A nostro avviso, il senso di marcia più logico per compiere l’anello è quello che sale dal Colle dell’Arpione, ma oggi lo vogliamo percorrere al contrario perché Fulvio, volendone verificare la segnaletica, è curioso di vedere come è stata tracciata la parte che da San Bernardo sale alla Cima della Piastra.
L’itinerario di questo nostro anello ha inizio dal pilone antistante il piazzale dove si parcheggia l’auto. Un cartello ne segna il punto di partenza. La stradina sterrata (tacche bianco-rosse) ci conduce nel primo tratto del vallone denominato “La Biula”.
Dopo un po’ di cammino ci troviamo già in difficoltà. In mancanza di ulteriori segnali, dobbiamo scegliere se continuare la salita lungo il costone o prendere una stradina che digrada nel vallone. Fatti pochi passi in discesa, scorgiamo dietro una curva un paletto seminascosto che indica il percorso (per la verità, dopo quest’ultimo non troveremo più altre segnalazioni per un bel tratto).
A naso, quindi, proseguiamo la salita (non così comoda) sul versante di sinistra, fin tanto che non scorgiamo più in alto un sentiero che, verso destra, va a tagliare il vallone della Biula e si dirige sul lato opposto dove si intravede un corto boschetto di faggi.
Il sentiero, poco battuto ma che si rivelerà giusto, ci porta su uno spallone; proseguendo in salita verso sinistra, ecco comparire, finalmente, un picchetto segnavia (che probabilmente è più utile per segnalare la direzione a chi scende) e qualche altra tacca sulle pietre. A zig-zag seguiamo verso l’alto tutto il ripido e lunghissimo costone erboso, dirigendoci verso alcune rocce visibili in cresta. In salita sullo spallone dopo il boschetto di faggi © Cuneotrekking

Ecco come si presenta la salita © Cuneotrekking
Dopo circa 800 metri di dislivello, da San Bernardo, tocchiamo lo spartiacque che ci divide dalla Valle Stura, nei pressi della Croce dell’Arp.
Alla nostra destra e poco distante è visibile il Monte La Piastra (1835 m) che andremo ora a raggiungere seguendo l’ampio e facile crestone. Fulvio in cammino verso La Piastra © Cuneotrekking

Sulla Costa con il Monte Matto sullo sfondo © Cuneotrekking
Lo troviamo costellato da antenne e ripetitori, ma possiamo finalmente godere di un panorama vastissimo che, partendo dal Monte Saben (1670 m), abbraccia tutto il vallone di Entracque coi Monti Bussaia (2451 m) e Frisson (2637 m) sullo sfondo, per spingersi fino al Monte Ray (2318 m), alla Cima del Lausetto (2687 m) e al Monte Matto (3097 m). Vallone di Entracque. Al fondo il Frisson (la montagna appuntita) e la Rocca dell’Abisso più a destra © Cuneotrekking
Ai nostri piedi, cinquecentoventotto metri più in basso, è adagiato il Santuario della Madonna del Colletto e, più sotto, Valdieri. Il Santuario della Madonna del Colletto visto dal Monte La Piastra © Cuneotrekking
Dobbiamo ora invertire la marcia per percorrere verso ovest tutta la Costa dell’Arp che, dopo numerosi sali-scendi, ci condurrà al Colle dell’Arpione passando prima nel punto di maggior elevazione della nostra escursione: Cima Cialancia (1885 m). In cammino verso Cima Cialancia © Cuneotrekking

Parte del lungo tragitto da affrontare © Cuneotrekking
È un lungo percorso di circa 5,75 km, che si snoda in bilico tra la Val Gesso e la Valle Stura e ci porta a toccare alcuni piccoli dossi di altezze irregolari presenti lungo il cammino offrendo, nel contempo, panorami stupendi sulla pianura cuneese e sulle due vallate. Fulvio ed io abbiamo modo di sbizzarrirci nel fotografare deliziosi paesaggi. Verso metà del tragitto © Cuneotrekking
A circa metà del cammino, il sentiero, abbassandosi, si sposta sul versante di Desertetto per aggirare alcuni tratti rocciosi. Lo seguiamo per un po’, quindi, per non perdere troppo dislivello, lo lasciamo proseguire tagliando, con un traverso, i ripidi versanti erbosi fino ad approdare ad una selletta (1671 m) di faggi e betulle che precede l’ultimo tratto in salita. Tratto nel traverso © Cuneotrekking

Cima Cialancia, nascosta un pò dall’albero, all’estrema destra © Cuneotrekking

Dalla Cima Cialancia visuale sulla Costa dell’Arp © Cuneotrekking
Raggiungiamo la Cima Cialancia dopo aver percorso oltre duecento metri di dislivello di salita dalla selletta. Ora possiamo fermarci un momento dal cippo di pietre per ammirare il vicino Monte Bourel e l’abitato di Demonte (1100 metri più in basso) con i suoi dintorni. Dal punto più elevato raggiunto, non rimane che scendere un po’ più giu per trovare un posticino riparato per il pranzo. Demonte (1100 m più in basso) visto dalla Cialancia © Cuneotrekking

Cima Cialancia © Cuneotrekking
Superata in discesa la Cima Peirolera (1827 m) scoviamo nelle vicinanze del Colle dell’Arpione una conca che fa per noi. Dal “ristorante”, ultimo sguardo sul percorso appena compiuto © Cuneotrekking
Riprenderemo, più tardi, la facile discesa che dal colle ci riporterà a concludere questo bell’anello a San Bernardo.
luisa boni
19/01/2012 alle 11:33
Ciao, ho scoperto per caso il vostro bolg e l’ho trovato veramente bello ed interessante .
Amo molto il trekking , io ed un’amica abbiamo percorso in lungo ed in largo i sentieri intorno al Lago di Garda , presso cui viviamo, e d’Iseo.
Volevamo avventurarci sulle vostre montagne e quest’anello ci sembrava adatto per cominciare a conoscerle . In che condizioni si può trovare ad inizio febbraio ? Tanta neve ? vedo che a dicembre era ancora percorribile tranquillamemte .Grazie per le informazioni .
E complimenti di nuovo , Luisa
cuneotrekking
19/01/2012 alle 13:45
Ciao Luisa. Ti ringrazio per i complimenti, dicendoti che è bello sapere che il nostro blog serve a far apprezzare le nostre montagne anche a persone così distanti dalla nostra Provincia. (Come avrai potuto vedere, nella “lista escursioni” abbiamo, attualmente, più di 160 gite descritte)
Riguardo le condizioni nevose in cui si trova la Costa dell’Arp, posso dirti che in questo momento sono ancora tali e quali come le vedi sulle foto. Per febbraio sembra sia prevista neve, ma se ti interessa conoscerle più avanti, non hai che da chiedercele e ti aggiorneremo la situazione.
Ciao, Elio
luisa boni
19/01/2012 alle 16:13
Grazie mille ,mi farò sentire e se vi fa piacere vi lascerò un commento post gita .
Ciao , Luisa
cuneotrekking
19/01/2012 alle 18:29
Grazie Luisa, con piacere. Ciao, Elio
Guido (sensafren)
01/03/2012 alle 20:05
Salito oggi da Desertetto ( 01-03-2012)desideroso di iniziare a passeggiare nelle nostre montagne ove nn ci sia più neve , diretto al colle dell’Arpione e poi Cima Cialancia. Neve assestata nel primo pezzo , poi più su a tratti ma evitabile e comunque non da problemi, le ghette sono rimaste nello zaino . Tutto il versante della Costa dell’Arp , fino al colle è sgombro di neve e in cresta si cammina benissimo ,Solo il versante che da sulla valle Stura è innevato.Classica , facile , ma sempre bella gitarella di inizio stagione .
cuneotrekking
02/03/2012 alle 07:11
Ciao Guido, le tue segnalazioni sono molto utili per capire com’è lo stato della neve a quelle altezze. Ciao.
Walt
25/05/2016 alle 15:13
Giro bellissimo ma purtroppo mal segnato. Alcuni passaggi in cresta e in discesa dalla Piastra a San Bernardino sono sprovvisti di tacche o altri segni. Andrebbe tracciato meglio, peccato perchè è molto scenografico.
Elio Dutto
25/05/2016 alle 17:49
Hai ragione Walter. In tanti punti devi cercarti il sentiero, ma se dovessi trovare nebbia diventerebbe difficile orientarsi.
Mattia Bertero Supporter
07/05/2017 alle 16:18
Ciao a tutti voi.
Oggi si torna in montagna con i colleghi di lavoro, anzi un collega di lavoro, Davide, l’altro ha dato buca all’ultimo.
In realtà con loro sono già stato due settimane fa a fare il Giro delle Borgate Colletto-Narbona e Valliera (per Campofei mi hanno chiesto pietà, erano stanchi ed a Colletto avevamo un tavolo per pranzo da Osteria da Marì…), la settimana dopo con la sola Silvia abbiamo tentato di andare alle Basse di Narbona partendo da Celle di Macra attraverso il Vallone del Tibert, non riuscendoci per la neve ghiacciata.
Decido di proporgli una parte del anello che avete proposto, partendo da Desertetto passando per il Colle dell’Arpione ed infine la Cima Cialancia come destinazione finale per poi tornare indietro per lo stesso percorso.
Così alle 8:30 siamo a Desertetto in partenza, il tempo è stupendo e si sta anche bene.
Subito veniamo accolti da un cane da pastore di nome Whisky leggendo la targhetta (un Slovensky Cuvac come veniamo sapere dalla padrona a fine escursione, stranamente affettuoso con gli estranei) che non ci molla un attimo.
Iniziamo a partire e lui inizia prima a seguirci e poi a starci davanti.
Non riuscendo a mandarlo via decidiamo di tenerlo con noi.
Seguendo la sterrata che sale al Colle dell’Arpione iniziamo la nostra salita.
Inizialmente con pendenza lieve ma dopo inizia ad aumentare sempre di più, salendo in maniera costante.
Erano anni che non tornavo qui e non mi ricordavo questa pendenza, propongo al mio collega se vuole tornare indietro ed andare in un altro posto qui vicino ma lui dice che va bene così.
Intanto Whisky ci sta sempre davanti e si nota subito la sua natura di cane da pastore: attento ai rumori, esplora la zona circostante, in avanti per controllare il percorso ed attendere il nostro arrivo.
Ogni tanto ci richiede un po’ d’acqua e di cibo cercando di accontentarlo come possiamo.
Arriviamo dopo un’ora circa di faticosa salita ad un bivio che a destra porta all’Arpione direttamente, a sinistra, si perde tra varie curve dei versante del Monte Merqua arrivando al Gias del Colle dell’Arpione ed infine al colle stesso.
Decidiamo di prendere la via più lunga ma meno ripida.
Tra tornanti e sali scendi arriviamo a quota 1700 circa che compare la neve: un leggero strato che si rivelerà infimo, facendoci scivolare diverse volte.
Il panorama al Gias si apre, vediamo che la Costa dell’Arp ha anch’essa un leggero strato di neve su tutto il suo percorso.
Arriviamo al Colle dell’Arpione dopo 2 ore e 20 dalla partenza e ci riposiamo dalla lunga e dura salita, Whisky gioca sulla neve.
Quanta forza ha ancora…
Dopo 5 minuti riprendiamo la salita verso la Cima Cialancia, la neve cancella il sentiero quindi procediamo a stima verso il suo ometto di pietra.
Intanto a sinistra ci compare la Valle Stura con Demonte sotto di noi, notiamo che le nuvole iniziano a condensarsi in direzione Nord.
Arriviamo in cima dopo 20 minuti dal colle.
Diversi gruppetti di escursionisti arrivano oppure proseguono in tutte e due le direzioni dell’anello.
Il panorama è molto bello ma il tempo comincia seriamente a guastarsi.
Mangiamo il pranzo in vetta, ovviamente Whisky ha la sua parte.
Saremo rimasti li un po’ ma sentiamo un rumore di tuono da Vinadio.
Decidiamo di scendere velocemente.
La discesa dal Colle (intraprendiamo il classico sentiero) ci arriva la pioggia.
Fortunatamente dura pochi minuti e poi smette.
Alle 14:00 siamo già a Desertetto.
Qui troviamo la padrona che stava cercando Whisky, rassicurata che altri escursionisti che ha incontrato gli hanno detto che il cane era con noi.
Una faticosa escursione ma comunque bella, Whisky è stata una piacevolissima sorpresa.
Un saluto da Mattia da Mondovì e Davide.da Levaldigi.
Laura
07/10/2018 alle 09:03
Buongiorno Elio, innanzitutto devo fare a tutti voi, una montagna di complimenti, perchè il sito è fantastico, sono anni che vi seguo, e siete sempre il top!!! Volevo chiederti, in merito all’anello qui descritto se, ad oggi, sono migliorate le segnalazioni per la salita verso il Monte La Piastra, mi piacerebbe intraprendere questo anello ma, senza tacche o paline, non mi fido. Grazie, buon lavoro!!!
Elio Dutto
07/10/2018 alle 11:43
Ciao Laura, intanto grazie per gli apprezzamenti, molto graditi. Riguardo alla tua domanda ti rispondo che da allora non ho più ripercorso questo itinerario. Tutt’al più potrei consigliarti di farlo nel modo inverso perché è più facile orientarsi nella discesa di ritorno a Desertetto. Ciao, grazie ancora e buona escursione!!!
Cristian
21/06/2020 alle 23:24
Buongiorno,
Ho percorso ieri con un amico l’itinerario in MTB
Siamo partiti da Valdieri, saluti su Monte la Piastra, scesi a San Bernardo di Desertetto, per poi risalire dal lato opposto e scendere per i boschi fino a Sant’Anna di Valdieri e poi ritorno a Valdieri su sentiero sulla destra orografica.
Purtroppo, complice anche l’erba alta, il tratto Monte la Piastra/Desertetto è di difficile individuazione: qualche ometto e qualche tacca rosso/bianco qua e là coperte dalla vegetazione.
Speravamo di pedalare un po’di più, ma avevamo già messo in conto il portage… No problem! Era un giro esplorativo!
Grazie per le indicazioni e per il fantastico sito!
Buone gite!