La giornata si presenta fin da subito con nebbia attorno alle cime del Frisson, rocca dell’Abisso e Bastera: proprio dove abbiamo intenzione di andare.
A inizio del parcheggio di Limonetto seguiamo la rampa della stradina asfaltata che si inoltra al di sopra del paese pervenendo quasi subito ad un bivio. Lasciata a destra la strada che sale in direzione del bec Baral (2127 m) e del colle Arpiola (1700 m) svoltiamo a sinistra verso pian Madoro (1760 m) e passo di Ciotto Mien (2274 m).
Lunghi traversi tra bellissimi faggi, con vedute su Limonetto prima e sul monte Vecchio (1919 m) poi, ci portano in quota. Al termine della faggeta, prima di un tornante, lasciamo proseguire dritto la sterrata che sale verso l’alpe di papa Giovanni.
Dopo altri tornanti abbandoniamo la strada asfaltata diretta ai tetti Virola svoltando a sinistra (cartelli segnaletici) su un costone sterrato che divide due avvallamenti. Proseguiamo tra alberelli di betulle e faggi con la visuale che, al fondo, si apre man mano verso la rocca dell’Abisso (2756 m) e la rocca della Bastera (2614 m).
Poco più in alto deviamo verso destra per superare alcuni leggeri dossi pervenendo al ciabot di Pedù (1679 m), piccolo gruppo di casupole che aggiriamo a sinistra. Proseguendo il cammino verso l’alto raggiungiamo il pian Madoro (1760 m).

Fioritura al pian Madoro © Cuneotrekking
Abbandonato un percorso che svolta a sinistra ci inoltriamo nella conca del vallone trovando più avanti, a quota 1900 metri, altre segnalazioni su un masso squadrato.

Segnalazioni del sentiero (quota 1900 m) © Cuneotrekking
Lasciato proseguire a destra il percorso per il ciotto Mien, svoltiamo a sinistra sul sentiero L23 (indicazioni lago dell’Oro), aggirando un ripido versante che conduce su una cresta dove troviamo le prime stelle alpine.

Sul sentiero L23 © Cuneotrekking
Proseguendo in salita verso destra su terreno pietroso raggiungiamo una china erbosa, posta proprio sotto la mole piramidale del monte Ciamoussé est.
Qui mancano del tutto le indicazioni per proseguire. Sbagliando, ci spostiamo a sinistra sul versante esposto a sud che ci costringe a fare una lunga risalita in diagonale ascendente prima di ricongiungerci al sentiero.
Avremmo invece dovuto proseguire sul prato in direzione del monte Ciamoussé est (solo al ritorno l’abbiamo notato) ritrovando il sentiero poco sopra, tendente a tagliare il fianco sinistro del monte (due tacche in più sulle pietre o, meglio ancora, due paline segnaletiche infisse nel terreno erboso sarebbero bastate per non farci perdere il percorso).
Ritroviamo comunque il sentiero che, più avanti, entra all’interno di una conca erbosa sotto le pendici del Ciamoussé ovest e va a raggiungere, poco dopo, il cosiddetto passo del Diavolo (2405 m).

Arrivo al passo del Diavolo © Cuneotrekking

Il laghetto in basso e rocca della Bastera tra la nebbia a sinistra © Cuneotrekking
La discesa seguente di una quarantina di metri, tra rocce dolomitiche, costeggia alcune pareti strapiombanti conducendoci sulla riva di un minuscolo laghetto che lasciamo a sinistra per poi risalire su gradoni pietrosi in direzione di un varco oltre il quale ha inizio una lunga pietraia.

Discesa dal passo del Diavolo © Cuneotrekking

Tra i gradoni pietrosi… © Cuneotrekking

…verso il varco © Cuneotrekking

Al varco © Cuneotrekking
Seguendo le tacche gialle costeggiamo, con andamento semicircolare, la parte destra dell’avvallamento lasciando in basso a sinistra alcuni specchi d’acqua fino a raggiungere, dopo una seconda rampa, l’ultimo segmento di pietraia che ci separa dall’incassato lago dell’Oro.

Alle nostre spalle uno dei laghetti sul percorso © Cuneotrekking

Nei pressi della conca del lago © Cuneotrekking
La nebbia, abbastanza presente lungo tutto il percorso, ogni tanto ci permette di vedere la sagoma della rocca Bastera. Raggiungiamo, dopo circa tre ore, il lago dell’Oro che è situato in un ambiente aspro, severo, di alta montagna.

Lago dell’Oro © Cuneotrekking

Arrivo al lago dell’Oro. A sinistra la sagoma della Rocca Bastera © Cuneotrekking
Dopo averlo immortalato ci rimettiamo sulla via del ritorno facendo una tappa oltre il passo del Diavolo, in un tripudio di fiori di ogni qualità e colore.

Dal laghetto, ritorno al passo del Diavolo © Cuneotrekking

Risalendo al passo del Diavolo © Cuneotrekking

Fioritura al passo del Diavolo © Cuneotrekking
Mentre pranziamo in vista della sagoma del monte Ciamoussé est (2422 m), decidiamo di fare ancora la puntata sulla sua cima per poi discendere lungo il versante est ritrovando più in basso il sentiero che passa alle sue falde.

Il monte Ciamoussé est che andiamo a salire © Cuneotrekking

In salita al Ciamoussé © Cuneotrekking

Discesa lungo il versante est del Ciamoussé © Cuneotrekking
Da lì, ripresa la strada del ritorno, raggiungeremo nuovamente il parcheggio di Limonetto.
Emanuela
21/07/2016 alle 09:11
Un’altra gran bella gita!
credo che le nebbie in quella zona siano un po’ di casa e la loro presenza ha aggiunto ulteriore fascino a questo ambiente solitario.
Il passo del diavolo è ingentilito da un’esplosione di colori ed il lago in fase di disgelo è una meraviglia.
ciao
Elio Dutto
21/07/2016 alle 17:53
Ciao Emanuela. Non possiamo che darti ragione in quello che dici. La pensiamo esattamente come te!
pepino elsa
24/07/2016 alle 20:39
Bella ed interessante la scoperta di laghi e laghetti sconosciuti alla maggior parte delle persone. Grazie come sempre foto molto belle e descrizioni esaurienti.
Elio Dutto
25/07/2016 alle 07:56
Grazie Elsa. Sono luoghi poco conosciuti alla maggior parte degli escursionisti, ma stupendi per chi ama l’ambiente severo dell’alta montagna.
Matteo
28/07/2017 alle 00:05
Bellissimo trekking!! Fatto ieri salendo fino sulla Bastera. Impossibile però non perdere almeno per un secondo la traccia del sentiero, è stata un’avventura extra!
Avete percorso questo itinerario lo scorso luglio? Se si, è impressionante il confronto tra le mie e le vostre foto. Tutti i prati completamente secchi e ingialliti! Nonostante tutto, qualche nevaio in prossimità del lago resiste ancora.
PS E’ possibile che dalla cima della Rocca si veda la Corsica ?
Elio Dutto
28/07/2017 alle 07:43
Ciao Matteo. Avevamo percorso l’itinerario lo scorso anno in questo stesso periodo. La mancanza della neve prima e dell’acqua ora si fa sentire. E’ un’altra cosa vedere i prati verdi (c’erano ancora le genzianelle fiorite).
Sì, da Rocca della Bastera è possibile vedere la Corsica. L’avevo veduta anche dal vicino Ciotto Mien.
Ciao e buone escursioni!
Mattia Bertero Supporter
28/09/2019 alle 16:06
Ciao a tutti voi.
Questa escursione c’è l’ho in mente da quando l’ho letta sul sito, più di un’anno fa, è un lago di cui sapevo l’esistenza ma che non ci ho mai fatto visita.
Nel cercare un escursione per oggi mi è balzato subito in mente e non ho più cercato altro, è tempo di andare a vedere questo lago.
Così alle 8:10 sono al parcheggio di Limonetto pronto ad intraprendere il sentiero L12 in direzione del Lago dell’Oro, già segnato dalla partenza con un tempo di 2 ore e 45 minuti.
Il tempo è sereno ma il paese è ancora in ombra e ci sono 11 gradi.
Dopo un pezzo di asfaltata giro a sinistra su sterrata in direzione del Pian Madoro.
Era da un po’ che non bazzicavo in questo vallone e non mi ricordavo che la salita si presenta sempre costante e non così ripida ma non ti offre un minimo di falsopiano per riprenderti.
Poco male, si procede tranquilli.
Al bivio non segnato di un sentiero che scende verso case Brunda c’è anche una sterrata a destra che per poco non m’ingannava, il segnavia è posto al centro della strada giusta da seguire, andate da quella direzione.
Incontro un paio di cacciatori che stanno scendendo, per tutta l’escursione qualche sparo di fucile romperà ogni tanto il silenzio della zona.
Non sto incontrando nessun altro escursionista intento a salire, non ci sono più vacche in alpeggio, c’è un silenzio davvero rilassante.
Un’ora dopo arrivo al bivio don il Passo Ciotto Mien dove abbandono il sentiero L12 ed imbocco il L23 in direzione del lago.
Qui bisogna prestare attenzione: il sentiero L23 è poco visibile inizialmente, rovinato dalle mandrie in alpeggio. Bisogna guardare il versante del Monte Chiamossero e lo si individua.
Le tacche passano dalle classiche Rosse e Bianche a quelle Rosse e Gialle ma non sempre saranno visibili lungo tutto il percorso, ci sono svariati ometti di pietra a ristabilire una certa direzione.
Qui c’è il punto più duro dell’escursione: la pendenza si fa davvero sostenuta e non da tregua, mi ritroverò un po’ in difficoltà sul finale di questa rampa.
Dopo averla superata si arriva a quota 2267 metri e il Monte Chiamossero si presenta alla mia destra, questo è il punto dove il team di Cuneotrekking ha sbagliato strada come descritto in questa pagina.
Ed in effetti per poco non ci cascavo anch’io: il sentiero scompare del tutto nei prati e ci sono delle traccie di bestiame che si dirigono verso il versante Sud del monte e puntavo verso la direzione giusta.
NON SEGUITELE.
Non ci sono nemmeno le tacche su qualche roccia, se guardate a destra vedrete dei ometti di pietra sparsi qua e la, seguite quelli e più avanti il sentiero ricompare per magia.
Si costeggia nel punto giusto il Monte Chiamossero.
Qui il panorama verso il lago si presenta in tutta la sua natura selvaggia, domina la Rocca dell’Abisso con poco a sinistra la Rocca della Bastera, tenete conto di quest’ultima come riferimento, il lago si trova alla sua destra in basso.
Arrivo al Passo del Diavolo ed il panorama cambia radicalmente: scompaiono i pascoli d’alta quota e al loro posto un ambiente molto pietroso e selvaggio
Si scende ripidi verso essa, prestando attenzione al terreno cedevole.
C’è un primo specchio d’acqua dopo la discesa dal passo ma non è il nostro lago.
Lo si lascia a sinistra e si prosegue verso un’altro passo senza nome e successivamente inizia la pietraia vera e propria.
Qui le tacche ci sono ma sono un po’ sbiadite e la via non è sempre di facile individuazione, ci vuole un po’ di arguzia in alcuni punti, lo sconsiglio in caso di nebbia e di pioggia per il terreno.
La meta si avvicina sempre di più, avverto un leggero appesantimento delle gambe ma niente di preoccupante, le energie ci sono tutte.
La Rocca di Bastera si presenta a sinistra e la uso come riferimento, studiando le foto del lago su Internet a mano a mano che procedo riconosco la forma della cima che assume all’altezza del lago.
Dopo 3 ore precise eccolo il lago, sono le 11:10.
E’ un ambiente affascinante: tutto pietroso e molto selvaggio, molto silenzioso.
Non c’è nessuno sulle sue rive e nessuno sta salendo.
C’è un pace assoluta da godersi fino in fondo.
Sto sulla riva del lago per 50 minuti scattando fotografie, a contemplare la zona e mangiando pranzo, alle 12:00 riprendo la via al contrario verso Limonetto.
Qui quelli di Cuneotrekking sono passati anche per la cima del Chiamossero Est ma ho deciso di non intraprendere questa facile deviazione: ho intravisto mentre scendevo dal lago che la pianura era coperta da nebbia da smog e nuvole sparse, non meritava salire fin li; inoltre prima della neve di quest’anno voglio ancora fare il Bec Baral in quella zona quindi il panorama lo vedrò un’altra volta.
Scendo molto agevolmente e senza accorgermene sono dalla macchina alle 14:00.
E’ stata una gita interessante, in un ambiente distante dai sentieri più famosi, peccato per la via non sempre chiara.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
29/09/2019 alle 08:56
Bravo Mattia, gran bella escursione in uno dei luoghi più nascosti e meno frequentati delle Alpi Marittime. Avevamo già segnalato della mancanza di tacche o paline dopo il Pian Madoro, ma a quanto vedo, nulla è stato fatto. Ciao