Dalle grange Collet (1980 m) seguiamo la sterrata che vira a sinistra verso l’ampia valle del Maurin. Appena oltre, nei pressi di una baita in pietra, grangia Rabet, proseguiamo in salita abbandonando a destra la carrareccia che prosegue in piano verso il colle di Bellino.
Siamo sul percorso Cavallero (tacche rosso/blu), un grandioso itinerario ad anello di più giorni inaugurato a inizio anni ‘90.
Alle nostre spalle appare in tutta la sua imponenza la lama di roccia verticale della Rocca Castello, separata da una profonda spaccatura dalla Torre Castello, ambite mete alpinistiche.
All’incirca un chilometro dopo il bivio abbandoniamo la sterrata che porta alla grangia Seimandi e imbocchiamo a sinistra un sentiero (tacche rosso/blu) che sale tra dolci pendii erbosi.

Salendo al colle Maurin © Elio Dutto

Più avanti © Elio Dutto
Con un po’ di attenzione, nel primo tratto verso sinistra si può scovare un’opera di “land art” realizzata alcuni anni fa dall’artista tedesco Christof Schröder: una barca a remi costituita da centinaia di pietre accatastate. Un simbolo per ricordare gli immigrati e tutti quelli che “nuotano contro corrente”.
Il percorso, sempre molto agevole, si sviluppa all’interno di un ampio avvallamento e va a superare alcune dolci balze erbose.
Molto più avanti, ci troviamo ai piedi del monte Pertusà, “bucato” in dialetto piemontese, così chiamato perché attraversato da una enorme fessura naturale che di qua, con un po’ di attenzione, è visibile ben più in alto a sinistra.
Oltre alla metà del vallone raggiungiamo un grande pianoro attraversato dal rio del Maurin. Alla nostra sinistra, inizialmente nascosto alla vista da massi accatastati, si trova il laghetto della Sagna del Colle (2434 m).

Dal lago della Sagna del colle © Elio Dutto
Scavalcato il rio proseguiamo sul pianoro, poi il percorso diventa più ripido. Superata la rampa erbosa proseguiamo un tratto lasciando a destra la deviazione per il col de Roux (col de la Traverse).

La rampa © Elio Dutto

Sguardo sul percorso effettuato © Elio Dutto
Il sentiero prosegue verso sinistra fino al colle del Maurin (2633 m, col de Mary per i francesi), su cui ancora oggi si trova una curiosa cassetta delle lettere in legno che la guida alpina Nino Perino aveva posto per mettere simbolicamente in comunicazione i due stati confinanti.

Colle del Maurin © Elio Dutto
Lasciato di fronte il sentiero che scende nella vallée de l’Ubaye e a destra quello che porta ai laghi di Roure, proseguiamo a sinistra su quello che va ad aggirare la Tête du Vallonnet (2822 m).

Aggirando la tête du Vallonnet © Elio Dutto

Sguardo in direzione del Ciaslaras © Elio Dutto
Con quest’ultimo tratto di salita ci portiamo con un traverso finale alla palina del colle del Marinet (2787 m).

Verso il colle del Marinet © Elio Dutto
Lasciato a sinistra il percorso verso il monte Ciaslaras (3005 m), seguiamo il piacevole sentiero che si distende nella vallée de l’Ubaye, circondati da meravigliose cime.

Dal colle appaiono i laghi del Marinet © Elio Dutto
Qui le tacche cambiano colore e diventano giallo/rosse. A sinistra abbiamo la tête de l’Homme (3202 m) e, un po’ più spostata a destra, il retro dell’Aiguille de Chambeyron (3412 m).

In discesa dal colle Marinet © Elio Dutto
I ghiacciai del Marinet sono due: quello orientale, più vicino al colle, ormai quasi scomparso, e quello occidentale che digrada dall’Aiguille de Chambeyron e che qualche anno fa prorompeva copiosamente nella vallata. Il posto, comunque, è incantevole. Iniziamo la discesa verso il lago grande, che già si scorge dal colle in lontananza. Al fondo a sinistra il lago è chiuso dall’Aiguille Large (2857 m).
Perdendo circa duecentocinquanta metri di quota, su un ottimo sentiero, lo andremo a raggiungere, ma solo dopo esserci fermati su un bel poggio panoramico dal quale è possibile ammirare i due laghi presenti in questa parte bassa.

Veduta dal poggio panoramico © Elio Dutto

Il secondo laghetto © Elio Dutto
Tante marmotte, per nulla intimorite, ci danno il benvenuto.

Ai piedi del lago grande © Elio Dutto

Lago grande del Marinet © Elio Dutto
Giunti sulla riva del lago grande svoltiamo a sinistra per raggiungere il bivacco del Marinet (2560 m), in posizione un po’ decentrata e nascosta alla vista. È una struttura molto spartana che può servire solo in caso di necessità.

Bivouac du Marinet © Elio Dutto
Il secondo lago, dal colore verde, è nelle immediate vicinanze. Altri due laghetti, che oggi non andremo a visitare, sono nascosti dietro una barra rocciosa. Non c’è nessuno e, sotto un cielo stupendo senza nuvole, ci godiamo la vista di un paesaggio meraviglioso.
Purtroppo più tardi ci tocca tornare sui nostri passi ripercorrendo i duecentocinquanta metri di risalita al colle. È tutto talmente bello che neanche ci accorgiamo della fatica. Tornati al colle Marinet troviamo un posto riparato dal vento nei pressi della tête du Vallonnet (2822 m) per mangiare. Poi proseguiamo il ritorno sulle orme dell’andata.

Ritorno alle grange Collet © Elio Dutto

Presso le grange Collet © Elio Dutto
Lorenzo
10/09/2020 alle 16:45
Il divieto è più o meno ubicato dove inizia la vostra traccia? Pensavo che non si potesse salire dopo che la strada diventa sterrata. Grazie
Elio Dutto
13/09/2020 alle 16:45
Ciao Lorenzo. Il divieto è ubicato dalle grange Collet, cioè un po’ dopo l’inizio della nostra traccia.
Simona Supporter
11/09/2020 alle 17:00
Bellissima gita fatta a inizio luglio.
Abbiamo allungato il percorso continuando la discesa dai laghi di Marinet fino al bivio per Maljasset, risalito poi il Vallon de Mary fino a intercettare il sentiero per il Col de Roux, attraverso il quale siamo ritornate al Vallone del Maurin.
L’itinerario è piuttosto lungo, ma non presenta alcuna difficoltà e permette di apprezzare i maestosi paesaggi dell’alta Valle Maira e dell’Ubaye.
Simona e Paola
Elio Dutto
11/09/2020 alle 21:53
Ciao Simona. Era anche nelle nostre intenzioni quel giro, ma per questioni di tempo siamo tornati sui nostri passi.
Giampaolo
12/09/2020 alle 13:42
Ciao, è possibile sapere indicativamente quant’è la durata? Grazie
Elio Dutto
12/09/2020 alle 14:12
Tre ore, tre ore e mezza per la sola andata. Ciao
Sergio Chiappino
14/08/2021 alle 18:11
Sono stato ai laghi. Per motivi ideologici e avere più varietà di paesaggi, ho fatto un anello perfetto salendo dal vallone dell’Infernetto al colle Ciaslaras e risalendo quindi dal vallone di Mary. Anche così il giro non risulta troppo lungo e accessibile a un escursionista medio, solo facendo un po’ di attenzione sulle rampe più alte del colle, molto sdrucciolevoli (ma con sentiero marcato). Avrei voluto anche passare dai laghi ri Roure, ma la bellezza del sentiero lastricato dalle bergerie di Mary mi ha fatto dimenticare il proposito.
Ad ogni modo i due laghi sono molto belli: grazie per il suggerimento