Partiamo dal rifugio Balma (1.885 m) seguendo la sterrata che prosegue verso sud-ovest.
Dopo circa centocinquanta metri arriviamo al colletto Balma (1.886 m). Seguiamo ora la strada che prosegue diritta in leggera discesa alle pendici del monte Mondolè.

Sulla sterrata in leggera discesa © Elio Dutto
Dopo essere entrati nella enclave di Magliano Alpi, lasciamo più in basso a destra la sterrata che sale verso l’alpe e la colletta Seirasso.
Questo itinerario attraversa il comune di Magliano Alpi, il cui capoluogo si trova in realtà a una cinquantina di chilometri di distanza (Prato Nevoso è infatti frazione di Frabosa Sottana). Si tratta di uno dei rari casi di “enclave”, cioè di isola amministrativa: nel 1875, con una sentenza della Corte d’appello di Torino, Magliano Alpi ha mantenuto la propria giurisdizione anche sui terreni dove nei secoli precedenti la sua popolazione aveva ottenuto il diritto di portare a pascolare il bestiame.
È un tratto verdissimo costellato, in primavera, di splendide fioriture colorate.
La strada prosegue in discesa attraversando alcuni valloncelli perdendo, dalla partenza, oltre centoventi metri di quota.

Il monte Fantino © Elio Dutto
Finalmente inoltrati nel vallone della Brignola acquistiamo nuovamente quota in direzione dell’alpe Brignola (1.830 m).
Poco prima dell’alpe un sentiero inerbito verso sinistra scavalca il rio e si congiunge alla sterrata che dall’Alpe Brignola sale al colle Dente Brignola. Se non lo si nota poco male: poco sopra, deviando verso l’alpeggio, è possibile proseguire sulla sterrata che con un tornante conduce al colle Dente Brignola (1.959 m), ben riconoscibile per il dente di arenaria roccioso posto sul lato nord.

Verso il colle Dente Brignola © Elio Dutto

Il Dente della Brignola © Elio Dutto
Proseguiamo sulla sterrata in leggera discesa per un centinaio di metri aggirando altri spuntoni di roccia fino a un bivio. Abbandonata la sterrata che scende a serpentina verso il vallone del rio Raschera, Fontane e la località Scarrone, svoltiamo a sinistra sul sentiero che riprende a salire.

La sterrata prosegue in leggera discesa fino a un bivio © Elio Dutto
Più in alto raggiungiamo il verde pianoro della sella della Brignola, che nasconde una piccola costruzione per pastori.
Il sentiero prosegue nell’erba in direzione nord raggiungendo una cengia ascendente che conduce sul lato ombroso tra magnifici larici.

A sinistra la cengia ascendente © Elio Dutto

Beppe sulla cengia © Elio Dutto

Tra splendidi larici © Elio Dutto
Il percorso, pochissimo battuto, diventa un poco più accidentato.

Sul finire del traverso © Elio Dutto
Al termine del traverso raggiungiamo una sella dalla quale appare il versante soleggiato del verdissimo e stupefacente pian Camozzera, ampio pianoro erboso che digrada verso est.

Pian Camozzera © Elio Dutto
Ora la nostra meta appare più vicina.

Verso il monte Fantino © Elio Dutto
Superiamo poco dopo una splendida fioritura di rododendri portandoci ai piedi delle ripide falde del monte Fantino. Non ci rimane che salire a vista, tra erbe e roccette, la ripida china fino alla sommità, dove è posta una croce eretta nel 1979.

Tornando verso la splendida fioritura di rododendri © Elio Dutto

Il monte Fantino visto da Pian Camozzera © Elio Dutto

Ultimi metri per Luciano © Elio Dutto

A pochi metri dalla cima © Elio Dutto
Il panorama domina diverse montagne delle Alpi Liguri: il Pizzo d’Ormea, la cima Revelli, il monte Mongioie. Rivediamo anche a nord-est le Trucche delle Pre e il monte Merdenzone e verso ovest le cima della Brignola, Seirasso e la Mondolè.

Sguardo verso Prato Nevoso © Elio Dutto

Il vallone di rio Raschera © Elio Dutto
Poco dopo arrivano altri tre escursionisti. Cediamo loro il nostro posto e iniziamo la discesa sulle orme dell’andata.

Rododendri scendendo dalla cengia obliqua © Giuseppe Basso

La discesa prosegue verso destra © Elio Dutto

Sul traverso ombroso al ritorno © Elio Dutto
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