Ci inoltriamo verso il rifugio Remondino facendo una breve sosta, alcune centinaia di metri dopo, sul lato sinistro del sentiero presso una sorgente di acqua freschissima. La salita, dopo un tratto rettilineo, segue alcuni tornanti che ci introducono nel vallone Balma-Ghiliè.
Verso quota 2.000 metri, usciti allo scoperto, lasciamo a destra il bivio (2040 m) per i colli Ghiliè (2639 m) e Mercantour (2611 m) e, superato un piccolo rio, entriamo nel vallone Assedras a sinistra di una bella cascata proveniente dalla Catena delle Guide. Lungo questo tratto, di tanto in tanto dobbiamo cedere il passo a diversi gruppi di persone in discesa dal rifugio Remondino che stanno seguendo un trekking che li porterà ai laghi di Fremamorta e al rifugio Questa. Scambiando alcune impressioni con alcuni di essi veniamo a scoprire, con orgoglio, che una quindicina di persone del primo gruppo provengono dalla Danimarca. Nei gruppetti successivi alcuni arrivano dall’Olanda, altri addirittura dalla Nuova Zelanda, qualche inglese, qualche francese, nessun italiano. Ci rendiamo conto che, rispetto a qualche anno fa, le presenze sulle nostre montagne sono molto aumentate diversificandosi e stanno diventando più internazionali.
Il cammino prosegue a zig-zag nel vallone Assedras tra enormi massi erratici e qualche larice puntando a sinistra della Catena delle Guide sempre nella direzione del rifugio che già da qui scorgiamo ben visibile su un alto poggio. Mentre il sole spunta alle sue spalle emerge sempre più la rocciosa sagoma della Nasta, meta di questa escursione.

Il sole fa capolino dietro alla Nasta © Cuneotrekking
Dopo questo avvicinamento, un po’ monotono, eccoci in prossimità del Remondino, posto su un dosso molto panoramico. Ci fermiamo solamente per bere un po’ d’acqua e dare uno sguardo alla nostra meta, quindi procedendo verso est seguiamo il sentiero che continua di fronte ad esso.

Il rifugio Remondino ormai alle nostre spalle © Cuneotrekking
Dopo un primo tratto pianeggiante tra massi e erba proseguiamo la salita verso il lago di Nasta, che con i suoi 2809 metri di altitudine è uno dei più alti delle Alpi Marittime, incontrando via via un territorio più aspro, fatto all’inizio di sfasciumi, poi di rocce granitiche lisce molto compatte e infine da gneiss.

Sugli sfasciumi © Cuneotrekking
La traccia è indicata da tacche bianco/rosse e più in alto si sposta sul fianco destro di una cascata. Non è raro trovare ancora tra le pieghe delle rocce residui di neve, e anche oggi noi li incontreremo.

La cascatella © Cuneotrekking
Finalmente ci affacciamo nella grande conca superiore avendo, dalla nostra sinistra, le cime di Nasta (3108 m), del Baus (3067 m) e del Bastione (3047 m). Il panorama è di alta montagna, il posto roccioso e inospitale. Procedendo verso sinistra su alcuni dossi e qualche nevaio residuo perveniamo ad una pozza d’acqua e poco dopo al lago di Nasta, che è una bellissima perla incastonata tra le rocce ai piedi dell’omonima punta e del Baus. C’è ancora parecchia neve nel catino del lago che stenta a sciogliersi nonostante le temperature di queste giornate afose.

Piccolo specchio d’acqua davanti alla cima di Nasta © Cuneotrekking

Il lago di Nasta ancora ricoperto dalla neve © Cuneotrekking
Dal lago per attaccare la parete abbiamo due alternative: la prima si presenta ben visibile da questo punto di osservazione e consiste nel risalire direttamente la pietraia per portarsi alla base della parete sud e attaccare la fenditura che porta, con qualche strozzatura, dritti verso la punta centrale della Nasta; la seconda, leggermente più facile, consiste invece nell’aggirare il lago sulla sinistra per poi risalire il canalone a destra della parete che porta in cima al colletto della Forchetta (3005 m).
Scegliendo questa seconda opzione percorriamo su pietrame instabile tutto il tratto fino al colletto della Forchetta, sbucando sull’altipiano del Baus.

La salita lungo il canalone prima del colletto della Forchetta © Cuneotrekking
Dal colletto facciamo alcuni metri verso sinistra in direzione di una cengia diagonale ascendente individuabile solo facendo un po’ di attenzione.

Momento della salita © Cuneotrekking
Ci apprestiamo quindi a salire la parete nord-est per tracce con particolare attenzione ad alcuni passaggi esposti con vista, alla nostra destra, della cima Paganini (3051 m). Alle 11:30 siamo in vetta (3108 m).

Momento della salita © Cuneotrekking

La cima sud-est (3108 m), il Gelas (3143 m) e il Baus (3072 m) © Cuneotrekking

La cima centrale © Cuneotrekking
Il tempo è splendido, non c’è nessuno e non c’è il minimo vento. Da qui lo scenario è incomparabile. Ci spostiamo tra la cima centrale e la cima sud-est per non perdere nulla di questo paesaggio.
A nord possiamo ammirare pienamente la cima sud dell’Argentera (3297 m) che pare quasi di toccare con mano, ma quello che più è impressionante da questo punto è la veduta tortuosa del sentiero di salita che porta al passo dei Detriti.

L’Argentera con veduta del canalone dei Detriti © Cuneotrekking
Sul lato opposto, trecento metri sotto di noi abbiamo il lago di Nasta che avevamo da poco costeggiato con la sua forma caratteristica di fungo rovesciato.

Il lago di Nasta visto dalla cima © Cuneotrekking
Si scorge anche molto bene il lago del Chiotas, la diga dell’ENEL poi, verso ovest, il rifugio Remondino.

Il lago del Chiotas con la sua diga © Cuneotrekking
Ci spostiamo frequentemente tra le due cime (stessa altezza: 3108 metri) per cambiare punti di osservazione dove la vista spazia a 360° ma, per problemi di foschia, non riusciamo a vedere a sud il golfo di Antibes.
Verso le 12:10 decidiamo di scendere al lago per il pranzo ripercorrendo la medesima cengia fino al colletto della Forchetta. Da qui facciamo una rapida discesa al lago di Nasta per la sosta prevista su un grande masso vista lago.

Tornando al colletto della Forchetta © Cuneotrekking

Pranzo sul lago di Nasta © Cuneotrekking
Infine facciamo ritorno con tappa al rifugio Remondino dove staziona, ormai permanente, un gruppo di stambecchi. La discesa successiva ci riporta infine al parcheggio.
massimo 66
22/09/2008 alle 21:45
Gita bellissima e cime da me davvero molto amate; sono salito su Nasta nel 2006 dalla parete sud e disceso sul colle delle Forchette.Avete trovato una giornata stratosferica e le foto sono davvero molto belle.alla prossima gita …ciao.
cuneotrekking
22/09/2008 alle 22:28
La Nasta, con le condizioni di tempo trovate da noi, è veramente una cima che quando la conquisti ti appaga: per l’ambiente di alta montagna in cui si trova e per lo spettacolo di cime che la contornano.
Ciao e grazie per il tuo commento.