Ci incamminiamo sulla destra idrografica del torrente Oronaye sulle tracce di sentiero (tacche rosso-gialle) che vanno a superare alcuni prati iniziali, brulicanti di fiori multicolore. Poco dopo transitiamo nei pressi di una piccola croce lignea, eretta a ricordo di Don Giovanni Fenoglio. Più avanti fiancheggiamo un piccolo casolare immerso nel verde.

Nei pressi del casolare © Cuneotrekking
Il sentiero prosegue verso l’alto sempre un po’ a mezza costa. Poco prima della confluenza col vallone dell’Oronaye, perde un po’ di quota formando un bivio. Prendiamo sulla destra e dopo aver risalito un tratto di pietraia ci portiamo su un bel ripiano erboso attraversato da copiosi ruscelli che superiamo verso destra.

Stupendi praticelli erbosi © Cuneotrekking

Ecco il Monte Oronaye (3100 m) © Cuneotrekking
Entrati nella confluenza del Vallone dell’Oronaye fiancheggiamo un primo laghetto che in estate si secca, posizionato sotto la Tête de Blaves. Appare in tutta la sua maestosità il Monte Oronaye che non ci abbandonerà più nel resto del percorso. Ritrovato il sentiero poco distante, lo seguiamo per un lungo tratto di salita, poi su lingue di neve che diventano sempre più presenti. Incontriamo il lago dell’Oronaye (2411 m) ancora semighiacciato, lo superiamo seguendo la direzione del Colle di Roburent, oramai non più molto distante.

Sguardo all’indietro sul Bec de Lièvre (2770 m) © Cuneotrekking

Il lago Oronaye semighiacciato e, sulla destra, il Monte Pierassin © Cuneotrekking
Lasciata a sinistra la deviazione per il Col de Feuillas ci spostiamo gradualmente verso destra portandoci infine alla base di una conca innevata che risale verso le pendici rocciose della Punta di Roburent (2628 m). Un ulteriore attraversamento su neve, divenuta molto primaverile, ci conduce sotto le falde scoscese e friabili della Punta, dove individuiamo un varco per la salita.

In leggera salita oltre il lago Oronaye © Cuneotrekking

Avvicinamento alle falde della Punta Roburent © Cuneotrekking

Inizio del tratto di salita © Cuneotrekking
Con un po’ di cautela a non far scivolare pietre sui compagni raggiungiamo un tratto di cresta innevato che precede l’ultima rampa. Da questo punto, al meglio, risaliamo la lunga china pietrosa fino al raggiungimento del grande cippo in pietra eretto sulla cima del Pierassin.

Sulla cresta che precede la salita al Monte Pierassin © Cuneotrekking

Dalla Punta di Roburent sguardo verso il vallone Oronaye © Cuneotrekking

Monte Oronaye (3100 m), sullo sfondo, visto dalla Punta di Roburent © Cuneotrekking

Cima Pierassin © Cuneotrekking
Gran bella visuale si prospetta ai nostri occhi. Lo sguardo si spinge fino al fondo del vallone dell’Oronaye, raggiungendo il lontano Sautron. Nelle immediate vicinanze, oltre alla vista sull’onnipresente Oronaye, ci troviamo all’incirca all’altezza del Monte Scaletta e del Vanclava. Sul versante della Maddalena siamo praticamente alti sul lago. La vista raggiunge l’Enciastraia e tante altre cime. Purtroppo un contrafforte della Punta Roburent non ci concede la visibilità totale del lago superiore di Roburent.

Monte Vanclava in fondo a destra © Cuneotrekking

Monte Scaletta al fondo con veduta parziale sul lago superiore di Roburent. In fondo a destra spunta Rocca la Meja © Cuneotrekking
Ripresa poi la discesa sulle nostre orme, soddisfatti per i bei panorami goduti, cerchiamo una bella pietra nelle vicinanze del lago dell’Oronaye che consenta di distenderci un po’. Al termine riprenderemo il sentiero che ci ricondurrà all’auto.

In discesa dal Colle di Roburent © Cuneotrekking
madpack
31/05/2011 alle 12:28
ottimo post!E che voglia di tornare in quei luoghi. Il lago della Maddalena, incantevole…e la valle dell’Ubaye..
complimenti anche per il blog, ora mi iscrivo..
Giuseppe
14/08/2016 alle 22:47
So che la gita è un pò datata, ma vorrei chiedervi se a memoria è percorribile la cresta fino al Passo Pra de Bals, Bric della Sabbiera. In rete dalla cartografia della francese IGN, è segnata una traccia che risale dalla strada per il Colle della Maddalena (ex casa cantoniera) e su Gulliver una recentissima escursione ma con riferimenti non proprio chiari. Graie
Mattia Bertero Supporter
02/09/2018 alle 16:31
Ciao a tutti voi.
L’escursione di questa mattina segna due ritorni: il primo riguarda Silvia che riprende zaino e scarponi dopo due mesi di lontananza dai monti, il secondo è un ritorno che ha dovuto aspettare 40 anni circa.
La meta di oggi è semplice: il Lago Superiore di Roburent.
Il secondo ritorno è quello di mia madre al lago dopo appunto 40 anni dall’ultima volta quando era piccola assieme a suo padre, che poi sarebbe diventato il nonno che m’insegnò ad andare per i monti.
Per le donne oggi decido una destinazione facile e sicura.
Alle 8:45 siamo al parcheggio dove parte il sentiero, il tempo è sereno ma ci sono 6 gradi di temperatura e fa un freddo cane anche per il vento.
Iniziamo la salita dietro ad un gruppo di escursionisti di Cuneo.
Procediamo lentamente quasi passeggiando, mia madre rimane affascinata dal panorama che offre il posto.
Nel Vallone dell’Oronaye siamo costantemente all’ombra e il Sole comparirà solo all’altezza del bivio verso il Colle di Roburent, qui abbiamo qualche problema: io e Silvia abbiamo un completo tecnico autunnale che ci protegge, mia madre ha roba più normale e soffre un po’ il freddo, gli consegno il terzo strato che non avevo ancora indossato.
Al bivio per il Colle notiamo che nel vallone c’è un folto greggio di pecore (il solito malgaro che ormai è una presenza fissa qui), inoltre con il Sole fanno la loro comparsa le marmotte e sono tante.
Nel frattempo alcuni escursionisti italiani e francesi ci superano.
Tra molte foto arriviamo al Lago D’Oronaye ed è bellissimo, specialmente nella sua riva rivolta verso Nord-Ovest in direzione della strada di salita, un capolavoro da immortalare in fotografia.
L’ultimo tratto ripido in salita prima di arrivare al Colle di Roburent dove più avanti ci compare la nostra destinazione, sono le 10:35 circa.
Il tempo incomincia a peggiorare e le nuove sono una presenza costante.
Qui mi scatta il ricordo di questa pagina e del piccolo percorso verso il Monte Pierassin.
Chiedo alle donne il permesso di andare da solo li mentre loro sarebbero scese al lago, mia madre, come ogni madre sa fare,si preoccupa di questa mia piccola ascesa solitaria.
La mamma è sempre la mamma…
Però “mi lasciano andare” così punto dritto verso le pareti scoscese della Punta di Roburent, il terreno cambia e compaiono sfasciumi di roccia grandi ma per la maggior parte piccoli.
Dal basso avevo visto una traccia di sentiero che girava attorno alla Roburent da destra, rendendomi conto qui ora che più o meno è la strada che hanno seguito i membri di Cuneotrekking.
Il terreno e molto instabile ma il peggio deve ancora venire: il sentiero appena supera dal basso l’altezza della punta è franato e la pendenza è troppo pronunciata per tentare un traverso.
Accidenti…
Torno sui miei passi iniziali e decido di approdare alla sinistra della Roburent con un percorso improvvisato.
Il traverso è sempre accompagnato da questi sfasciumi di rocca molto instabili, devo fare attenzione visto che la fine la fine del versante è 150 metri più in basso sulle rive del lago.
Tra molte tribulazioni e alcune scivolate noto una sella sopra di me, mi sono spostato di qualche decina di metri rispetto alla cima.
Risalgo verso la sella a fatica.
Li il panorama è mozzafiato: si apre sotto di me il Vallone di Roburent, la via normale italiana dei laghi, e si vede la zona degli impianti di Argentera, in lontananza le vette al confine dell’Alta Valle.
Dopo aver ripreso fiato non mi resta che seguire la cresta fino alla Punta di Roburent e dopo verso il Pierassin, alcuni tratti sono esposti e richiedo una bella presa con le mani sulla roccia.
Alle 11:30 sono in cima alla Punta di Roburent.
Praticamente quasi tutta la salita l’ho compiuta improvvisando il percorso quindi fate attenzione nel caso avete intenzioni di salirci ed il tempo non sia dei migliori.
La vista è ampia ulteriormente: ora i due laghi (Oronaye e Superiore di Roburent) sono visibili insieme.
Il tempo diventa nuvoloso e decido di fermarmi qui, rischio magari di prendere la nebbia se le nuvole scendono e poi mi accorgo che ci avrei messo troppo tempo e le donne sono in attesa del mio arrivo al lago.
Resto lassù fare qualche fotografia e poi inizio la discesa.
Ritorno alla sella e decido di puntare direttamente verso il lago.
La parte degli sfasciumi di roccia è infida, poi finalmente tocco l’erba e la roccia stabile.
Improvviso una discesa veloce zigzagando a destra ed a manca.
Sono al lago ed è ora di fare pranzo.
Vogliamo restare ancora un pò,il più grande dei laghi di Roburent è uno spettacolo ed oggi non è nemmeno così troppo affollato, ma fa troppo freddo e decidiamo discendere.
Siamo dalla macchina intorno alle 13:45.
Una classica a cui ho aggiunto un qualcosa di mio, Roburent non delude mai, anche le donne sono rimaste soddisfatte.
Un saluto da Mattia, Silvia e Loredana da Mondovì
Elio Dutto
02/09/2018 alle 19:04
Ciao Mattia. Dopo 40 anni di distanza dall’ultima volta che tua mamma era stata al lago di Roburent, tornare lì sarà stato come essere in un sogno. Noi c’eravamo stati con le ciastre passando dal colle, ma credo avresti fatto meglio salire, dalla fine del lago Oronaye, verso destra fino al colle di Pierassin e poi per cresta arrivare sulla cima. Comunque te la sei cavata egregiamente. Un saluto da parte di tutti noi anche a tua mamma Loredana e a Silvia.