Risaliamo interamente via Vittorio Emanuele II. Al fondo attraversiamo la provinciale e percorriamo via Umberto I, tra ristoranti e vinerie, fino a raggiungere piazza Castello, una splendida balconata che si affaccia sulla Langa del Barolo.
Dopo aver ammirato il magnifico panorama ridiscendiamo lungo via Umberto I. Al fondo, giunti nella piazzetta Martiri, svoltiamo a destra in direzione di Alba. Questo primo tratto è in comune con il Sentiero del Barolo. Percorriamo in lieve discesa una passerella sul lato destro della strada e dopo un centinaio di metri svoltiamo a destra sul sentiero che taglia un tornante della trafficata via asfaltata.
Svoltiamo di nuovo a destra e, pochi metri dopo, a sinistra imboccando una stradina secondaria ancora asfaltata. Superata l’area ecologica trascuriamo la sterrata da cui arriva il Sentiero delle grandi vigne.
Continuiamo per un buon tratto sempre in discesa con lo sguardo che abbraccia vigneti puntellati qua e là da piccoli nuclei di cascinali.

Scendendo da La Morra © Elio Dutto

Nel tratto asfaltato © Elio Dutto

Marina tra i fiori della Barba di Giove © Elio Dutto
Superata Roncaglia soprana lasciamo a destra il Sentiero del Barolo (palina) e, sempre su asfalto, arriviamo al Bric Silio, piccola borgata arroccata su un poggio, dove teniamo prima la destra e poi la sinistra.

Le case del Bric Silio © Elio Dutto
Poco oltre superiamo le case di Braide.

Scendendo da Braide © Elio Dutto
Un centinaio di metri dopo abbandoniamo la strada asfalta per imboccare una sterrata a sinistra (in questo tratto potrebbe essere presente fango). Scesi a un crocevia proseguiamo dritto arrivando nel punto più basso dell’itinerario.

Segnalazioni di percorsi © Elio Dutto
Pieghiamo verso sinistra sul poco evidente sentierino che si infila nel bosco (tacche). Lo attraversiamo e risaliamo su una capezzagna che si tiene prima a lato e poi tra i filari.

In salita verso Verduno © Elio Dutto

Verso la strada asfaltata © Elio Dutto
Dopo poche centinaia di metri ignoriamo una deviazione a destra e risaliamo fino a convergere sulla rotatoria ai piedi di Verduno. Ci infiliamo in via Vittorio Emanuele II dove al fondo possiamo notare la facciata soprelevata della casa del produttore vitivinicolo Giovan Battista Burlotto, fornitore ufficiale di Casa Savoia.

La facciata della casa vinicola G.B. Burlotto © Elio Dutto
Svoltiamo in via Umberto I e arriviamo in piazza don Borgna nei pressi del belvedere situato nel punto più alto del paese (380 m).

Entrando in Verduno © Elio Dutto

La chiesa di Verduno © Elio Dutto

Arrivo al belvedere © Elio Dutto
In una bella giornata il panorama è grandioso verso gran parte del territorio langarolo e del Roero.

Veduta verso La Morra © Elio Dutto

Veduta dal belvedere di Verduno © Elio Dutto
Dopo una meritata pausa vale la pena scendere anche al santuario dedicato al beato Sebastiano Valfrè, nato a Verduno nel 1629, che si prodigò per i più deboli negli ospedali, nelle carceri e tra i soldati. Durante l’assedio francese di Torino nel 1706 soccorse i feriti, tra i quali Pietro Micca, di cui fu confessore.

Il santuario dedicato al beato Sebastiano Valfrè © Elio Dutto
Tornati alla rotatoria all’ingresso del paese proseguiamo in direzione di Rivalta (nord-ovest). Dopo poche decine di metri imbocchiamo una stradina asfaltata sulla sinistra prima di una cappella. Attraversiamo una zona residenziale dopo la quale il fondo diventa sterrato. La strada si mantiene all’incirca sul crinale e più in alto torna asfaltata. Superiamo la cantina vinicola Bel Colle alle spalle della quale si aprono bellissimi scorci sul Monviso.
Scendiamo alla frazione Castagni (405 m), divisa tra i comuni di Verduno e La Morra. Proseguiamo a destra sulla provinciale (attenzione perché le auto procedono a velocità sostenute). Per fortuna dopo trecento metri, prima di un capannone giallo, la abbandoniamo per svoltare a sinistra su una stradina inizialmente asfaltata che diventa quasi subito sterrata.
Dopo un breve tratto arriviamo in vista della bella cappella campestre della Madonna di Loreto (430 m), in pietra e mattoni, che raggiungiamo con una breve deviazione.

Arrivando alla cappella campestre © Elio Dutto

La cappella della Madonna di Loreto © Elio Dutto
La cappella venne costruita a metà del settecento su di un pilone votivo del XV secolo in forma di tabernacolo aperto: di esso si conserva una pittura murale raffigurante la Vergine con il bambino, ora nell’abside. Il ciclo di affreschi che decora l’interno è opera del lamorrese Giovanni Vassalli (1817).
Tornati indietro di qualche passo seguiamo l’indicazione per La Morra. La sterrata sale dolcemente verso sud e va a toccare la località residenziale Tampasso, dove torna l’asfalto. Confluiti sulla provinciale svoltiamo verso sinistra facendo ritorno a La Morra dove chiudiamo l’anello.
Francesco Basso
23/07/2021 alle 20:41
Ciao, volevo sapere quanto ci vuole di tempo per fare questo anello.
Grazie, cordiali saluti
Elio Dutto
24/07/2021 alle 11:41
Ciao Francesco, ci vogliono circa due ore e mezza per la camminata (andata e ritorno). Ciao