Torniamo qualche metro verso valle e imbocchiamo la stradina asfaltata che si stacca verso sud-ovest (palina) passando davanti alla cappella dedicata a sant’Antonio da Padova e a Maria Ausiliatrice.

Palina in partenza © Elio Dutto

La cappella di sant’Antonio e Maria Ausiliatrice © Elio Dutto
Sempre su asfalto superiamo tetto Salmet sottano (1.125 m) e poco dopo arriviamo alla deviazione per tetto Salmet soprano (1.176 m). Senza svoltare nella sua direzione proseguiamo dritti risalendo una coppia di tornanti.

Viale di faggi © Elio Dutto
La strada nel frattempo diventa sterrata. Intorno alla quota 1.237 m trascuriamo il sentiero a sinistra che scende verso il rifugio Esterate e che potrebbe rappresentare una variante per il ritorno.
Trecento metri dopo lasciamo a destra il percorso per il ponte della Rovina (vallone del Gesso della Barra) e verso sinistra raggiungiamo una radura (1.320 m) dove termina la strada.

Dalla radura parte il sentiero © Elio Dutto
Entrati nei confini del parco naturale Alpi Marittime seguiamo il sentiero che si addentra nel selvaggio vallone del Laus. Dopo qualche centinaio di metri superiamo un tratto di rocce e, con un traverso, poco più avanti oltrepassiamo un rio asciutto che ci trasferisce sulla destra orografica.

Guadiamo un rio secco © Elio Dutto
Il sentiero, ottimamente ripulito, prosegue in salita tra boschetti di faggi misti ad altri alberi.

Salendo © Elio Dutto

Alle nostre spalle © Elio Dutto
Zigzagando tra rocce, arbusti e piante arriviamo, molto più in alto, a una balza rocciosa dove ha sede il primo lago di Esterate (1.740 m).

Poco prima del lago inferiore © Elio Dutto
Purtroppo dopo la lunga siccità dei mesi passati lo troviamo completamente asciutto. Il toponimo “steirà” significa terreno sterile, dissodato per renderlo produttivo.
Da qui abbiamo buone visuali sulla cima del Lausetto (2.687 m) e sul monte Ray (2.318 m).

In secondo piano la cima del Lausetto (al centro) e il monte Ray (a destra) © Elio Dutto

Veduta dal lago inferiore verso la conca di Entracque © Elio Dutto
Tornando indietro di alcuni passi seguiamo un sentiero che sale tra erba bassa e rocce in direzione del monte Costassa (2.224 m).

Salendo al lago superiore. A sinistra la conca del lago inferiore. © Elio Dutto
Alcuni zig-zag ci trasportano dritti e poi verso destra dove, circa centoventi metri più in alto, in una seconda balza troviamo il lago superiore di Esterate (1.882 m).

Salendo al lago superiore © Elio Dutto
Lo specchio d’acqua è davvero piccolo, ma l’ambiente appartato in cui è incastonato ci dona grande serenità. Il sole da queste parti tarda ad arrivare per cui la sua superficie è già completamente ghiacciata.

Beppe ama il rischio e prova la solidità dello strato di ghiaccio © Elio Dutto

Lago superiore di Esterate © Elio Dutto

Dai laghi veduta su Entracque © Elio Dutto
Per riscaldarci scendiamo nei pressi del primo lago, dove ci fermiamo per pranzare.

Scendendo dal lago superiore © Elio Dutto
Dopo la meritata pausa torniamo sulle orme dell’andata fino all’auto.
Giorgio Supporter
03/11/2021 alle 11:21
Quando pensi di conoscere quasi tutto in Val Gesso…ecco una bellissima novità da provare subito, grazie!
Gigi
03/11/2021 alle 13:11
Scusa, se ho capito bene si passa vicino al rifugio esterate, quindi volendo si potrebbe parcheggiare nell’ampio parcheggio vicino? Noi di solito ci muoviamo con 4/8 macchine.
Elio Dutto
03/11/2021 alle 14:11
Ciao Gigi. Il rifugio Esterate è a circa un km oltre la cappella. Se parcheggiate lì al rifugio, qualche centinaio di metri dopo c’è un sentiero di collegamento che, a destra, va a collegarsi con la via fatta da noi, cioè quella che parte da Tetto Airetta.