Il campanile di Bersezio (1608 m) batte le ore 8:00 quando muoviamo i primi passi dal parcheggio. Salendo verso il termine del paese, svoltiamo a destra sulla stradina (via del Chiot) che termina il suo corso presso alcune villette.
Seguendo ora una labile traccia attraversiamo i prati in direzione del canalone ombroso (gorgia della Madonna) proveniente dal monte Oserot. Affiancando il rio raggiungiamo un ponticello e la sterrata che proviene dagli skilift e si inoltra verso destra nel bosco di larici; dopo alcuni curvoni deviamo su un sentiero evidente che inizia ripido verso destra (indicazioni assenti).
Il tratto seguente affronta un lungo ed erto percorso diagonale su roccette calcaree, direzione est, prima in un fitto bosco di larici poi tra arbusti e pini mughi, che contorna alcuni canaloni laterali della Testa dell’Iretta. Lungo questo tratto godiamo di ottimi scorci su Bersezio e sulla grande conca di Ferrere che domina la vallata sul lato opposto.

Sguardo verso il vallone di Ferrere © Cuneotrekking

Bersezio ancora in ombra © Cuneotrekking
Oltre i duemila metri di quota superiamo un tratto franoso del vallone. Verso i tre quarti di questa prima parte di percorso ci avviciniamo ad alcuni torrioni posti sul lato sinistro, scavati internamente per ricavare postazioni militari. Più sopra lasciamo a destra un bunker fortificato.
Alcuni zig-zag su terreno ormai divenuto più facile ci portano a sbordare sulla bassa di Terrarossa (2426 m), che raggiungiamo dopo poco meno di due ore di cammino.

Arrivo alla Bassa di Terrarossa © Cuneotrekking
Ora ci possiamo affacciare sull’ampio e lungo vallone sospeso la cui testata termina sotto le pendici della Rocca Brancia (2814 m).
Seguendo la strada che si inoltra verso nord, andiamo a tagliare il costone sulla destra orografica del nuovo vallone, individuando una casermetta posta una trentina di metri più in alto a sinistra.

Sulla strada che si inoltra verso il Passo di Rocca Brancia © Cuneotrekking

Sguardo verso la Bassa di Terrarossa © Cuneotrekking
Ad ogni angolo della strada, ridotta ormai a mulattiera, compaiono nuovi scenari e, dopo altri curvoni, si manifesta il monte Oserot (2861 m). Avanzando nel vallone, scorgiamo in basso alla nostra destra il lago Oserot con la sua caratteristica forma a fagiolo.

Immagine dall’alto del lago Oserot © Cuneotrekking

Proseguendo sul sentiero © Cuneotrekking

Ancora il lago Oserot. In alto e nell’ombra il Passo Bernoir © Cuneotrekking
Proseguiamo, con dislivello contenuto, sulla mulattiera che in alcuni punti si restringe ulteriormente fino a raggiungere un tratto strapiombante.

Al centro il Monte Oserot, più a destra la Rocca Brancia divisi dal Passo Oserot © Cuneotrekking

Nel tratto strapiombante © Cuneotrekking
Poco dopo, un cippo di pietre segnala la deviazione di salita al monte Oserot (2861 m) (ci troviamo ad una quota di circa 2512 m). Continuiamo nel nostro percorso fino a raggiungere le pendici della Rocca Brancia, mentre la strada prosegue il suo corso verso il passo di Rocca Brancia (2620 m).
Prima di seguire la deviazione che torna verso il lago prendiamo, a sinistra, un sentiero che sale al vicino colle Oserot (2640 m); la deviazione non richiede più di una mezz’ora ma il panorama che si presenta ai nostri occhi, verso il colle Vittorio e il monte Scaletta, ha dell’impagabile.
Tornati sui nostri passi, iniziamo il percorso in direzione del lago spostandoci sulla traccia che scende diagonalmente ad est verso il centro del vallone. Attraversando alcune pietraie sotto lo sguardo vigile di un bunker e di alcuni torrioni di roccia, affianchiamo alcuni minuscoli laghetti poi, tra una sequenza continua di dossi morenici, perveniamo sulle sponde del lago Oserot.

In discesa dal Passo Oserot si notano alcuni laghetti © Cuneotrekking

Arrivo al lago Oserot © Cuneotrekking
Il lago è posto nelle vicinanze del passo Bernoir (2537 m) che scorgiamo di fronte a noi, vigilato da alcuni bunker.
Dopo una meritata pausa iniziamo il ritorno sul sentiero che prosegue la discesa sulla destra orografica del vallone; un tratto più ripido compie un semicerchio portandoci su un’ampia distesa erbosa. Passando accanto ad alcune vasche che servono da abbeveratoio per le mucche, scendiamo una strettoia guadando, più in basso, un piccolo rio.
Il sentiero è sempre ben tracciato ed evidente. La discesa continua mantenendosi alta sulla destra orografica del rio Servagno e va a raggiungere i ruderi della vecchia borgata di Servagno (1736 m), distrutta dalla guerra del 1944.

Un tratto di discesa verso la borgata Servagno e il fondovalle © Cuneotrekking
Scendiamo fino ai piedi della borgata, continuando su un breve e piacevole sentiero che fiancheggia un rio e che ci porta sulla strada statale. Risaliamo quest’ultima per poco più di un chilometro giungendo al Villaggio Primavera. Svoltando a sinistra davanti all’hotel Roburent seguiamo le indicazioni per Bersezio lungo via dell’Ostal.
Presso un gruppo di case in posizione rialzata, proseguiamo diritto sulla sterrata che si infila nel bosco. Al primo bivio incontrato svoltiamo a destra, dove incomincia il bel Sentiero dell’amore, lungo il quale diverse paline riportano versi di poeti e scrittori.
Al termine del sentiero, in corrispondenza del parco giochi di Bersezio, risaliamo fino al parcheggio soprastante, dove ritroviamo la macchina.
carla
05/08/2019 alle 14:58
fatto ieri (4/8/2019),scendendo subito subito al lago dalla Bassa di Terrarossa
Bella Gita ci sono scorci stupendi .Alla bassa e al lago tantissime stelle alpine
Sulla strada del ritorno in alcuni punti è il sentiero è stato lievemente modificato per agevolare le bici
Il tratto un po’ difficoltoso sul sentiero dopo Servagno (che voi avete fotografato) è stato reso meno difficoltoso
Elio Dutto
05/08/2019 alle 15:11
Grazie Carla per il feedback!
Cristina Degioanni Supporter
09/07/2020 alle 16:08
Abbiamo fatto questa gita domenica 5 luglio, tre adulti e due ragazzi di 12 e 15 anni. Bellissimi panorami soprattutto dal Colle Oserot. L’unica difficoltà l’abbiamo riscontrata nella discesa, dopo Servagno. Abbiamo faticato parecchio a ritrovare il sentiero tra un groviglio di rami e alberi. Trovato il sentiero è comunque ingombro di alberi caduti da dover oltrepassare e soprattutto in un punto il sentiero è franato lasciando un pezzo particolarmente esposto che richiede estrema attenzione nel superarlo.
Riccardo Richiardone Supporter
31/07/2021 alle 18:29
ATTENZIONE il sentiero che dalla Borgata Servagno va verso Bersezio non è più assolutamente praticabile; infatti i legni che erano stati posti per attraversare la frana (vedi sopra l’ultima foto) sono stati portati via dalle piogge per cui non si può attraversare per nessun motivo. Da Servagno scendere sul sentiero che scende a Prinardo.
Elio Dutto
31/07/2021 alle 21:26
Grazie Riccardo che ce l’hai comunicato. Lo segnaliamo sull’escursione. Ciao, a presto!
Marco
06/07/2022 alle 18:47
Martedì 05/07/22 – Partendo dalla vostra base ho fatto qualche variazione: arrivato sotto al Monte Oserot sono salito prima all’omonimo passo per sbirgiare il vallone sottostante (stupendo!) e poi al passo Rocca Brancia per scendere verso la Gardetta. Arrivato al passo delle Gardetta sono salito sul Cassorso: la vista sulle Alpi è forse una delle più belle che abbia mai visto.
Per il rientro sono sceso al rifugio Gardetta e tramite il passo Bernoir sono tornato al lago Oserot: la salita è molto facile e per la discesa c’è un unico passaggio su roccia che però è stato dotato di catena (a vedere dalla condizioni, direi recente); molto semplice, come il passaggio per la salita al Cassorso. La discesa verso il lago è su pietraia, più che camminare si “scivola” sui detriti, però niente di complicato.
Tra il gias di Oserot e Servagno ho perso il sentiero, mea culpa perchè mi sono lasciato influenzare da una mappa che avevo scaricato sul telefono anzichè fidarmi del sentiero: poco male perchè ho camminando attraverso i prati (l’erba è bassa quest’anno) ritrovando il sentiero a quota 2000 m circa, in corrispondenza di una costruzione posta all’interno di un gias, poco prima del bivio con il sentiero S2.
Diversamento dal commento degli altri utenti, posso dire che il sentiero di discesa, è tenuto bene, pulito e ben segnalato, spece da Servagno fino a Serre.
Se posso dare il mio parere, conviene lasciare la macchiana all’imbocco della strada per Serre: appena imboccata la strada, sulla sinistra, c’è un piccolo spiazzo che può ospitare fino 4 macchine; ho affrontato la salita a Bersezio molto più volentieri la mattina presto che non al rientro la sera!
Grazie per il vo