Era da molto tempo che desideravo fare questa escursione in giornata, ma non avevo ancora trovato il coraggio di mettermi alla prova, dato il notevole dislivello (più di 2200 metri) e lunghezza del tragitto da affrontare (più di 30 km). Il tragitto da me effettuato parte da Sant’Anna di Valdieri (978 m), sale fino ai 3088 m della cima est e ritorna, in giornata, a Sant’Anna di Valdieri.
Lascio l’auto verso le 5:45 nel parcheggio sotto i pini in cima all’abitato e mi incammino tutto solo nel lungo vallone di Meris. Con passo buono ma non deciso, vista la lunghezza del percorso, risalgo i primi boschi di faggi.
Quando arrivo al pianoro del gias del Prato (1529 m) vengo raggiunto dai primi raggi di sole. Nel successivo pianoro delle ex case Reali del Chiot incontro un bel gruppo di camosci, molto presenti in questa zona.

Il gruppo di camosci © Valerio Dutto
Con un ultimo strappo raggiungo la passerella che precede il lago Sottano della Sella. L’orologio segna le 7:35.

La passerella che precede il lago Sottano della Sella © Valerio Dutto
Non passo dal vicino rifugio Livio Bianco (1917 m) per non perdere tempo e proseguo sul sentiero che s’innalza alla destra del lago in direzione di quello Soprano della Sella.

Il rifugio Livio Bianco sulle sponde del lago © Valerio Dutto

A destra in secondo piano la cima est del monte Matto © Valerio Dutto
Superate le prime rocce lisciate in tempi remoti da un ghiacciaio, mi affaccio in una verde conca dove sta pascolando un gregge di pecore. Il sentiero riprende sul lato opposto con alcuni tornanti che mi portano ai piedi della cascata proveniente dal lago Soprano.

Verso la cascata proveniente dal lago Soprano. La piramide rocciosa è la cima Nanni Ugliengo. © Valerio Dutto
A un bivio lascio, a destra, il sentiero che porta al colle della Valletta (2488 m) e, guadato il rio che scende dal lago, proseguo verso sinistra con un lungo tratto di sentiero misto a erba che sale sotto la bastionata rocciosa in cui è posto il lago.

Laghi mediano e sottano della Sella © Valerio Dutto
Al termine, abbandonata definitivamente la vista sui laghi Sottano e Mediano della Sella, supero un colletto entrando, in leggera discesa, nella zona ombreggiata dalla mole della cima Nanni Ugliengo (2796 m, conosciuta in passato come cima Innominata). Il sentiero, alternando discese e salite, si porta in direzione del colle di Valmiana (2922 m). Verso la fine del lago, che da qui non è ancora visibile, raggiungo una grande pietraia dove, su un masso, sono fissate le indicazioni per il monte Matto e il colle di Valmiana.

Il bivio per il monte Matto e il colle di Valmiana © Valerio Dutto
Abbandonato del tutto il viottolo principale che continua a destra per il colle di Valmiana inizio il tratto più impegnativo che risale la sconfinata pietraia che discende dal Matto. Seguo i bolli blu e alcuni ometti (ma attenzione, alcuni di questi portano fuori strada) che indicano il tracciato che prosegue nell’avvallamento a sinistra accanto a un grande masso erratico e continua, sempre su pietraia, verso l’alto sino a incontrare una stupenda perla di lago semi ghiacciato (2538 m), sbarrato a monte da imponenti rocce.

Lago sottano del Matto © Valerio Dutto
Tenendomi un po’ più alto sulla sponda sinistra, e seguendo qualche flebile traccia, taglio in diagonale una china di erba e pietre sbucando su un ripiano superiore dove risiede un secondo lago di dimensioni più ridotte (2653 m).

Secondo lago del Matto © Valerio Dutto
Lo aggiro da sud e salgo verso destra una cordonata rocciosa. In questo luogo è facile trovare nevai che perdurano fino a tarda estate. Superato un ripido tratto di rocce mi affaccio sull’anfiteatro superiore. Finalmente appare, ancora lontana, la mia meta.

Da questo punto s’intravedono la cima est (centro sinistra) e la cima centrale (centro destra) del Matto © Valerio Dutto
Senza raggiungere la forcella tra la cima est e la più difficile cima centrale, individuo il punto debole del castello sommitale affrontando d’impeto un primo tratto di sfasciumi per poi guadagnare le rocce che ripidamente risalgono fino a raggiungere, poco prima delle 10:45, il punto trigonometrico posto sulla vetta.

Punto trigonometrico posto sulla cima est © Valerio Dutto
Oh, bene! Sono arrivato sulla cima est del monte Matto e ora mi posso finalmente rilassare ammirando intorno, con un tempo magnifico, uno splendido panorama. Mi affaccio sul versante opposto dove la parete precipita a est per oltre 1700 m fino alle Terme di Valdieri.

Lo stabilimento delle Terme di Valdieri © Valerio Dutto
Poi alzo lo sguardo per ammirare il vallone di Lourousa con il rifugio Morelli visibile al fondo. Appena più a destra è ottima la visuale sul vertiginoso canalone di Lourousa e il massiccio dell’Argentera.

L’Argentera con il canalone di Lourousa © Valerio Dutto
Poi la punta centrale del Matto (3097 m) e il colle di Valmiana (2922 m) lì a due passi con la sua Rocca (3006 m).

La cima centrale del Monte Matto vista dalla cima est © Valerio Dutto
Appena più in là Rocca la Paur (2972 m).

Panorama verso ovest © Valerio Dutto
L’immancabile Monviso e, in alto Piemonte, il monte Rosa. Spostatomi di pochi metri a nord mi trovo affacciato sul precipizio che, al fondo, racchiude il lago inferiore della Sella con il rifugio Livio Bianco.

Zoom verso il lago sottano della Sella © Valerio Dutto
Rimarrei quassù ad ammirare il paesaggio ancora per ore ma, verso le 11:30, mi decido a ridiscendere anche perché vorrei sostare per il pranzo al rifugio.

Il lago Sottano della Sella © Valerio Dutto

In discesa © Valerio Dutto
Lì, finalmente in compagnia di persone, sosto una mezz’oretta per la pausa pranzo; sorseggio un ottimo caffè e poi giù per il ritorno che si concluderà pochi minuti prima delle 16:00 a Sant’Anna di Valdieri.
Considerazioni: sono contentissimo di aver compiuto questa splendida escursione in ambiente solitario di alta montagna. Naturalmente, se non si vuole richiedere troppo a se stessi, è possibile spezzare la salita pernottando al rifugio Livio Bianco.
massimo66
18/08/2009 alle 19:45
Come al solito sei un mito….mi sembra gia’ di aver visto qui luoghi,,,,Complimenti per foto e relazione,aspettata da tempo…ciao.
cuneotrekking
19/08/2009 alle 09:35
Ciao Massimo, dobbiamo organizzare quell’escursione di cui parlavamo venerdì alla Meja. Cerca di prenderti un giorno di ferie. Ciao.
Cesare Supporter
17/02/2021 alle 12:59
Molto bello lo faccio questa estate mi piacerebbe (se trovo un passaggio) scendere alle terme,secondo te è possibile? Grazie e buona giornata
Elio Dutto
18/02/2021 alle 13:57
Ciao Cesare. Certamente è possibile attraverso l’ostico Passo di Cabrera. A questo punto farei il giro al contrario per non avere troppo dislivello in salita.
massimo66
20/08/2009 alle 16:37
Questa settimana nulla,vediamo piu’ in la’,,,,devo anche lavorare qualche volta…ah aha ah ciao
Matteo 89
20/08/2009 alle 19:06
un consiglio per la meja… Non andate nel week end… c’è più gente li che ad un mercato tunisino!
questo fa perdere un sacco di tempo sia in salita che in discesa!
Bellissima escursione comunque
cuneotrekking
21/08/2009 alle 13:10
Ringraziamo Matteo per il consiglio, ma sulla Meja ci siamo stati venerdì scorso facendo anche il tour. A giorni pubblicheremo l’escursione che è stata meravigliosa. Ciao, Elio.
Marco Billo’
06/09/2009 alle 08:31
Grazie per la dettagliata relazione della salita al Matto in giornata, che e’ una cosa che vorrei fare da un sacco di tempo! Quest’anno non ce la faro’ piu’ (al mattino c’e’ troppa poca luce per partire veramente presto…), ma spero l’anno prossimo.
Volevo segnalare un’altra gita da 2000 metri che si puo’ fare nelle nostre montagne, che mi e’ piaciuta tantissimo. Sono partito da Prazzo inferiore (1010 mt) e salito al Chersogno
(3026mt), seguendo per tutta la prima parte la vecchia strada per San Michele e poi per la borgata Campiglione, poi la sterrata fino a Grange Chiotti, infine il sentiero usuale. Nonostante la parte su strada, e’ un’escursione bellissma, anche il passaggio nelle varie splendide borgate aggiunge (a mio avviso) interesse. E’ un po’ lunga (circa 17 km la salita), ma la prima parte sale dolcemente.
La parte finale e’ ben nota e frequentata perche’ e’ una gran bella montagna
Saluti e complimenti (per le gite e per il sito)
Marco
cuneotrekking
06/09/2009 alle 11:29
Ciao Marco, grazie per i complimenti e per il suggerimento. Peraltro, in queste ultime settimane siamo andati a fare per ben due volte il sentiero Gino Gertosio, il tour intorno a Rocca la Meja, di cui ci avevi parlato anche tu. Un giro bellissimo, che presto descriveremo anche qua su Cuneotrekking.
Paolo
22/07/2010 alle 22:40
La salita al Monte Matto era da un po’ di giorni che mi stuzzicava l’appetito, e vedere una relazione così dettagliata mi fa ben sperare. Mi spaventava un po’ perchè sulle cartine in mio possesso non è segnato nessun sentiero. Ma con un po’ di “ometti” e creatività ho visto che ce la si può fare!
Ancora complimenti, oltre alle numerose camminate che avete fatto siete riusciti a fare un sito dettagliato, pulito e molto interessante.
Buon proseguimento. Paolo
cuneotrekking
23/07/2010 alle 13:56
Grazie Paolo per gli apprezzamenti. Per quanto riguarda la salita al Monte Matto troverai sentieri fino al bivio per il Colle di Valmiana. Da lì in poi tracce e ometti, uniti al senso di orientamento, ti porteranno facilmente in cima. Cerca di trovare una bella giornata. Ciao e buona gita.
Eraldo Pellegrino
17/08/2011 alle 15:33
LUNEDI 15 AGOSTO 2011
salita al Matto cima EST da VALASCO
PARTENZA ORE 6.30 da Terme
Valasco bivio VALMIANA ORE 7.05
ARRIVO al bivio per Passo CABRERA ore 8.50 ( salita fatta di corsa e su pietraia- no sentiero)
Discesa EE nella valletta CABRERA e salita al passo : ore 9.25
PER CORTESIA SAPRESTE INDICARMI COME SUPERARE LA BASTIONATA da Passo Cabrera ???
ho trovato ometti sia a dx che a sx e dopo alcuni tentativi sono sceso dal passo verso i laghi pietraia-nevaio-pietraia sabbiosa e poi sono risalito dal lago.
A metà salita in prossimità del nevaio circa 10 minuti di camminata su neve , sulla destra guardando la cime centrale del MATTO , si presenta un altipiano lastroso rossiccio che sembrerebbe riportare verso passo CABRERA riducendo enormemente il tempi.
Mi è mancato il tempo per percorrerlo ed andare a controllare.
SE QUALCUNO MI SA DIRE COME SALIRE DA PASSO CABRERA VOGLIO RIPETERE L’ASCESA.
Alla fine discesa sempre di corsa dalla Cima EST fino a Sant’Anno passando dal Livio Bianco , poco meno di 3 ore
cuneotrekking
17/08/2011 alle 19:04
Ciao Eraldo. Sono stato sul Matto parecchie volte ma sempre passando dal Livio Bianco. Speriamo che qualcun altro ti sappia dare una risposta precisa. Nel frattempo mi informerò e se saprò qualcosa in più ti contatterò.
Ciao, Elio
Serena
28/09/2011 alle 07:46
Anche noi siamo saliti in giornata…direi tre anni fa.
Ci tenevo tanto a salire in giornata.
Purtroppo il meteo non era proprio dei migliori quindi è stato veramente faticoso. Tutto di corsa, poche soste e, inoltre, vista dalla vetta non proprio soddisfacente.
Rientro all’auto quasi col buio …volevamo fermarci a dormire al Livio Bianco ma lo abbiamo trovato chiuso..
Anche io vorrei ripetere la salita dal Passo Cabrera, non l’ho ancora fatto perchè non sono sicura che sia facile…..
cuneotrekking
30/09/2011 alle 20:22
Non sono ancora salito al Matto dal Passo di Cabrera.Ci sono alcuni punti non proprio facili.
Certamente se l’avessi salito in giornata serena ti saresti divertita molto di più, perchè il paesaggio da lassù è fantastico.
Luca
19/03/2012 alle 15:19
Buongiorno a tutti!!!
Sono salito al Matto passando per la bastionata per il Passo di Cabrera la scorsa estate; valutabile poco più che EE, solo un pò esposto ma per brevissimo tratto; sono 20 metri in cui si deve salire al meglio sfruttando piccole cenge e canalini quasi sempre coperti, si sale dritti o leggermente a destra del crinale del passo, una volta oltrepassata la zona ripida, si fanno largo piccole chiazze erbose che portano ad un primo altopiano di rocce montonate con 3 piccole pozze d’acqua; dalle pozze in poi la direzione è evidente; seguire sempre gli ometti presenti che evitano inutili divagazioni e portano un salto dopo l’altro a raggiungere il nevaio superiore del Matto!! comunque tutto incantevole, aspro e solitario.
cuneotrekking
19/03/2012 alle 16:43
Grazie Luca per la precisazione che servirà a chi sale dal Passo di Cabrera.
Ho avuto modo, anche in passato, di visionare ed apprezzare moltissime delle tue foto, specialmente quelle fatte sulla neve. Scatti eccellenti!!!
Che sensibilità Iso usi sulla neve con una giornata solare?
Grazie se mi vorrai rispondere.
Continua così. Ciao, Elio
Luca
22/03/2012 alle 10:39
Ciao Elio!! sono contento che i miei scatti ti siano piaciuti!! guarda…la passione per la fotografia la coltivo da tempo, anche se non sono un conoscitore eccelso in materia; tutto è frutto di tanta pratica e credo anche della fotocamera, già un pò attempata ma che mi continua a dare grandi soddisfazioni!! nelle belle giornate invernali spesso tra manuale ed automatico l’ISO adottato si attesta sempre sui 200; seguo spesso le vostre gite, fin dagli inizi, vedo che tante idee sono spesso condivise e tanti itinerari che fate li conosco bene!! spero di continuare a scoprire questo bellissimo angolo di montagne (che tanto angolo non è), questi luoghi mi hanno danno sempre tanto anche se di recente mi hanno lasciato un grande vuoto.
Un saluto, a presto.
cuneotrekking
22/03/2012 alle 17:59
Grazie Luca per l’informazione. Ho sempre cercato di mantenere gli ISO più bassi per il “rumore”, come si dice in gergo fotografico, ma ora proverò ad alzarli attorno ai 200 per vedere se mi avvicino un pochino ai tuoi scatti. Naturalmente non li potrò eguagliare perchè, per motivi di peso e trasporto, uso una compatta. E’ la scelta che ho fatto fin’ora. Vedrò, in seguito, se passare ad una reflex.
P.S. Certo che le nostre montagne le conosci proprio bene; qualsiasi zona che visualizzo su google earth contiene qualche tuo bello scatto.
Ciao e buona continuazione.
Luca
23/03/2012 alle 17:59
Ciao Elio!! bene è un parolone;).. e pensare che prima del 2002 non conoscevo quasi nulla..tutto è cominciato quasi per caso in Val Maira…poi da questa meravigliosa valle a cui sono profondamente legato ho allargato i miei interessi alle valli vicine!!
Viste le tue foto ritengo però che i risultati siano già eccellenti…hai molto occhio e la ricerca dei soggetti e delle inquadrature è sempre precisa!! e comunque ti assicuro che alla fine della giornata il peso della reflex lo senti e come!! però quando arrivo a casa e mi godo le immagini la stanchezza passa subito ed i dolori passano!! se vi capita la prossima estate fate qualche divagazione in Ubaye…la luce che c’è in quella valle è stupenda…gli spunti per chi ama le fotografie sono infiniti!!
A presto…sperando magari di incontrarci!!
Claudio
13/08/2017 alle 17:49
Ciao Elio, complimenti come al solito per le descrizioni delle bellissime gite! Avevo una domanda su questa relativa alla cima est del Matto: avevo intenzione di farla in questo periodo (metà-fine agosto), per l’ultimo pezzo è necessario avere dei ramponi, considerando la poca neve di quest’anno? Grazie!
Elio Dutto
13/08/2017 alle 20:14
Grazie Claudio per i complimenti sempre molto graditi. Più che altro dai primi laghi del Matto in su dovrai camminare su piatraie. Sicuramente se troverai un po’ di neve potrai sempre tenerti ai bordi, ma penso non ci sia più il problema.
Ciao e buona escursione!
Claudio
23/08/2017 alle 11:27
Gita fatta lunedì 21 agosto. Ovviamente molto faticosa partendo da Sant’Anna, ma il panorama dalla cima ed il tempo stupendo hanno mitigato gli sforzi! Il “problema” della neve come immaginabile non si è proprio posto, visto che non ce n’era neanche a cercarla. Per chi è interessato alla salita, segnalo che tutto il percorso su pietraia partendo dal bivio Matto/Valmiana è costellato di numerosi bolli BLU, quindi perderlo è davvero difficile. Per altro scendendo ho visto che ci sono anche le indicazioni per il Passo Cabrera, sempre con gli stessi bolli BLU. Alla prossima!
Elio Dutto
23/08/2017 alle 11:43
Ciao Claudio, meglio così, almeno risulta più difficile perdersi. Buone escursioni!
giuliano
08/09/2017 alle 22:13
Sono andato sul matto il 3 settembre 2017 dopo alcuni anni che supplicavo i miei amici ma senza risultato, parto da solo e a s. anna trovo dei ragazzi che si stavano avviando verso la cima. stupenda escursione giornata bellissima panorama mozzafiato. ringrazio i ragazzi che mi hanno permesso di aggregarmi a loro un caro saluto a tutti.
Consiglio a tutti gli escursionisti di fare il matto almeno una volta nonostante la lunghezza e il dislivello, ne vale la pena!!! ciao a tutti
Anna
18/09/2018 alle 21:41
Ciao, grazie x i vostri commenti. Domenica 16 settembre 2018 sono andata sul becco alto del Piz, giornata nuvolosa, io e mio marito nella nebbia ma grazie a voi era un posto famigliare. Mi piace moltissimo il vostro sito.Grazie. Ciao….
Elio Dutto
18/09/2018 alle 22:01
Beh, siete stati bravi se l’avete raggiunto nella nebbia. L’ultimo pezzo non è così facile. Ciao Anna, grazie!
Lodovico Supporter
17/08/2019 alle 17:13
Racconto di una sconfitta. Carla ed io eravamo allenati e motivati. Abbiamo penottato al rifugio Bianco e al mattino di buon’ora siamo partiti per il Matto. Condizioni meteo ottimali. Non ce l’abbiamo fatta, percorso lungo e troppo faticoso per noi. A 100 metri dalla vetta abbiamo abbiamo alzato bandiera bianca. Rientro interminabile. Delusi, siamo risaliti in macchina alle 20,30!
Solo per far presente che il Matto va affrontato avendo un’ottima preparazione, come i tanti che comunque abbiamo incontrato e che ce l’hanno fatta. Il tratto pietroso è faticosissimo e in discesa, con i muscoli affaticati, può risultare insidioso.
Elio Dutto
17/08/2019 alle 17:35
Ciao Lodovico. Può capitare a tutti una sconfitta. Sappi però che hai perso solo una battaglia, non la guerra. Puoi ancora ritentare un’altra volta. Ciao
Mattia Bertero Supporter
11/09/2021 alle 19:02
Ciao a tutti.
Vi racconto un’avventura che è successa oggi.
Un ragazzo di nome Mattia ha un’idea in testa da anni: salire la Est del Matto in giornata.
Dopo anni di rinvii e di paure per il dislivello complessivo e per i km da affrontare decide che è arrivato il momento ed è stato appunto oggi.
E la vuole fare in solitaria nonostante un paio di persone si siano offerte di accompagnarlo, lui però si sente che questa cima deve affrontarla da solo per essere in pieno contatto con la montagna che sta per salire, e per vedere se riesce a cavarsela da solo con questa “sfida”.
Alle 5:00 Mattia si trova a Sant’Anna di Valdieri pronto con la frontale per intraprendere questa salita in solitaria, sa che alle 14 è previsto un peggioramento e non vuole trovarsi in un acquazzone in quota.
Inizialmente la via è una sterrata che s’immette nel Vallone di Meris che passa in un bosco di aceri che in seguito vengono sostituiti da abeti.
Non ha fretta, sa bene che ha molta strada da fare e decide per un passo lento ma regolare nonostante il bosco di notte lo metta un po’ in soggezione.
Arrivato al Gias del Prato il bosco lascia spazio ai pascoli, Mattia sente dai campanacci che c’è un gregge nei paraggi, più avanti tantissimi occhi luminosi nell’oscurità lo osservano, una scena abbastanza inquietante; sono pecore innocue incuriosite da un pazzo che sta salendo a quell’ora.
Prosegue imperterrito verso il Lago Sottano della Sella, quando ci arriva sono trascorse due ore dalla partenza ed il Sole sta creando una bellissima alba dietro di lui.
Il silenzio è surreale nonostante la presenza del Rifugio Livio Bianco li vicino già aperto, non si stupisce visto l’ora, al ritorno la situazione sarà molto diversa.
Alla sua sinistra gli compare già la sua destinazione finale ma non l’ha guarda mai una volta, non vuole vederla per evitare il pericolo di scoraggiarsi.
Continua a salire ed arriva al bivio con il Colle di Valmiana dove si ferma ed inizia a sgranocchiare delle mandorle per dargli energia alle gambe.
Riparte dopo pochi minuti.
Il sentiero più avanti prosegue con continui sali e scendi fino al bivio con la salita al Matto, si sta già preoccupando per il ritorno dove anche una misera salita potrebbe dare fastidio alle gambe provate.
Al bivio con il Matto abbandona il sentiero principale ed inizia a seguire la via di salita alla cima segnata con tacche blu ed ometti di pietra.
Il panorama si presenta subito impervio però lo affascina non poco.
Sta salendo in totale solitudine, non ha incontrato anima viva, nemmeno qualche animale del posto.
Una cosa però lo inquieta un po’: in alto si sta formando della nebbia in prossimità della cima, spera che si mantenga verso Terme di Valdieri o che venga spazzata via.
Speranza vana, la nebbia aumenta.
Decide di continuare a meno che la situazione non peggiori sensibilmente, ha già fatto troppa salita per dover rinunciare.
In poco tempo passa i Laghetti del Matto e si avvia verso gli ultimi 500 metri di dislivello, gli si presenta davanti un muraglione fatto di pietre, molto ripido.
Nel proseguire si accorge che i bastoncini gli stanno danno impaccio, decide di metterli nello zaino e di continuare senza, le mani le userà per ancorarsi alla roccia per salire in molti punti dell’ascesa decisamente ripidi.
Una difficoltà in più la incontrerà nell’umidità dell’aria che ha reso umida la roccia, deve prestare molta attenzione a non scivolare e deve studiarsi bene ogni passo.
Non guarda l’ora, non gli interessa altro che seguire i bolli blu, capita a volte che sbaglia e deve ritornare nei suoi passi ma niente che lo porta a perdersi.
Il tempo si mantiene stabile fortunatamente, la cima è ancora risparmiata dalla nebbia.
Le gambe incominciano a sentire il peso del dislivello, iniziano a fargli un po’ male e sente che le forze lo stanno un po’ abbandonando, la testa inizia un a girargli quando compie sforzi eccessivi per salire.
Prima dell’ultima rampa di salita decide di fermarsi qualche minuti per riprendersi.
La vede la cima, è davanti a lui, la può quasi toccare.
Un sorriso invade la sua faccia, è quasi arrivato, deve avere ancora un briciolo di forze per arrivarci.
Riparte per l’ultima rampa, qui la situazione peggiora perchè sulle rocce è presente una leggerissima patina di ghiaccio.
Deve salire quasi sempre a quattro zampe.
Ed infine arriva a toccare la struttura metallica della cima, l’abbraccia come se fosse un fratello.
Dopo 5 ore e 40 minuti e poco oltre 2200 di dislivello è arrivato sulla Est del Matto.
Mattia è estremamente felice, non può godere del panorama per via della nebbia, ma sa di avere compiuto un qualcosa d’impensabile fino a pochi anni fa per lui. E l’ho ha fatto da solo in sinergia con la montagna.
Si ferma per mangiare il meritato pranzo, si gode l’assoluto silenzio del posto, non c’è nessun’altro essere umano. Non pensa a niente, la sua mente e sgombra da pensieri.
La nebbia però lo preoccupa e decide d’iniziare a scendere dopo mezz’ora per evitare di avere poca visibilità sulla pietraia, ha in mente di arrivare fino al bivio con il Colle di Valmiana, dopo la via è ben rintracciabile e il tempo non sarà un problema in caso di peggioramento.
E’ attrezzato in caso di maltempo.
Nella discesa si accorge di essere galvanizzato, scende con molta più facilità di quanto non sia salita, facendo sempre molta precauzione. Un paio di leggere scivolate non gli procurano danni.
Arrivato al bivio prende fiato e si riposa per dieci minuti, la nebbia per il suo sollievo è rimasta ferma alla pietraia superiore.
Riprende la discesa ed in prossimità del bivio appena sotto il Lago Soprano della Sella incontra le prime persone della giornata, poco prima anche uno stambecco e quattro camosci.
Vorrebbe fermarsi al Livio Bianco per prendersi qualcosa ma vede che c’è troppa bolgia nonostante il periodo.
Non si ferma e punta dritto a Sant’Anna di Valdieri.
Sorride mentre scende, ora pensa alla sua salita ed pensa già che deve rifarla il prossimo anno con il tempo perfettamente sereno, deve godersi qual panorama che non ha potuto vedere.
Per lui è stato un traguardo di un certo peso, per molti altri non sarà niente di che, ma per lui si, eccome.
Alle 16:00 è dalla macchina e ritorna verso casa.
Inizialmente ha incontrato una giornata serena poi dal bivio del Colle di Valmiana per la salita diretta al Matto il tempo ha iniziato a guastarsi.
Peccato, ma ora ha l’obbiettivo di salirci nuovamente il prossimo anno, il Matto l’ha conquistato fino all’anima.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
12/09/2021 alle 09:41
Bravo Mattia, bel colpo!