Oggi abbiamo la preziosa compagnia di Gianfranco, ottima guida e conoscitore di ogni anfratto di questa valle.
Lasciata l’auto nel piccolo piazzale, attorno alle 9:15, prendiamo la stradina che da lì parte inoltrandosi direttamente nel bosco. Dopo un centinaio di metri la abbandoniamo per svoltare a sinistra sul sentiero che rimonta il Vallonetto secondario di Cicurin. Alcuni tornanti ci conducono nei pressi delle case di Tetto Battaglia. Il sentiero prosegue a zig-zag nel fitto bosco di castagni affacciandosi, più in alto, sul versante Rivoira.
Un traverso, verso destra, ci riporta nuovamente all’interno del bosco per condurci, al termine, tra gli spazi aperti e le case dei Tetti Comba. Il panorama si apre con un bel colpo d’occhio sulla Bisalta e verso il versante opposto di Rosbella. In salita verso i tetti Comba © Cuneotrekking

Arrivo ai Tetti Comba © Cuneotrekking
Appena oltre i Tetti Comba, si abbandona la sterrata che a destra prosegue verso Tetti Frangè e vallone Gina e, dopo pochi metri, prima di raggiungere le case dei soprastanti Tetti Griva (939 m) sul confine Boves/Peveragno, nei pressi di un segnale stradale di divieto si svolta a destra (tacche gialle) imboccando la Via Grima, antica strada sulla quale pare sia transitato Napoleone Buonaparte, in marcia, con l’Armata d’Italia, dal Colle di Tenda verso il Monregalese. Sulla Via Grima © Cuneotrekking

Via Grima © Cuneotrekking
Pochi metri più avanti abbandoniamo momentaneamente la stradina per raggiungere un dosso erboso e panoramico dove è collocata una croce lignea.
Tornati sulla stradina, continuiamo il percorso sul costone addentrandoci dolcemente tra boschi di castagni e betulle. Ad un bivio manteniamo la destra seguendo la stradicciola che in piano rientra nel versante Castellar. Più avanti affianchiamo alcuni ruderi e, poco oltre, una radura sovrastata da un bosco di betulle. Arrivo alla panoramica radura © Cuneotrekking
Lasciata la strada che scende a destra verso le case in rovina di Tetto Battaia, proseguiamo in piano fino ad un vecchio forno (994 m); voltando lo sguardo a sinistra ammiriamo una casa in pietra molto ben ristrutturata. Il percorso prosegue in piano sulla destra del forno (tacche gialle) piegando poi, al fondo, verso destra; un lungo tratto ci conduce ad una seconda croce in legno (1020 m), nei pressi dei tralicci dell’alta tensione ENEL. Ancora sulla Via Grima nella parte ombrosa del bosco © Cuneotrekking
Pochi metri più avanti, piegando verso sinistra, doppiamo un costone sulla strada che poi si biforca. Seguendo ancora le tacche gialle manteniamo la destra inoltrandoci nel fitto bosco di faggi e betulle. Arrivo alla biforcazione © Cuneotrekking
Più avanti la stradina si restringe, riprende a salire e, svoltando verso sinistra, supera un secondo costone conducendoci in un tratto privo di alberi (Prati Sagnas) dove si ha una buona visuale sulla pianura Bovesana.
Si continua il percorso mantenendo la sinistra ad un bivio, poi si prosegue un tratto per attraversare il Vallone Valanga; infine con una ripida salita verso sinistra ci porta verso l’intaglio del Colle Bercia. Arriviamo al Colle Bercia (1243 m) e lo troviamo ancora tutto in ombra. Sul pianoro arriva anche la sterrata da San Giacomo e, sulla destra, parte quella che porta al rifugio del Garb. Boves visto dal Colle Bercia © Cuneotrekking
Presa la strada verso sinistra (est), con alcuni lunghi tornanti (la Zeta che si vede dalla pianura cuneese) proseguiamo verso il versante di Peveragno, trovando ghiaccio e neve lungo tutto il percorso. Non andremo a raggiungere Fontana Cappa oramai a pochi minuti, ma seguiamo un’indicazione a sinistra che ci fa scendere verso il Monte Croce (Rucàs), situato più in basso.

Al centro della foto il Rucàs (Monte Croce) © Cuneotrekking
Per raggiungerlo percorriamo una scarpata nevosa, poi seguiamo il sentiero che si affianca ad un boschetto di betulle e raggiungiamo Pian Ceresa (1306 m). Sul Pian Ceresa © Cuneotrekking
Proseguendo ancora in discesa tra gli alberi, al fondo risaliamo il breve tratto che ci separa dallo sperone roccioso del Monte Croce (1267 m), chiamato Rucàs dalla gente del posto, dove si ha un’ottima veduta sulla pianura cuneese e sulle Alpi sudoccidentali. Il luogo è talmente panoramico che decidiamo di fermarci qui per pranzare. In salita al Rucàs © Cuneotrekking

Sguardo sulla pianura © Cuneotrekking
Ripreso il sentiero di discesa, con vista su tutta la Val Colla, scendiamo nei pressi di un traliccio (1100 m), dove nelle vicinanze sono dislocati due casotti semidiroccati (località Pari) e il valico di Croce Romana (1080 m). Svoltando verso destra si entra per un breve tratto nel vallone di Peveragno (Valle Josina), incrociando poco dopo una sterrata che sale a Fontana Cappa. In discesa verso il Valico di Croce Romana © Cuneotrekking
Svoltando ora verso sinistra (nord), scendiamo più a valle per raggiungere i Tetti Sar (Cascina Buonasera).
Tra le case scegliamo un percorso che dopo un vecchio forno scende verso sinistra proseguendo in discesa per un tratto. Ad un bivio, manteniamo la sinistra trovando, poco oltre, una caverna scavata per il sondaggio dell’uranio. In discesa raggiungiamo ancora Tetto Cava (902 m) poi, a sinistra (sud), i Tetti Fenera (fontana). Tetto Cava © Cuneotrekking
La strada scende alcuni tornanti della Val Fredda, dove si possono notare le cave di uranio, ora chiuse ma rimaste in funzione dal 1949 al 1962. A quei tempi i minatori erano inconsapevoli dei rischi che correvano e le maestranze, pur sapendo, si guardarono bene dall’informarli. Lavorando così senza alcuna protezione, nessuno ebbe scampo dalle radiazioni dell’uranio. (Nei pressi di un vicino casotto, sono visibili alcuni resti delle carotature.) Arrivo alle cave d’uranio © Cuneotrekking

Carotature di rocce uranifere © Cuneotrekking
Scendendo poi più a valle raggiungiamo il Colletto (686 m) che separa la frazione Rivoira (Boves) da San Giovenale (Peveragno). Dal Colletto abbandoniamo la strada asfaltata per seguire sulla sinistra una sterrata che entra nel bosco. Svoltando al fondo a sinistra, raggiungiamo la Via Tetti Molettino, percorrendone qualche centinaio di metri fino alla strada per Castellar, che seguiremo fino al parcheggio.
aldo
24/01/2013 alle 16:19
Complimenti, come al solito una descrizione perfetta con foto splendide per una gita che farò sicuramente.
Cuneotrekking
24/01/2013 alle 18:37
Ciao Aldo, grazie per i complimenti. Quando l’abbiamo fatta, qualche giorno fa, non c’era quasi più neve. Ora bisognerà attendere un pò di tempo per rifarla perchè la zona attorno al Colle Bercia presenta rischi di valanghe.
Ciao, Elio
lorenzo
25/04/2017 alle 18:06
Giro veramente eccezionale per varietà di percorso e bellezza del paesaggio. Confermo alcuni punti un po’ franosi, anche se ovviamente a questa stagione non c’è neve.
Indispensabile la traccia gpx visti gli innumerevoli bivi che si presentano… sbagliato strada un paio di volte!
Sono curioso di capire che monte si staglia dietro di me quando percorro il tratto più alto di questo percorso… è la Bisalta?
complimenti per il sito e per le belle escursioni che affronti. Giro comunque abbastanza impegnativo, anche se non presenta alcuna difficoltà.
Elio Dutto
25/04/2017 alle 18:37
Ciao Lorenzo, ti confermo subito che il monte alle tue spalle è proprio la Bisalta. Riguardo al percorso non è stato facile per me descriverlo, visto le tante biforcazioni che si incontrano. Mi pare di capire che l’hai fatto anche tu col GPS. Ciao e grazie per i complimenti.
Lorenzo
25/04/2017 alle 20:01
Sì… senza gps penso avremmo avuto difficoltà. I sentieri di per sè sono evidenti, ma ci sono appunto molte ramificazioni ed è un attimo trovarsi fuori sentiero!
Comunque l’abbiamo fatto proprio oggi!
Michele
01/03/2019 alle 16:20
Ciao, vorrei fare questa gita domenica prossima (3 marzo) , sarà fattibile senza racchette o c’è ancora troppa neve?
Elio Dutto
01/03/2019 alle 17:05
Ciao Michele. Data l’esposizione a nord un po’ di neve la troverai ma non penso siano indispensabili le racchette da neve. Ciao e buona escursione!
Daniela
14/06/2019 alle 14:14
Buongiorno, non sono in possesso di GPS, l’anello è fattibile anche senza?
Grazie mille
Elio Dutto
14/06/2019 alle 19:51
Ciao Daniela, può essere fattibile anche senza, ma in caso di dubbio è un grosso aiuto. Ciao
Fausto
22/06/2019 alle 19:49
Una precisazione leggendo la descrizione del percorso di questa gita:
Quella che indicate come Cima Croce cioè il Rucäs per noi bovesani… è un termine inesistente, forse frutto di qualche errore su qualche moderna cartina della zona da voi consultata (ne sono tutte infarcite)….
In realtà è indicata sulla cartografia IGM al 25 mila (queste sì sono belle carte anche se sono state realizzate più di un secolo fa….) col nome di Cima Croè ( …e non Cima Croce!) …. il termine ha avuto origine da un altro nome del Rucäs conosciuto un tempo dai vecchi di Castellar e cioè Bèch Crüvlé che significa roccia / becco della crüvèla (crüvèla= gheppio)
Mattia Bertero Supporter
09/11/2019 alle 18:37
Ciao a tutti voi.
Oggi avrò Silvia in mia compagnia per svolgere un’escursione a bassa quota, non sapendo la situazione neve in quota per il maltempo degli ultimi tempi preferiamo non rischiare.
Questo anello è stata la prima escursione che mi sia venuta in mente, è da un po’ che volevo percorrerlo e ho colto l’occasione al balzo per poter attuare questo desiderio.
Così alle 8:30 siamo in partenza da Tetto Battaglia dove inizia il giro, ci sono 4 gradi di temperatura ma il cielo è bello sereno.
Imbocchiamo la sterrata che s’inoltra da subito in mezzo ai boschi chiamata Via Vallone Sergent.
Preciso fin da subito che durante questa stagione una bella fetta dell’anello è svolto all’ombra durante la mattina per via della mole della Bisalta che disturba il tragitto del Sole mattutino.
La salita procede regolare, il terreno è disseminato di foglie e fango, condizione praticamente costante per tutta l’escursione, bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi per non scivolare.
Il sole ci bacia a Tetto Cumba, qui ci sono diverse vie che s’intersecano ma almeno ci sono indicazioni chiare.
Ma la nostra stella si nasconde in fretta dopo la Croce Romana, l’ombra continuerà fino a Fontana Cappa.
A Tetto Battaia abbiamo un’esitazione ed imbocchiamo la via sbagliata, fortunatamente c’è ne accorgiamo subito e torniamo indietro.
Andando verso il Colle Bercia la temperatura all’ombra si fa davvero fredda, dopo i tralicci dell’Enel la brina mattutina è una presenza fissa.
Il sentiero si presenta ben tracciato e non ci si può sbagliare.
Al Colle Bercia il panorama inizia ad aprirsi un po’: la pianura verso Cuneo è avvolta da una leggera nebbia, le montagne della Valle Colla sono ben visibili, così come quelle della Valle Gesso e della Valle Vermenagna della zona di Palanfrè.
Al colle svoltiamo a sinistra verso Fontana Cappa, qui c’è una comoda sterrata.
In seguito il profilo della Bisalta ci compare alla nostra destra e notiamo la presenza di un leggero strato di neve, dai 2000 metri in su direi ad occhio.
Decidiamo di andare a fare un giro a Fontana Cappa, a 10 minuti fuori dal percorso dell’anello, successivamente riprendiamo la via giusta: in questo punto il sentiero punta dritto verso Cima Croce con una ripida discesa diretta, con l’umidità dell’erba procediamo con molta attenzione.
Arrivati alla cima, chiamata anche Rucas, il panorama è incredibile e decidiamo di fermarci li per fare pranzo, si sta bene come temperatura e non c’è vento.
Rispetto a questa escursione di Cuneotrekking c’è un’aggiunta: nel Maggio 2019 è stata posizionata una particolare croce di vetta colorata con uno sfavillante arancione.
Restiamo li fino alle 12:30 circa quando decidiamo di continuare la nostra escursione.
La discesa prosegue verso la Valle Josina, ci sono molti bivi, alcuni segnati ma altri no, bisogna fare attenzione.
Da qui in poi il Sole ormai alto sarà una compagnia costante dopo una prima parte praticamente in ombra.
Passiamo in successione Cas Ser e Tetto Cava.
Qui svoltiamo a sinistra e si scende in Val Fredda, un nome particolarmente azzeccato visto che nonostante il sole la temperatura sia sensibilmente più bassa rispetto a prima.
Dopo un pezzo di strada fatta di tornanti arriviamo alle famose miniere di uranio, ci fermiamo un po’ li a fare fotografie ed a leggere i cartelli illustrativi della storia di queste miniere.
Io provo anche ad entrare dall’entrata principale ma è stata ostruita fin dai primi metri.
Il resto della discesa è tutta tranquilla: si arriva al Colletto e poi giù a sinistra per rientrare in Valle Colla e dirigerci tramite asfaltata verso la macchina.
Sono le 15:00 quando ritorniamo al parcheggio di partenza.
Bella gita, finalmente un po’ di tempo sereno dopo un periodo davvero difficile come clima, interessante per la presenza di diverse borgate caratteristiche e per le miniere.
Consiglio di scaricarsi questa traccia GPX perchè molte volte ci sono dei bivi non segnati che possono confondere, questa zona ci sono numerosi sentieri e strade sterrate che s’intersecano tra di loro.
Un saluto da Mattia da Mondovì e Silvia da Fossano.
Elio Dutto
09/11/2019 alle 20:16
Bravi Silvia e Mattia. Dovrò tornare su un’altra volta per vedere la nuova croce eretta sul Rucas. Ciao
enrico
05/06/2021 alle 17:00
Bel giro fatto il 05/06/2021. È per la stragrande parte in ombra, che è buona cosa in giornate calde. Ci vuole assolutamente il gps oppure la descrizione perché ci sono decine di bivi, io ho fatto con gps senza descrizione e ho sbagliato 3-4 volte. Sentieri in buoni stato.
Super consigliato!