Il giorno prima della gita mi sento con Massimo, un nostro lettore, e in breve tempo combiniamo l’escursione. Non ci eravamo mai incontrati prima dal vivo e per entrambi si tratta di una meta mai raggiunta. Sappiamo che la zona è molto panoramica e vogliamo vedere questo paesaggio prima che la neve se ne vada.
Ci troviamo a Dronero alle 5:30 di mattina; partiamo presto per goderci appieno questa giornata che le previsioni danno bella. Sono sempre più convinto che per apprezzare la montagna in tutti i suoi aspetti occorra partire di buon’ora. Ne abbiamo la prova quando, salendo verso il Preit, giungiamo in prossimità di Canosio (1323 m). Un centinaio di metri prima del paese ci imbattiamo in una famiglia di cervi: un maschio (dotato di un palco di corna straordinario), con la femmina e il piccolo che ci osservano per una ventina di secondi. Quando esco dall’auto per prendere la macchina fotografica, che ovviamente si trova nello zaino nel bagagliaio, fuggono via in un batter d’occhio.
Proseguiamo poi fino al Preit e continuiamo sulla strada asfaltata appena oltre la grangia Selvest. Alle 6:35 circa siamo di partenza a quota 1700 metri. Seguiamo la strada asfaltata che sale in direzione dell’altipiano della Gardetta. Anche qui la neve ha fatto parecchi disastri, portando e sparpagliando a valle massi e larici che ora giacciono inermi dappertutto. Prima di arrivare al Colle del Preit (2083 m) appare sulla sinistra la sagoma di Rocca la Meja (2831 m) che ci farà compagnia per gran parte della giornata. In salita dal Preit © Cuneotrekking
Raggiunto il colle ci troviamo sul pianoro della Gardetta. Davanti a noi vediamo l’azienda agrituristica La Meja e più avanti la strada affianca in leggera discesa il Rio Margherina. Veduta dal Colle del Preit © Cuneotrekking
Non abbiamo punti di riferimento visivi sulla cima che vogliamo salire perché nascosta da altre. Ci viene allora in aiuto il GPS su cui avevamo caricato le coordinate ottenute da Google Earth (N 44°22.539 E 7°02.726) che ci indica in ogni istante, con una freccia rossa, la direzione in cui si trova la nostra meta.
In mancanza del GPS occorre puntare direttamente a sud, oltrepassando la baita che sta sulla sinistra appena varcato il ponticello, e continuare così fino a raggiungere lo spartiacque sulla Valle Stura.
La temperatura di questa notte è stata molto rigida e la neve ghiacciata non dà segno di cedimento, per cui calziamo i ramponi. Abbiamo portato con noi anche le ciastre, ma la neve così dura non ci permetterà di usarle. Salendo sulle rampe iniziali © Cuneotrekking
Il percorso passa sulla destra del Bric Servagno e poi continua, ora sotto costa ora su ripidi pendii, scavalcando grandi panettoni di neve fino al raggiungimento dello spartiacque tra la Val Maira e la Val Stura. Susseguirsi di panettoni © Cuneotrekking

sullo sfondo l’altipiano della Gardetta © Cuneotrekking

Sempre più in alto © Cuneotrekking
Giunti sul crinale non ci rimane che puntare a sud/est e superare alcune facili anticime prima di raggiungere, verso le 9:40, il cumulo di pietre con la croce in legno, mal ridotta, del Monte Bodoira. Arrivo sul crestone terminale © Cuneotrekking

Sul fondo la nostra punta © Cuneotrekking

Ultimi passi… © Cuneotrekking
Grande è la visuale che cattura il nostro sguardo sulla Valle Stura. Di fronte a noi si affacciano, ben definiti, i valloni del Piz e di Ponte Bernardo. Sul fondo sovrastano le cime innevate del Corborant (3010 m), Becco alto dell’Ischiator (2996 m), Tenibres (3031 m) e di Vens (2952 m). Più a destra sono ben visibili il vallone di Ferrere e la Cima Enciastraia. Più in basso, alla nostra sinistra, il Monte Bersaio con il paese di Sambuco ai suoi piedi. Verso est domina la piramide di Rocca la Meja (2831 m), mentre ad ovest fanno corona i vari tremila della Val Maira. In cima © Cuneotrekking

Veduta sulla valle Stura © Cuneotrekking

Veduta verso il Becco Alto dell’Ischiator (2996 m) e il Tenibres (3031 m) © Cuneotrekking
Oggi è una giornata meravigliosa e con Massimo ci divertiamo a scattar foto in ogni direzione. Facciamo una mezz’oretta di pausa quassù per poi riprendere la strada del ritorno che ci porterà a pranzare alla baita dal ponte. In discesa © Cuneotrekking

Discesa con i ramponi © Cuneotrekking

Lo sguardo viene sempre attirato dalla Meja © Cuneotrekking
Bellissima escursione senza incontrare anima viva in ambiente grandioso e con l’ottima compagnia di un nuovo amico grande appassionato di montagna.
massimo66
07/06/2009 alle 22:30
Sono davvero interessato alla gita….a parte gli scherzi e’ stata una gran giornata di montagna ,con un bel sole,temperatura gradevole e ottima compagnia.Bravo Elio per la relazione.
Michelangelo Brignone
10/09/2023 alle 17:23
Oggi 10/09/2023. Sono partito dal colle di Valcavera sul nascere del sole. Giornata fantastica, non una nuvola. Non avevo ancora idea di dove dirigermi, pertanto di buon passo sono arrivato alla Bandia.
La Meja l’ ho già fatta più volte e anche se è sempre un piacere ho deciso di dirigermi verso Monte Bodoira.
Avevo letto la recensione sul sito e volevo vedere lo spettacolo a 360°.
Di buon passo sono arrivato al colle di Salsa Blancias e da lì ho imboccato il sentiero per il passo della Valletta. Nell’ aria solo silenzio. Arrivato al colle una misera indicazione per il Monte Bodoira, poi il nulla, solo un sentiero che avvolte si perde fra le tracce dei rigagnoli che si primavera scendono a valle. Non è difficile orientarsi, ma per tenere la salita più facile occorre aggirare un piccolo tratto più ripido sul quale rischi solo di scivolare sui detriti.
La cima è molto semplice, un grosso panettone con una semplice croce di legno e due trune di cui una crollata nel tempo. I 360° però sono incantevoli, uno spettacolo sulla valle stura e un sogno verso la Meja con il Monviso sulla sinistra e il gruppo del Rosa in lontananza.
Bellissima gita e come sempre ottima recensione.