Anello del Passo del Duca

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Il tuo commento

  1. mauvistrekMauro


    Caro Valerio,
    grazie per il completo e bel resoconto di un giro ad anello, i miei preferiti, così interessante.
    L’ho fatto tempo addietro in modo diverso ma sono legatissimo a questi luoghi che consiglio sempre a tutti gli appassionati.
    Ottimo anche il riportare la traccia, ormai strumento indispensabile di escursione per noi ammalati di GPS; comunque senza dimenticare che la cartografia è il supporto che mai ci lascerà ‘a piedi’ (in tutti i sensi).
    Buon cammino a Voi tutti.
    Mauro


  2. Per curiosita’ che ora siete partiti da Pian delle Gorre per trovare il sole al Passo del Duca?!
    Vedere il Marguareis dal Passo e’ sempre un immagine straordinaria!grazie

  3. Osvaldo Cavallo


    Ciao amici, questa è un’escursione molto interessante che da tempo medito di fare in quella valle che non conosco ancora bene. A proposito di ramponi: sono pratici e comodi? Annullano tutti i problemi del ghiaccio sui sentieri? Buone gite! Osvi.


    • Ciao Osvaldo. Se avessimo avuto i ramponi non avremmo avuto problemi quel giorno. Sono indispensabili sui pendii di neve dura o ghiacciata (in quel caso abbinati ad una buona piccozza), ma anche nei sentieri. In quest’ultimo caso esistono dei tipi meno impegnativi, più economici e facili da indossare. Ciao e buone gite anche a te!


  4. Ciao a tutti voi.
    Dopo il via libera del 4 Maggio alla Fase 2 ricomincio anch’io a compiere le mie escursioni in montagna, approfittando del poter svolgere attività motoria lontano da casa con la possibilità di usare la macchina per spostarmi in giro.
    Ho scelto la Valle Pesio per non allontanarmi troppo da casa mia e per percorrere sentieri noti non sapendo lo stato delle mie gambe.
    Arrivo al Piano delle Gorre alle 7:00 senza un’idea ben chiara di dove dirigermi.
    Il tempo è bello sereno e si sta bene come temperatura, poche macchine parcheggiate.
    Mi viene in mente il Passo del Duca perchè una mia amica ci era già stata in settimana e conoscevo la situazione sul sentiero, deciso di salirci per il Gias degli Arpi così da dare un’occhiata veloce al Pis del Pesio.
    Così parto per il sentiero del Pis, passando però per l’Osservatore Faunistico, ho voglia di rivedere della fauna locale dopo tanto tempo.
    Devo ammettere che la prima ora è stata strana, rimanere fermo così a lungo, essere costretti a rimanere a casa, ogni passo mi sembrava una riscoperta di un qualcosa che conoscevo.
    Ho patito un po’ il periodo di ferma, i muscoli hanno ricominciato a lavorare e si fanno sentire, mi sento un po’ appesantito, fortunatamente le gambe come resistenza e il fiato ci sono ancora.
    In poco tempo arrivo al Pis del Pesio: butta bene ma non al massimo, specialmente la cascata centrale un po’ sottotono.
    Svolto verso il Gias degli Arpi dove imbocca la rotabile militare diretta verso il passo.
    Un paio di lingue di neve mi rallentano ma quando arrivo nel sovrastante Vallone degli Arpi mi accorgo che la rotabile per buona parte è ancora coperta di neve.
    In mio aiuto ho i ramponcini che si riveleranno molto utili nei tratti nevosi, la neve risulta un po’ sfondosa, si sente che le temperature ormai non scendono più verso quei limiti in cui diventerebbe ghiacciata.
    Gli ultimi tornanti sono davvero carichi di neve a tal punto che la via sparisce alla vista, la mia esperienza mi viene in aiuto: mi ricordavo che poco più avanti del terz’ultimo tornante c’era una scorciatoia sulla mia sinistra che mi avrebbe permesso di evitare l’ultimo pezzo difficile.
    La prendo e si rivelerà la scelta giusta, mi fa arrivare al Colle del Prel dove incontro un piccolo branco di camosci.
    Un ulteriore taglio ed arrivi al Colle del Prel Superiore.
    Non resta che poche decine di metri per arrivare al Passo del Duca e sono i più difficili: tutti ricoperti di neve con molti punti esposti.
    Calzo nuovamente i ramponcini e li affronto facendo molta attenzione che la neve non è molto solida.
    Ad ogni modo supero l’ultimo tratto e alle 10:00 arrivo al Passo del Duca, decidendo si salire e di sistemarmi sulla piccola altura che si trova alla sua destra se si arriva dalla Valle Pesio.
    Il panorama è stupendo: le previsioni davano un tempo molto variabile tendente al nuvoloso ed invece mi ritrovo in una giornata serena con solo la foschia che nasconde la pianura, il resto è perfettamente visibile.
    Tutto libero da neve le vie che portano a Punta Mirauda ed a Cima Cars passando per Gias Madonna, ancora neve invece nella Conca delle Carsene e su Cima della Fascia.
    Me gusto questi panorami ritrovati, il silenzio ritrovato, i suoni della natura alpina ritrovati, l’aria fresca e pulita ritrovata, il vento fresco ritrovato.
    Il mio io ritrovato…
    Ho già fame e mi mangio il mio pranzo anche se a Mezzogiorno manca ancora parecchio.
    Arriva un ragazzo che passa veloce sul colle e si perde tra i sali e scendi della Conca delle Carsene.
    Penso già al ritorno: la mia amica era ritornata indietro per la via di salita, la mia idea iniziale è di tornare per il Gias dell’Ortica e il Passo di Baban, ma la possibilità di trovare lingue di neve su quest’ultimo mi ha fatto desistere, quel passo poi è particolarmente esposto.
    Alle 10:40 inizio la mia discesa tornando indietro, però al Colle del Prel Superiore la svolta.
    Arriva un ragazzo che è salito dal Vallone del Marguareis, parlandoci insieme mi dice che il sentiero è sbombro dalla neve per quasi tutta la sua totalità.
    Non avevo considerato il ritorno per quel vallone, è sempre un tratto in cui in inverno ci sono tante valanghe e lo ritenevo ancora inagibile.
    Ed invece…
    Saluto il ragazzo che si dirige verso il Passo del Duca.
    Non mi resta che tornare attraverso la nuova via indicata: supero solamente 4 lingue di neve, i ramponcini mi sono serviti ancora una volta, per il resto tutta pulita.
    Buttando l’occhio sembra che anche la salita verso il Garelli sia già praticabile.
    Il resto della discesa prosegue molto tranquillamente, incontro altre persone dal Gias Sottano di Sestrera in giù, tutte rigorosamente a distanza, un paio con le mascherine.
    Arrivo al Piano delle Gorre alle 13:00 ed è intasato di auto, scendendo con la macchina anche il resto dei parcheggi prima di Villaggio Ardua sono esauriti.
    Inoltre molta gente a passeggiare sulla strada, anche tanti ciclisti in salita.
    Si vede che la gente voleva proprio uscire.
    La prima escursione dopo la quarantena ha avuto un gusto molto bello: in primis giornata di sole stupenda contro ogni previsione meteorologica, ma più che altro è che ogni passo che compievo ritrovavo quel me stesso che avevo lasciato tra i monti in attesa di recuperarlo.
    Era lassù in quarantena anche lui tra le rocce.
    Una sensazione di liberazione, di calma e pace interiore.
    Le gambe sono ancora presenti, solo un pelo appesantite ma le mie solite tempistiche ci sono ancora.
    Un saluto da Mattia di Mondovì.