Ci mettiamo subito in movimento seguendo il nastro d’asfalto (qualche scorciatoia iniziale) che sale con lunghi tornanti in direzione del Colle del Preit (2083 m). Alla nostra sinistra si ergono, maestosi, i contrafforti di Rocca la Meja. Raggiungiamo il Colle e, con esso, l’altipiano della Gardetta completamente illuminato dal sole. Seguiamo ora la carrozzabile che, a destra in lenta progressione, percorre l’altipiano dirigendosi verso il Rifugio ed il Passo della Gardetta. Superiamo (qualche tratto in scorciatoia) lunghi dossi erbosi, già con colori autunnali. Il paesaggio è talmente splendido che dobbiamo fermarci di continuo per fotografare e ammirare il panorama intorno a noi.

Dall’altipiano della Gardetta sguardo sull’onnipresente Rocca la Meja © Cuneotrekking
La giornata è meravigliosa. Dopo qualche chilometro arriviamo presso un tornante con la sbarra; abbandoniamo la carrareccia e saliamo il sentiero che taglia sui prati. Qualche centinaio di metri dopo, siamo in vista del Rifugio Gardetta (2335 m); lo andiamo a costeggiare ma non ci fermiamo perchè la meta è ancora lontana. Per prati, raggiungiamo la strada che prosegue a tornanti verso il Passo della Gardetta (2437 m). Giunti al Passo ci concediamo una pausa per assaporare alcuni dei famosi “rubatà” di Luciano e gustare un buon caffè.

Spuntino al Passo della Gardetta © Cuneotrekking
Ripresa la marcia sulla ex strada militare (rimaniamo stupiti per l’ottimo stato di conservazione) passiamo al di sopra di una ex casermetta. La strada si snoda con qualche tornante, dapprima sotto enormi scivoli di ghiaioni, poi sotto le pareti strapiombanti di Rocca Brancia (2814 m) raggiungendone infine il Passo (2620 m). Sbordati in Valle Stura lasciamo sulla sinistra due fortificazioni iniziando un tratto in discesa che passa a ridosso di alcune conformazioni rocciose, simili a penitenti.

In rotta verso il Passo di Rocca Brancia © Cuneotrekking

Al fondo si intravede il passo di Rocca Brancia (2620 m) © Cuneotrekking

Gelu in arrivo al passo © Cuneotrekking

In discesa dal passo presso i “penitenti” © Cuneotrekking
Nel tratto successivo i detriti si sono quasi impossessati della strada. Poco più avanti lasciamo il sentiero verso destra che porta al Colle Oserot (2640 m) per percorrere, su strada in leggera discesa, altri 150/200 metri. Al termine del tratto detritico, appena dopo una parete rocciosa, troviamo sul lato destro della strada una piccola piramide di pietre che segnala la deviazione per la via normale all’Oserot. Il GPS dice che siamo scesi a quota 2512 m. Dalla riva erbosa parte una traccia di sentiero (tacche) che in continua progressione si inoltra su terreno misto di erba e pietre per proseguire poi, in direzione nord, verso una ripidissima rampa che ascende fin nei pressi di un torrione di rocce rossastre che si intravede molto in alto. Poco prima di raggiungere il torrione tagliamo con un diagonale ascendente verso sinistra e ci portiamo sotto cresta.

A sinistra la Cima Oserot, al centro il Colle Oserot © Cuneotrekking

L’inizio della ripida rampa. In alto, leggermente a destra, è visibile il torrione rossastro © Cuneotrekking

Piccola pausa sulla rampa © Cuneotrekking
Continuiamo verso ovest aggirando alcune rocce e superando tratti ripidi e franosi fino ad arrivare ad una sella. Aggirato, poco oltre, un grande roccione ci troviamo in vista della punta, oramai vicinissima. C’è ancora da superare qualche masso accatastato per raggiungere, attorno alle 11:40, la croce di vetta.

In salita verso la cresta © Cuneotrekking

Al fondo si vede il Monviso © Cuneotrekking

Ultimi metri prima della cima © Cuneotrekking
Ci troviamo subito in compagnia di un gruppo numeroso che ci ha appena preceduto e si sta mettendo in posa per le foto ricordo. Dopo di noi altri gruppetti di persone raggiungeranno la stessa cima. Troviamo molto strano che, proprio oggi, una qualsiasi giornata di ottobre, in tanti ci siamo dati appuntamento quassù. Ripensandoci, con i tempi che corrono, non potevano che esserci: pensionati, precari, cassintegrati, licenziati, giovani in attesa di lavoro e chi più ne ha più ne metta.
La vista da questa Cima è illimitata ed a 360 gradi. Verso nord notiamo che le cime Chersogno, Rocca Marchisa e Pelvo sono tutte imbiancate. Anche l’Oserot ha la parte in ombra spruzzata di neve. Ad ovest il Monte Scaletta, l’Oronaye fino all’Aiguille du Chambeyron. Verso sud, 1200 metri in basso, si scorge l’abitato di Bersezio, e quando, alle 12:00 ci appresteremo a scendere, ne sentiremo suonare la campana di mezzogiorno. Proprio su questa cima facciamo conoscenza con alcuni amici che leggono il nostro blog, tra cui Adriano, Alberto e Osvaldo.

Foto di gruppo sulla Cima Oserot (2861 m) © Cuneotrekking

Dalla cima si intravede in fondo a sinistra Rocca al Meja © Cuneotrekking
Il ritorno l’affrontiamo con un percorso diverso. Scesi all’altezza del torrione rossastro, proseguiamo ancora di qualche metro la discesa verso est per infilarci a sinistra in un tetro e ripido canalone che porta in direzione del Colle Oserot. Dobbiamo porre un po’ di attenzione poichè alcuni tratti sono gelati e diverse rocce su cui ci aggrappiamo sono umide (passi di II). Al fondo, tagliamo verso sinistra un tratto sconnesso che ci porta al tornante appena sotto il Colle Oserot. Da qui scendiamo sul sentiero che va a riprendere la mulattiera in lenta salita verso il Colle di Rocca Brancia. Un centinaio di metri dopo il Colle, infiliamo un sentiero che stacca ripido sulla destra di questa bella carrareccia, attraversa un tratto ghiaioso a tornanti per poi distendersi nei prati sottostanti, portandoci al termine direttamente al Rifugio Gardetta. Qui allestiamo un meritato pranzetto a base di buon pane fatto in casa, innaffiato da un ottimo nebbiolo. Infine la discesa che ci lascia estasiati per il panorama sublime (complice anche la stupenda giornata) verso Rocca la Meja e tutto il circondario.

In discesa verso il ripido canalone © Cuneotrekking

Il canalone visto dal basso © Cuneotrekking

Sui prati che conducono al rifugio Gardetta © Cuneotrekking

Nelle vicinanze del bel rifugio, adagiato sui prati dell’altopiano © Cuneotrekking
massimo66
24/10/2010 alle 22:40
Ciao Elio,gran bella gita e soprattutto gran bella compagnia..ancora grazie…alla prossima.
cuneotrekking
25/10/2010 alle 13:03
Ciao Massimo, un saluto anche da Gelu e Riccardo.
federico
25/10/2010 alle 11:21
Molto lieto di leggere di questa vostra escursione a cui ho potuto assistere anch’io. Lieto anche di essere l’artefice della vostra foto di gruppo di vetta. Ottima descrizione del percorso, Complimenti!
Vi invito a leggere la mia relazione a questo indirizzo.
Saluti e buone gite
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=4060
cuneotrekking
25/10/2010 alle 13:02
Ciao Federico, grazie per aveci immortalati sulla Cima dell’Oserot. Ho letto la tua simpatica relazione che mi ha fatto ben ricordare la giornata trasorsa in montagna e grazie per aver anche menzionato il nostro blog. Ora lassù ci sarà parecchia neve e tutto il panorama avrà cambiato aspetto. Peccato, altrimenti avevamo in mente di fare altre cime sull’altipiano della Gardetta che ora ci toccherà rimandare ad altri periodi. Sperando di reincontrarti ancora dalle nostre parti, ti saluto anche a nome dei miei compari. Elio.
Lorenzo Ghiggini
18/09/2011 alle 13:18
ciao, ieri (17/09/11) abbiamo fatto Rocca La Meja e ci è venuto voglia di provare a fine mese l’Oserot. grazie della descrizione, scaricherò anche le tracce GPS.
Lorenzo
cuneotrekking
18/09/2011 alle 14:03
Ciao Lorenzo, grazie per averci contattati e buone gite!!!
Elio
Paolo Gandino Supporter
27/08/2021 alle 15:40
Ciao Elio. Siamo saliti ieri (dalla normale) sul monte Oserot. L’intenzione era di salire il canalone da voi utilizzato per la discesa al colle Oserot. Ho trovato difficoltà inaspettate, fondo instabile, pochi appigli, ne’ ometti o tracce. Ho letto anche la relazione di Federico (lafiocavenmola) che classifica come EE l’ascesa del canalone. Ora, conscio delle mie insignificanti capacità alpinistiche, ritengo più facile la salita sul Becco Grande (difficoltà F). Grazie dei tuoi consigli. Un cordiale saluto a Federico e a tutti voi
Elio Dutto
27/08/2021 alle 21:20
Ciao Paolo, è anche probabile che nel tempo il canalone abbia subito modifiche dovute a crolli rendendolo più instabile.