Percorriamo via Roma sul piccolo marciapiede e superiamo il semaforo al termine del paese. Proseguiamo ancora duecento metri e poi svoltiamo a destra sulla stradina asfaltata che si arrampica in direzione della borgata Pirone.
Più su ignoriamo la deviazione a sinistra verso le grotte (da cui faremo ritorno) e dopo ulteriori cinquecento metri affianchiamo una curiosa cavità naturale, la barmo de Chocho, con tanto di panchina in legno al suo interno. Anche se è difficile rendersene conto siamo proprio sopra alla verticale delle grotte.
La strada prosegue fino alla borgata Pirone (1.080 m), con la sua chiesetta ottocentesca, un curioso misto di case ristrutturate con gusto e ruderi in pietra in ottima posizione panoramica sulla media valle Stura.

Borgata Pirone è un curioso misto di case ristrutturate con gusto e ruderi in pietra © Valerio Dutto

La stradina diventa sterrata e passa davanti alle case © Valerio Dutto
Continuiamo a seguire la stradina, ora diventata sterrata, che passa davanti alle case e svolta verso nord diventando una mulattiera che segue fedelmente il versante.

Sulla mulattiera che segue fedelmente il versante © Valerio Dutto
Più avanti ignoriamo la deviazione a destra verso la testa di Peitagù, interessantissimo percorso che si sviluppa in una gola rocciosa apparentemente inaccessibile, per scendere qualche metro a sinistra e attraversare il rio Borbone.
Percorriamo un idilliaco tratto balcone praticamente pianeggiante, con panorami via via migliori sul tratto appena percorso, per poi scendere verso le case Baile (fontana), dopo cui il sentiero confluisce su una stradina sterrata che serpeggia quasi in piano.

L’idilliaco tratto balcone praticamente pianeggiante © Valerio Dutto

Ancora sul sentiero balcone © Valerio Dutto

Le case Baile © Valerio Dutto
Dopo duecento metri, prima di arrivare a Castellar delle Vigne, svoltiamo a sinistra (palina) su un sentiero che ci conduce verso un grande pratone.

Sguardo all’indietro sulla borgata Pirone © Valerio Dutto

Ai margini del pratone © Valerio Dutto

Sopra Noemi e Giorgia le case Baile © Valerio Dutto
Dopo un centinaio di metri il sentiero svolta improvvisamente a sinistra per discendere con alcuni tornanti il ripido versante (questo tratto è da evitare con i bimbi quando c’è ancora neve).
In breve scendiamo a La Comba (900 m), un gruppo di case, una delle quali ancora con il tetto in paglia tipico della zona, ai piedi di caratteristici pinnacoli rocciosi. È un buon posto per fare una pausa.

La Comba ai piedi di caratteristici pinnacoli rocciosi © Valerio Dutto

Dettaglio del tetto in paglia © Valerio Dutto
Ripreso il cammino imbocchiamo la sterrata che scende verso la statale e al primo bivio l’abbandoniamo per svoltare a sinistra (palina) sul vero e proprio percorso della riserva naturale Grotte di Aisone.

Sul sentiero in perfette condizioni © Valerio Dutto
Il sentiero, in perfette condizioni, con tanto di gradini realizzati con tronchi di legno che aiutano a superare i tratti più ripidi, si snoda ai piedi delle verticali pareti calcaree nelle quali si sono create cavità naturali: le “balme”, ossia ripari ai quali la roccia fa da tetto.

Giorgia mi ha spiegato che gli alberi amano essere accarezzati! © Valerio Dutto

Un tratto con gradini realizzati con tronchi di legno © Valerio Dutto

La statale scorre poco distante più in basso © Valerio Dutto

La prima grande balma © Valerio Dutto
Le grotte erano frequentate nel neolitico e, nella seconda metà del Novecento, alcuni scavi hanno portato alla luce ossa di animali, punte di selce, vasi e addirittura una sepoltura infantile. Purtroppo lungo il percorso vi sono pochi pannelli informativi e i contenuti non sono adatti ai bimbi (mentre non mancano i tantissimi cartelli che ci ricordano che siamo in una riserva). Un’occasione persa per avvicinarli a questi interessanti temi.

Il sentiero nella riserva naturale Grotte di Aisone © Valerio Dutto

Passaggio sotto un enorme masso incastrato © Valerio Dutto

Un’altra balma © Valerio Dutto
Superata la falesia passiamo accanto a pini infestati di nidi di processionaria, purtroppo molto comune in queste zone, e affianchiamo un grande cervo in alluminio spazzolato che domina Aisone e la bassa valle Stura, installazione dell’artista Paolo Grassino.

Il grande cervo che domina Aisone e la bassa valle Stura © Valerio Dutto
Poco oltre ci ricolleghiamo alla stradina asfaltata percorsa al mattino. La seguiamo in discesa verso destra e al primo tornante la abbandoniamo per prendere un sentierino a sinistra che ci riporta all’altezza del semaforo a monte di Aisone. Di qua non ci resta che tornare all’auto concludendo questo piacevole percorso.
Albino
26/02/2021 alle 12:29
Grazie per le vostre belissime escursioni. Poi se l’ha fatta Giorgia…non deve essere neppure troppo faticosa. La metto in agenda!
Valerio Dutto
26/02/2021 alle 20:54
Ciao Albino, è molto carina, ne vale la pena!
Flora
08/05/2021 alle 22:49
Anello percorso oggi! Bello! E farlo dopo aver letto la vostra esperienza nei dettagli è stato come ripercorrerlo una seconda volta! Bravi! E grazie!
Paolo Supporter
15/05/2021 alle 14:41
Percorso provato oggi, davvero carino e per tutti. Ottimo per sgranchirsi le gambe e fareun po di fiato
Cristina
23/02/2022 alle 14:25
Bella gita! L’abbiamo fatta il 20 febbraio scorso, ma con nostro dispiacere, quest’anno la processionaria è già in schiusa, probabilmente a causa del caldo anomalo di questo inverno… Occhio dunque, soprattutto per i nostri amici a 4 zampe!