Percorriamo circa trecento metri della sterrata diretta alle grange Collet fino a una palina (indicazioni per passo Terre Nere e colle dell’Infernetto), dove imbocchiamo il sentiero che sale ripido a sinistra.
Il sentiero, sempre ben visibile, ci porta a superare un primo dosso. Proseguendo raggiungiamo un secondo dosso, poi continuiamo tra verdissimi prati sul lungo falsopiano chiuso al fondo dalla stupenda punta Dumontel, alla confluenza dei rami orientale e occidentale dall’alta valle dell’Infernetto.

La stupenda punta Dumontel dove l’alta valle dell’Infernetto si divide nei rami orientale e occidentale © Valerio Dutto
Il sentiero si sposta verso sinistra con una ripida impennata infilandosi nel vallone occidentale dell’Infernetto. Raggiunto il pianoro superiore, troviamo quasi subito il bivio che a sinistra conduce al colle dell’Infernetto (da cui faremo ritorno) e a destra al passo Terre Nere. Svoltiamo in quest’ultima direzione aggirando i graziosi laghi dell’Infernetto.

Il primo lago dell’Infernetto © Valerio Dutto
Volgendo lo sguardo in alto verso sinistra notiamo chiaramente strati di rocce tendenti al nero. Quella sarà la nostra prossima meta.

La Tête de l’Homme al centro della foto. Alla sua sinistra si nota il passo Terre Nere. © Valerio Dutto
Dopo l’ultimo laghetto, quasi al termine del falsopiano, abbandoniamo il sentiero che proseguirebbe verso il colle Ciaslaras.

Panorama alle nostre spalle © Valerio Dutto
Visto che su è meno agevole indossiamo già l’imbrago e iniziamo a risalire la ripida pietraia alla nostra sinistra seguendo una evidente scanalatura che la solca (ometti e qualche bollo).

Risaliamo la faticosa pietraia © Valerio Dutto
I detriti mobili rendono faticosa l’avanzata. A circa metà salita incrociamo il sentiero Roberto Cavallero in arrivo dal colle del Ciaslaras. Ora possiamo seguire le numerose tacche rosso/blu e risalire le tracce che convergono alla base di un imbuto aperto tra pareti rocciose diventate più ripide.
Arriviamo così alla catena che segna l’inizio del passaggio attrezzato che ci condurrà al passo Terre Nere. Indossiamo anche il casco e prendiamo la doppia longe.

L’inizio del passaggio attrezzato © Valerio Dutto
Dopo una decina di metri, sempre con il supporto della catena, ci spostiamo in un anfratto roccioso nascosto verso sinistra. Il punto più esposto e strapiombante del percorso lo troviamo subito dopo, un’aerea cengia di circa sei metri di lunghezza per una trentina di centimetri di larghezza.

Sulla cengia esposta © Valerio Dutto

Ultimo saltino di roccia prima del passo Terre Nere © Valerio Dutto
Superato infine un saltino di roccia sbuchiamo sul passo Terre Nere (3035 m), da cui appare improvvisamente il lac des Neuf Couleurs chiuso tra i maestosi Brec e Aiguille de Chambeyron.

Il lac des Neuf Couleurs ai piedi del Brec de Chambeyron © Valerio Dutto

L’immensa Aiguille de Chambeyron © Valerio Dutto
Dal passo, per tracce, saliamo di qualche metro (ometto) spostandoci gradualmente verso nord.
Superata, più avanti, una piccola spaccatura di roccia (passo di II) scendiamo di qualche metro per poi superare alcuni lastroni (II). Risaliamo quindi una ripida fascia di scivolosi detriti che ci porta a raggiungere una spalla prospiciente il vallone del Marinet.
A questo punto, svoltando a destra (est) saliamo al meglio tra le rocce fino a raggiungere, in breve, l’aerea cima con la sua minuscola croce.

Dopo la spalla ormai in prossimità della vetta © Valerio Dutto

Arrivo in vetta alla Tête de l’Homme © Valerio Dutto
Ora ammiriamo il grandioso panorama intorno a noi. L’Aiguille de Chambeyron con tutto il suo contorno di cime la fa da padrone; rivedo anche la Tête de la Frema e il lontano Buc de Nubiera.
La giornata è meravigliosa, siamo fortunati a trovarci in un posto così bello, in più possiamo prendercela con calma. Abbiamo tutto il tempo per gustare il meraviglioso paesaggio da quest’altezza. Un’aquila reale, davanti a noi, fa la spola, senza battere le ali, tra l’Aiguille e la nostra cima.
Dopo esserci riempiti gli occhi di magnifici paesaggi e le foto di rito ridiscendiamo con cautela verso il passo Terre Nere. Seguendo poi un itinerario ad anello, ci immettiamo sul sentiero Roberto Cavallero che scende nella direzione dello stupendo lac de Neuf Couleurs.

Sul sentiero Roberto Cavallero appena al di sotto del passo Terre Nere © Valerio Dutto
È un tratto abbastanza antipatico di rocce rotte che si tiene più alto del lago (possibile presenza di nevai fino alla tarda estate) ritrovando poi il sentiero che sale verso il colle di Gippiera (2927 m).

Chi dice che il nome lac des Neuf Couleurs (lago dei Nove Colori) sia in realtà una storpiatura di lac des Neuf Couloirs (lago dei Nove Canaloni) non ha tutti i torti! © Valerio Dutto

Ormai in vista del colle di Gippiera © Valerio Dutto
Dal colle scendiamo al bivacco Barenghi (2822 m), sulle sponde del bellissimo lago del Vallonasso di Stroppia, il più grande della valle Maira, dove ci fermiamo a pranzare.

In discesa al lago del Vallonasso di Stroppia ai piedi del Brec de Chambeyron © Valerio Dutto

Il bellissimo lago del Vallonasso di Stroppia © Valerio Dutto

Il bivacco Barenghi con i suoi caratteristici colori azzurro e giallo © Valerio Dutto
Dopo la meritata pausa non torniamo nel vallonasso di Stroppia che scenderebbe verso il lago Niera, ma proseguiamo sul sentiero Dino Icardi aggirando la cima della Finestra di Stroppia, che deve il suo nome alla caratteristica “finestra” tra le rocce sulle sue pendici.

Ai piedi della straordinaria “finestra” tra le rocce © Valerio Dutto
Un centinaio di metri oltre il bivacco, per non perdere quota, abbandoniamo il sentiero e seguiamo una traccia che si tiene alta a sinistra e si ricongiunge appena oltre.

Un ultimo sguardo alle nostre spalle verso l’Aiguille de Chambeyron © Valerio Dutto
Costeggiamo così due incantevoli laghetti senza nome per poi piegare verso sinistra per aggirare il costone della cima della Finestra di Stroppia.

I laghetti senza nome © Valerio Dutto
Dopo un corto sali-scendi accediamo a una conca appartata dove, in posizione stupenda, è situato il bellissimo lago della Finestra (2794 m).

Il bellissimo lago della Finestra © Valerio Dutto
Continuando il nostro cammino in leggera salita raggiungiamo un varco. Il sentiero poi inizia una lenta discesa andando a tagliare una parte scoscesa e detritica e raggiunge il colle dell’Infernetto (2783 m).

Ancora un tratto di leggera discesa per arrivare al colle dell’Infernetto © Valerio Dutto
La discesa successiva, su terreno friabile, è piuttosto ripida e richiede un po’ di attenzione (alcuni tratti sono attrezzati con catene e un canapone).

Discesa dal colle dell’Infernetto © Valerio Dutto
In poco tempo ci troviamo nel vallone dell’Infernetto alla base del canalino, dove chiudiamo l’anello.
Non ci resta che riprendere la lunga discesa sulle tracce dell’andata fino all’auto.
gianni (tranta)
02/09/2011 alle 17:41
ciao elio e compagni grazie per la bellissima giornata passata assieme..e grazie a voi sono riuscito a concludere tutto il giro del cavallero!! è per me una bella soddisfazione..:)intanto continueremo a fare delle belle escursioni!!
cuneotrekking
02/09/2011 alle 19:37
Ciao Gianni, siamo noi a ringraziare te che, nonostante una settimana passata interamente sulle montagne, hai ancora avuto la forza e la volontà di accompagnarci fin sulla Cima. E’ stata una bellissima escursione che vorrò presto ripetere con Valerio per fargli godere questi spettacoli della natura.
Ciao, grazie ancora e… alla prossima!!!
chicca
13/09/2011 alle 08:15
Come sempre complimenti per le fantastiche foto e le descrizioni esaustive dei vostri itinerari. LeggendoVi mi è venuta l’ispirazione per un giro ad anello di 2 giorni. Primo giorno salita al bivacco Barenghi per il colle dell’Infernetto, secondo giorno salita alla Tete de la Frema, Tete dell’Homme, monte Ciarlaras ed infine discesa al colle Maurin. L’unica mia perlessità è il passo di Terre Nere: come lo vedete in discesa? La descrizione del Roberto Cavallero reperita su “La Ghironda” consiglia di munirsi di imbrago. Per farVi intendere la nostra preparazione Vi indico le cime fatte quest’anno: Pelvo, Frisson, Punta Dante per gola delle forciolline e Rocca la Meja.
Grazie fin d’ora per le indicazioni che saprete darmi e ancora complimenti!
Chicca
cuneotrekking
13/09/2011 alle 12:44
Ciao Chicca. Grazie per i complimenti.
Brava, hai intenzione di compiere un magnifico trekking nei posti più belli della Valle Maira. Leggendo le cime che hai fatto quest’anno, direi che non dovresti avere problemi. Se avrai la fortuna di trovare belle giornate come oggi, farai un fantastico giro. Venendo al Passo di Terre Nere, ti consiglierei anch’io un imbrago. Non per altro, ma per avere quella maggiore sicurezza data dal sapere che se ti viene un capogiro non ti può succedere niente. Passata quella ventina di metri, il restante percorso non presenta problemi. Fammi poi sapere com’è andata.
Ciao e auguri per un buon trekking. Elio
chicca
14/09/2011 alle 15:25
Grazie per le preziose indicazioni ed ancora complimenti per il blog, nella lista dei miei “preferiti”!.
Mi permetto di segnalarvi la gita a Punta Dante: autentico balcone privilegiato sul Re di Pietra. Noi siamo saliti passando per la Gola delle Forciolline (brevi passaggi attrezzati) ed il bivacco Boarelli. Il percorso è segnato da ottime tacche gialle. Per la discesa, tornati al Boarelli, abbiamo percorso un anello passando per il bivacco Berardo. Altra possibilità di discesa dal colle di Dante è nel vallone del bivacco Bertoglio.
Comunque non mancherò di informarvi sul nostro trekking e di seguire le vostre gite!!
Ciao. Chicca
cuneotrekking
14/09/2011 alle 20:23
Ciao Chicca, terremo presente le segnalazioni precise per la Punta Dante. E’ una zona che non conosciamo ancora abbastanza, ma solo per la lontananza da casa nostra. Grazie anche per aver inserito il blog nella lista dei preferiti.
Ciao e a presto, Elio
andrea
18/11/2013 alle 17:21
Ciao volevo chiedere un info: il canale sud ovest che si prende dal lago 9 colori e diverso dall itinerario sopra descritto? Perché nel libro nelle alpi del sole parodi da il canale sud ovest come via normale….Grazie in anticipo
Cuneotrekking
18/11/2013 alle 19:18
Ciao Andrea. Premesso che non ho letto l’itinerario seguito da Parodi, da come mi dici posso pensare che abbia fatto quel percorso in un momento in cui c’era ancora neve sull’itinerario. Quella che abbiamo fatto noi al ritorno dalla cima è la via normale. Praticamente si segue il percorso Cavallero (segnato con tacche rosso/blu) fino al Passo di Terre Nere. Da qui, si prosegue sulla traccia che abbiamo descritto nell’itinerario fino alla cima. Elio
andrea
19/11/2013 alle 08:33
Ok grazie mille
danilo
28/07/2017 alle 23:11
Fatto oggi in una giornata in “alta risoluzione”, nonostante la poca umidità faceva caldo anche in vetta.
Nel tratto della catenaria per il passo delle Terre Nere, anche il mio GPS ha fatto le bizze (ho notato il mal funzionamento anche con il tuo).
Il tratto con la catena è veramente aggettante però senza difficoltà, io ero imbracato e con casco per sicurezza in quanto soffro di vertigini… non ho mai guardato in basso.
Comunque è una camminata montana non adatta a tutti, richiede allenamento e una cospicua riserva d’acqua in quanto non si trovano punti di approvvigionamento idrico.
Io bevo molto e tre litri non mi sono bastati, ho dovuto attendere fino al paese di Chiappera durante il trasferimento in macchina per il rifornimento
Elio Dutto
29/07/2017 alle 15:29
In presenza di pareti rocciose il GPS tende ad andare in tilt. Sicuramente la fontanella nei pressi del bivacco Barenghi era asciutta…
danilo
01/08/2017 alle 18:45
Non c’era nemmeno il rubinetto ma li ero ancora in fase di risparmio, ne avevo ancora un litro.
Chiara
04/10/2019 alle 21:28
“Ciao, innanzitutto complimenti per il sito, è stata fonte preziosissima di spunti e indicazioni per le gite quest’estate. Oggi con un’amica sono salita su tete de la frema, poi dal colle di gippiera abbiamo preso il sentiero Roberto Cavallero, ma purtroppo una volta arrivate al passo Terre Nere non siamo riuscite a capire quale fosse la giusta traccia da seguire (non c’erano tacche o ometti), consigli di munirsi di GPS per andare a colpo più sicuro la prossima volta? O magari andarci con qualcuno che ci sia già salito e possa indicarci la strada giusta?
Elio Dutto
05/10/2019 alle 08:15
Ciao Chiara. Dal passo di Terre nere occorreva tornare indietro di qualche metro e, in leggera discesa aggirare verso sinistra la parte sommitale del monte fino ad una spaccatura di roccia. Da lì si arriva velocemente in punta. Sicuramente con un GPS tutto diventa più fattibile. Ciao
Agostino Angeli
10/08/2017 alle 23:08
Ho fatto il giro il 19 luglio seguendo la vostra traccia. Devo dire che l’avessimo fatto al contrario la discesa dal passo di Terre Nere ci avrebbe creato qualche difficoltà perché il passaggio alle catene senza imbrago per alcuni è piuttosto rischioso ma poi la discesa in quello sfasciume sarebbe stata anche peggio. Per il resto è stato tutto meraviglioso anche se abbiamo rinunciato alla cima. Complimenti per la descrizione anche se suggerirei di evidenziare che il passo andrebbe fatto con un imbrago.
Il mio suggerimento è volto a migliorare il miglior sito di trekking a mia conoscenza. Salutoni e grazie per tutto
Elio Dutto
11/08/2017 alle 07:22
Ciao Agostino, seguendo il tuo consiglio l’ho aggiunto nella descrizione. Grazie per avermelo segnalato. Ciao e buone escursioni!
Giorgio Montolivo
09/07/2019 alle 12:33
Mi ci sono avventurato con un amico nel 2010: caso vuole, un anno prima che venisse scritto questo utile articolo! Avevamo zaini molto grossi e nessun imbrago, perché il nostro era un trekking lungo, che non prevedeva pareti scoscese, e non pensavamo che il passo di Terre Nere si rivelasse così temibile. Naturalmente (per fortuna, aggiungerei) lo abbiamo affrontato in salita, dopo essere scesi dal Ciaslaras; ma ci siamo fermati quando la parete era diventata quasi verticale, senza essere riusciti tra l’altro a trovare la catena da nessuna parte. Siamo quindi tornati indietro e abbiamo ripiegato sull’Infernetto, raggiungendo il Barenghi da quel lato. Complimenti per la descrizione e per le foto.
Elio Dutto
09/07/2019 alle 13:10
Ciao Giorgio. Il passo di Terre nere è da affrontare assolutamente con un imbrago e rinvio o fettucce. Così lo puoi fare in tutta sicurezza senza rischi. Grazie per il commento.
Paolo Gandino Supporter
23/04/2020 alle 17:00
Ciao Elio. Posso chiedere se le difficoltà’ incontrate per il passo di Terre Nere sono maggiori rispetto alla Sud dell’Argentera?
Grazie di tutto.
Elio Dutto
23/04/2020 alle 18:51
Ciao Paolo. Secondo me sulla cengia del passo di Terre nere c’è più esposizione, rispetto a quella dell’Argentera, poi la cengia è molto più stretta. Il tratto non è lungo, circa una ventina di metri, ma se vai lì devi avere l’imbragatura con due fettucce e moschettoni per agganciarti alla fune d’acciaio. Una volta passato quel tratto i problemi sono alle spalle.
Paolo Gandino Supporter
23/04/2020 alle 19:18
Grazie Elio. Non ho parole per ringraziarti, sarebbe bello incontrarci su qualche cima. Buona Serata.
Elio Dutto
23/04/2020 alle 20:39
Ciao Paolo, di nulla. Chi lo sa se ci incontreremo su qualche punta, non si sa mai… speriamo piuttosto di poterci tornare presto.
Giusy
28/07/2020 alle 18:03
Ciao Elio,
complimenti per il sito, ricco di spunti e con bellissime foto.
Volevo chiederti com’è la discesa che dalla cima del Tete de l’homme porta al colle Maurin. Presenta tratti esposti?
Grazie
Giusy
Elio Dutto
28/07/2020 alle 21:42
Grazie Giusy per i complimenti. Dalla Tete de l’Homme noi siamo scesi dal lago dei 9 colori. La discesa che mi dici tu non l’abbiamo ancora mai fatta, quindi non ti saprei consigliare. Mi spiace.
Federico BomberHouse
29/06/2021 alle 13:58
Buongiorno Elio,
sarebbe mia intenzione arrivare al Lago dei 9 Colori e poi salire ala cima Tête de l’Homme. Come si presenta questo pezzo? Dalla descrizione della Vs discesa, a parte un po’ di sfasciumi, si fa tranquillamente?
Grazie molte e complimenti per il sito FANTASTICO.
Federico
Valerio Dutto
29/06/2021 alle 16:53
Ciao Federico, direi che la difficoltà è valutabile come F perché occorre superare passi di II grado e poi alcuni traversi su sfasciumi un po’ esposti. Tieni conto che fino a inizio luglio probabilmente ci saranno ancora nevai.
Sergio B. Supporter
24/08/2021 alle 10:21
Ciao. Essendo saliti io, mia moglie e alcuni amici la scorsa settimana la tete de la Frema, ci siamo detti “che bello sarebbe provare la tete de l’homme”. Detto fatto. Venerdì 20.08.2021 ci troviamo io, mia moglie e due nostri amici (appassionati ed esperti) all’imbocco del sentiero per il vallone dell’infernetto. Qualche settimana fa era presente il cartello con le indicazioni per il passo terre nere, oggi si vede che qualcuno voleva un souvenir e non è più presente. Comunque partiamo avvolti nella nebbia, ma fiduciosi che il meteo sarebbe girato sul bel tempo. E così è stato. Arriviamo alla deviazione per il colle dell’infernetto ed un pallido sole fa capolino dalla nebbia, dissolvendola poco dopo ed aprendo ai nostri sguardi un panorama stupendo. All’attacco del canalone per il passo terre nere, indossiamo l’imbrago e partiamo. Arriviamo alle catene e con un ultimo sforzo ci troviamo nel tratto della cengia. E’ veramente bello guardarsi attorno in tutta sicurezza. C’è un mondo tutto intorno.
Arriviamo al passo e prendiamo a dx verso la tete de l’homme che raggiungiamo poco dopo. In effetti la croce di vetta è un po’ “misera”, ma il panorama tutto intorno è maestoso.
Dopo un po’ scendiamo e prendiamo la direzione verso il lago ed il colle gippiera in quanto vogliamo andare (tornare per me e mia moglie) sulla tete de la frema in quanto i nostri amici non ci sono ancora mai stati. Arrivati in cima ci godiamo anche qua il panorama e mangiamo qualcosa. Poi si parte e cominciamo la discesa verso il rifugio Barenghi ed il colle dell’infernetto concludendo il nostro giro ad anello.
Forse una delle escursioni più belle fatte finora.
Alla prossima.
Ciao
Elio Dutto
24/08/2021 alle 14:29
Bravo Sergio, in effetti è un giro meraviglioso, direi anch’io tra i più belli. Non riesco ad immaginare la contentezza dei tuoi amici. Ieri ero su a Tete de la Frema, mentre Valerio e suo fratello facevano il Brec de Chambeyron. Ciao, a presto!
Sergio B. Supporter
25/08/2021 alle 20:17
Uau, il Brec. Attendo con trepidanza il resoconto. Mia moglie, tutte le volte che facciamo escursioni e lo vede, dice che rimane senza parole per l’imponenza e per un timore quasi reverenziale nei suoi confronti.
Grazie per tutte le dritte che fornite.
Elio Dutto
25/08/2021 alle 20:20
Ciao Sergio, a giorni pubblicheremo anche quella. Ciao
Enrico Albino Alga Supporter
17/08/2022 alle 19:35
Ciao Valerio, vorrei un tuo parere.
Ho letto su un sito (che per correttezza non cito…) che la gita alla Tète de l’Homme dal passo delle Terre Nere è considerata molto pericolosa in quanto non vi è traccia di sentiero ed il terreno è particolarmente franoso e pericoloso…
…io mi sono fatto l’idea che chi lo ha scritto sia un escursionista inesperto.
Ho sempre riscontrato una grande coerenza tra l’ambiente reale e le vostre relazioni ed avendo programmato l’escursione per i prossimi giorni volevo solo sapere se tu sia a conoscenza di eventi che hanno cambiato sostanzialmente quanto da voi relazionato.
Grazie di tutto. Ciaooo.
Enrico
Valerio Dutto
18/08/2022 alle 10:32
Ciao Enrico, sicuramente la salita al passo di Terre Nere non è banale perché su pessima roccia, esposizione notevole e con catene che andrebbero ripassate 🙂 Proprio per questo l’abbiamo valutata di difficoltà F, mentre altri, come il compianto Bruno Rosano, la valutano “solo” EE, che secondo noi è sottostimato… Detto questo, come indichiamo nell’introduzione, rimane uno dei giri più belli delle Alpi cuneesi…