Dei numerosi cartelli indicatori presenti seguiamo quello che ci guida verso passo Escalon – passo Scaletta. Dopo qualche centinaio di metri ignoriamo altri cartelli che indicano la deviazione verso il Feuillas e l’Enchiausa e proseguiamo il nostro cammino sulla sterrata.

Nel primo tratto di strada © Elio Dutto
Poco più avanti, ottocento metri dalla partenza, non teniamo conto dei cartelli che guidano verso il passo Scaletta (percorso S10). La strada prosegue pigramente verso prato Ciorliero, che inizia dopo un pilone (1955 m).

Il pilone che segna l’inizio di prato Ciorliero © Elio Dutto
Dieci metri prima (cartelli), seguiamo verso sinistra il percorso che conduce al passo della Gardetta addentrandoci in un breve lariceto e proseguendo poi sul sentiero che, innalzandosi, taglia le pendici della Rocca Limburny e, più avanti, del Bric Cassin.

Salendo a sinistra di prato Ciorliero © Elio Dutto
Poco dopo si apre una bella vista sul sottostante prato Ciorliero. Proseguendo la marcia su piccole rampe, ancor più avanti si possono scorgere due laghetti sul lato destro utilizzati delle mandrie al pascolo come abbeveratoi.

Nella zona intermedia per arrivare al passo Gardetta © Elio Dutto

La cresta dal Bric Cassin alla rocca Limburny © Elio Dutto
Il sentiero continua distendendosi sui prati verso sud-est e va a toccare, su terreno bianco calcareo, alcune fortificazioni (bunker) che precedono l’ultimo tratto di salita per arrivare al passo della Gardetta.

Lo spallone di punta Eco dal passo della Gardetta © Elio Dutto
Giungendo al passo abbandoniamo tutte le strade e prendiamo a salire sui prati verso destra (ovest) incontrando, poco sopra, una stazione di monitoraggio del permafrost.

Salendo le prime rampe © Elio Dutto
Un ometto e molti bolli rossi indicano chiaramente la traccia da seguire che si inerpica su terreno di roccia e erba verso ripidi pendici e poi sul lungo spallone divisorio tra la Fonda Brancia a sud e il vallone per il passo della Gardetta a nord.

Più avanti © Elio Dutto
In salita lo spallone tende a restringersi e, intorno ai 2680 metri, il crinale raggiunge il punto più stretto.

Verso il tratto di salita finale © Elio Dutto
Alcune catene vengono in aiuto, ma un punto di circa due metri di cresta affilata è scoperto e occorre porre la massima attenzione per superarlo.

Arrivo al tratto con catena © Elio Dutto
Oltre questo tratto la cresta diventa facilmente percorribile fino all’ometto della cima.

Verso la cima © Elio Dutto
Non c’è che dire, il panorama che da qui si gode è fantastico. A est si espande il pianoro della Gardetta con al fondo Rocca la Meja. Il rifugio Gardetta (2335 m) pare quasi di toccarlo con le mani. A nord e nord est spiccano il Bric Cassin (2642 m) e il monte Cassorso (2776 m), mentre a sud-ovest si estende la Rocca Brancia (2810 m) e, poco oltre, l’Oserot (2861 m).

Elio sulla cima © Elio Dutto

Il pianoro della Gardetta visto da punta Eco © Elio Dutto

Sguardo verso la cima di Rocca Brancia © Elio Dutto

Sguardo da punta Eco verso il monte Cassorso © Elio Dutto
Più tardi riprendiamo la traccia per tornare verso il passo della Gardetta soffermandoci un centinaio di metri più in basso per pranzare con veduta eccezionale su tutto il pianoro omonimo.

In discesa © Elio Dutto

Un po’ più in basso © Elio Dutto
Infine torniamo all’auto sulle orme dell’andata.

Mucche al pascolo scendendo a prato Ciorliero © Elio Dutto

Fantastico panorama a nord-ovest © Elio Dutto
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