Fino al rifugio Remondino (2.464 m, fontana) l’itinerario ricalca fedelmente questa descrizione.
Dai piedi della scalinata che conduce all’ingresso del rifugio proseguiamo verso est su una traccia ben marcata da tacche bianche e rosse.

Il rifugio Remondino ormai alle nostre spalle © Cuneotrekking
Dopo un breve tratto pianeggiante tra massi ed erba riprendiamo a salire su terreno via via più aspro composto prima di sfasciumi, poi di rocce granitiche compatte e infine da gneiss.

Sugli sfasciumi © Cuneotrekking
Ancora completamente all’ombra ci insinuiamo nella bastionata rocciosa e sfruttando i suoi punti deboli risaliamo facili roccette (passaggi di I non esposti) sbucando su una serie di ripiani e conchette rocciose.

Il sentiero si insinua tra i punti deboli della bastionata rocciosa © Cuneotrekking
Salendo appare improvvisamente a sud-est il Bastione.
Guadagnati con fatica poco meno di trecento metri di dislivello approdiamo alla grande conca superiore chiusa dalle cime di Nasta, Baus e Bastione, dove finalmente ci raggiunge il sole. Il panorama è di alta montagna, il posto roccioso e inospitale.
Intorno ai 2.770 m le tacche proseguono verso destra mentre alcuni ometti conducono verso sinistra. Ignorando questi ultimi proseguiamo per un centinaio di metri lineari fino a quando il percorso si sdoppia (indicazioni su un grande masso).
Trascurata la deviazione diretta a destra che contorna il Bastione verso il colle di Brocan svoltiamo a sinistra seguendo numerosi ometti che si intersecano generando un po’ di confusione.
Avanzando tra grandi massi e rocce montonate scavalchiamo un costone superando un minuscolo specchio d’acqua che precede il ben più grande lago di Nasta (2.808 m), uno dei più alti delle Alpi Marittime.

Minuscolo specchio d’acqua che precede il ben più grande lago di Nasta © Cuneotrekking
C’è ancora parecchia neve nel catino del lago che stenta a sciogliersi nonostante le temperature di queste giornate afose.

Il lago di Nasta ancora ricoperto dalla neve © Cuneotrekking
Dal lago per attaccare la parete abbiamo due alternative: la prima si presenta ben visibile da questo punto di osservazione e consiste nel risalire direttamente la pietraia per portarsi alla base della parete sud e attaccare la fenditura che porta, con passaggi di arrampicata abbastanza continui, direttamente alla punta centrale della Nasta; la seconda, leggermente più facile e pertanto considerata la via normale, consiste invece nell’aggirare il lago sulla sinistra per poi risalire il canalone a destra della parete fino all’evidente colletto della Forchetta.
Scegliendo questa seconda opzione percorriamo su pietrame instabile tutto il tratto fino al colletto della Forchetta (3.005 m) dove ci affacciamo sull’altopiano del Baus.

La salita lungo il canalone prima del colletto della Forchetta © Cuneotrekking
Dal colletto proseguiamo per alcuni metri verso sinistra in direzione di una cengia diagonale ascendente individuabile solo facendo un po’ di attenzione.

L’attacco della parte alpinistica © Cuneotrekking
Ci apprestiamo quindi a salire la parete nord-est per tracce con particolare attenzione ad alcuni punti esposti (passaggi di I/II) con viste, alla nostra destra, verso la cima Paganini.

Momento della salita © Cuneotrekking
Alle 11:30 siamo in vetta, costituita in effetti da due cime alla stessa altezza (3.108 m), quella centrale e quella sud-est, ciascuna sormontata dalla propria croce.

Martino sulla cima sud-est. Dietro il Gelas, a destra il Baus. © Cuneotrekking

La cima centrale © Cuneotrekking
Il tempo è splendido, non c’è nessuno e non c’è il minimo vento. Da qui lo scenario è incomparabile.
A nord possiamo ammirare la cima sud dell’Argentera che pare quasi di toccare con mano, ma la veduta più impressionante è sul sentiero di salita che porta al passo dei Detriti.

L’Argentera con veduta del canalone dei Detriti © Cuneotrekking
Sul lato opposto, trecento metri sotto di noi abbiamo il lago di Nasta con la sua forma caratteristica di fungo rovesciato.

Il lago di Nasta visto dalla cima © Cuneotrekking
A est si scorge molto bene il lago del Chiotas, sbarrato dall’omonima diga, mentre a ovest individuiamo il rifugio Remondino.

Il lago del Chiotas con la sua diga © Cuneotrekking
Ci spostiamo frequentemente tra le due cime per cambiare punti di osservazione. La giornata è stupenda, ma purtroppo la foschia ci preclude la vista a sud verso il golfo di Antibes.
Verso le 12:10 decidiamo di scendere al lago per il pranzo ripercorrendo con attenzione le orme dell’andata.

Tornando al colletto della Forchetta © Cuneotrekking

Pranzo sul lago di Nasta © Cuneotrekking
Ripreso il ritorno passiamo dal rifugio Remondino dove staziona, ormai permanente, un gruppo di stambecchi. La discesa successiva ci riporta infine al parcheggio.
massimo 66
22/09/2008 alle 21:45
Gita bellissima e cime da me davvero molto amate; sono salito su Nasta nel 2006 dalla parete sud e disceso sul colle delle Forchette.Avete trovato una giornata stratosferica e le foto sono davvero molto belle.alla prossima gita …ciao.
cuneotrekking
22/09/2008 alle 22:28
La Nasta, con le condizioni di tempo trovate da noi, è veramente una cima che quando la conquisti ti appaga: per l’ambiente di alta montagna in cui si trova e per lo spettacolo di cime che la contornano.
Ciao e grazie per il tuo commento.