Imbocchiamo la provinciale verso monte e poco dopo svoltiamo a sinistra su via Divisione alpina cuneense verso la caserma dei Carabinieri. Superato il torrente Vermenagna giungiamo nel piazzale della Croce Rossa.
La giornata non è delle migliori, più in alto la nebbia ristagna, eppure manteniamo un cauto ottimismo. Seguendo il percorso n. 14 (colle di Tenda – frazione Panice) iniziamo il giro sul lato sinistro del Vermenagna (destra idrografica) calpestando il vecchio tracciato dell’antica via Romana che da Limone Piemonte sale verso il confine francese.
Costeggiando sempre lo spumeggiante torrente Vermenagna, percorriamo un primo tratto su pavé, poi su asfalto in regione Fantino e infine su ghiaietta. Circa 1,7 km dalla partenza, a sinistra, troviamo l’indicazione per Panice – Limonetto e colle di Tenda. Il sentiero, dopo una deviazione a destra, conduce alla località Tetti Mecci. Tra le case seguiamo un sentiero che, con un diagonale a sinistra, si infila nel bosco raggiungendo dopo un po’ un bivio.
Lasciata la traccia per punta Buffe e lago Terrasole, tenendo la destra proseguiamo per un altro buon tratto. A un bivio (indicazione Grögia), teniamo la destra avvicinandoci man mano a un ponticello in legno che scavalca un rio. Lo superiamo, poi, seguendo l’indicazione di tre paletti con le tacche bianco/rosse, manteniamo la traccia sbucando nei pressi degli stretti tornanti della statale del colle di Tenda. La attraversiamo e, una quarantina di metri dopo, proseguiamo oltre il guardrail. Un breve tratto ci riconduce all’imbocco della via Romana.
Qui la ritroviamo pressoché originale, dov’è presente e intatta la cosiddetta “summa crusta” costituita da pietre piatte. La bellissima strada, in buono stato di conservazione, percorre l’interno di una folta abetaia secolare.

Tratto della vecchia via Romana © Elio Dutto
Oggi ci tocca scavalcare diversi grossi abeti rossi che il vento aveva sradicato a fine marzo. La strada, dopo un po’ di cammino, raggiunge le prime case di Limonetto.
Incrociato nuovamente il nastro d’asfalto che sale al paese, dopo un’ottantina di metri, sul lato opposto, riprendiamo la via Romana (palina sentiero L14). Ridotta a sentiero nel primo tratto, prosegue in regolare salita inizialmente in un viale di noccioli, poi di frassini e infine in faggeta regalando buone visuali sul vecchio nucleo di Limonetto, indirizzandoci verso il vallone di San Lorenzo, splendida conca erbosa circondata da magnifici prati in fiore.

Limonetto salendo a Prati di San Lorenzo © Elio Dutto

Prati di San Lorenzo © Elio Dutto
Al centro del prato spicca il primo chalet, l’Arrucador (1500 m), che si staglia bene nel verde di quest’ambiente alpino.

Lo chalet Arrucador © Elio Dutto
Lasciata la strada che conduce alla baita (palina), proseguiamo su quella che sale a sinistra. È eccezionale la moltitudine di fiori di ogni tipo che colorano il passaggio tra i fischi di tante allegre marmotte.
Risalendo la destra orografica del vallone di San Lorenzo, con qualche zig-zag sul tratto terminale, passiamo vicino a due abbeveratoi in lamiera e poco dopo con un traverso a sinistra raggiungiamo lo Chalet le Marmotte (1803 m), secondo della lunga serie, posto poco sotto il colle di Tenda.

Salendo allo chalet Le Marmotte © Elio Dutto

Arrivo presso lo Chalet Le Marmotte © Elio Dutto
Qui incrociamo la strada che sale al colle, ma la ignoriamo prendendo a est l’Alta via del sale che evita la salita al forte Centrale.

Sguardo ad ovest. Da sin. Rocca dell’Abisso, rocca Bastera e monte Frisson (foto di repertorio) © Elio Dutto

Sguardo all’indietro sul Forte Centrale © Elio Dutto
Percorriamo alcuni chilometri di questa sterrata molto panoramica, in costante lieve salita, attraversando insenature e piccoli nevai per raggiungere la Baita 2000 (1972 m), terzo chalet, sul luogo dove arriva la seggiovia Cabanaira.

Verso la Baita 2000 © Elio Dutto

Attraversiamo un corto nevaio © Elio Dutto

In prossimità di Baita 2000 (foto scattata qualche giorno dopo) © Elio Dutto
Un po’ oltre passano i pali di sostegno della seggiovia Pancani.
La strada prosegue in discesa appena al di là della seggiovia.

La discesa verso Capanna Niculin (foto scattata qualche giorno dopo) © Elio Dutto
Oggi però siamo completamente immersi nella nebbia. Senza punti di riferimento riprendiamo ancora un po’ la strada, poi, lasciandoci guidare dai pali della seggiovia Pancani che scendono direttamente alla Capanna Niculin (1866 m), raggiungiamo il quarto chalet. Con la sua possente struttura in pietra e legno è ben inserito in questo ambiente di alta montagna.

Capanna Niculin © Elio Dutto

Sul sentiero da capanna Niculin al lago di Terrasole © Elio Dutto
Tornata un po’ di visibilità possiamo nuovamente seguire il sentiero con un leggero diagonale verso destra che ci indirizza al lago di Terrasole (1776 m), detto anche Lagone, incastonato in una conca tra le paretine parzialmente innevate del monte Alpetta.

Scendendo al lago di Terrasole © Elio Dutto

Lago di Terrasole © Elio Dutto
Superato l’estuario riprendiamo la discesa su sentiero immettendoci, più avanti, nella sterrata degli impianti sciistici. Scesi un po’ più a valle ci fermiamo per pranzare al bar Laghetti (1664 m), quinto chalet.

Bar Laghetti © Elio Dutto
Al termine riprendiamo, sempre su sterrata, una lunga discesa che ci porterà a Meire Buffe (1532 m), sesto chalet.

Chalet Meire Buffe © Elio Dutto
Proseguendo oltre per un centinaio di metri, seguiamo a sinistra un sentiero (attenzione: freccia verde su un tombino) che ci inoltra in una splendida, fitta e rigogliosa faggeta.

Nella folta abetaia verso la Grögia © Elio Dutto
Le tacche gialle sugli alberi ci guidano senza errori nella discesa alla Grögia (1386 m), settimo e ultimo chalet di questa escursione.

La Grögia © Elio Dutto
Qui perviene anche una strada carrozzabile dalla frazione Panice sottana ma, per il ritorno, seguiremo il sentiero che l’affianca alla sua destra chiudendo l’anello alla palina Grögia già incontrata all’andata.
Nuovamente sul percorso fatto in mattinata, torniamo a Limone ripassando dai tetti Mecci per poi ricondurci sulla via Romana che torna al paese.
Claudio benzini
29/05/2020 alle 13:09
Bellissimi posti battuti soprattutto d inverno con gli sci ma anche senza neve ugualmente belli?
Elio Dutto
29/05/2020 alle 20:51
Visti in questo momento anche a me hanno fatto un effetto strano. Comunque bei posti.
Danilo
30/05/2020 alle 11:06
Buongiorno volo chiedere se il percorso dei 7 shalet è fattibile anche in mtb? Grazie
Elio Dutto
30/05/2020 alle 11:58
Direi che è quasi tutto percorribile, tranne il tratto di discesa in faggeta che da Meire Buffe scende a la Grögia e il tratto della via Romana dove sono caduti gli abeti.
Tomatis Roberto
30/05/2020 alle 09:40
Molto interessante l’anello dei 7 chalet e il resto descritto molto bene ma se mi posso permettere se è possibile bisognerebbe anche mettere il tempo che ci vuole per percorrere i vari tratti “tempo approssimativo “ così che una famiglia a secondo dell’età dei figli si può organizzare. Grazie e comunque bella iniziativa.
Elio Dutto
30/05/2020 alle 12:01
Ciao Roberto. A grandi linee calcola 2 ore e mezza il tratto da Limone allo chalet delle Marmotte. Altri tre quarti d’ora per raggiungere Baita 2000. Dure ore da lì a scendere a Limone.
Rossella Supporter
04/06/2020 alle 12:22
Buongiorno,
ho visto da una fotografia che è ancora presente della neve, sono tanti i punti ancora innevati e sono necessari i ramponcini?
Grazie e complimenti per il bellissimo sito, ricco di spunti 🙂
Elio Dutto
04/06/2020 alle 13:35
Ciao Rossella. Ora come ora credo non dovrai più calpestare neve, quella che hai visto nella foto sarà già sparita, quindi vi pure tranquilla. Ciao e buona escursione.