Seguiamo la sterrata che si dirige, a sinistra, nel vallone di Traversagne. Alcuni tranquilli tornanti ci conducono all’interno di una conca, chiusa al fondo dalla Rocca Vuorzè (2349 m).
Poco più avanti un cartello indicatore segna la deviazione per la Costa Sturana. Abbandoniamo lo sterrato per seguire, a sinistra, quel percorso guadando un ruscello. Il sentiero, tendente a raggiungere la sinistra della Rocca Vuorzè, sale un lungo tratto a serpentina tra cespugli di ontano, rododendri e mirtilli.
È bello, ogni tanto, volgere lo sguardo indietro per ammirare la Rocca Senghi posta all’inizio del vallone di Rui.

Salendo, vista su Rocca Senghi © Cuneotrekking
Questo tratto di salita ci ha condotti al colletto di Traversagn (2324 m). Affacciandoci a sinistra di una baita possiamo godere un’ottima visuale a tutto campo sull’ampio sottostante pianoro di Traversagn, su Rocca la Marchisa (3072 m), che si staglia al fondo, sul monte Faraut (3048 m) e sul monte Pence (2832 m).

Dal colletto, veduta del Pian di Traversagn © Cuneotrekking
Lasciata proseguire la stradina che scende verso il basso, svoltiamo a sinistra seguendo un sentiero fatto di lunghi traversi tagliando pendici scoscese.

Salendo le ripidi pendici © Cuneotrekking
Il tratto percorso, dopo una svolta a destra, ci ha trasportati su un grande prato con splendida visuale su Punta Rasis (2630 m) e sul più distante Monte Maurel (2604 m).

Punta Rasis e monte Maurel © Cuneotrekking
Guadagnata l’ampia cresta raggiungiamo finalmente la Costa Sturana.
Svoltando a destra (sud) lasciamo a poca distanza l’arrotondata Testa Rasis (2614 m) per seguire l’ampio costone, erboso ad ovest, dirupato ad est, con piccole salite e discese abbellite da spettacolari visuali sui versanti di Traversagn e di Camosciera.

Costa Sturana © Cuneotrekking
Più avanti, desta curiosità una spaccatura tra le rocce con vista sul Bric Camosciera (2934 m).

Tra le rocce spunta il Bric Camosciera © Cuneotrekking
Da una parte abbiamo il verde intenso delle grandi praterie puntellate da una miriade di splendide baite in pietra; dall’altra la vista sul Bric Camosciera (2934 m) e sul Pelvo d’Elva (3064 m) che giocano a nascondersi nella nebbia e la verdissima conca sottostante incisa dal lago di Camosciera.

Transito su dossi rocciosi © Cuneotrekking

Al fondo, Rocca la Marchisa © Cuneotrekking
Propongo di fare un salto a quel lago prima della discesa a valle. Percorriamo così tutta la costa erbosa fino a lambire l’estesa pietraia che sale al colle delle Sagneres (2894 m).

Sulla costa con al fondo la Rocca Gialeo e il Pic delle Sagneres © Cuneotrekking

Verso il tratto finale di Costa Sturana © Cuneotrekking
A fine percorso, una targhetta su un masso ricorda un certo Giorgio, sicuramente grande appassionato deceduto in montagna.
Da questo punto, che segna anche anche la massima elevazione dell’escursione (2680 m), effettuiamo il giro di boa virando ad est nel vallone Camosciera. Una decina di metri più in basso ci fermiamo per far visita ai resti di un’antica miniera di ferro.

Parziale veduta della miniera © Cuneotrekking
Notiamo parecchie analogie con quella che avevamo visitato, tempo addietro, in valle Gesso salendo al bivacco Costi Falchero.
Non c’è tanto da vedere, ma quanto basta per darci un’idea delle dure condizioni di lavoro dell’epoca, considerato il luogo impervio, la permanenza costante a questa quota, la distanza, il trasporto del materiale a valle e anche l’allontanamento forzato dalle famiglie.
Pochi metri più in basso una costruzione in pietra, ancora parzialmente visibile, poteva sicuramente essere adibita a dimora degli operai.

Caseggiato nei suoi pressi © Cuneotrekking
Tornati sui nostri passi, dopo essere scesi sulla traccia ancora di una ventina di metri (tacche bianco/rosse), decidiamo di fare la deviazione che avevo proposto al laghetto di Camosciera (2635 m) che dall’alto abbiamo localizzato al di là di alcuni avvallamenti.
Per non scendere fino al bivio sottostante e intraprendere poi una lunga salita, decidiamo l’attraversamento in pietraia. Si rivelerà più lungo del previsto.

Inizio del tratto di discesa dalla miniera © Cuneotrekking

In pietraia verso il lago Camosciera © Cuneotrekking

Proseguendo verso il lago situato sotto l’ammasso roccioso © Cuneotrekking
Ci arriviamo all’ora del pranzo e sulla riva troviamo un’ottima postazione fronte lago. Lo rivedo dopo alcuni anni dall’ultima visita.
Il lago, frequentato da pochi escursionisti, è incantevole ed è situato in un’ampia conca circondata dalle alture del Bric Camosciera (2934 m) e del Pelvo d’Elva (3064 m).

Parziale veduta del lago © Cuneotrekking

Veduta del lago dal lato nord © Cuneotrekking
Il sole va e viene, e così è stato praticamente per tutto il tempo. Dopo aver pranzato ed esserci concessi un po’ di riposo riprendiamo la discesa percorrendo il ripido sentiero che ridiscende verso il basso.

Sul sentiero di discesa dal lago © Cuneotrekking
Più in basso, presso una balza erbosa, lasceremo a sinistra (palina) la traccia di salita per la miniera e la Costa Sturana (era il percorso di discesa che avremmo dovuto fare senza la deviazione per il lago di Camosciera).

Indicazioni sul sentiero di discesa © Cuneotrekking
Proseguendo verso valle, raggiungeremo al termine il tratto asfaltato che da Chiazale sale a Sant’Anna di Bellino riconducendoci infine al parcheggio.

Ritorno a Sant’Anna di Bellino © Cuneotrekking
Mattia Bertero Supporter
31/08/2018 alle 15:34
E’ stata una bellissima escursione fatta con una bellissima compagnia di esperti della montagna.
Grazie ancora.
Elio Dutto
01/09/2018 alle 13:30
Ciao Mattia, ci siamo trovati bene insieme, d’altronde pure tu sei un esperto di montagna. Allora, arrivederci alla prossima!
marco craveri
01/09/2018 alle 16:35
Se si hanno ancora energie da spendere, dal lago Comosciera si può raggiungere l’omonimo colle tramite un couloir (EE) e da lì il Pelvo d’Elva. Ascesa molto gratificante da effettuare solo con il bel tempo e su terreno asciutto. Ciaociao
Dario
30/06/2020 alle 14:04
Buongiorno, ieri ho fatto questo bellissimo percorso che purtroppo ha una pecca.( Non per colpa vostra ci tengo a precisare). Salendo da Bellino quando si lascia la strada sterrata e si prende il sentiero per Costa Sturana, dopo pochi metri diventa davvero Impraticabile… lasciamo perdere i rovi e l’erbacce che ci sono, il problema è che non si vede più il sentiero! Noi avevamo il gps e siamo riusciti ad andare avanti, però chi segue le indicazioni segnalate e fa questo sentiero corre il rischio di perdersi. Ripeto non è colpa vostra, ma chi si deve occupare di tenere in ordine i sentieri? Piuttosto che tolgano l’indicazione, almeno non inducono la gente a perdersi ( per chi non è un abituale dei sentieri).
Cosa ne pensate?
Grazie
ps.voi si fate un ottimo lavoro
Sarebbe bello lo facessero anche le autorità competenti per attrarre turismo
Elio Dutto
30/06/2020 alle 20:31
Ciao Dario. Probabilmente gli escursionisti in questo periodo preferiscono passare dalla strada che sale al Pian Traversagn. In ogni caso quel sentiero dovrebbe essere ripulito, altrimenti impiega poco a sparire. Potrebbe essere una bella alternativa alla strada ma dovrebbe essere tenuto in altro modo. Ciao