Ci portiamo verso l’ingresso della borgata Puy superiore (1.090 m), dove imbocchiamo la stradina lastricata che sale a destra infilandosi tra le baite in pietra con il tetto in lose.

L’ingresso della borgata Puy superiore © Elio Dutto
Arrivati alla chiesetta (fontana) svoltiamo a destra (palina) sulla mulattiera che sale al suo fianco per poi curvare a gomito verso nord-est.

Ci lasciamo alle spalle la borgata Puy superiore © Elio Dutto
Il sentiero, inizialmente delimitato da antichi muretti a secco, sale in un bosco misto a prevalenza di frassini. Poco più avanti trascuriamo una deviazione a sinistra, una delle tante via di accesso al rifugio meira Paula.

In salita sulla mulattiera © Elio Dutto
Poco oltre superiamo il pilone della posa (1.220 m), così chiamato perché qui le persone del luogo erano solite fare una sosta per riposarsi.

Il pilone della posa © Elio Dutto
Poi trascuriamo ancora una diramazione diretta verso il meira Paula.
Più in alto un tornante tra le betulle ci fa raggiungere una radura dove si trova un secondo pilone votivo.

Secondo pilone votivo nei pressi delle grange Colletto © Elio Dutto

Grange Colletto © Elio Dutto

Al fondo, a destra, la cima del monte Ricordone © Elio Dutto
Pieghiamo verso sinistra e quasi subito lasciamo una deviazione che scende verso destra. Raggiungiamo così le belle baite di meire Colletto (1.400 m, fontana con doppia vasca appena a valle), situate in stupenda posizione panoramica. Di qua si aprono delle ottime viste verso il Pelvo d’Elva.
Proseguiamo su una mulattiera che passa tra le due baite più a monte e si infila in un boschetto di larici, betulle e frassini. Giunti sulla costa del Feil pieghiamo verso destra.

Sulla costa del Feil © Elio Dutto
Seguiamo fedelmente il costone tra betulle che si fanno via via più rade: alle nostre spalle si aprono panorami sempre più interessanti che si spingono fino al Chersogno.

Ancora sulla costa del Feil © Elio Dutto

Cima di Crosa (la seconda da sinistra) e il Monviso © Elio Dutto
Raggiunta una palina i pendii diventano più ripidi. Piegando verso destra raggiungiamo a vista, senza percorso obbligato, l’arrotondata vetta del monte Ricordone (1.763 m), sovrastata da un palo che sostiene una stazione idrometeorologica.

Arrivo sulla cima del monte Ricordone © Elio Dutto

La stazione idrometeorologica © Elio Dutto
Il panorama è notevole verso l’alta valle Varaita e la triade di tremila Chersogno, Rocca della Marchisa e Pelvo d’Elva.
Sul versante opposto della valle Varaita è ben visibile la dorsale che dal Birrone tocca Rastcias, Cugulet e le due punte del Nebin. A nord dietro la Testa di Garitta nuova appare l’immancabile Monviso.

Ill Monviso e la Testa della Garitta Nuova (a destra) © Elio Dutto

A fianco del Bric la Piata il monte Rosa © Elio Dutto
La croce di vetta si trova poco più in basso verso sud-ovest in corrispondenza del punto dove nel 1885 si staccò una valanga spazzando via diverse borgate, travolgendo e uccidendo una settantina di persone.

La croce di vetta © Elio Dutto
Dopo una meritata pausa iniziamo il ritorno sulle orme dell’andata.

In discesa © Elio Dutto

Ritorno tra le case di Puy superiore © Elio Dutto
Claudio Tartaglino
05/06/2020 alle 19:25
Lo stesso cane ha accompagnato noi, purtroppo troppa nebbia in cima, ma bella -e faticosa- gita. Da accompagnare con un supplemento verso la panchina gigante con vista sull’abitato di Rore.