Imbocchiamo la carrareccia che si inoltra nel vallone Valasco, stretto tra la Rocca Sottana di San Giovanni a sinistra e gli impervi valloni che scendono dalla cima centrale del monte Matto (3.097 m) a destra.
Dopo meno di un chilometro, nei pressi di una centralina elettrica in pietra, abbandoniamo la strada che procede pigramente a tornanti e prendiamo a sinistra alcune scorciatoie che grosso modo seguono a breve distanza il greto del torrente. Tranne sporadici incroci con la carrareccia proseguiamo su scorciatoia fino a raggiungere il bordo inferiore del Valasco nei pressi del bivio per il colle di Valmiana (fontana).
Percorriamo tutta la meravigliosa conca del Valasco (1.735 m) seguendo la sterrata che sale a destra della Reale casa di caccia, con le sue caratteristiche torrette laterali, ora convertita in confortevole rifugio divenuto classica meta per famiglie.

Il rifugio Valasco, ex casa di caccia reale © Valerio Dutto
Vale la pena fare una pausa per gustarci lo spettacolare anfiteatro di vette intorno a noi.
Ripreso il cammino raggiungiamo la bella cascata al fondo del pianoro e superiamo su un ponte il rio. Dopo poche decine di metri lasciamo a sinistra il sentiero che si inoltra verso la val Morta e il colletto del Valasco (palina) e svoltiamo a destra superando poco dopo un secondo ponte in legno. La sterrata prosegue salendo a tornanti nel lariceto regalando ottimi scorci panoramici sulla piana del Valasco alle nostre spalle.

La piana del Valasco vista dall’alto © Valerio Dutto
Intorno ai 2.000 metri, presso un enorme larice, ignoriamo la deviazione per il rifugio Questa e continuiamo sulla sterrata che si innalza verso la Valscura. Trascurando più su una scorciatoia, che in realtà è il tracciato originario, compiamo un ampio tornante che ci porta ad attraversare un suggestivo tratto scavato nella roccia e perfino una galleria artificiale, capolavoro di ingegneria militare.
Aggiornamento 2022: il tratto della galleria è al momento in pessime condizioni, danneggiato in più punti dalle frane. La segnaletica ufficiale del parco indirizza quindi sul meno scenografico tracciato originario, che è quello che consigliamo fino a quando l’altro non sarà ripristinato.

Il suggestivo tratto scavato nella roccia verso la galleria artificiale © Valerio Dutto
Entriamo in una strettoia naturale, inserita tra ferrose rocce di gneiss di colore rosso mattone, da cui trae origine il nome Valscura.

Nella strettoia naturale © Valerio Dutto
Possiamo anche osservare il fenomeno dell’erosione dei ghiacciai su un lungo tratto di rocce montonate.

Proseguendo © Valerio Dutto

Le rocce montonate © Valerio Dutto
Proseguendo la salita, in breve arriviamo nella conca del lago inferiore di Valscura (2.274 m), uno dei più grandi della valle Gesso, ai piedi dell’imponente mole rocciosa della Testa del Malinvern (2.939 m). Quello che oggi è un paradiso per escursionisti in passato fu una zona militare strategica, come testimoniano i tanti ruderi di antiche casermette. Alle nostre spalle, lontana in secondo piano, troneggia la possente mole dell’Argentera, non a caso definita la “regina delle Alpi Marittime”.

Il lago inferiore di Valscura con, in secondo piano, l’Argentera © Valerio Dutto
Il ritorno avviene sulle tracce dell’andata. In alternativa, chi se la sente può allungare il percorso passando dai bellissimi laghi del Claus e delle Portette, sulle cui sponde si trova il rifugio Questa (descrizione itinerario).
massimo 66
03/05/2008 alle 19:11
Complimenti per le foto e per la gita;io conosco molto bene quei posti ma innevati cosi’ non li avevo ancora visti a Maggio.Ciao Massimo.
cuneotrekking
03/05/2008 alle 21:13
Grazie Massimo che continui a seguirci. Abbiamo in programma un’altra gita già fatta e quasi pronta per la pubblicazione. Ciao
luca
06/05/2008 alle 21:44
Bellissimi quei posti
cuneotrekking
08/05/2008 alle 19:20
In effetti siamo davvero fortunati a vivere in questa Provincia che di posti così incantevoli ne ha una bella quantità!
Valerio Picco
09/05/2008 alle 08:31
La Valscura non pensavo fosse accessibile in questa parte dell’anno.
Due settimane fa ho fatto Valasco inferiore dove c’era molta gente poi da valasco inferiore a Valasco superiore ambiente incontaminato e ho incontrato decine di camosci. Gita bellissima, ai lettori in questo periodo consiglio il vallone della Barra da San Giacomo fino al Soria decine di stambecchi maschi e grande varietà panorami tardo primaverili e invernali, eccezionale…
Mattia Bertero Supporter
01/01/2022 alle 17:01
Ciao a tutti voi e tanti auguri di Buon 2022!
E come iniziare l’anno se non con una bella escursione con le ciaspole?
Questo inverno molto anomalo ha reso praticabile la strada che porta alle Terme di Valdieri e quindi ne ho approfittato per andare in Valle Gesso, una vallata che in inverno non riesco quasi mai ad andare. Si fatica a trovare itinerari adatti per la stagione.
Così alle 8:15 sono alle Terme di Valdieri, ho parcheggiato nel parcheggio per il Rifugio Morelli-Buzzi. Salta subito all’occhio due cose: temperature elevate per il periodo, ci sono 7 gradi alla partenza all’ombra vicino al torrente, e la mancanza di neve davvero importante sembra di stare in autunno.
Mi dirigo verso il Vallone del Valasco, calzo le ciaspole già alle Terme, esiste ancora uno strato costante di neve ghiacciata fin dalla partenza.
La via è molto ben battuta, segno di moltissimi passaggi precedenti.
Infatti arrivo al Piano del Valasco con molta scioltezza.
Sempre emozionante la vista di questo posto, a maggior ragione in questo periodo che non c’è l’affollamento estivo tipico di questa zona.
Il rifugio è aperto come bivacco e vedo alcuni paia di sci fuori, qualcuno ha trascorso il Capodanno qui.
Non mi fermo e prendo la direzione del Lago inferiore di Valscura.
Ho un’idea: arrivare fino al Rifugio Questa passando per la rotabile degli alpini che passa per i laghi Valscura e Claus, la poca neve dovrebbe facilitarmi il tutto.
La traccia ben battuta continua anche per la via del Valscura, non ho problemi a proseguire.
All’altezza della galleria vengo scaldato dal Sole, finalmente.
Nell’ultimo tratto incontro uno strato di neve degno di Dicembre: circa 70 cm, meglio che niente.
In due ore e mezza arrivo la Lago Inferiore di Valscura, bello congelato.
Guardo a sinistra alla ricerca della rotabile militare e mi accorgo che la traccia ben battuta che ho seguito fino a questo momento finisce li, me l’aspettavo in parte. Di conseguenza provo a proseguire ma vengo subito bloccato dalla neve in cui sprofondo fino alle ginocchia, e vengo bloccato dalla importante pendenza dei versanti in cui dovrei battere la nuova traccia: c’era da superare un balzo roccioso alto 30 metri in cui oltre c’è la piana della famosa strada degli alpini ottimamente conservata. Con la neve non portante che stavo calpestando non era sicuro proseguire, se fosse stata bella ghiacciata e compatta avrei messo i ramponi di ghiaccio e avrei proseguito.
Devo “accontentarmi” del Lago inferiore di Valscura ma non ho perso niente di quello che avevo in mente di fare e trovare: qui c’era un silenzio di tomba, ero l’unico a quell’ora sulle sponde dello specchio d’acqua congelata, zero vento.
Era il paradiso…
Resto li per quasi 50 minuti a rilassarmi e per mangiare pranzo al sacco, fa un caldo tremendo però, ero quasi intenzionato a mettermi la maglietta a maniche corte. Ci è mancato davvero poco…
Inizio la discesa seguendo la stessa via dell’andata, prima dei Piani del Valasco incontro 6 persone che mi chiedono tutte le condizioni della neve e se i laghi sono raggiungibili.
Al Valasco incontro tante persone a fare pic nic al Sole e sulla via per arrivare alla piana incontro la folla che saliva tardiva, molti anche malamente attrezzati.
Lasciamo perdere, troppi merenderos ignoranti in materia su come affrontare un’escursione invernale, per quanto oggettivamente facile sia quella del Valasco. Ma basta una scivolata per delle scarpe sbagliate…
Una bella giornata, poca neve purtroppo ma la sua scarsità mi ha permesso di partire dalle Terme di Valdieri invece della classica partenza invernale da Tetti Gaina, accorciandomi non poco l’escursione.
Un saluto da Mattia di Mondovì.
Elio Dutto
01/01/2022 alle 20:44
Bravo Mattia ero stato qualche anno fa in inverno con le stesse condizioni nevose, era uno spettacolo trovarmi lì da solo in quell’ambiente immacolato.
Alessandra
06/06/2022 alle 23:01
Nella lunghezza del percorso avete indicato 16 km, ma si intende andata e ritorno oppure solo andata?
Valerio Dutto
07/06/2022 alle 08:38
Ciao Alessandra, la lunghezza che indichiamo è sempre quella totale, ossia complessiva di andata e ritorno. Buona gita!