Seguiamo la comoda rotabile che sale verso il rifugio Migliorero. Superiamo la catena che impedisce la prosecuzione ai mezzi non autorizzati e poco prima della cascata Pisciai la abbandoniamo per seguire a sinistra il sentiero Whymper (P 26a).

Arrivo alla cascata Pisciai © Giuseppe Basso
Scavalcato il rio su passerella ci trasferiamo sulla riva opposta. La salita prosegue ripida tra erba, rododendri e arbusti vari portandoci sull’ampio pianoro superiore nei pressi del gias Ischiator (1913 m).
Da lì proseguiamo sulla stradina svoltando a destra al bivio successivo ricollegandoci al sentiero che sale la destra orografica. Al centro del vallone è ben visibile il rifugio Migliorero (2100 m) posto su un alto poggio.

Il rifugio Migliorero (foto scattata il 22 luglio 2021) © Elio Dutto
Poco prima di svoltare verso il rifugio (2065 m, palina per il passo di Rostagno) deviamo a destra per continuare sul sentiero che, oltre una breve pietraia, si dirige con lunghi traversi nel ripido avvallamento a nord-ovest.
Superati un paio di bunker (2149 m) proseguiamo a zig-zag in direzione di una presa dell’acqua (2260 m). Nell’avvallamento superiore la pendenza si attenua per impennarsi nuovamente nel tratto finale fino al passo di Rostagno (2536 m), dove si apre una splendida visuale sul vallone del Piz e verso le punte di Schiantalà (2931 m), la bassa omonima, la punta Zanotti (2734 m) e il Becco Alto del Piz (2912 m).

Verso il oasso di Rostagno © Elio Dutto
Lasciato il sentiero che prosegue in discesa verso il rifugio Zanotti (2144 m), deviamo a destra (est) scavalcando un primo tratto roccioso (sentiero per escursionisti esperti). Subito dopo la salita riprende per superarne un altro più ostico che grazie al lavoro dei soci del CAI di Fossano è stato attrezzato con catene d’acciaio.

Nel tratto protetto con catene d’acciaio © Giuseppe Basso

Nel tratto protetto con catene d’acciaio © Elio Dutto
Superato questo se ne ripresenta un secondo più ripido, anch’esso attrezzato con catene, che va a scollinare su un bel ripiano panoramico, dirimpettaio del Becco alto di Rostagno.

Nel tratto protetto con catene d’acciaio © Elio Dutto

Nel tratto protetto con catene d’acciaio © Giuseppe Basso
La visuale che ora si presenta a sud-ovest, dominata dal Becco Alto dell’Ischiator (2996 m) e dal Corborant (3010 m), si espande verso il vallone superiore del Piz, con le punte di Schiantalà (2931 m), il Becco Alto del Piz (2912 m) e il Tenibres (3030 m) mentre, alle nostre spalle, svetta solitaria ed elegante la Testa della Costabella del Piz che ci apprestiamo a raggiungere.

Testa della Costabella del Piz vista dal ripiano panoramico © Elio Dutto

Il vallone dell’Ischiator © Giuseppe Basso
Dal panoramico ripiano la salita riprende, ora più semplice, e segue la cresta (tacche bianco/rosse) fino a raggiungere il cippo con una piccola croce in legno posto sulla Testa della Costabella del Piz (2760 m), punto più alto dell’itinerario.

Salita alla Testa di Costabella del Piz © Giuseppe Basso
Il panorama è incantevole e spazia a trecentosessanta gradi sulle Alpi Marittime e Cozie.

Sulla Testa di Costabella del Piz © Giuseppe Basso

Zoom verso il Becco Alto dell’Ischiator e il lago di Laris © Elio Dutto
Successivamente riprendiamo la marcia in cresta che flette poco dopo verso una conca (2712 m) che risaliamo fino a una puntina con una modesta croce composta da due semplici barre di ferro (2743 m).

Il percorso riprende © Giuseppe Basso

Piccola croce su una cima intermedia © Elio Dutto
Più avanti, su percorso sempre altalenante, raggiungiamo alcune frastagliature rocciose che superiamo agevolmente per poi proseguire e abbassarci (lato rifugio Migliorero) su terreno di rocce più grandi sfiorando le pendici del monte Ciaval (2641 m).

Parziale veduta del Sentiero balcone © Elio Dutto

Tratto su rocce © Giuseppe Basso

Scendendo da un tratto roccioso © Elio Dutto
Poco dopo raggiungiamo un bivio (2603 m, palina), che noi ignoriamo, che scende nella comba Gias Verde e al rifugio Migliorero e che può essere usato come scorciatoia o ripiego.
Da questo punto il sentiero, diventato molto più evidente, prosegue la sua lunga corsa mantenendosi sempre sul lato vallone dell’Ischiator. Poco prima del monte Schiatau (2598 m), che lasciamo a sinistra, ci fermiamo per pranzare con visuali strepitose sul vallone dell’Ischiator, sul dirimpettaio monte Seita (2407 m) e verso tutte le cime delle Alpi Marittime spingendosi addirittura alla lontana Bisalta (2404 m).
Riprendiamo la marcia su sentiero ben marcato e altalenante aggirando facili costoni, insenature e la Testa di Cavias portandoci a raggiungere, molto più avanti, la colletta Bernarda (2401 m), con un panorama sulla lontana Bersezio.

Verso la colletta Bernarda © Elio Dutto

Dalla colletta Bernarda © Elio Dutto
Evitiamo questa volta la salita al monte Vaccia (2472 m) per seguire un successivo tratto in discesa che plana su splendide ed estese praterie nelle vicinanze di una casermetta semidiroccata con lo sfondo del monte Bersaio (2386 m) e di Rocca la Meja (2831 m).

Casermetta con lo sfondo del Bersaio (in primo piano a destra) e Rocca la Meja (in secondo piano al centro) © Elio Dutto
Al bivio (2263 m, palina per Besmorello) iniziamo la lunga e interminabile discesa nel fitto bosco di conifere che termina presso le abitazioni della borgata Luca.
Un breve tratto di salita ci riporta infine presso il ponte del Medico (1544 m), dove chiudiamo l’anello.
Paolo Gandino Supporter
07/10/2021 alle 14:53
Ciao Elio. Ho fatto ieri l’escursione proposta; è veramente bella, piacevole e interessante con panorami stupendi (mi piace definirli “colpo d’occhio”). Vorrei segnalare che sono in corso i lavori per l’asfaltatura della strada fino al ponte del Medico. Un GRAZIE al CAI di Fossano per le catene al Passo di Rostagno, sono molto utili. Buon Pomeriggio a tutti. Paolo
Elio Dutto
08/10/2021 alle 13:06
Ciao Paolo. Se hai trovato una bella giornata è un giro veramente stupendo. Bene per l’asfaltatura fino al ponte del Medico. Ciao e grazie per il feedback