Dal parcheggio (1140 m) seguiamo per qualche centinaio di metri la strada asfaltata che conduce verso la diga di Riofreddo, svoltando poi a sinistra (indicazione) sulla sterrata per il forte Piroat.
Entriamo ora in un’ombrosa faggeta seguendo un lungo percorso che taglia un boscoso versante ovest. Salendo abbiamo alcune belle visuali sul monte Malinvern (2939 m) e sul “foliage” che, in questo periodo autunnale, si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il vallone di Riofreddo.
La strada prosegue alternando piccole salite e discese fino al forte Piroat (1244 m).
Dal forte, se non si vuol proseguire sulla strada, si può prendere un sentiero (palina) che accorcia un lungo tornante. Dopo un po’ raggiungiamo il forte Serziera (1352 m) abbandonato tra la vegetazione. La strada continua ancora un po’ fino raggiungere altre postazioni difensive militari (1402 m).

Foliage autunnale salendo alla cima di Crosa © Cuneotrekking
Da lì continuiamo in salita a zig-zag nel bosco di faggi. Molto più avanti, deviando qualche metro dal sentiero, abbiamo la possibilità di avere una splendida visuale di Vinadio.

Salendo dopo il forte Piroat © Cuneotrekking
Proseguendo ancora oltre il bosco inizia a diradarsi mentre si fanno più vicine le visuali sulla punta Ciarnier (2573 m) e il monte Ciastella (2313 m).

A destra della cima Ciastella spunta il Becco Alto dell’Ischiator © Cuneotrekking
Quando il pendio si attenua raggiungiamo il magnifico pianoro di punta Crosa (1905 m) con la sua croce di vetta. Vale la pena fare una pausa per gustare appieno il paesaggio. Di fronte abbiamo una splendida visuale su Vinadio (1100 metri più in basso) alle cui spalle spiccano il Nebiùs (2600 m), il monte Savi (2615 m) e il monte Salè (2630 m). Interessante anche l’estesa visuale su gran parte della bassa valle Stura.

Croce di vetta sulla cima di Crosa © Cuneotrekking

Veduta sul fondovalle dalla cima di Crosa © Cuneotrekking
Alle spalle di punta Crosa proseguiamo il cammino nella radura (direzione sud-est) tra alcuni larici fino a raggiungere un cospicuo gruppo di trune abbandonate (ne abbiamo contate una trentina) poste sul versante est della cima Trent. Le trune sono piccoli ricoveri realizzati a secco con pietre e copertura a botte. Raggiungiamo il cippo della cima appena al di sopra delle stesse.
Dalla cima Trent (2064 m) seguiamo ora un percorso ben tracciato che si allunga verso sud lungo la cresta erbosa in direzione della Testa Rimà. È un tracciato molto bello e invitante che taglia le pendici erbose un po’ sul crinale e un po’ sul lato Riofreddo.
Dopo un lungo tratto arriviamo a un belvedere dal quale possiamo scorgere a sinistra, nel vallone laterale, il poco conosciuto e poco visitato lago di Palla, incastonato tra le rocce e qualche larice tra la costa di Palla e il monte Gias Vej (o monte Alivé).

Il lago di Palla tra i larici © Cuneotrekking
La Testa Rimà (2506 m) dista ancora parecchio, ma il sentiero è talmente invitante e panoramico che non sentiamo neanche la fatica. Lungo il tratto superiamo in sequenza alcune balze erbose.

Il lungo crinale erboso appena passato © Cuneotrekking

Testa Rimà visibile al centro della foto © Cuneotrekking

La cima di Gorgia Cagna con una spruzzatina di neve © Cuneotrekking
Sul fianco del lago di Palla il sentiero torna a inerpicarsi. Dopo l’ennesima balza, tagliando la testata del ripido vallone Grosso, andiamo ad affiancare sulla destra la rocciosa cima di Palla (2460 m).

L’ultimo tratto verso la Testa Rimà © Cuneotrekking
Dopo una semi curva il sentiero riprende la salita a zig-zag, poi si porta su un’insellatura e da lì prosegue a piccoli tornanti fino alla cima.

Luciano in salita verso la cima © Cuneotrekking
Lo spettacolo è grandioso. Da sinistra possiamo ammirare in sequenza la Testa del Reduc (2573 m), la cima Gorgia Cagna (2718 m) per arrivare al monte Matto (3088 m), alla Rocca di Valmiana (3006 m), della Paur (2939 m) e del Pan Perdù (2870 m). Senza contare ai nostri piedi i laghi sottano e soprano della Valletta.
Lascia sbalorditi trovare sulla cima di questi monti, ben distanti dal fondovalle, appostamenti difensivi sulla Testa Rimà (2506 m) e punta Ciarnièr (spartiacque Riofreddo/Sant’Anna di Vinadio) che avevano lo scopo di difendere e controllare dall’alto il vallone di Riofreddo. Furono voluti dal re Carlo Alberto di Savoia e costruiti nell’insieme dei forti di Vinadio tra il 1834 e il 1847 per lo sbarramento della valle Stura. Nel complesso difensivo, oltre al forte centrale, sono stati costruiti i forti Neghino, sulla sinistra orografica, e Piroat e Sarziera sulla destra orografica.

Particolare del caposaldo © Cuneotrekking

La struttura principale del caposaldo © Cuneotrekking

Arrivo sulla cima © Cuneotrekking

Da sinistra: monte Matto, Rocca di Valmiana, Punto Nodale, Rocca della Paur, Rocca di Pan Perdù © Cuneotrekking
Dopo un’oretta circa di contemplazione del paesaggio iniziamo il ritorno che avviene sulle orme dell’andata.

Inizio della discesa dalla Testa Rimà © Cuneotrekking

In discesa sul lato vallone di Riofreddo © Cuneotrekking

La cima di Crosa vista scendendo dalla cima Trent © Cuneotrekking
Ennio Sangion
04/11/2019 alle 14:26
Sembra una bella escursione, mi chiedevo se è fattibile con le ciaspole magari non fino alla cima ma ad una meta intermedia.
Complimenti, le vostre escursioni le seguo sempre molte le ho anche fatte scaricando il vostro GPX.
Elio Dutto
04/11/2019 alle 18:47
Ciao Ennio. Innanzitutto grazie per i complimenti. Riguardo alla tua domanda direi che non è adatta con le ciaspole sia per eventuali rischi di slavine nel segmento iniziale, ma anche per il tratto molto ripido e difficile da individuare con la neve nel lariceto dopo il Forte Piroat. Ci avevo fatto un pensierino anch’io ma te lo sconsiglio. Ciao
Francesca
25/06/2020 alle 21:50
I 21 km sono andata e ritorno o solo andata?
Elio Dutto
26/06/2020 alle 06:10
Ciao Francesca. Nelle note tecniche mettiamo sempre il totale dei km fatti, che comprendono l’andata e il ritorno. Ciao
Stefania
10/05/2021 alle 17:27
Ciao, mi sembra davvero un’ottima escursione e per questo vorrei farla; secondo voi ( tempo permettendo) è già possibile salire nel weekend o c’è ancora neve?
Grazie in anticipo