Lago dell’ Oro e Monte Ciamoussé est

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Il tuo commento


  1. Un’altra gran bella gita!

    credo che le nebbie in quella zona siano un po’ di casa e la loro presenza ha aggiunto ulteriore fascino a questo ambiente solitario.

    Il passo del diavolo è ingentilito da un’esplosione di colori ed il lago in fase di disgelo è una meraviglia.

    ciao

  2. pepino elsa


    Bella ed interessante la scoperta di laghi e laghetti sconosciuti alla maggior parte delle persone. Grazie come sempre foto molto belle e descrizioni esaurienti.


  3. Bellissimo trekking!! Fatto ieri salendo fino sulla Bastera. Impossibile però non perdere almeno per un secondo la traccia del sentiero, è stata un’avventura extra!
    Avete percorso questo itinerario lo scorso luglio? Se si, è impressionante il confronto tra le mie e le vostre foto. Tutti i prati completamente secchi e ingialliti! Nonostante tutto, qualche nevaio in prossimità del lago resiste ancora.
    PS E’ possibile che dalla cima della Rocca si veda la Corsica ?


    • Ciao Matteo. Avevamo percorso l’itinerario lo scorso anno in questo stesso periodo. La mancanza della neve prima e dell’acqua ora si fa sentire. E’ un’altra cosa vedere i prati verdi (c’erano ancora le genzianelle fiorite).
      Sì, da Rocca della Bastera è possibile vedere la Corsica. L’avevo veduta anche dal vicino Ciotto Mien.
      Ciao e buone escursioni!


  4. Ciao a tutti voi.
    Questa escursione c’è l’ho in mente da quando l’ho letta sul sito, più di un’anno fa, è un lago di cui sapevo l’esistenza ma che non ci ho mai fatto visita.
    Nel cercare un escursione per oggi mi è balzato subito in mente e non ho più cercato altro, è tempo di andare a vedere questo lago.
    Così alle 8:10 sono al parcheggio di Limonetto pronto ad intraprendere il sentiero L12 in direzione del Lago dell’Oro, già segnato dalla partenza con un tempo di 2 ore e 45 minuti.
    Il tempo è sereno ma il paese è ancora in ombra e ci sono 11 gradi.
    Dopo un pezzo di asfaltata giro a sinistra su sterrata in direzione del Pian Madoro.
    Era da un po’ che non bazzicavo in questo vallone e non mi ricordavo che la salita si presenta sempre costante e non così ripida ma non ti offre un minimo di falsopiano per riprenderti.
    Poco male, si procede tranquilli.
    Al bivio non segnato di un sentiero che scende verso case Brunda c’è anche una sterrata a destra che per poco non m’ingannava, il segnavia è posto al centro della strada giusta da seguire, andate da quella direzione.
    Incontro un paio di cacciatori che stanno scendendo, per tutta l’escursione qualche sparo di fucile romperà ogni tanto il silenzio della zona.
    Non sto incontrando nessun altro escursionista intento a salire, non ci sono più vacche in alpeggio, c’è un silenzio davvero rilassante.
    Un’ora dopo arrivo al bivio don il Passo Ciotto Mien dove abbandono il sentiero L12 ed imbocco il L23 in direzione del lago.
    Qui bisogna prestare attenzione: il sentiero L23 è poco visibile inizialmente, rovinato dalle mandrie in alpeggio. Bisogna guardare il versante del Monte Chiamossero e lo si individua.
    Le tacche passano dalle classiche Rosse e Bianche a quelle Rosse e Gialle ma non sempre saranno visibili lungo tutto il percorso, ci sono svariati ometti di pietra a ristabilire una certa direzione.
    Qui c’è il punto più duro dell’escursione: la pendenza si fa davvero sostenuta e non da tregua, mi ritroverò un po’ in difficoltà sul finale di questa rampa.
    Dopo averla superata si arriva a quota 2267 metri e il Monte Chiamossero si presenta alla mia destra, questo è il punto dove il team di Cuneotrekking ha sbagliato strada come descritto in questa pagina.
    Ed in effetti per poco non ci cascavo anch’io: il sentiero scompare del tutto nei prati e ci sono delle traccie di bestiame che si dirigono verso il versante Sud del monte e puntavo verso la direzione giusta.
    NON SEGUITELE.
    Non ci sono nemmeno le tacche su qualche roccia, se guardate a destra vedrete dei ometti di pietra sparsi qua e la, seguite quelli e più avanti il sentiero ricompare per magia.
    Si costeggia nel punto giusto il Monte Chiamossero.
    Qui il panorama verso il lago si presenta in tutta la sua natura selvaggia, domina la Rocca dell’Abisso con poco a sinistra la Rocca della Bastera, tenete conto di quest’ultima come riferimento, il lago si trova alla sua destra in basso.
    Arrivo al Passo del Diavolo ed il panorama cambia radicalmente: scompaiono i pascoli d’alta quota e al loro posto un ambiente molto pietroso e selvaggio
    Si scende ripidi verso essa, prestando attenzione al terreno cedevole.
    C’è un primo specchio d’acqua dopo la discesa dal passo ma non è il nostro lago.
    Lo si lascia a sinistra e si prosegue verso un’altro passo senza nome e successivamente inizia la pietraia vera e propria.
    Qui le tacche ci sono ma sono un po’ sbiadite e la via non è sempre di facile individuazione, ci vuole un po’ di arguzia in alcuni punti, lo sconsiglio in caso di nebbia e di pioggia per il terreno.
    La meta si avvicina sempre di più, avverto un leggero appesantimento delle gambe ma niente di preoccupante, le energie ci sono tutte.
    La Rocca di Bastera si presenta a sinistra e la uso come riferimento, studiando le foto del lago su Internet a mano a mano che procedo riconosco la forma della cima che assume all’altezza del lago.
    Dopo 3 ore precise eccolo il lago, sono le 11:10.
    E’ un ambiente affascinante: tutto pietroso e molto selvaggio, molto silenzioso.
    Non c’è nessuno sulle sue rive e nessuno sta salendo.
    C’è un pace assoluta da godersi fino in fondo.
    Sto sulla riva del lago per 50 minuti scattando fotografie, a contemplare la zona e mangiando pranzo, alle 12:00 riprendo la via al contrario verso Limonetto.
    Qui quelli di Cuneotrekking sono passati anche per la cima del Chiamossero Est ma ho deciso di non intraprendere questa facile deviazione: ho intravisto mentre scendevo dal lago che la pianura era coperta da nebbia da smog e nuvole sparse, non meritava salire fin li; inoltre prima della neve di quest’anno voglio ancora fare il Bec Baral in quella zona quindi il panorama lo vedrò un’altra volta.
    Scendo molto agevolmente e senza accorgermene sono dalla macchina alle 14:00.
    E’ stata una gita interessante, in un ambiente distante dai sentieri più famosi, peccato per la via non sempre chiara.
    Un saluto da Mattia da Mondovì.


    • Bravo Mattia, gran bella escursione in uno dei luoghi più nascosti e meno frequentati delle Alpi Marittime. Avevamo già segnalato della mancanza di tacche o paline dopo il Pian Madoro, ma a quanto vedo, nulla è stato fatto. Ciao