Seguendo a sinistra la bella sterrata forestale che sale verso la testata del vallone, dopo un chilometro e mezzo circa raggiungiamo lo spiazzo dove hanno inizio gli itinerari per il rifugio Garelli, porta Sestrera, il passo del Duca e la capanna Morgantini. Svoltiamo verso destra (Sentiero H10 – Passo del Duca) e, dopo aver superato il ponticello panoramico sotto la cascata del Saut proseguiamo nuovamente sulla sterrata ex militare per inoltrarci nel Vallone degli Arpi.

Dal Gias Sottano di Sestrera veduta sulle alture del passo © Cuneotrekking
Arrivati al rio notiamo che, in vista delle nevicate che verranno e di probabili slavine, è stata tolta la passerella per proseguire nel vallone. Il torrente è abbastanza impetuoso e non riusciamo a scavalcarlo in nessun modo. Mi consulto con Fulvio. Non rimane che fare dietro-front di qualche centinaio di metri fino allo spiazzo della partenza dei vari sentieri e percorrere quello in direzione del rifugio Garelli.
Dopo un po’ di tortuoso cammino superiamo su un ponticello in legno il rio Sestrera che, appena più in basso, dà origine alle cascate del Saut. Ancora qualche minuto e arriviamo nei pressi del Gias Sottano di Sestrera (1341 m), dove si ha un primo approccio visivo del massiccio del Marguareis e dove il percorso si sdoppia. A sinistra si va direttamente al rifugio Garelli, a destra invece in direzione del vallone del Marguareis.
Seguendo quest’ultima direzione ci inoltriamo con bellissimo percorso in un fitto bosco di faggi, scavalcando più avanti un ponticello in legno che supera un rio.

Nell’ombrosa e fitta faggeta © Cuneotrekking
Siamo nel vallone del Salto e giunti al termine del boschetto seguiamo la traccia che prosegue sotto le imponenti cime del massiccio del Marguareis. Qui, verso quota 1470 m, cominciamo a calpestare la prima neve che ci accompagnerà per il restante tragitto.
Il sentiero segue l’andamento del vallone e passa accanto ad alcuni massi erratici disseminati lungo il percorso. Più avanti piega verso sinistra in direzione del laghetto del Marguareis e del rifugio Garelli.

Inizio del vallone del Marguareis © Cuneotrekking

Poco prima del bivio per il passo del Duca © Cuneotrekking

Visuale alle nostre spalle © Cuneotrekking
Verso la metà del vallone, all’indicazione del passo del Duca, abbandoniamo il sentiero principale e deviamo a destra (ovest) seguendo il lungo traverso ascendente che taglia la base delle rocce Scarason puntando lontano verso un’insenatura tra le rocce. Tutto si svolge in una zona fredda e ombrosa.

Sul sentiero del passo del Duca © Cuneotrekking

Verso il passo © Cuneotrekking
Finalmente, verso il termine, i raggi del sole escono dalla sagoma del Marguareis e ci irradiano.

Il sole spunta dal Marguareis © Cuneotrekking

Sulle balze finali © Cuneotrekking
Volgendo lo sguardo ad est notiamo bene il rifugio Garelli, situato sulla sponda opposta.

Al centro della foto si può notare il rifugio Garelli e, al fondo, l’intaglio di Porta Sestrera © Cuneotrekking

La parte terminale del vallone del Marguareis © Cuneotrekking
Superiamo in sequenza due piccole balze prima di arrivare ad una sella panoramica in prossimità del Passo del Duca.

Verso la sella panoramica © Cuneotrekking

Gli ultimi metri per raggiungere il passo del Duca (a destra della foto) © Cuneotrekking
Al passo, inserito sul fianco nord della Testa del Duca (2052 m), mancano un’ottantina di metri di dislivello che noi, prontamente, ci accingiamo a percorrere.
Svoltati a sinistra iniziamo l’ultimo tratto di salita ma, dopo aver percorso alcune decine di metri su un manto di neve non più spesso di cinque centimetri, dopo qualche scivolata ci accorgiamo che sotto c’è uno strato di ghiaccio vivo. Ci spostiamo allora fuori sentiero ma anche lì permane il problema. Senza ramponi non possiamo più continuare la salita verso il passo. Peccato, anche perché la nostra intenzione era quella di proseguire ancora verso il Gias dell’Ortica, al limitare della conca delle Càrsene.
Con rammarico torniamo al colletto, dove interrompiamo forzatamente l’escursione con uno spuntino; il tutto con un ottimo panorama a giro d’orizzonte sulla Cima Cars e sulle Cime di Serpentera (2344 m), Marguareis (2651 m), Cima della Fascia (2491 m) e Bisalta (2404 m).

Dalla sella sguardo d’insieme del massiccio del Marguareis © Cuneotrekking

Al fondo, il Bric Costa Rossa imbiancato e le due punte della Besimauda senza neve © Cuneotrekking

Cima della Fascia vista dalla sella © Cuneotrekking
Più tardi decidiamo di tornare con un trekking ad anello scendendo nell’opposto vallone degli Arpi. Anche qui un buon tratto lo dobbiamo fare con cautela per il ghiaccio presente lungo il sentiero di discesa.

Discesa nel vallone degli Arpi © Cuneotrekking
Raggiunto il Colle del Prel (1856 m) iniziamo a percorrere una lunga serie di tornanti che confluiscono nella strada ex militare che si dirige verso la cascata del Saut. La strada (in diversi punti protetta da muri in pietra) passa sotto le ripide pareti della Testa Murtel (2064 m).
Più in basso, dobbiamo porre un po’ di attenzione per uno scivoloso duplice passaggio di una frana. Entrati poi nel bosco di faggi non teniamo conto di due deviazioni laterali e andiamo a raggiungere più in basso il casotto e la fontana del Gias degli Arpi (1435 m). Dopo poche decine di metri abbandoniamo la strada che continua la discesa verso le cascate del Saut (che non percorriamo per il problema della passerella) e seguiamo, a sinistra, l’indicazione per il Pis del Pesio e il Gias Fontana (palina).
Scendendo nel bosco abbiamo ampi scorci a distanza del Pis del Pesio, in questo momento con poca acqua. Poco più avanti, ad un bivio, abbandoniamo il sentiero che risale al Pis del Pesio e svoltiamo a destra in direzione del Gias Fontana che raggiungiamo più in basso. Qui altri sentieri proseguono per il Passo di Baban, il Gias dell’Ortica, il Colle del Carbone (sentiero H11) e i gias del Vaccarile (sentiero H12). Da questo punto riprendiamo quello che scende in una mezz’oretta alla confluenza del torrente Pesio poi, svoltando a destra, raggiungiamo in pochi minuti di cammino il parcheggio del Pian delle Gorre.
mauvistrekMauro
25/11/2014 alle 13:09
Caro Valerio,
grazie per il completo e bel resoconto di un giro ad anello, i miei preferiti, così interessante.
L’ho fatto tempo addietro in modo diverso ma sono legatissimo a questi luoghi che consiglio sempre a tutti gli appassionati.
Ottimo anche il riportare la traccia, ormai strumento indispensabile di escursione per noi ammalati di GPS; comunque senza dimenticare che la cartografia è il supporto che mai ci lascerà ‘a piedi’ (in tutti i sensi).
Buon cammino a Voi tutti.
Mauro
Valerio Dutto
26/11/2014 alle 09:50
Ciao Mauro! Grazie per i complimenti, che giro a Elio, l’autore dell’articolo. A presto!
Claus72
25/11/2014 alle 14:23
Per curiosita’ che ora siete partiti da Pian delle Gorre per trovare il sole al Passo del Duca?!
Vedere il Marguareis dal Passo e’ sempre un immagine straordinaria!grazie
Elio Dutto
25/11/2014 alle 17:48
Siamo partiti alle 8:30. E’ davvero un luogo straordinario, e questa Val Pesio è proprio piena di belle sorprese. Ciao
Osvaldo Cavallo
10/01/2015 alle 22:24
Ciao amici, questa è un’escursione molto interessante che da tempo medito di fare in quella valle che non conosco ancora bene. A proposito di ramponi: sono pratici e comodi? Annullano tutti i problemi del ghiaccio sui sentieri? Buone gite! Osvi.
Elio Dutto
11/01/2015 alle 17:46
Ciao Osvaldo. Se avessimo avuto i ramponi non avremmo avuto problemi quel giorno. Sono indispensabili sui pendii di neve dura o ghiacciata (in quel caso abbinati ad una buona piccozza), ma anche nei sentieri. In quest’ultimo caso esistono dei tipi meno impegnativi, più economici e facili da indossare. Ciao e buone gite anche a te!
Mattia Bertero Supporter
09/05/2020 alle 14:51
Ciao a tutti voi.
Dopo il via libera del 4 Maggio alla Fase 2 ricomincio anch’io a compiere le mie escursioni in montagna, approfittando del poter svolgere attività motoria lontano da casa con la possibilità di usare la macchina per spostarmi in giro.
Ho scelto la Valle Pesio per non allontanarmi troppo da casa mia e per percorrere sentieri noti non sapendo lo stato delle mie gambe.
Arrivo al Piano delle Gorre alle 7:00 senza un’idea ben chiara di dove dirigermi.
Il tempo è bello sereno e si sta bene come temperatura, poche macchine parcheggiate.
Mi viene in mente il Passo del Duca perchè una mia amica ci era già stata in settimana e conoscevo la situazione sul sentiero, deciso di salirci per il Gias degli Arpi così da dare un’occhiata veloce al Pis del Pesio.
Così parto per il sentiero del Pis, passando però per l’Osservatore Faunistico, ho voglia di rivedere della fauna locale dopo tanto tempo.
Devo ammettere che la prima ora è stata strana, rimanere fermo così a lungo, essere costretti a rimanere a casa, ogni passo mi sembrava una riscoperta di un qualcosa che conoscevo.
Ho patito un po’ il periodo di ferma, i muscoli hanno ricominciato a lavorare e si fanno sentire, mi sento un po’ appesantito, fortunatamente le gambe come resistenza e il fiato ci sono ancora.
In poco tempo arrivo al Pis del Pesio: butta bene ma non al massimo, specialmente la cascata centrale un po’ sottotono.
Svolto verso il Gias degli Arpi dove imbocca la rotabile militare diretta verso il passo.
Un paio di lingue di neve mi rallentano ma quando arrivo nel sovrastante Vallone degli Arpi mi accorgo che la rotabile per buona parte è ancora coperta di neve.
In mio aiuto ho i ramponcini che si riveleranno molto utili nei tratti nevosi, la neve risulta un po’ sfondosa, si sente che le temperature ormai non scendono più verso quei limiti in cui diventerebbe ghiacciata.
Gli ultimi tornanti sono davvero carichi di neve a tal punto che la via sparisce alla vista, la mia esperienza mi viene in aiuto: mi ricordavo che poco più avanti del terz’ultimo tornante c’era una scorciatoia sulla mia sinistra che mi avrebbe permesso di evitare l’ultimo pezzo difficile.
La prendo e si rivelerà la scelta giusta, mi fa arrivare al Colle del Prel dove incontro un piccolo branco di camosci.
Un ulteriore taglio ed arrivi al Colle del Prel Superiore.
Non resta che poche decine di metri per arrivare al Passo del Duca e sono i più difficili: tutti ricoperti di neve con molti punti esposti.
Calzo nuovamente i ramponcini e li affronto facendo molta attenzione che la neve non è molto solida.
Ad ogni modo supero l’ultimo tratto e alle 10:00 arrivo al Passo del Duca, decidendo si salire e di sistemarmi sulla piccola altura che si trova alla sua destra se si arriva dalla Valle Pesio.
Il panorama è stupendo: le previsioni davano un tempo molto variabile tendente al nuvoloso ed invece mi ritrovo in una giornata serena con solo la foschia che nasconde la pianura, il resto è perfettamente visibile.
Tutto libero da neve le vie che portano a Punta Mirauda ed a Cima Cars passando per Gias Madonna, ancora neve invece nella Conca delle Carsene e su Cima della Fascia.
Me gusto questi panorami ritrovati, il silenzio ritrovato, i suoni della natura alpina ritrovati, l’aria fresca e pulita ritrovata, il vento fresco ritrovato.
Il mio io ritrovato…
Ho già fame e mi mangio il mio pranzo anche se a Mezzogiorno manca ancora parecchio.
Arriva un ragazzo che passa veloce sul colle e si perde tra i sali e scendi della Conca delle Carsene.
Penso già al ritorno: la mia amica era ritornata indietro per la via di salita, la mia idea iniziale è di tornare per il Gias dell’Ortica e il Passo di Baban, ma la possibilità di trovare lingue di neve su quest’ultimo mi ha fatto desistere, quel passo poi è particolarmente esposto.
Alle 10:40 inizio la mia discesa tornando indietro, però al Colle del Prel Superiore la svolta.
Arriva un ragazzo che è salito dal Vallone del Marguareis, parlandoci insieme mi dice che il sentiero è sbombro dalla neve per quasi tutta la sua totalità.
Non avevo considerato il ritorno per quel vallone, è sempre un tratto in cui in inverno ci sono tante valanghe e lo ritenevo ancora inagibile.
Ed invece…
Saluto il ragazzo che si dirige verso il Passo del Duca.
Non mi resta che tornare attraverso la nuova via indicata: supero solamente 4 lingue di neve, i ramponcini mi sono serviti ancora una volta, per il resto tutta pulita.
Buttando l’occhio sembra che anche la salita verso il Garelli sia già praticabile.
Il resto della discesa prosegue molto tranquillamente, incontro altre persone dal Gias Sottano di Sestrera in giù, tutte rigorosamente a distanza, un paio con le mascherine.
Arrivo al Piano delle Gorre alle 13:00 ed è intasato di auto, scendendo con la macchina anche il resto dei parcheggi prima di Villaggio Ardua sono esauriti.
Inoltre molta gente a passeggiare sulla strada, anche tanti ciclisti in salita.
Si vede che la gente voleva proprio uscire.
La prima escursione dopo la quarantena ha avuto un gusto molto bello: in primis giornata di sole stupenda contro ogni previsione meteorologica, ma più che altro è che ogni passo che compievo ritrovavo quel me stesso che avevo lasciato tra i monti in attesa di recuperarlo.
Era lassù in quarantena anche lui tra le rocce.
Una sensazione di liberazione, di calma e pace interiore.
Le gambe sono ancora presenti, solo un pelo appesantite ma le mie solite tempistiche ci sono ancora.
Un saluto da Mattia di Mondovì.
Elio Dutto
10/05/2020 alle 20:43
Bravo Mattia. Avevamo anche noi in mente quel posto ma l’abbiamo scartato all’ultimo momento per un’altra escursione. Non hai fatto caso se c’è già la passerella oltre le cascate del Saut?
Mattia Bertero Supporter
10/05/2020 alle 21:39
Ciao Elio.
Sai che non ci ho fatto caso, non sono passato per le cascate: in discesa dal Vallone del Marguareis sono andato dritto a Piano delle Gorre.
Elio Dutto
11/05/2020 alle 09:24
L’ho pensato, ma pazienza.