Dopo aver compiuto, qualche tempo fa, un anello attorno ai Monti Omo e Salè (vedi escursione) torno da queste parti per la salita al Monte Omo con lo scopo di osservare anche lo stato attuale di fioritura sul Sentiero dei fiori.
Oggi sono in compagnia di Marina e degli amici Anna e Claudio. Raggiunto in auto il Colle di Valcavera (2416 m) la parcheggiamo nei suoi pressi.
Dal colle, a sinistra, seguiamo il sentiero P12 – passo d’Eguiette – colle del Serour che, a ritroso, inizia un lungo traverso tagliando a mezza costa il monte Ruissas (2506 m). Solcando verdissimi prati restiamo fin da subito colpiti dalla presenza di una gran quantità di fiori, di ogni colore e di ogni fattezza. Spiccano tra tutti: le stelle alpine, i bianchi anemoni narcissiflora, il fiore di nigritella, i botton d’oro, anemoni gialli, ecc.

Sul sentiero di mezza costa © Cuneotrekking

Anemone giallo © Cuneotrekking

Anemone narcissiflora © Cuneotrekking
Il cammino, di facile percorrenza, si svolge su un sentiero in quota con ampio panorama sulla sottostante Val Cavera che contorna alcune piccole insenature del terreno. Dopo un po’ di percorso raggiungiamo la deviazione per il vicino passo d’Eguiette, dal quale si apre una bella vista sul Monte Bersaio e su Rocca la Meja. In secondo piano la verde rampa che porta alla cima del Monte Bersaio © Cuneotrekking

L’interno di una truna in pietra © Cuneotrekking
Salendo di qualche metro verso nord-ovest si può scorgere nel sottostante vallone di Chiaffrea l’ubicazione del rifugio Don Franco Martini. Dalla truna in pietra presente sul colletto ripercorriamo in breve il tragitto che ci riporta alla mulattiera. Svoltando nuovamente a destra eseguiamo un tratto di cammino che supera una pietraia. Osservando lo stambecco in alto sulle rocce © Cuneotrekking
Da lì scorgiamo, sulle alte rocce del Monte Omo, un bell’esemplare di stambecco con un possente palco di corna. Attraversato un nevaio ci portiamo in direzione di un tratto franoso che volge verso destra, dotato di catena. Il segmento ulteriore di discesa, panoramico verso il vallone dell’Arma, raggiunge una grande zona prativa sulla quale sono presenti alcuni ciuffi di stelle alpine. Un tratto del sentiero © Cuneotrekking

Poco prima della catena © Cuneotrekking

Al fondo, il Colle di Valcavera © Cuneotrekking
Svoltando verso destra, in leggera discesa si scende verso il Vallone del Serour e qui iniziano ad apparire, sull’opposto lato, le vette dei Monti Savi e Salè, mentre verso destra si allunga il crinale prativo che sale direttamente al Monte Omo. Inizio della salita al Monte Omo (a sinistra) © Cuneotrekking
Qui ha termine la nostra discesa.
Con Claudio inizio invece la salita al Monte Omo che si svolge inizialmente su prato, passando poi su un tratto di rocce dolomitiche miste ad erba tra diverse decine di specie di fiori. Il fiore di Nigritella © Cuneotrekking
Approdiamo ad una prima balza erbosa. Alle nostre spalle si amplia il panorama sul Vallone dell’Arma © Cuneotrekking
Ripreso il cammino andiamo a superare un dosso roccioso portandoci su una seconda balza.
L’ultimo tratto ci porta sulla cima arrotondata del Monte Omo, dalla croce di vetta. Restiamo un bel momento a contemplare il panorama che spazia sulle vicine vette, tra le quali spicca il Nebiùs ma soprattutto sulle più lontane Marittime e sulle Cozie. Salita più accentuata verso la cima © Cuneotrekking

In cima © Cuneotrekking

Al centro, il Monte Savi e il Colle del Serour alla sua destra © Cuneotrekking
Poi il ritorno verso il basso con attenzione nell’evitare di calpestare la flora presente. Raggiungiamo poi le nostre consorti che ci aspettano nella zona prativa. Tornando alla base © Cuneotrekking

Sulla via del ritorno © Cuneotrekking

Ritorno verso il Colle di Valcavera © Cuneotrekking

Nel tratto innevato © Cuneotrekking
Infine il ritorno verso il Colle di Valcavera.
Albino
03/08/2013 alle 08:52
Mi sembra una “facile” escursione. Non mancherò di farla. Comunque sempre grazie per le vostre chiare recensioni corredate da immagini che rendono “reale” la consultazione.
Cuneotrekking
03/08/2013 alle 09:59
Ciao Albino. Questa è un’escursione non impegnativa da farsi in questo periodo che ti regala panorami distensivi e spettacolari.
anna
03/08/2013 alle 20:45
Bellissime foto, rendono bene la giornata spettacolare! Una gita da ripetere in altri momenti con fioriture diverse
Cuneotrekking
04/08/2013 alle 12:00
Era anche buona la compagnia!!! Veramente dovremo ripetere l’escursione in un altro periodo per vedere le differenze della fioritura.
fulvio Supporter
03/08/2013 alle 20:49
Per chi vuole fare il sentiero in tutta la sua lunghezza, con a disposizione 2 auto, una la si lascia al rifugio Carbonetto, salendo al colle si segue il percorso così ottimamente descritto ed invece di tornare al Fauniera si scende dal Serour completando il percorso in tutta discesa fino al gias omonimo che è localizzato quasi alla stessa quota del rifugio Carbonetto. Il Carbonetto è all’incirca a quota 1874, il colle a quota 2430, una bella discesa e nella zona bassa un gran numero di gigli.
Cuneotrekking
04/08/2013 alle 12:00
Grazie Fulvio per le ulteriori precisazioni.
Loretta
05/08/2013 alle 22:43
La descrizione della vostra gita ci ha entusiasmato e oggi siamo andati al colle di Valcavera, passando dalla Valle Grana, e fatto metà del percorso. Non siamo stati delusi, le fioriture erano ancora abbondanti e splendide, i panorami sulle nostre montagne bellissimi, e abbiamo visto diversi stambecchi. Ci siamo accorti che era un sentiero che avevamo percorso anni farà partendo però dal rifugio Carbonetto e risalendo il vallone del gias Serour. Devo però far notare che la catena risulta staccata e non utilizzabile nel tratto leggermente franoso. Grazie per le vostre recensioni!
Cuneotrekking
06/08/2013 alle 08:07
Ciao Loretta; il particolare della catena lo abbiamo dimenticato, forse anche perché non è un punto così pericoloso. Grazie per la precisazione.
Giovanni Supporter
09/03/2021 alle 14:07
Gran bel giro, che ho fatto, più di una volta, per le magnifiche fioriture, che adoro, essendo un amante della flora alpina. Se mi permettete solo una piccola correzione, l’anemone giallo è un papavero, che in quelle zone è ben rappresentato. Ma a parte questo, siete molto bravi nei racconti e nelle descrizioni.
Elio Dutto
10/03/2021 alle 07:12
Ciao Giovanni, grazie per la precisazione. Ciao e buone escursioni!