordo lago sull’emissario e passiamo sulla sponda opposta proseguendo per un breve tratto nella valle Biancetta fino al bivio per il colle Blanchet (2901 m) che lasciamo a destra (palina segnaletica).
Il sentiero prosegue tra le rocce, poi con un’impennata a sinistra si alza sulla balconata rocciosa dove, poco dopo, ci troviamo ai margini del piccolo lago Longet (2635 m).
Dalle sue alture, verso est, si ha una splendida visuale dall’alto sul lago Nero ai piedi dell’arroccata Tour Real (2877 m).

La Tour Real e il lago Nero © Cuneotrekking
Spostandoci poco più a destra con una breve salita siamo nei pressi del primo dei laghi Bes (2648 m). In breve raggiungiamo il col de Longet (2649 m), straordinario e idilliaco punto panoramico cosparso di numerosi “ciaperet”.

Il col Longet fotografato al ritorno © Cuneotrekking
La vista è eccellente a nord-est sull’onnipresente Monviso (3841 m), mentre a sud-est le cime dei monti conferiscono un’immagine straordinaria al paesaggio ormai orientato verso la stagione autunnale.
Al colle prendiamo a destra la traccia che sale in direzione di una casermetta diroccata. Continuiamo sul sentiero per trecento metri circa, poi lo abbandoniamo svoltando a destra (prestare attenzione perché non vi è nessuna indicazione, solo alcuni ometti). Superiamo alcuni avvallamenti erbosi poi, nei pressi di un laghetto ormai in secca, pieghiamo a sinistra. Di qua individuiamo la lunga cresta che, con alcuni saliscendi, prima su erba, poi su detriti, ci condurrà al col Blanchâtre. A circa due terzi del percorso superiamo un salto roccioso, verticale ma con solidi appigli (I grado).

Il tratto verticale da superare © Cuneotrekking
Poco oltre appare in tutta la sua imponenza il castello sommitale del Roc della Niera.

Il castello sommitale del Roc della Niera © Cuneotrekking
Continuiamo seguendo la traccia fino al col Blanchâtre, che raggiungiamo dopo una breve discesa.

Il percorso di salita (rosso) e discesa (arancio) del Roc della Niera visto dal versante francese © Cuneotrekking
Risaliamo la pietraia lungo l’evidente traccia diagonale alla base della parete ovest (versante francese). La Via dei diedri inizia prima di arrivare al culmine del pendio detritico (piccola freccia rossa su roccia con indicazione “VN”).

L’inizio della Via dei diedri © Cuneotrekking
L’itinerario da questo punto diventa alpinistico. Ci prepariamo con casco e imbrago. La temperatura è fresca perché il sole è ancora nascosto dietro la parete. Saliamo su un ampio diedro, su buona roccia, in direzione di un evidente spit con anello e moschettone (ne troveremo altri uguali, sempre di ottima qualità, sul resto della parete).

Il primo spit al centro della foto © Cuneotrekking
Di qua pieghiamo a sinistra (spit), poi nuovamente a destra fino a un altro spit. Una piccola freccia rossa ci indica chiaramente la direzione da prendere: a sinistra in direzione di una fessura.

Una freccia rossa sopra lo spit indica la direzione da seguire © Cuneotrekking
La superiamo (spit), poi pieghiamo a destra fino a una cengia (altro spit). Di qua diventa più facile, ma peggiora la qualità della roccia. Proseguiamo sempre a destra scavalcando alcuni massi accatastati fino a raggiungere la forcella fra l’anticima e la cima. Svoltiamo quindi a sinistra lungo la cresta, nei primi metri stretta ed esposta, che poi diventa via via sempre più ampia e facile fino alla croce di vetta.

A pochi passi dalla vetta © Cuneotrekking

In vetta © Cuneotrekking

Lontani, al centro della foto, emergono Pan di Zucchero e Pic d’Asti © Cuneotrekking
Data la posizione isolata il panorama è spettacolare a 360°. Dal versante francese abbiamo una vista a picco sul lac de la Blanche con l’omonimo rifugio. Più in là riconosciamo il paesino di Saint-Véran, nella valle del Guil, ai piedi del Pic de Château Renard (2989 m) con il suo ben visibile osservatorio astronomico che, essendo posto a 2930 m, è il più alto d’Europa. Subito dietro svetta imponente il bellissimo Pic de Rochebrune (3324 m). Molto più lontano a sinistra invece spiccano le montagne del massiccio des Écrins con l’unico 4000 interamente francese, la Barre des Écrins (4102 m).

Saint-Véran al centro della foto © Cuneotrekking

A destra di Saint-Véran il Pic de Château Renard e, dietro di lui, il Pic de Rochebrune © Cuneotrekking
Dal versante italiano riconosciamo le tante montagne già salite: Pan di Zucchero, Pic d’Asti, Losetta, Tre Chiosis, Tour Real, Pienasea fino ad arrivare a sud a Salza e Mongioia. Su tutte ovviamente emerge con imponenza il Monviso.

Le nuvole stanno per avvolgere il Monviso © Cuneotrekking

Salza (centro-sinistra) e Mongioia (centro-destra) © Cuneotrekking
Per la discesa non ci sono vere e proprie soste, per cui dovremo calarci direttamente dagli spit con anello e moschettone. Torniamo qualche metro indietro sui nostri passi, poi scendiamo slegati a destra (versante francese) in direzione di una spalla da cui passa la via normale (aguzzando lo sguardo si può notare uno spit).

Martino sulla spalla © Cuneotrekking
Di qua ci caliamo con una corda doppia da 30 metri (attenzione: rischio incastro quando la si recupera) fino allo spit al di sotto della fessura già incontrata in salita.

Prima calata in corda doppia © Cuneotrekking
Una seconda corda doppia da poco meno di 30 metri ci deposita infine sulla pietraia alla base appena a monte dell’attacco della Via dei diedri.

Seconda calata in corda doppia © Cuneotrekking
Il ritorno avviene sullo stesso tragitto dell’andata.

In discesa verso il col Longet © Cuneotrekking
CARLO
05/10/2018 alle 15:54
NON TROVO, SICURAMENTE SVISTA MIA, SE SCRIVETE IL GIORNO DELLA VOSTRA ESCURSIONE, IN QUESTO MODO UNO A PIU’ IDEA DELLE CONDIZIONI DEL PERCORSO.
GRAZIE
CARLO
Valerio Dutto
05/10/2018 alle 16:39
Ciao Carlo, l’abbiamo fatta il 24 settembre. A presto!
Roberto Costa
06/10/2018 alle 15:27
Bellissimo. Ma chi volesse evitare la parte alpinistica e salita in vetta, dall’ultimo lago o dal col Longet è possibile individuare un sentiero segnato per chiudere un anello e tornare alla base?
Valerio Dutto
07/10/2018 alle 07:28
Ciao Roberto, un bell’anello in zona (soprattutto in discesa) potrebbe essere questo.
Roberto Costa
07/10/2018 alle 10:13
Grazie Valerio, lo mettiamo in pole position per la prossima stagione. Ciao Roberto
Giuliano
02/06/2020 alle 20:18
Ciao Valerio, avrei bisogno di informazioni in merito ad una lapide posta alla base di questa montagna. Dalle scarse notizie che ho recuperato dovrebbe essere stata posizionata, nel 1975 a ricordo di Giuseppe Barile perito sul versante francese, alla attaccatura della via di salita dal col Blanchatre. Hai avuto modo di vederla oppure se ne hai conoscenza dell’ubicazione? Grazie anticipatamente cmq per un riscontro
Valerio Dutto
03/06/2020 alle 09:43
Ciao Giuliano, purtroppo non ci avevo fatto caso per cui non so aiutarti, mi spiace molto!
greg
26/01/2021 alle 12:21
Bonjour,
Je suis Francais et j’ai gravi le Roc della Niera en 2001. En haut, il y ‘avait un livre d’or.
Savez-vous ou sont archivés les livres d’or et ou puis-je les consulter ? Merci infiniment
Buongiorno
Sono francese e ho scalato la Roc della Niera nel 2001. In alto c’era un libro degli ospiti.
Sapete dove sono archiviati i libri d’oro e dove posso consultarli? Grazie infinite