Trascorsa una settimana dall’escursione al Colle di Finestra ritorniamo a San Giacomo di Entracque per recarci nell’altra diramazione della valle. Il posto lo conosciamo bene per averlo frequentato in passato, ma oggi 25 maggio 2010, con una bella giornata soleggiata, vogliamo goderci quei panorami, che sappiamo di trovare in questo luogo appartato, vedendoli con la neve di primavera.
Verso le 8:15, caricate le racchette da neve sugli zaini, Gelu ed io superiamo il ponte sul torrente Gesso per dirigerci in salita verso gli ex caseggiati del Re. Ogni volta che passiamo in mezzo alla faggeta che li precede rimaniamo meravigliati nel vedere questi splendidi alberi resistere al tempo che passa.
Effettuati i pieni alle borracce alla fresca fontana dopo la colonia dei Salesiani, risaliamo il bosco superando alcuni tornanti che ci portano a sbucare alti sul lungo Pian del Rasur, verso il cui fondo iniziano a brillare le vette. Scorcio dal Pian del Rasur © Cuneotrekking

Verso il fondo del pianoro © Cuneotrekking

Cime Cossato, Viglino e Clapier © Cuneotrekking
Lo percorriamo con tranquillità soffermandoci varie volte a fotografare marmotte e camosci che vengono a brucare la nuova erbetta. Poco prima del termine del pianoro lasciamo a destra la diramazione che, scavalcando il rio, porta al rifugio Pagarì e seguiamo a sinistra (palina) il sentiero che sale la collinetta erbosa in direzione del vallone del Vei del Bouc. Notate alcune sorgenti sostituiamo l’acqua presa in precedenza. Entriamo, per qualche centinaio di metri, in una faggeta e la superiamo per trovarci su una scarpata dapprima erbosa ed infine pietrosa. Dopo alcune giravolte scavalchiamo il rio proveniente dal lago. Sulla scarpata poco prima di attraversare il rio © Cuneotrekking
In compagnia di uno stambecco che ci fa strada percorriamo un lungo tratto insieme, fino a quando si spazientisce infilandosi in un canalone laterale. Proseguiamo la salita prendendo qualche scorciatoia. Ci meraviglia non trovare più neve a quest’altezza. La calpesteremo solamente attorno ai 1900 metri di quota.
Alle nostre spalle, salendo, osserviamo le vette del Clapier (3045 m), Maledia (3061 m) e Caïre del Muraion (2972 m). Localizziamo con certezza l’ubicazione del rifugio Pagarì (2650 m) e, nel vallone Pantacreus il bivacco Moncalieri (2710 m), appena al di sotto del passo dei ghiacciai. E’ ancora troppo pericoloso addentrarsi da quelle parti. C’è ancora moltissima neve intatta, pronta a precipitare da un momento all’altro; ci vorranno almeno una ventina di giorni prima di potervi accedere. Al centro si intravede il rifugio Pagarì (zoom) © Cuneotrekking

Vallone di Pantacreus © Cuneotrekking
Nel frattempo raggiungiamo la neve e, poco più avanti, siamo in vista del lago che pensavamo ancora di trovare completamente bianco, ma pian pianino sta cedendo all’acqua. La parte sinistra che sale verso il Colle è abbastanza pulita.
Per goderci questa vista meravigliosa saliamo di un centinaio di metri la riva dove troveremo un buon posto per rilassarci e pranzare. Nel frattempo notiamo l’arrivo di un altro escursionista che si ferma sulla riva del lago. Salendo verso la conca del lago © Cuneotrekking

La prima neve © Cuneotrekking

Arrivo al lago © Cuneotrekking

Lago del Vej del Bouc © Cuneotrekking

Lago © Cuneotrekking

Sguardo al lago durante la pausa pranzo © Cuneotrekking

Sfumature di colori sul lago © Cuneotrekking
Sulle Cime Est ed Ovest del lago dell’Agnel, di fronte a noi, sporgono impressionanti cornici di neve che fotografo col teleobiettivo. Protendono di parecchi metri e sono pronte a precipitare da un momento all’altro. Cornici sporgenti di neve © Cuneotrekking
Non c’è che dire, abbiamo proprio trovato la giornata ideale per venire qui; le ciastre non sono servite per portarci su ma lo vediamo come un buon allenamento che rinforza le spalle.
Ci dispiace essere partiti un po’ tardi; con un’ora ulteriore di cammino si sarebbe potuto raggiungere anche il colle del Vei del Bouc. Sarà per la prossima volta.
Verso l’una riprendiamo la strada del ritorno scendendo nel vallone del Colomb, quindi verso San Giacomo.
Claus72
28/05/2010 alle 21:06
Ero stato qualche estate fa’ ed ero rimasto sorpreso dalla bellezza del Pian del Rasur e da tutta la camminata,a vedere le foto sembra che anche in tarda primavera ha uno splendido fascino…complimenti!
cuneotrekking
29/05/2010 alle 12:02
Io penso che ogni stagione abbia il suo fascino. Essendo amante delle piccole cose, la natura mi affascina di continuo: a qualsiasi ora del giorno, in ogni stagione e con qualsiasi tempo. Basta saper apprezzare…
cielo
04/06/2010 alle 09:36
Il lago del Vej del Bouc è uno di quei posti dove ogni anno dico che andrò e non ci vado mai. Chissà che dopo questo vostro splendido reportage non sia la volta buona che mi decido! 🙂
Complimenti!
cuneotrekking
04/06/2010 alle 10:40
Ne vale veramente la pena, specialmente ora che lo trovi ancora parzialmente innevato. Poi è bello il transito al pian del Rasur, poco frequentato e in questo momento pieno di fiori. Ciao.
giovanni
25/10/2010 alle 19:38
da tempo ero intenzionato a salire al lago, del quale avevo più volte sentito e letto in termini entusiastici. ci sono andato in una giornata dello scorso settembre, il posto è sicuramente bello e la gita di tutta comodità; in realtà non ne sono rimasto pienamente soddisfatto (questo non mi capita mai in marittime), probabilmente a causa delle mie aspettative o, più probabilmente di un tempo a dir poco bizzarro, che mi ha costretto a venirmene via di corsa per evitare la pioggia. comunque il rimanere lungamente ad osservare le bestie al pascolo al -pian rasur- mi ha “riappacificato con l’alpe”.
in tutti i casi conto di tornarci, sperando in una gornata migliore.
cuneotrekking
26/10/2010 alle 12:20
Ciao Giovanni. Da come posso comprendere, la tua insoddisfazione è dovuta al tempo bizzarro e sicuramente hai ragione, perchè col tempo brutto non si ha la possibilità di apprezzare nulla, tanto meno quando si è in montagna. Prova a tornare in una giornata serena e vedrai che anche soltanto la veduta sulle montagne attorno ti ripagherà la fatica della gita. Ciao.
giovanni
27/10/2010 alle 16:13
ne sono certo, purtroppo abitando lontano dalla vs parti (lecco), dovro’ aspettare il prossimo anno.
saluti.
pieroluigi
12/08/2011 alle 21:22
sono anni che ci devo andare ma poi sempre dei contrattempi non ci riesco
avendo visto questo articolo e soprattutto le foto la prossima primavera
ci andro
cuneotrekking
13/08/2011 alle 16:15
Ciao Pieroluigi. Ne vale davvero la pena perchè il luogo è veramente unico e i panorami attorno sono splendidi. Ciao.
pieroluigi
13/08/2011 alle 22:57
ne sono certo anche perchè il lago l’ho visto dall’alto salendo al bivacco MONCALIERI.ciao
Mattia Bertero Supporter
28/05/2020 alle 14:39
Ciao a tutti voi.
Purtroppo a causa di questa disgrazia che ci è piombata addosso il lavoro non è molto presente nella mia fabbrica e così qualche volta ci mettono in cassa integrazione.
Oggi è uno di quei giorni e quindi sono libero di scorrazzare per le montagne, approfittando delle previsioni meteorologiche ottime, ed ho scelto questa classica della Valle Gesso, il Vej del Bouc saranno circa 5 anni che non l’ho vedo più e avevo voglia di rivedere un lago dopo i mesi invernali e la quarantena per il Covid 19.
Così alle 7:30 arrivo a San Giacomo di Entracque pronto per partire, ci sono 7 gradi e il cielo è perfettamente sereno.
Ci sono poche macchine parcheggiate.
Non mi resta che intraprendere la mulattiera in direzione del Passo del Vej del Bouc, inizio su asfalto e dopo le Case del Re diventa sterrata attraverso il bosco.
Salgo bene e di buona andatura, sento le gambe belle attive.
In poco tempo arrivo ai Piani del Rasur.
Sono ancora all’ombra e il Sole farà capolino solamente a 20 minuti dal lago, se non altro non ho sudato durante l’andata.
Mi si apre il panorama in direzione del Rifugio Pagarì e vedo che c’è ancora molta neve in quella direzione, e alla mia sinistra ogni tanto qualche residuo di valanga è incuneata nei canaloni.
Ho i ramponcini dietro nel caso trovassi neve anche se ero abbastanza sicuro di non trovarne più considerando la posizione del lago e del suo sentiero di salita.
Sul pianoro faccio il primo incontro della giornata: un branco di 10 esemplari di camosci intenti a pascolare, in fuga alla vista della mia persona.
Più avanti arrivo al bivio del Gias del Vej del Bouc, intraprendo la via a sinistra lasciando a destra il sentiero per il Pagarì.
A mano a mano che salgo il panorama si ampia sempre di più, consiglio di non avventurarsi ancora verso il Pagarì, troppa neve e, con le temperature alte di questo periodo, non sarà così stabile.
Anche qui procedo molto bene e la salita non ha mai una pendenza eccessiva, niente da segnalare sulle condizioni del sentiero a parte la passerella che porta alla riva destra del lago, poco dopo il bivio verso il Passo del Vej del Bouc a pochi minuti dal lago, non è in buone condizioni e consiglio di passarci sopra uno per volta per non caricarla troppo di peso.
Alle 9:30 arrivo al lago e lo spettacolo è STUPENDO: il lago è completamente libero dal ghiaccio, la sponda sotto Cima di Venasca è ancora piena di neve mentre il resto è ormai tutto verde con una bellissima fioritura di varie specie.
Unito al cielo azzurro il tutto è una bella varietà di colori.
E’ presto e potrei provare ad andare verso il Passo del Monte Carbonè (il Colle del Vej del Bouc è ancora pericoloso per la neve) ma decido di non faticare per oggi e di godere del silenzio e la pace che il lago offre.
Ci rimando per un’ora sdraiato in un prato lungo le sue sponde.
A tenermi compagnia ci pensa un incuriosito stambecco che vuole fare la mia conoscenza e non si allontana se non quando decido di ripartire verso valle.
Alle 10:30 riprendo la discesa verso San Giacomo d’Entracque, qui incontro altri escursionisti intenti a salire, con un paio ci ho fatto 4 chiacchiere a debita distanza come previsto di questi tempi.
Non mi accorgo nemmeno che alle 12:15 sono già dalla macchina.
Gita veloce ma molto appagante, il Vej del Bouc non delude mai.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
28/05/2020 alle 18:56
Bravo Mattia, come al solito hai fatto le cose in velocità, giusto il tempo per goderti quello spettacolo di lago e monti che stanno attorno. Non sapevo che eri in cassa integrazione altrimenti ti avrei invitato l’altro giorno per l’escursione in Bisalta.
Mattia Bertero Supporter
28/05/2020 alle 19:23
Non andiamo tutti i giorni in cassa, tipo questa settimana solo oggi e domani, lunedì, martedì e mercoledì ho lavorato. Non sappiamo subito quando ci fanno stare a casa, dipende degli ordini che ci arrivano dai clienti. Mi piacerebbe molto venire con voi alle vostre gite, se nel futuro saprò per tempo in quali giorni mi lasciano a casa te l’ho farò sapere.