Dalla chiesa dei Cerati proseguiamo sull’asfalto per circa duecento metri, quindi deviamo a sinistra in via santa Brigida seguendo il nastro d’asfalto che prosegue verso alcuni casolari. Dopo circa trecento metri di percorso in salita la abbandoniamo proseguendo sulla prima sterrata che si infila diritta nei folti boschi di castagni.
Poco oltre, a un bivio, proseguiamo diritto arrivando alla fonte Mereu. Il percorso si fa più interessante e vario. In sottofondo sentiamo il canto del cuculo, tornato tra i nostri boschi dopo un periodo di svernamento nell’Africa meridionale.

All’interno dei primi boschi © Elio Dutto
Al bivio successivo manteniamo la destra e, dopo alcune curve, raggiungiamo un terreno più pianeggiante dove occorre proseguire dritti. Il tratto di strada che segue ci conduce sulla sterrata più marcata proveniente dai Gigutin sottani.

Sulla sterrata dei Gigutin soprani © Elio Dutto
Dopo una stretta curva verso destra giungiamo in prossimità dei tetti Gigutin soprani (894 m) dove troviamo i primi cartelli.

Poco prima delle case dei Gigutin soprani © Elio Dutto
Da questo poggio si intravedono nel bosco sottostante i casolari della piccola borgata. Dalla palina abbandoniamo la sterrata per seguire a destra la ripida dorsale (tacche rosse e blu) che in breve ci conduce alla Madonnina degli scout (936 m), eretta nel 1960.

Piloncino della Madonna degli scout © Elio Dutto
Ora la traccia prosegue in ripida ascesa tra betulle, faggi e un sottobosco di mirtilli sul crestone divisorio tra i comuni di Boves e Robilante. Dopo qualche leggero tratto pianeggiante riprendiamo a salire arrivando a un trivio. Lasciata a sinistra la sterrata che scende e a destra quella che continua sul fianco di un muretto in pietra, proseguiamo la nostra marcia diritto tra le betulle per raggiungere più avanti una serie di quattro ometti in pietra ravvicinati.

Qui seguire il sentiero che sale dritto © Elio Dutto

Il sentiero tra le betulle © Elio Dutto

Serie di ometti © Elio Dutto
Proseguendo la marcia ancora dritti dopo un po’, seguiamo un sentiero che tra le betulle procede a destra e va a raggiungere una sterrata.

Prendiamo il sentiero verso destra © Elio Dutto
Al termine del tratto, svoltando a sinistra e in discesa, sul fianco della cima Brusatà (1154 m), ci portiamo direttamente al panoramico e verdeggiante Prato del soglio, magnifico belvedere che offre sempre uno splendido colpo d’occhio sulla vicina Bisalta ma anche su gran parte della valle Vermenagna.

Prato del Soglio © Elio Dutto
Scendiamo verso l’unica baita che incide il prato per poi andare a seguire la strada sterrata che, alle sue spalle, prosegue sul fianco di un viale di betulle.

Discesa all’unico casotto © Elio Dutto

Viale di betulle © Elio Dutto
Arrivati a un ampio spiazzo (1126 m) ignoriamo a sinistra la strada che scende verso la frazione Rosbella e a destra quella che prosegue verso la località Montasso di Robilante. Seguiamo invece quella dritta e in salita che, sul versante di Rosbella, porta in direzione del passo di Ceresole e dei tralicci dell’alta tensione.
Dopo uno stretto tornante, e superato più avanti un cippo commemorativo che ricorda alcuni caduti nell’ultima guerra, la sterrata prosegue il suo corso. Più avanti notiamo una stradina scivolo a destra (cartello indicatore Bec du Corn sul lato opposto) che seguiamo fino all’interno di una pineta e poi tra faggi e betulle.

Deviazione al Bec du Corn (foto scattata nel 2019) © Elio Dutto
Con l’ausilio di alcune frecce rosse sugli alberi ci spostiamo nel versante di Robilante prima tra i faggi, poi tra alcune conformazioni rocciose e massi erratici.

Salendo l’ultimo tratto verso il Bec du Corn (foto scattata nel 2019) © Elio Dutto
Un ultimo tratto un po’ più atletico ci fa pervenire al Bec du Corn (1360 m), panoramicissima e vertiginosa roccia piatta protesa nel vuoto. Ottimo il panorama che spazia dalla pianura alla Bisalta regalandoci una magnifica vista dall’alto di Prato del soglio e Rosbella.

Arrivo al Bec du Corn (foto scattata nel 2019) © Elio Dutto

Lo sguardo spazia verso il prato del Soglio © Elio Dutto
Ci fermiamo per una veloce colazione poi, seguendo la traccia che prosegue in direzione del passo di Ceresole, andiamo a raggiungere appena più in alto la cima della Roccarina (1364 m), altro punto panoramico sovrastato da una piccola croce in ferro.

Croce sulla Roccarina (foto scattata nel 2019) © Elio Dutto
Da lì, sempre all’interno di una faggeta, raggiungiamo infine la cima di Francia (1421 m), sormontata da una croce gialla in acciaio. Purtroppo il panorama è quasi completamente ostruito dalla vegetazione.

Sentiero verso la cima di Francia (foto scattata nel 2019) © Elio Dutto

Croce sulla cima di Francia © Elio Dutto
Iniziamo ora il ritorno scendendo nella faggeta dalla parte opposta trovandoci poco dopo faccia a faccia con i tralicci 380kV dell’Enel.
Svoltando subito a sinistra sulla sterrata recuperiamo la strada che tagliando il versante della valle Colla ci riporta al Prato del soglio. Appena prima del viale di betulle scegliamo un tracciato che, verso destra, ci porta verso un casotto.
Lo affianchiamo sulla sua sinistra e ci infiliamo sulla destra di una pineta. Più avanti a un bivio teniamo la sinistra e due metri dopo la destra, imboccando la sterrata che ci riporta attraversando numerosi boschi di castagno ai Gigutin soprani.
Continuando ancora a scendere, dopo alcune centinaia di metri, a un gomito della strada con bivio, abbandoniamo la sterrata tenendo la destra, riprendendo la strada fatta al mattino per la salita. A ritroso ora ripercorriamo il tratto nel bosco fino a ritrovare la strada asfaltata.
Merita fare una piccola deviazione a sinistra per visitare dall’esterno la graziosa cappella di Santa Brigida, santa venerata dalla gente del posto nei tempi passati per richiedere la pioggia nei momenti di forte siccità. Il 23 luglio di ogni anno ricade la festa e viene celebrata una messa molto partecipata.
La cappella è stata eretta nel 1806 nei terreni del sindaco di allora, Cordero Giovanni Battista. Ma essendo il Cordero deceduto pochi mesi dopo, i lavori furono sospesi e ripresi e ultimati soltanto nel 1822 dal sig. Elia Ottavio, farmacista, il quale fece dipingere sulla facciata le immagini di S. Brigida, S. Giacomo e S. Anna. La chiesetta fu restaurata nel 1882, anno di grande siccità in riconoscenza alla Santa per la sopravvenuta abbondante pioggia. I Bovesani continuano, come in passato, a invocare S. Brigida nei tempi di siccità, processionando fiduciosi alla sua chiesetta e sempre ne sperimentano la benefica intercessione. — Tratto da Storia popolare di Boves di Lorenzo Peirone.

La graziosa cappella di santa Brigida © Elio Dutto
Infinte riprendiamo l’asfalto sulle tracce dell’andata fino al parcheggio dalla chiesa dei Cerati.
Arianna M Supporter
26/06/2021 alle 14:28
Ciao, potrei avere indicazioni più precise per lasciare l’auto a Prato del Soglio o Rossella?
Valerio Dutto
26/06/2021 alle 19:11
Ciao Arianna, sì entrambi sono punti di partenza indicati per questa gita. Partendo da Rosbella la si allunga un po’ (che non è un male). Tieni solo conto che il parcheggio di Rosbella è piccolino e abbastanza frequentato…
Arianna M Supporter
27/06/2021 alle 22:47
Grazie. Quindi seguendo il gpx anche al ritorno dovrei tornare lì?
Elio Dutto
28/06/2021 alle 08:21
Esatto, il giro esegue un piccolo anello tornando poi al punto di partenza.