L’itinerario parte appena più a valle nei pressi del pilone votivo dedicato alla Sacra famiglia, posto salendo sul lato destro della strada.

Veduta dal parcheggio sopra la borgata Sodani © Elio Dutto
Dal pilone imbocchiamo la mulattiera che sale tra frassini, betulle, qualche larice e pini, lambendo le case dei nuclei soprastanti Boeri (1274 m) e Perga (1335 m). Poi raggiungiamo la chiesa della borgata Sant’Anna (1429 m).

Il primo tratto su mulattiera © Elio Dutto

Sempre sulla mulattiera © Elio Dutto
Facciamo due passi tra le case del borgo. È curioso il campanile che se ne sta tutto solo una settantina di metri più avanti, al centro della borgata (fontana).

Il campanile isolato di Sant’Anna © Giuseppe Basso
Tornati sui nostri passi, proseguiamo il cammino sul fianco destro della chiesa per andare a raggiungere poco sopra la baita Sant’Anna, stazione intermedia della sciovia.
Incrociata nuovamente la strada, pochi metri dopo seguiamo il sentiero che prosegue tra i larici sul lato opposto. Lungo il cammino troviamo un bel pilone votivo del 1862 affrescato dal pittore buschese Giuseppe Gauteri.

In salita dopo aver incrociato la strada © Elio Dutto

Il pilone votivo affrescato dal pittore buschese Giuseppe Gauteri © Elio Dutto
Continuiamo il percorso tra larici e crocus multicolori disseminati sui fianchi del sentiero incrociando la pista da sci che tagliamo con un diagonale. Dopo un ponticello riprendiamo a salire e, superato un tornante, ci dirigiamo a sinistra presso un secondo pilone votivo dedicato alla Sacra famiglia e santi.

Pilone votivo © Elio Dutto
Il sentiero prosegue sul margine di un’ampia radura. Alla nostra destra, distanti, compaiono le piccole borgate di Sus e Grangiasse mentre in lontananza, sul lato opposto della valle, emergono la punta delle Guglie (2746 m), la punta Rasciassa (2664 m), la cima di Crosa (2531 m) e la Testa di Garitta Nuova (2385 m).
Nei pressi di una cabina elettrica in muratura (quota 1661 m) raggiungiamo la strada asfaltata. Ignorando la segnalazione che conduce alla meira Garneri, che sarà la nostra via di ritorno, proseguiamo verso sinistra sulla strada asfaltata che conduce verso il colle di Sampeyre.
Dopo circa cinquecento metri, superata una curva affiancata da alti larici, e prima di un ponticello sul rio Sant’Anna, seguiamo a destra una stradina ghiaiosa che, curvando, sale nelle vicinanze della soleggiata grangia Varisella (Variselo in occitano, 1720 m).

Poco prima della deviazione © Elio Dutto

Grangia Varisella © Elio Dutto
Come d’incanto, nella conca sul retro della grangia, compare il lago Varisella. Il bacino, artificiale, può contenere fino a 9.000 metri cubi d’acqua ed è stato costruito per l’innevamento delle piste da sci e come punto di rifornimento idrico nel caso di incendi boschivi. Guardandolo sembra il gemello di quello costruito a Boves.

Il lago Varisella © Elio Dutto

Un altro scorcio del lago Varisella © Elio Dutto
Presso la grangia alcune travi in legno ci danno ospitalità il pranzo.

Grangia Varisella © Elio Dutto
Per fare un piccolo anello, dopo una meritata pausa torniamo sulla strada asfaltata, che seguiamo a destra in salita verso la meira Garneri. Sul percorso troviamo ancora un po’ di neve.

Sulla strada che sale al colle di Sampeyre © Giuseppe Basso
Dopo circa un chilometro e mezzo abbandoniamo la strada (quota 1840 m, punto più alto dell’itinerario) per scendere a destra alla meira Garneri (fontana), oggi ancora chiusa. Interessante il paesaggio verso il monte Rastcias (2404 m) che si staglia oltre una pineta a sud-est.

In discesa alla meira Garneri © Elio Dutto
La struttura è molto bella ed è totalmente costruita con i materiali del luogo, cioè pietra e larice. È una buona base di partenza per la salita ai monti Nebin e Cugulet (2515 m e 2494 m), posti poco più a sud sul divisorio con la valle Maira.

Monti Rastcias (a sinistra) e Cugulet © Elio Dutto
Ripresa la discesa raggiungiamo le case della meire di Fiour (fontana). La sterrata si ricongiunge poi all’asfalto, che attraversiamo per ricollegarci al sentiero fatto in salita. Non ci resta che ripercorrerlo a ritroso fino all’auto nei pressi della borgata Sodani.

Meire di Fiour © Elio Dutto

Sbirciando tra i larici, spuntano le borgate Barra e Grangiasse © Elio Dutto
Michela Supporter
12/05/2021 alle 15:14
ciao, volevo segnalarvi che la carta indicata per l’itinerario non è quella giusta
Elio Dutto
12/05/2021 alle 17:20
Grazie Michela per l’informazione, abbiamo provveduto a correggere l’errore. Ciao