Rifugio Pagarì

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Risposte a Mattia Bertero

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  1. Bellissimi posti (che conosco) e belle foto… bravi…Grazie ciao.


  2. Molto bella la foto d’arrivo al primo lago del GElas!

  3. Lino lagana


    Immensa stima e gratitudine, x gli spettacoli cke ci fai vedere,!!!!!!!!!!!


  4. Bellissimo anello, il rifugio è davvero stupendo e il gestore gentilissimo. Prima del rientro se si ha abbastanza tempo consiglio di raggiungere anche Cima Pagarì, dalla cui vetta a 2908 m si gode di una vista impagabile.Sconsiglio però la deviazione di ritorno a escursionisti non esperti, sia per la frana evidenziata nella descrizione che per la vegetazione che nella parte bassa dell’itinerario in molti punti ha completamente invaso il sentiero rendendolo molto difficoltoso


  5. Ciao a tutti voi.
    L’escursione di oggi è un ritorno: era il 2012 quando affrontai l’ultima volta la via per il Rifugio Pagarì ed oggi ho sentito la necessità di tornare lassù dopo 7 anni.
    Così alle 7:30 sono in partenza da San Giacomo d’Entracque per prendere la direzione del Pagarì e le sue famose 5 ore di cammino segnate sulla segnaletica.
    Ho faticato a trovare posto per il parcheggio: i campeggi della borgata sono tutti pieni, tantissimi turisti dall’Olanda.
    Per loro le nostre montagne saranno l’Himalaya…
    Il tempo è un po’ nuvoloso ma le previsioni danno bel tempo, temperatura sui 14 gradi, freschetto ma sopportabile con indumenti estivi.
    La strada è asfaltata fino alla colonia di Don Bosco poi diventa sterrata e s’innoltra nel vallone in direzione dei Pra di Rasur.
    Mi sento abbastanza in forma, non ho dormito bene la notte prima ma sento le gambe perfettamente operative, per cui procedo con un bel passo spedito ma non di corsa.
    Arrivo al pianoro in poco tempo ed il sole illumina solo le vette più alte, noto che la nuvolosità si sta diradando ed infatti, quando sto per imboccare la salita vera e propria verso il rifugio dopo il Gias Vei del Bouc, il cielo è perfettamente sereno e lo sarà fino alla fine della gita.
    Molto bene.
    Inizio a ricordarmi del perchè in 7 anni dal 2012 non ci ero più tornato: la serie infinita di tornanti, che poi la salita non ha nemmeno chissà quali pendenze. Anzi in molti punti si procede in piano.
    Il problema è che è lunga, lunga, lunga, lunga.
    Intanto il sole fa capolino dal versante opposto ed inizia già a scaldare bene, inoltre c’è poco o niente vento.
    La salita procede regolare, incontro già diversi escursionisti in discesa ed altri più avanti di me che sono in salita anche loro.
    Solo nelle ultime rampe di tornanti, quelle che puntano direttamente verso il rifugio la fatica ha iniziato a farsi sentire, l’ultima mezz’ora la passo davvero con qualche problema di troppo.
    Nel frattempo noto alla mia sinistra il Lago Bianco dell’Agnel, sarebbe una bella escursione da fare in futuro quella arrivando anche al Passo dell’Agnel.
    La meta si avvicina ad ogni passo, questo mi tiene a galla.
    E finalmente compare il cippo di pietra con l’asta delle bandiere, li rifugio è li!
    Ed eccomi alle 11:00 davanti al Pagarì soddisfatto che la mia grande fatica sia stata ricompensata.
    3 ore e mezza di salita, quasi coincidente con il tempo che avevo fatto 7 anni fa, e come 7 anni fa quei ultimi tornanti mi hanno dato problemi.
    Intorno al rifugio ci sono una decina di escursionisti ed altri stanno arrivando ed altri stanno partendo, alcuni tornano indietro mentre altri proseguono verso il Passo del Pagarì.
    Rimango li per 45 minuti, tempo di fare qualche foto, mangiare il pranzo al sacco e consumare una bella birra Pagarina come la tradizione vuole.
    Piccola curiosità nel 2012 c’era un grande stambecco maschio che dava il benvenuto agli escursionisti avvicinandosi e studiandoci, ora nel 2019 quello stambecco non c’è più ma oggi c’erano due stambecchi giovani molto intraprendenti ad avvicinarsi a noi.
    Avevo inizialmente intenzione di fare questi percorso da anello anche per vedere i laghi del Gelas ma non mi sono fidato delle mie gambe provate dall’ultima mezz’ora e quindi sono tornato indietro per il sentiero dell’andata.
    In discesa trovo ancora tanta gente che sta salendo.
    Alle 14:30 sono dalla macchina a San Giacomo d’Entracque.
    Un’escursione che mi è piaciuta molto nonostante mi ha tirato fuori qualche problema di troppo, il Pagarì è sempre una meta affascinante, posizionata in un ambiente aspro e selvaggio, ma penso che farò passare altri 7 anni almeno prima di rifarla.
    Un saluto da Mattia da Mondovì.


    • Il Pagarì è sempre una bella meta. Ritornarci dopo tanti anni dà ancora più soddisfazione. Peccato non aver fatto il giro dai laghi e dal bivacco Moncalieri. Avresti ancora avuto tanto tempo davanti, visto che alle 14,30 eri già alla macchina. Sarà per un’altra volta. Ciao.


      • Si, peccato davvero, mi è dispiaciuto.
        Non sentivo le gambe sicure per fare altro, non so dirti, istinto. L’ultima mezz’ora le ho dovute forzare un po’, non volevo rischiare che mi cedessero su quel percorso, anche considerato che quel tratto è meno frequentato del solito percorso del Pagarì, se avessi avuto problemi…
        Ciao Elio.


  6. Secondo voi è fattibile, tempo permettendo, nel prossimo weekend o pensate che lassù la neve sia già abbondante?


    • Ciao Andrea. Ora come ora puoi trovare neve dai 2300 metri in poi. Oggi abbiamo fato un percorso a 2573 metri e abbiamo trovato 7/8 cm di neve dura e vento fortissimo. Se nei prossimi giorni non dovesse più nevicare può essere che un pochino sciolga, ma le previsioni forse non sono ottimali per il fine settimana. Ciao