Monte Mongioie

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  1. ciao, mi piace molto prendere spunto dal vostro sito per le mie escursioni , le spiegazioni dei percorsi sono più che soddisfacenti, sarebbe bello oltre i km avere anche subito l’idea di una tempistica totale così da poter scegliere eventualmente percorsi alternativi per raggiungere la meta.
    Saluti
    Nadia

    • Cuneotrekking


      Ciao Nadia. Già altri ce l’hanno richiesto, ma preferiamo non mettere i tempi perché ognuno ha il proprio passo e, conoscendosi, può regolarsi dal dislivello e dalla lunghezza del percorso (nel nostro caso la lunghezza comprende tutta la camminata).
      Se hai altre proposte migliorative, chiedi pure.
      Elio


  2. Ieri, Giovedì 4 Agosto 2016, sono salito sul Monte Mongioie partendo da Viozene.
    Un grande anello per escursionisti allenati che però regala visuali incantevoli specialmente sulla via del ritorno dopo aver raggiunto la vetta.
    Sono oltre diciannove chilometri di percorso con un’ascesa di milleseicento metri.
    Il percorso se lo volete scaricare o visionare lo troverete in questa pagina web:
    http://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=14243609


  3. Prego – Meglio più avanti nel tempo, mi sono dimenticato:
    nei mesi di Luglio e Agosto, partendo dal “basso”, lo sconsiglio perché il caldo fino ai piedi del Mongioie si fa sentire e non ci sono approvvigionamenti di acqua.
    Io con tre litri di acqua al seguito ho dovuto pianificare le bevute in base alla percorrenza residua (pero io bevo molto)


  4. Ciao a tutti voi.
    In questa giornata il tempo è ottimo per un’escursione in montagna ma le nostre montagne della provincia sono tutte innevate.
    Purtroppo Silvia ha un ginocchio fuori uso per un infortunio a pallavolo, così sono da solo.
    Tra l’altro in questi ultimi due mesi sto portando ogni tanto due colleghi di lavoro che hanno scoperto letteralmente la montagna (sono tipi da mare): siamo già andati sulla Bisalta, sull’Armetta e al Livio Bianco. Ma oggi non ci sono nemmeno loro.
    Comunque non ho ancora voglia di tirare fuori l’attrezzatura invernale…
    Cercando scopro, tramite webcam, che i rilievi della Valle Tanaro sono abbastanza sgombri di neve così punto per un qualcosa in quella vallata.
    Scelgo il Monte Saccarello, il rilievo più alto della Liguria, partendo da Monesi; un percorso semplice.
    Così all’alba sono già all’altezza di Garessio in direzione del Colle di Nava.
    Mentre procedo verso Ormea il Pizzo D’Ormea mi compare davanti e scopro che i suoi 2476 m sono sgombri da neve nel suo versante Sud.
    Dopo qualche minuto decido di cambiare destinazione: il Pizzo D’Ormea (per questo scrivo sulla pagina del Mongioie, il Pizzo è un suo vicino molto prossimo), sono anni che ci volevo tornare e l’occasione sembra quella giusta.
    Scelgo di partire da Quarzina per un percorso alternativo verso il Pizzo rispetto al più noto che parte da Chionea, perché il tempo di percorrenza è più breve (4 ore segnate invece che 5) e perché il percorso è più panoramico.
    Alle 8:15 sono al paese, stupendo, un tipico paesino di montagna arroccato in bella vista rivolto al mare; il tempo è stupendo e non fa nemmeno così freddo, in lontananza il Mar Ligure è coperto da una colte di nuove che ogni tanto si apre scoprendo il mare sottostante.
    Inizialmente l’itinerario percorre un ripido sentiero che sale rapidamente in direzione Nord risalendo il versante, dieci minuti dopo sbuco in una strada sterrata.
    La cercavo perché questa strada mi avrebbe portato fino ai piedi del Pizzo.
    Proseguendo la flora del posto è un miscuglio tra macchia mediterranea e piante tipicamente alpine, bellissimo.
    Improvvisamente mi si apre i pascoli sopra Quarzina: enormi e completamente esposti a Sud fino alle montagne.
    La strada sale in modo costante con diversi tornanti puntando dritto verso il Pizzo già visibile in lontananza.
    Il percorso in realtà è un po’ monotono ma il panorama che offre il tutto compensa ampiamente questa monotonia.
    Ci sono alcuni cacciatori che percorrono la strada con i loro fuoristrada.
    La strada aggira più avanti un rilievo chiamato Monte Castello di Quarzina (1782 m), sui suoi pendii trovo una grande mandria di mucche ancora al pascolo.
    Si sale e si sale, il panorama inizia ad aprirsi verso Ovest e si vedono il Saccarello, il Vallone di Carnino, il Mongioie. Tutti poco innevati.
    A quota 1800 m al panorama si aggiunge anche il costone innevato che porta verso il Monte Antoroto.
    L’altopiano è bellissimo: i colori autunnali dominano su tutto, non ci sono fontane, sorgenti o fonti lungo tutto il percorso.
    Il Pizzo è sempre davanti a me e si avvicina lentamente ad ogni passo, sgombro da neve, sono stupito del fatto che sia davvero l’unica completamente sgombra nelle vicinanze.
    Nelle mie fermate per riprendere fiato mi giro ed ecco che lo stupendo panorama verso il mare diventa sempre più bello, in lontananza sopra le nuvole si vedono nitidamente i rilievi della Corsica.
    Dopo il bivio che porta verso il Rifugio Valcaira (che non intraprendo) la via diventa più ripida a mano a mano che ci si avvicina al Pizzo, inoltre ecco la neve: fa la sua comparsa sulla strada sterrata e solo su quella…
    Camminare sulla neve è dura, lo sforzo diventa sempre di più.
    Le gambe mi diventano un po’ pesanti e sono costretto a diverse fermate.
    Ad ogni modo arrivo al ripetitore alla base del cono del Pizzo D’Ormea dopo 2 ore e mezza dalla partenza, le 4 ore mi sono sembrate davvero pessimiste o sono io che cammino troppo veloce…
    Dal ripetitore il panorama si apre sulla pianura Cuneese e le Langhe, in lontananza il Massiccio del Monte Rosa e le lontanissime bianche montagne della Lombardia, in basso compare il Lago del Pizzo già ghiacciato.
    Dopo 10 minuti di pausa inizio la scalata al cono dal versante Est: la via diventa un sentiero e sale molto ripido verso la vetta.
    E qui succede il fattaccio della giornata…
    A 50 metri dalla vetta c’è un piccolo passaggio un po’ esposto su rocchette tramite una corda fissa, la corda c’è ma c’è anche del ghiaccio sulle rocce.
    No…
    Ci penso un attimo e abbandono lo zaino in un cantone e provo a salire.
    Molto difficile (non ho ramponi da ghiaccio), provo a creare degli scalini con gli scarponi, la corda regge ma è troppo pericoloso, il rischio di scivolare è molto elevato.
    Mi prendo paura e cerco di scendere, manovra molto difficile con quel maledetto ghiaccio.
    Ci riesco e torno al ripetitore.
    Decido di provare a vedere se il versante Ovest è agibile, prendo il sentiero che passa sotto il Pizzo in direzione Ovest verso il Bocchino dell’Aseo.
    Più avanti ecco comparire il Bric di Conoia e il Mongioie, innevati nel lato piemontese, puliti in quello ligure, sotto compare la conca del Lago Revelli in Valle Corsaglia, più lontano le Alpi verso il Monviso.
    Trovo il sentiero per il versante Ovest ma la neve qui è presente, me l’aspettavo visto che è meno esposto al Sole, ma volevo vedere con i miei occhi.
    Infatti la neve è dura come una pietra.
    Niente da fare…
    Mi rassegno, il Pizzo oggi non è agibile con quello che ho.
    Torno indietro verso il Ripetitore, li trovo un gruppo di tre escursionisti ed una coppia che provano il versante Est per poi rimanere bloccati nel mio stesso punto di prima…
    Mi rilasso per un’ora e mangio pranzo prima di tornare verso Quarzina, il tempo intanto inizia un po’ a peggiorare.
    Alle 14:30 sono a Quarzina e alla macchina per tornare a Mondovì.
    Sono stato fregato da un tratto di 6-7 metri ghiacciato, dopo la via era sgombra fino alla vetta…peccato, un vero peccato.
    Però sono lo stesso contento: ho visto davvero un’ottimo paesaggio ed ho riscoperto un posto davvero ottimo anche per una semplice passeggiata, vista la presenza di una strada sterrata il posto è accessibile ma molte persone e bambini.
    Bene, in futuro ritornerò al Pizzo D’Ormea, in estate piena però così non ci sarà ghiaccio che mi blocchi.
    Un saluto da Mattia da Mondovì.


    • Ciao Mattia. Ma guarda un po’. Pensavo ci sarebbe stata più neve sulle Alpi Liguri. Comunque grazie per la descrizione, che mi dà modo di pensare ad un’escursione da quelle parti. Per le ciastre è ancora troppo presto, anche se ieri sono stato al colle dell’Ortiga, dove abbiamo sempre calpestato neve fin dalla partenza.


      • Anch’io lo pensavo che avrei trovato neve, infatti per quello che avevo puntato sul Saccarello per la posizione più a Sud e quindi presumibilmente con meno neve.
        Comunque per riassumerti Domenica la situazione neve della Valle Tanaro era che la neve era presente con uno strato consistente solamente sulla costa che dal Monte Antoroto porta al Pizzo D’Ormea per una buona parte del versante rivolto verso Sud, il Pizzo stesso era sgombro a parte la Parete Ovest e quella Nord rivolta verso il Piemonte, le montagne che confinano con le vallate monregalesi erano sgombre di neve sul versante Sud mentre su quello Nord la neve era ben presente. Le montagne al confine con la Francia solamente una leggera spolverata, a parte il Vallone di Carnino che mi è sembrato visivamente ricoperto con uno strato più consistente.