Il percorso inizia dal fianco destro della chiesa (indicazioni per rifugio Mongioie) su una stradina cementata. Al termine delle ultime case la stradina diventa sterrata e prosegue a zig-zag nel fitto del bosco bosco raggiungendo un praticello con una baita.
Ora un sentiero prende il posto della sterrata e va a raggiungere, più sopra, una seconda baita denominata cabana de Cian Ruscet.

Cabana Cian Ruscet © Cuneotrekking
Il sentiero poi prosegue, ancora zigzagando, fino al Pian Rosso (1550 m). Qui si sdoppia con una traccia che, a sinistra, in pochi minuti va a raggiungere il rifugio Mongioie (lo visiteremo al ritorno).
Proseguiamo in salita verso destra tra folti cespugli di ginestra (dev’essere uno spettacolo in primavera), di ontani e, più avanti, di pini mughi.
Avvicinandoci alle ripide falde della Rocca Garba, dopo un lungo tratto di salita nella macchia usciamo con un traverso e, dopo qualche serpentina nel tratto finale, approdiamo alla bella prateria denominata Pian dell’Olio (2083 m).

Salendo, dopo la macchia, verso Pian dell’Olio © Cuneotrekking

Arrivo al Pian dell’Olio © Cuneotrekking
Da questo punto il paesaggio migliora decisamente e si rafforza la percezione di trovarci nella zona carsica. La salita seguente conduce verso il colletto di fondo valle e, dopo un tratto di salita più ripido, passa un falsopiano puntellato da rocce calcaree.

Proseguendo nel falsopiano… © Cuneotrekking

Verso il Bocchin d’Aseo © Cuneotrekking
Il piacevole sentiero conduce infine al Bocchino d’Aseo (2292 m) che affaccia gli sguardi nella val Corsaglia.
Tenendo la sinistra seguiamo ora, su terreno calcareo e un po’ instabile, la ripida traccia di salita al lato est del Mongioie. Durante l’ascesa si presentano alcuni scorci spettacolari rivolti al lago Raschera (2109 m) adagiato in una piana erbosa, mentre in alto sulle rocce, e più spostato a sinistra, con un po’ di attenzione possiamo notare la grande statua della Madonnina, eretta su un poggio della cresta nord del Mongioie.

Lago Raschera salendo al Mongioie © Cuneotrekking

Pareti calcaree del Mongioie © Cuneotrekking
La salita, faticosa per il tipo di terreno incontrato, termina sul lungo crinale calcareo a metà percorso circa tra la punta del Mongioie e la grande statua della Madonnina.
Svoltando a sud-ovest ci apprestiamo ora a raggiungere la cima che, fortunatamente, troviamo sgombra delle solite nebbie.

Arrivo in cresta. Sguardo verso nord © Cuneotrekking

Salendo la cresta in direzione sud © Cuneotrekking

Cima del monte Mongioie © Cuneotrekking
Il paesaggio a 360 gradi contempla le numerose cime che abbiamo percorso in questi anni. In basso a ovest rivediamo il cratere erboso Ngoro-Ngoro e più indietro la cima delle Saline (2613 m) e del Pian Ballaur (2603 m). A sud-est spiccano le cime del Pizzo d’Ormea (2476 m) e del Bric Conoia (2524 m).
Riprendiamo la discesa sul lato opposto con un bel percorso che si snoda a ridosso delle Rocche del Garbo abbassandosi nel tratto finale verso l’intaglio del Bocchino delle Scaglie (2325 m), chiuso a destra dalla cima delle Colme (2377 m), dove inizieremo la calata nella fantastica gola delle Scaglie.

In discesa verso le Rocche del Garbo © Cuneotrekking

Bocchin delle Scaglie © Cuneotrekking
Accostandoci agli spettacolari torrioni di roccia calcarea (Bricchi neri) che delimitano il lato sinistro della discesa, dopo un primo tratto semplice la pendenza si fa più vivace. È uno spettacolo unico e rimaniamo affascinati da tanta bellezza.

Discesa nella gola delle Scaglie © Cuneotrekking
Più in basso il percorso si sposta al centro del vallone diventando più accidentato. Verso i tre quarti del canalone la ghiaia prende il sopravvento e crea uno scivolo fino a raggiungere i prati erbosi.

A metà della gola delle Scaglie © Cuneotrekking

Sguardo sulle Rocche del Manco © Cuneotrekking

Scendendo verso il termine della gola © Cuneotrekking

Ultimo sguardo in retrospettiva © Cuneotrekking
Raggiunti i prati inferiori, al termine della discesa possiamo sostare per la pausa pranzo. Riprendiamo in seguito il percorso su una traccia che si perde un pochino. Con qualche spostamento obliquo riconquistiamo il sentiero poco più in basso. Ne percorriamo un breve tratto poi lo lasciamo seguendo una scorciatoia verso destra che si dirige al rifugio Mongioie (1550 m), situato su un tratto pianeggiante in buonissima posizione panoramica. Ha una capienza di 48 posti più un camerone che può ospitare altre 22 persone. Rimarrà ancora aperto nei weekend del mese di ottobre e riaprirà per il periodo natalizio.

Rifugio Mongioie © Cuneotrekking
Dal rifugio torniamo sul sentiero e lo ripercorriamo in discesa fino alle case di Viozene.

Discesa verso Viozene © Cuneotrekking
Bruno
13/10/2018 alle 01:19
Questo percorso non l’ho mai fatto. Sono gia’ salito sulla vetta del Mongioie salendo dal Bocchino dell’Aseo, ma partendo dal rifugio Ettore Allegro alla Balma,passando per il lago della Brignola e il lago Raschera oppure dal rifugio Mondovi passando per il passo delle Saline Prossimamente faro’ questa altra variante cosi’ben descritta corredata di foto favolose, come sempre del resto in tutti i percorsi che pubblicate sul sito.
Elio Dutto
13/10/2018 alle 06:29
Ciao Bruno. Anche noi l’avevamo già percorso dal rifugio Mondovì e dal lago della Brignola ma mai da Viozene. Abbiamo chiuso questa lacuna. Se lo percorri da qui fai solo attenzione che non ci sia ancora neve perché la discesa dalle Scaglie potrebbe essere problematica. Grazie per i complimenti. Ciao e buona escursione!
Mattia Bertero Supporter
21/06/2020 alle 16:06
Ciao a tutti voi.
La gita di oggi è stata scelta in base alle previsioni del tempo, che risultavano leggermente più favorevoli nelle Alpi Liguri rispetto ad altre zone della provincia.
Così ho scelto di intraprendere la salita al Monte Mongioie da Viozene per il giro ad anello realizzato dai membri di Cuneotrekking che non ho mai intrapreso, sono sempre salito al Mongioie passando dalla Valle Ellero o dal Rifugio Balma.
Arrivo di buon ora a Viozene, alle 07:45 inizio a partire intraprendendo il sentiero verso il Rifugio Mongioie.
Il tempo è sereno e non fa nemmeno freddo.
Fatico a trovare parcheggio al paese, strano a quest’ora…
Decido di salire senza avere particolare fretta, più che altro cerco di frenare il mio solito passo involontariamente veloce: oggi passo regolare e costante, per usare termini ciclistici oggi sono passista invece che scalatore.
La prima parte nel bosco si svolge senza problemi, incontrando diversa gente diretta verso il rifugio.
Più avanti lascio la via a sinistra verso il rifugio e prendo il sentiero a destra verso il Bocchino dell’Aseo.
La via è ben segnata ed il sentiero è ben tenuto, impossibile perdersi.
Per una volta incontro tanta gente che mi ha preceduto nella salita alla vetta, solitamente sono sempre tra i primi della giornata per la mia natura fin troppo mattiniera, alcuni li sorpasso ma altri li vedo in lontananza fino all’arrivo in vetta.
Tanta gente di prima mattina oggi…
Noto che il passo che ho deciso di tenere mi permette di non fermarmi mai a riprendere le forze, mi fermo solo per fare fotografie oppure per dissetarmi.
Bene, mi sarà utile ad Agosto per il Re di Pietra…
All’altezza del Pian dell’Olio una caratteristica tipica delle Alpi Liguri si presenta a tutti noi intenti nella salita: il tempo peggiora velocemente.
Da Nord arriva la nebbia ed un forte vento gelato, ci costringe a coprirci per bene; fortunatamente per questa escursione ho ancora optato per i pantaloni lunghi che mi salvano le gambe.
Si arriva al Bocchino dell’Aseo in queste condizioni, la salita alla vetta si perde tra le nuvole basse.
Con poca fiducia intraprendo l’ultima ascesa tra sentiero e salita su roccia calcarea, mi sento di sconsigliare quest’ultimo tratto di salita dal Bocchino dell’Aseo fino alla vetta in caso di roccia bagnata, ci sono punti leggermente esposti da intraprendere che possono risultare pericolosi.
Alle 10:20 sono in cima al Mongioie.
Fortunatamente la nebbia che mi ha accompagnato per l’ultima parte dell’ascesa si è alzata ed ha permesso a me ed a tutti i presenti di gustarci un po’ di panorama della zona circostante, il problema è stato che il vento si è amplificato ed è reso ulteriormente più freddo. Sommando anche il fatto che la nebbia si è alzata di quota ma continua a coprire il Sole.
Non si riesce a resistere al lungo in un luogo così esposto a quelle condizioni.
Infatti alle 10:50 devo iniziare al discesa, non riesco più a resistere.
Mi dirigo verso il Bocchino delle Scaglie, incontrando altra gente che sta salendo dalla Valle Ellero, in quel luogo mi fermo per mangiare pranzo in un punto riparato dal vento.
Dal bocchino discesa nella Gola delle Scaglie, è bellissima con le pareti calcaree che ti circondano, curiosa la forma dei torrioni denominati Bricchi Neri.
Il vento finalmente cessa e posso svestirmi ma sopraggiunge un altro problema legato al terreno, questa gola ha una pendenza sostenuta e c’è molta ghiaia.
C’è un alto rischio di scivolamento.
Comunque, prestando attenzione, si arriva ai pascoli sotto la gola.
Qui il sentiero si perde un po’ e bisogna affidarsi alla vista per orientarsi, il mio consiglio è di puntare verso la visibile costruzione del Rifugio Mongioie ci s’immette in una piccola ma visibile insenatura, in quel punto s’incontra un sentiero che punta verso Est.
Prendete quello anche se vi allontana visivamente dal rifugio, è la via giusta per completare l’anello.
Più avanti si ricongiunge con la via dell’andata, che si abbandona pochi metri dopo per imboccare una larga via a destra che punta verso il rifugio.
Lo trovo pieno di gente, avevo intenzione di prendere qualcosa al bar ma desisto per la coda d’attesa.
Non mi resta che puntare verso Viozene per finire l’escursione, dove arrivo alle 13:15.
Tanta gente ancora intenta a salire al rifugio.
Una gita molto appagante nonostante le avverse condizioni del tempo sulla vetta del Mongioie, che comunque non ci hanno impedito di vedere un panorama tutto sommato accettabile per come si era messa la situazione; bellissima ma infida la Gola delle Scaglie.
Dedico questa gita a Antonino “Tonino” Gastaldi, una persona scomparsa improvvisamente pochi giorni fa, con cui avevo uno stretto rapporto personale da molti anni. Amava molto la montagna (volontario nel Soccorso Alpino, 50 anni di escursioni, gare di sci) e sono sicuro che gli ha fatto piacere vedermi lassù nonostante questi giorni difficili.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
21/06/2020 alle 17:27
E’ sempre una bella escursione, quella che hai intrapreso oggi, soprattutto se poi decidi di scendere dal bocchino delle Scaglie. Purtroppo il tempo è quello che decide di farti apprezzare di più o di meno un’escursione. In questo caso non ti ha aiutato molto. Comunque bravo e complimenti.
gessica
06/07/2021 alle 07:55
Salve, volevo sapere se il percorso è fattibile con il cane e se ci sono fonti d’acqua lungo il percorso.
Grazie mille
Elio Dutto
06/07/2021 alle 13:28
Ciao Gessica. Essendo un territorio carsico non ci sono fonti d’acqua lungo il percorso. Col cane penso sia più problematico, specie se fai il ritorno dal bocchino delle Scaglie.