Lasciamo l’auto nei pressi del rifugio Balma (1883 m). Nostra intenzione odierna è, naturalmente, la salita al Mondolè senza però seguire la via diretta ma compiendo un percorso ad anello che lo faccia ammirare dai vari versanti.
Dopo qualche qualche decina di metri dal parcheggio, troviamo al bivio l’indicazione per la Colletta Seirasso e Colla Rossa (sentiero E10) (da questo stesso punto parte anche la via diretta, che noi oggi vogliamo evitare, che sale lungo i piloni dello skilift).

Nel tratto iniziale. Al centro la Rocca dell’Inferno © Cuneotrekking
Seguendo verso sinistra la sterrata in leggera discesa, con ampie giravolte lambiamo i fianchi meridionali delle Rocche Giardina. Più avanti, un cartello indicante Magliano Alpi ci comunica che stiamo per entrare in quel comune e la cosa ci colpisce non poco, ben sapendo che il capoluogo si trova ad una cinquantina di chilometri di distanza da qui.
Veniamo così a scoprire che nel XVII secolo Magliano faceva parte del Distretto di Mondovì. Nel 1698 diventa comunità autonoma nell’ambito dello Stato sabaudo. Dopo lunghe vicende amministrative col Comune di Frabosa Soprana, all’atto della divisione del Distretto, avvenuta nel 1875, una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara definitivamente che le Alpi Seirasso, Raschera e Brignola fanno parte integrante del territorio di Magliano Alpi.
Verso quota 1848 m lasciamo a sinistra la strada che prosegue in discesa verso i laghi della Brignola e Raschera e svoltiamo a destra in direzione di una baita e di un torrione isolato detto “Dente di Seirasso” (2000 m). Sul lato sinistro, al di là del rio, compaiono vistose macchie di rododendri ormai verso fine fioritura.
Più avanti perveniamo ad un gias, che andiamo a superare sul lato destro.

Arrivo al Gias © Cuneotrekking

In salita verso la conca erbosa © Cuneotrekking
Mantenendoci centralmente nel valloncello, dopo il superamento di alcuni massi al lato del sentiero, raggiungiamo una magnifica conca erbosa, dalla quale si intuisce la Colletta Seirasso mentre, alla sua sinistra, si evidenzia sempre più la rocciosa Rocca dell’Inferno (2307 m). La grande conca erbosa con, al centro, la Colletta Seirasso © Cuneotrekking
Pochi minuti di salita ci consentono di raggiungere la panoramica colletta, sul displuvio con la Valle Ellero.
Volgendo lo sguardo a destra (nord), si estende una vasta distesa prativa in leggera salita. Tracce di sentiero ci conducono verso le pendici rocciose del Mondolè. Superate le Rocche di Seirasso, attorno alla quota 2214 metri intersechiamo il sentiero diretto per il Mondolè (quello che abbiamo evitato in partenza) ed in salita sullo spigolo ne saliamo il tratto in forte pendenza (tacche di colore rosso-rosa).

In salita dalla Colletta Seirasso © Cuneotrekking

Verso il Mondolè © Cuneotrekking

All’inizio del tratto roccioso © Cuneotrekking
Poco prima di raggiungere la cima i nostri scarponi si imbattono in una vipera aspide, ferma sul sentiero, che non aveva avvertito la nostra presenza. La fotografiamo e la lasciamo nuovamente libera di andarsene. Raggiungiamo la cima che poco prima era avvolta nella nebbia.

La Cima del Mondolè © Cuneotrekking

La vipera incontrata sul sentiero © Cuneotrekking
Un colpo di vento l’ha spazzata via ed ora abbiamo la possibilità di ammirare uno straordinario e magnifico paesaggio sulle Alpi Liguri, molto suggestivo verso il Mongioie, la Cima delle Saline ed il Marguareis. Sulla cima, molto spaziosa, è collocata una grande statua della Madonna e due croci.

La vetta del Mondolè © Cuneotrekking
Ci soffermiamo un bel po’ di tempo; purtroppo non c’è tanta visibilità verso la pianura.

Dalla cima, sguardo sulla Cima delle Saline e Marguareis © Cuneotrekking

Bandierine tibetane sulla cima © Cuneotrekking

Al centro, vicino alla strada, si può notare il rifugio Balma © Cuneotrekking
Per il ritorno, proseguiamo in cresta sul lato nord-ovest (indicazione per Artesina) scendendo poi lungo un tratto in forte pendenza circondato da rododendri.

Nel tratto di discesa © Cuneotrekking

Discesa tra i rododendri © Cuneotrekking
Con percorso semi-circolare ci portiamo ai bordi della profonda dolina che racchiude il laghetto del Mondolè, invisibile perché ancora totalmente coperto di neve.
Lamentiamo in questo punto, ma anche in vari tratti del percorso, la quasi completa mancanza di segnalazioni di tipo visivo (tacche) o di qualche paletto in legno che dia l’opportunità all’escursionista di non perdere la traccia. Anche due signori che incontriamo in questo punto sono dello stesso avviso.
Con l’aiuto delle cartine topografiche individuiamo un lato di discesa che scende a sinistra tra i rododendri verso il piano delle Scalette. Poco più in basso, qualche traccia sulla destra ci conduce all’uscita dell’omonimo passo. L’ultimo tratto di discesa, che ci porterà al laghetto semiartificiale sottostante nei pressi della baita alle Scalette, è abbastanza scosceso.

In vista dell’ultimo laghetto © Cuneotrekking
Raggiunto lo specchio d’acqua, individuo la posizione della grotta ghiacciata nota fin dall’antichità, seminascosta tra le pieghe del Mondolè, che avevo visitato e fotografato qualche tempo fa.

Il laghetto nel finale dell’anello. In alto a sinistra, si noti l’intaglio del Passo delle Scalette. © Cuneotrekking

Foto scattata qualche tempo fa all’interno della grotta ghiacciata © Cuneotrekking
Dalla sterrata raggiunta percorriamo l’ultimo tratto in leggera salita che ci riporterà nuovamente al rifugio Balma.
Claus72
08/07/2013 alle 22:47
Ecco un altro bel giretto che vorrei fare…
avevo letto e sentito che il sentiero e’ poco segnato ma ero curiosissimo di vedere quella zona e grazie a voi seguiro’ passo/passo la vostra traccia gpx!:-)
per curiosita’ i laghetti sono 2 o 1?!grazie.
Cuneotrekking
09/07/2013 alle 11:50
Ciao Claus, sono due, ma il più alto non è visibile per la troppa neve. Non mi resta che augurarti… Buona gita!!!
Simone
14/08/2019 alle 21:18
Abbiamo percorso questo tratto il 13 agosto 2019
Purtroppo, la segnaletica è pressoché nulla lungo la maggioranza del percorso. Dopo il bivio al Dente del Seirasso, senza traccia gps non saremmo riusciti a completarlo (non solo le parti fuori tracciato, ma anche quelle che coincidono con il sentiero)
Inoltre, probabilmente questa stagione non è l’ideale per compiere questo anello in quanto alcune delle vallate sono adesso dedicate all’alpeggio delle mucche, con recinzioni elettrificate che tagliano il sentiero. Le abbiamo superate, ma non è sempre facile.
Mattia Bertero Supporter
16/10/2019 alle 21:48
Ciao a tutti voi.
Questa mattina al lavoro improvvisamente mi balza in testa un’idea.
Solitamente in settimana faccio due allenamenti su presso strade sterrate su in montagna per tenermi in forma per i miei weekend tra i monti, invece mi dico: ma perchè questa volta non tentare di fare una montagna semplice come allenamento?
Pensando e ripensando alle ore di luce disponibili nel pomeriggio ed ai posti vicini a Mondovì mi vengono in mente tre opzioni: Cima Robert, Monte Fantino e Monte Mondolè.
Decido per quest’ultima perchè è quella a parere mio che offre più cose a livello visivo, e poi ha un bel giro ad anello che sono sempre belli da fare.
Così alle 14:00 esco dal lavoro, vado a casa a prendere la roba da montagna e alle 15:10 sono al Rifugio Balma pronto per fare il Mondolè, parcheggio all’incrocio con la sterrata che porta verso il Lago della Brignola.
Il tempo è sereno con una bella temperatura, la pianura è coperta dalla foschia.
Per questioni di tempo rinuncio fin da subito a fare il “giro lungo” proposto da Cuneotrekking che passa da Colletto Seirasso ma prendo il sentiero diretto che segue per un momento lo skylift e poi contorna le Rocche Giardina.
E’ ben segnato e diverse palline segnaletiche evitano di perdersi, sale costante senza grossi strappi.
Il panorama verso il Mongioie si apre sempre di più a mano a mano che salgo, noto alcune nuvole provenienti dalla Valle Tanaro che tentano di fare capolino delle cime.
Prima della congiunzione con il sentiero con il Seirasso il sentiero diventa quasi pianeggiante.
Arrivo alla congiunzione e il panorama si apre verso il Marguareis.
Devo dire che la luce pomeridiana mischiata con le tonalità di giallo della vegetazione creano delle sfumature particolare che non si vedono al mattino.
E’ molto bello.
A destra si vede l’ultima salita prima della vetta, qui la pendenza si fa più sostenuta.
Ed ecco che la croce compare quasi all’improvviso.
Arrivo in vetta al Mondolè alle 16:05, sono salito in 55 minuti!
Ammazza…
Il panorama dalla vetta è superbo: la foschia della pianura si è trasformata in un grande oceano di nuvole bianche, le cime in lontananza verso Nord si vedono abbastanza bene, dal Monviso verso di me il paesaggio è bello nitido, dietro di me le vette delle valli monregalesi sono belle visibili.
Come dicevo la luce del pomeriggio crea dei colori e sfumature molto particolari, il cielo azzurro rivolto al turchese, l’erba gialla diventa ocra, la roccia crea ombre diverse rispetto al mattino.
E’ bellissimo…
Starei per più tempo ma il tempo è tiranno, resto in vetta per 20 minuti prima di iniziare la discesa dal versante opposto rispetto alla salita per completare l’anello.
Il sentiero del ritorno si presenta meno marcato rispetto all’andata e mancano quasi totalmente le tacche, inoltre in molti punti ha una pendenza sostenuta e, siccome non prende molto sole in questo periodo, si presenta bagnato ed saltuariamente ghiacciato.
Mi perdo in un paio di punti in cui mancano del tutto le segnalazioni degli incroci.
E’ impressionante alla mia destra la dolina del laghetto del Mondolè, quest’ultimo è bello visibile in un’ombra perenne.
Qui incontro gli unici escursionisti della giornata: tre ragazzi che stanno salendo verso la vetta.
Intanto al nebbia della pianura inizia a salire e quando arrivo al Lago delle Scalette mi avvolge.
L’ultimo pezzo sulla sterrata che mi riporta verso il Rifugio Balma lo percorro con visibilità quasi nulla e fa freddo.
Arrivo alla macchina alle 17:30.
Bel pomeriggio alternativo, questa idea di fare un’escursione breve e semplice per allenamento settimanale ha funzionato, magari in futuro potrei rifarlo con altri posti.
Un saluto da Mattia da Mondovì.