Pra di Roburent è un grazioso paesino dell’alta valle Corsaglia dominato dall’imponente campanile della chiesa. Sul lato destro un porticato è diventato una vera galleria d’arte ricca di affreschi, mentre i pilastri che lo sostengono sono arricchiti da centinaia di ceramiche dipinte a mano dagli “Amici della ceramica di Mondovì”.
Dal parcheggio ai piedi della chiesa di Pra (1002 m) saliamo verso l’interno del paese passando davanti agli splendidi Chalets Mongioie lasciando, quattrocento metri dopo, una sterrata sulla destra (sarà la via del ritorno). Dopo altri seicento metri, a un altro bivio, ignoriamo la strada a sinistra che conduce a Vernagli e al bel rifugio La Maddalena.

La sterrata che seguiamo oltre l’abitato di Pra © Cuneotrekking
Il percorso si innalza con ampi zig-zag accostandosi a piccoli nuclei di case che non visitiamo poi, più sopra, raggiunge una baita posta sotto uno spettacolare roccione isolato.

Baite che incrociamo lungo il percorso © Cuneotrekking

Baita sotto il roccione isolato © Cuneotrekking

Proseguendo oltre © Cuneotrekking
La strada prosegue a piccoli tornanti costeggiando altri caseggiati prima di approdare a una radura panoramica affiancata da un ammasso roccioso (1348 m).
Se si ha voglia di salire sulle rocce si può godere di una vista panoramica dell’abitato di Pra e di buona parte della valle Corsaglia. Tra di esse è celata una piccola curiosità: un minuscolo altarino con una campanella.

La radura panoramica © Cuneotrekking

Salendo sull’ammasso roccioso © Cuneotrekking

La chiesa di Pra e un tratto della val Corsaglia viste dal tratto roccioso © Cuneotrekking

Il Mondolè © Cuneotrekking
Il percorso poi si sposta verso destra ai margini di una pineta, e poco oltre tra alcune coltivazioni di mirtilli.
Procedendo oltre le case, dopo un tornante e un mezzo giro, a un bivio lasciamo la strada che prosegue in piano verso destra e seguiamo un percorso meno marcato in salita a sinistra che affianca, poco oltre, una torretta di avvistamento.
Ci troviamo ai margini dell’estesa radura che precede la cresta. Con un ampio giro la strada ci conduce sul displuvio con le valli Roburentello e Casotto, nei pressi di un pannello e di alcuni cartelli segnaletici. Bellissima visuale su Roburent e sul lontano Monviso.
Qui incrociamo la sterrata che da Serra di Pamparato sale al monte Alpet.

Displuvio sulle valli Roburentello e Casotto © Cuneotrekking
Svoltando verso destra andiamo a raggiungere l’arrivo di una seggiovia.
Diverse decine di ragazzi, tra cui un folto gruppo di francesi, al momento del nostro arrivo stanno compiendo dei percorsi downhill e freeride con le loro mountain bike sulle piste che scendono verso Cardini.
Un centinaio di metri dopo ci troviamo sulla cima del monte Alpet (1611 m).

Arrivo al monte Alpet © Cuneotrekking
Una tavola in pietra con tutti i nomi delle montagne contornanti è posta nei pressi della croce e da lì possiamo godere un vasto paesaggio verso il Mongioie (2630 m) e il Pizzo d’Ormea (2476 m).

Veduta del Mongioie © Cuneotrekking
Più tardi iniziamo la discesa verso la colla di Navonera scendendo il pendio nel versante opposto (direzione sud). Il sentierino passa a destra della Roccia Pamparina ed entra, più avanti, in faggeta.

L’entrata in faggeta © Cuneotrekking
Seguendo le tacche bianco/rosse, con un piccolo traverso diagonale verso destra ci ricongiungiamo, dopo circa 700 metri, alla “strada dei cannoni” proveniente dalla cima Robert e dal monte Baussetti.
Al bivio, seguendo la strada dei cannoni, svoltiamo a sinistra all’interno di un’estesa faggeta, aggirando la cima Bric del Lago (1501 m) fino a raggiungere con una discesa le costruzioni della colla della Navonera (1422 m).
Qui, oltre a un piccolo santuario dedicato alla Madonna della Neve è presente sulla radura anche il nuovo rifugio Navonera dell’A.N.A., costruito tra il 2006 e il 2011, che sostituisce quello del 1940.

Colla di Navonera, verso il rifugio omonimo © Cuneotrekking

Il nuovo rifugio Navonera © Cuneotrekking
Per il ritorno a Pra seguiamo la strada sterrata che passa davanti al rifugio e che continua oltre, ignorando in discesa tutte le altre diramazioni.

Il tratto di sterrata che prosegue oltre il rifugio © Cuneotrekking
Proseguiamo con una serie di tornanti nella faggeta su sterrata per un buon tratto fino ad affiancare, a sinistra, un manufatto per la captazione dell’acqua.
Il tratto di discesa seguente, su strada dissestata, ci porta più in basso verso un incrocio con un’altra strada, dove svoltiamo a destra.
Non ci rimane che seguire tutte le pieghe dei valloncelli che, dopo circa 3 chilometri e mezzo di percorso, ci riconducono direttamente alla borgata Pra.

In discesa verso Pra © Cuneotrekking

Ginestre sulla strada del ritorno © Cuneotrekking

Pra © Cuneotrekking
gavino
08/06/2017 alle 13:41
bravi bravi ciao
Elio Dutto
08/06/2017 alle 14:20
Grazie, ciao!
Michela
27/01/2021 alle 10:13
Buongiorno, sapreste dirmi se è fattibile anche ora ,in inverno con la neve ?
Grazie mille e complimenti!
Margherita
08/06/2017 alle 22:32
Grazie per le tue splendide relazioni che ci regali con le tue esperienze montane !
Elio Dutto
09/06/2017 alle 09:08
Grazie a te Margherita. Buone escursioni!
:olga
30/03/2019 alle 15:53
Vorrei fare questa escursione, una domanda:ho una cartina dove il sentiero indica di continuare verso la cappella di san Bernardo per poi svoltare verso sud e raggiungere da qui l’Alpet, ma è più lungo. A vedere la cartina dopo i primi tornanti e raggiunte ultime case la strada sembra finire lì e non continuare verso la cima Alpet. Com’è?
lorenzo
11/06/2017 alle 19:14
Davvero una bella escursione… la frazione di Ora, poi, è un vero gioiellino che non conoscevo!
complimenti come sempre
lorenzo
11/06/2017 alle 19:14
ovviamente era la frazione Pra 🙂
Elio Dutto
12/06/2017 alle 07:40
Grazie Lorenzo!
flavia
08/07/2017 alle 19:51
Spiegazione dettagliata e molto ben documentata grazie anche delle foto.
Oggi abbiamo effettuato questa escursione, ed il percorso è davvero piacevole.
Fondamentale è stata la traccia gpx senza la quale non avremmo completato il giro poiché non siamo riusciti a scorgere il cartello di inizio sentiero in quanto non è sull’incrocio e la vegetazione lo copre parzialmente.
Senza questa pubblicazione non saremmo mai arrivati al monte Alpet.
grazie ancora dell’ottimo lavoro.
Elio Dutto
09/07/2017 alle 13:54
Grazie Flavia per il commento. Siamo soddisfatti per esserti stati utile. Ciao e buone escursioni!!!
Mattia Bertero Supporter
12/05/2018 alle 11:59
Ciao a tutti voi.
Purtroppo gli ultimi due mesi sono stati un disastro come tempo meteorologico e quindi le finestre per le escursioni in montagna sono state ben poche.
Questa mattina c’è stata una piccola finestra mattutina per approfittare di una bella giornata così io e Silvia abbiamo preso la palla al balzo ed abbiamo scelto di fare il Monte Alpet però partendo da Cardini.
Dobbiamo riattivare un po’ le gambe, siamo un po’ fermi a causa proprio il tempo meteorologico, abbiamo scelto qualcosa di semplice e veloce (fin da mezzogiorno sono previsti dei temporali improvvisi con schiarite veloci).
Così alle 7:30 siamo già a Croce dei Cardini dove abbiamo parcheggiato la macchina.
L’escursione di oggi si svolge lungo le strade di servizio degli impianti sciistici di San Giacomo di Roburent.
La via parte un po’ decisa e la salita si presenta subito un po’ dura ma oltre metà percorso si fa decisamente più dolce, bisogna solo stare attenti ai diversi incroci che s’incontrano ma ci sono i cartelli con le indicazioni e perdersi è praticamente impossibile.
Arriviamo in vetta molto presto alle 8:50 siamo già dalla croce di vetta.
Il panorama è stupendo.
Le Alpi Liguri si presentano ancora innevate nella loro bellezza però qualche nuvola sta già iniziando a fare capolino dalla Valle Tanaro ricoprendo poco per volta le vette del Mongioie, del Pizzo d’Ormea e del Antoroto.
La pianura è ricoperta da una colte di nebbia, zero neve lungo il percorso e anche la vetta è completamente sgombra.
Nessun escursionista ha intrapreso questo percorso e quindi il silenzio è totale.
Ci sediamo introno alla croce per ammirare quello che ci circonda, una nota negativa è la scarsità della manutenzione della zona.
Intorno agli impianti ci sono diverse reti di protezione, paletti, sporcizia varia lasciata li abbandonata; inoltre c’è una moto slitta ed un gatto delle nevi con le chiavi inserite nel quadro…
Alle 9:20 dobbiamo già scendere perchè le nuvole stanno diventando minacciose e si dirigono verso di noi.
Alle 10:00 siamo già dalla macchina.
Una toccata e fuga che ci serviva per migliorarci un po’ l’umore visto che ultimamente andare in montagna è molto difficile, io che abituato ad andare una o due volte a settimana è un brutto periodo.
Speriamo che quest’estate sia meglio che ho in mente delle belle escursioni da compiere.
Un saluto da Mattia e Silvia di Mondovì.
Elio Dutto
12/05/2018 alle 17:00
Una toccata e fuga davvero veloce che serve sempre a riattivare le gambe. Quando eravamo stati noi, il 29 aprile dello scorso anno, avevamo trovato moltissime genzianelle vicino alla croce ma anche lungo il percorso. Visto che non ne fai accenno, quest’anno sono così in ritardo?
Ciao.
Mattia Bertero Supporter
12/05/2018 alle 18:03
Non ne ho viste nessuna di genzianella. In realtà di vegetazione nei dintorni della cima c’è solo dell’erba appena spuntata con ancora qualche rimasugliolo di erba secca dell’autunno precedente. I fiori in generale sono parecchio indietro, almeno in quella zona. Ciao.
Lisa
07/01/2019 alle 17:43
Bellissima escursione, semplice ma suggestiva, che abbiamo scelto per riattivarci nei primi giorni dell’anno (approfittando della quasi totale assenza di neve e della giornatona calda e limpida). La traccia GPX è stata davvero utile perchè abbiamo trovato le indicazioni per l’anello un po’ confusionarie, e per questo vi faccio i complimenti per il vostro lavoro!
Splendidi i paeselli, le piccole borgate e i castagneti, che abbiamo guardato con un po’ di nostalgia per l’abbandono in cui versa questa bella valle, e stupendi i boschi ed i pascoli che si attraversano (segnalo, sul tratto finale del sentiero per la Navonera, un bellissimo abbraccio tra una betulla e un castagno, che l’ha quasi completamente inglobata). Una valle poco conosciuta che merita di essere valorizzata e riscoperta.
Da fare e rifare per chi è comodo, poco impegnativa e suggestiva!
Lisa
Elio Dutto
07/01/2019 alle 18:05
Grazie Lisa. Sono d’accordo con te che questa valle dovrebbe essere più valorizzata. Dispiace quando si vede il territorio in abbandono. Abbiamo delle borgate attorno a noi che dovrebbero essere più conosciute. I comuni stessi devono darsi più da fare. Sono contento che hai potuto concludere facilmente questa escursione, seppur con l’aiuto del GPS. Grazie anche dei complimenti. Ciao, a presto per nuove escursioni.
Francesca
13/02/2019 alle 18:44
Sono veramente felice dei commenti positivi sulla mia vallata ,forse poco pubblicizzata ma capace di riservare emozioni che sono comparabili, x panorami e percorsi ,ad altre località montane della nostra provincia. Dal Monte Alpet lo sguardo spazia fino al maestoso Monviso,e nelle limpide giornate fino al golfo di Genova ,!!! Vorrei anche segnalare che il percorso verso la Naonera si può raggiungere partendo da Sant’Anna Collarea e più vicino da San Giacomo di Roburent ,con due itinerari altrettanto belli. Quando giungete a Corsagliola arrivando da Mondovì , si svolta a sinistra e si prende x San Giacomo e già da Sant’Anna ci sono indicazioni x i sentieri che portano al Rifugio La Maddalena situato ai Vernagli .
Le indicazioni sono ben visibili e difficilmente si sbaglia . Buona PASSEGGIATA ☺dimenticavo che chi ama lo sci e le ciaspolate siamo nella stagione giusta ?
Elio Dutto
13/02/2019 alle 20:52
Ciao Francesca, grazie per il feedback. Noi siamo sempre felici quando persone come te, innamorate dei propri luoghi, ci forniscono informazioni o dettagli per frequentare altri percorsi o mete che noi, non del luogo, non conosciamo. Terremo sicuramente a mente (o meglio, scritti sul nostro quadernetto) i tuoi graditi consigli. Ciao, a presto nuovamente dalle tue parti.