Dal piazzale/parcheggio di Pian Muné ci dirigiamo a sinistra del rifugio omonimo seguendo in leggera discesa la strada attorniata da betulle. Poco dopo a un bivio lasciamo un percorso su pista forestale diretto al colle di Gilba (1525 m) e al rifugio Bertorello (1375 m). Dopo qualche tornante ignoriamo a destra una stradina che si dirige verso un caseggiato.
Proseguendo oltre con una serie di tornanti ci avviciniamo a un pilone della seggiovia e, dopo uno zig-zag sotto di essa, la strada si biforca.

Agli inizi del percorso © Elio Dutto
Lasciando a sinistra la stradina per le Meire Croesio, continuiamo sullo sterrato che procede oltre il costone.
Dopo altri tornanti, passando nuovamente sotto la seggiovia, alcune giravolte ci conducono presso l’arrivo dell’impianto di Pian Croesio (1890 m), circondato da grandi praterie.

Pian Croesio © Elio Dutto
Da qui la marcia prosegue in salita sulla stradina raggiungendo in breve una balconata dalla quale, in assenza di nebbia, appare maestoso il Monviso. Proseguendo, presso una fontana abbeveratoio abbandoniamo la sterrata verso destra che conduce alla Meire di Luset e ai laghi omonimi (sarà la nostra via del ritorno) per seguire a sinistra, in diagonale ascendente, la traccia che tende ad avvicinarsi agli impianti di uno skilift.

Pian Croesio alle nostre spalle © Elio Dutto
Il percorso prosegue fino al suo arrivo (2097 m) poi, su tracce, continua oltre scavalcando alcuni tratti rocciosi. Sulla sinistra appaiono più in basso le belle baite di Meire Croesio.

Le bellissime baite di Meire Croesio © Elio Dutto
Seguendo la crestina saliamo tra pietre e bassa vegetazione di ontani, rododendri e mirtilli fino a raggiungere la croce e il grande cippo posto sulla Testa di Garitta Nuova (2385 m).

Sulle rocce dopo lo skilift © Elio Dutto

Peccato per la nebbia © Elio Dutto
Se non c’è nebbia lo spettacolo verso il Monviso è stupefacente. Oggi, purtroppo, ne siamo privati.

Arrivo a Testa di Garitta Nuova © Elio Dutto
Da questa cima, seguendo l’ondulata cresta, tra erba e massi proseguiamo verso la seconda cima che da qui dista più di un chilometro.

Proseguendo verso Riba del Gias © Elio Dutto

Verso Riba del Gias © Elio Dutto

Testa Riba del Gias © Elio Dutto
Sulla cima di Riba del Gias (2381 m) troviamo diversi muretti a secco che molto probabilmente facevano parte delle fortificazioni del 1744 dell’esercito francese, presenti anche su un rilievo poco prima della cima di Crosa. Con una brusca deviazione verso nord scendiamo le pendici del monte per dirigerci sulla cresta divisoria tra il vallone di Cervetto e i laghi del Luset.

La cresta che sale alla Testa di Cervetto © Elio Dutto

Lago grande del Luset visto salendo alla Testa di Cervetto © Elio Dutto
Nel punto più basso della cresta c’è l’occasione di vedere un laghetto effimero che d’estate si prosciuga.

Laghetto effimero © Elio Dutto
Da lì il tratto di salita tra migliaia di viole e altri fiorellini ci porta infine all’ometto posto sulla Testa di Cervetto (2356 m). Anche da qui il panorama sarebbe grandioso (vedi l’escursione invernale alla Testa di Cervetto). Siamo comunque soddisfatti che la nebbia si sia un po’ diradata.

Salendo tra le viole © Elio Dutto

Cima di Testa di Cervetto © Elio Dutto

Testa di Cervetto © Elio Dutto
Tornando sui nostri passi ridiscendiamo nel punto più basso della cresta. Girando a sinistra cominciamo ora la discesa verso i laghi del Luset su un breve tratto privo di sentiero. Il sentiero lo incrociamo una cinquantina di metri più in basso. Da questo punto i laghi appaiono meravigliosi e non vediamo l’ora di essere nei pressi per cercare un posto per la pausa pranzo.

In discesa ai laghi del Lauset © Elio Dutto
Lo troviamo su un’altura tra un lago e l’altro. Che meraviglia essere qui. Non c’è nessun altro e siamo immersi nel silenzio assoluto.

Lago grande del Lauset © Elio Dutto

Lago del Lauset © Elio Dutto
Nel lago osserviamo con curiosità un tavolo da picnic con una passerella in pietre, un’opera che ha fatto molto discutere.
Il ritorno lo facciamo scendendo dal lago verso la piana di Pian Croesio e, sulle orme del mattino, fino al parcheggio.

Ritorno al parcheggio © Elio Dutto
marco craveri
04/07/2020 alle 13:48
Maledette nuvolacce!
Vi toccherà rifare il giro (a settembre forse c’è meno nebbia), ne vale veramente la pena per il panorama.
Per chi volesse risparmiare energie, credo che in estate la seggiovia funzioni.
Comunque, troppo sole non fa bene….
Massimo
31/10/2020 alle 05:57
Più o meno quanto dura questo giro?
Grazie
Elio Dutto
31/10/2020 alle 11:31
All’incirca 5 ore. Ciao