La partenza è sulla destra della strada, dove è visibile la palina con l’indicazione monte Ciastella.
Il percorso, indicato con bollini rossi, inizia in diagonale con l’attraversamento di una piccola pietraia. Subito dopo si infila tra qualche alberello e prosegue verso nord tagliando tratti rocciosi entrando e uscendo da piccole abetaie. È consigliabile fermarsi ogni tanto per vedere all’indietro il lungo vallone della Maladecia.

Retrospettiva sul vallone della Maladecia © Cuneotrekking
Molto più avanti il sentiero converge verso l’interno di un canalino con un breve passaggio protetto da un cavo in acciaio.
Transitati sul versante opposto risaliamo un ripido tratto a sinistra di un pronunciato spuntone di roccia.

Salendo tra le rocce © Cuneotrekking
Il sentiero prosegue sempre in ripida salita e raggiunge un colletto (1980 m).

Arrivo al colletto © Cuneotrekking
Dal colletto il percorso avanza sul bordo destro di una pietraia. Un po’ più su, dopo un transito tra i larici, prosegue la ripida salita con un lungo traverso diagonale dirigendosi, dopo un piccolo passaggio sotto le rocce, al colle erboso (2261 m) visibile in alto a destra posto sul displuvio con il vallone Stretto.

Il lungo traverso che porta al colle © Cuneotrekking

Un po’ di nebbia © Cuneotrekking
Dal colle la vista spazia fino all’abitato di Sambuco. Il monte Ciastella è situato a destra (nord-est). Lo raggiungiamo percorrendo la facile cresta.

Dal colle veduta del Ciastella © Cuneotrekking

Sulla cresta poco prima della cima Ciastella © Cuneotrekking
Un centinaio di metri prima, su una pietra, una vipera sta ritoccando la propria abbronzatura al sole caldo rischiando di essere calpestata dagli scarponi di Beppe. Raggiungiamo la cima di questo monte detto anche la montagna dei Vinadiesi.

Verso la croce © Cuneotrekking
Scattiamo alcune foto con la nebbia che gioca con noi. Sono le 10:00, abbiamo impiegato poco tempo per la salita e non è ancora ora di pranzare.

Croce lignea sul Ciastella © Cuneotrekking

La croce occitana © Cuneotrekking
La cima Lausa Bruna è poco distante, al di là del colle, e ci implora di salirci sopra.

Lausa Bruna visto dal monte Ciastella © Cuneotrekking
Rimessi gli zaini sulle spalle ridiscendiamo fino al colle iniziando subito dopo la salita che prosegue dopo il primo larice. La salita, consigliata ad escursionisti esperti, sarebbe preferibile dal versante est (vallone di Sant’Anna).
Lungo l’ascesa abbiamo creato e risistemato alcuni ometti che guidano verso l’alto. Dopo un breve tratto in piano il percorso prosegue subito con un ripido diagonale verso un gruppo di rocce che scavalchiamo.
Con un altro diagonale andiamo a scavalcare un secondo gruppo di rocce. Ora puntiamo verso l’alto salendo in cresta.

Ultimo tratto in cresta del Lausa Bruna © Cuneotrekking
Svoltando a sinistra la percorriamo dirigendoci alla cima che raggiungiamo poco dopo. È sormontata da una radice stilizzata che vagamente assomiglia ad una croce.

Cima Lausa Bruna © Cuneotrekking
Al di là, nel vallone dei Bagni, possiamo sorgere, un po’ distante, il lungo vallone del Binec.

Tornando sulla cresta © Cuneotrekking
Ci soffermiamo per un po’ a fotografare prima di ricominciare la discesa al colle sulle medesime tracce.

Ritorno al colle © Cuneotrekking
Intanto si sta avvicinando l’ora del pranzo e lì ci fermeremo godendo la vista spaziosa sull’alta valle Stura.
Al termine riprendiamo la discesa. Naturalmente il sentiero è uno solo, quello percorso in precedenza, e lo scenderemo fino a raggiungere il parcheggio.

Discesa a valle © Cuneotrekking

Discesa dal colletto © Cuneotrekking

Nell’ultimo tratto di discesa © Cuneotrekking
Adriana
02/10/2021 alle 20:40
Sentiero molto ripido e maltenuto,oltre che mal disegnato, scivoloso e poco panoramicò.
Cima ciastella di facile accesso e con bella veduta, cima Lausa Bruna
Con sentiero poco evidente abbastanza impegnativo.
Elio Dutto
02/10/2021 alle 20:57
Ciao Adriana. Convengo con te per la ripidezza. Dopo la grande frequentazione dello scorso anno può essere che pochi l’abbiano ripetuto quest’anno, per cui il sentiero sarà diventato meno percorribile. Per il Lausa Bruna è sicuramente più impegnativo anche per la mancanza di un vera traccia. Brava comunque. Ciao