Verso le 7:10 ci incamminiamo sullo sterrato (sentiero U26) che sale ai valloni dell’Autaret e di Rui.
Dopo qualche centinaio di metri di strada in direzione del Pian Ceiol, seguiamo la deviazione lastricata di destra (palina segnaletica) che si dirige verso la grangia Cruset (2020 m). Dopo i primi passi, facciamo amicizia con il compagno di viaggio Giancarlo, molto simpatico, che si unirà a noi per il resto dell’escursione.
Oltre la borgata il percorso iniziale, che si sviluppa sotto il grande roccione della Rocca Senghi (2450 m), ripiana poi scende per attraversare il torrente Varaita di Rui su un ponticello in legno. Ci troviamo ora nel vallone di Rui. Subito dopo il ponticello ricominciamo a salire con una ripida serpentina la destra orografica del vallone verso gruppi di grange in bella posizione. Oltre, il percorso prosegue meno ripido contornando alcuni valloncelli laterali.
Dopo aver affiancato un gruppetto di grange, lasciamo a sinistra la deviazione (ometto) per la Testa di Malacosta (3216 m), posta una trentina di metri prima di un rudere che si trova a destra del sentiero.
Proseguendo, superiamo poi un rio incassato ed arriviamo nei pressi di altri casolari (2414 m), dai quali possiamo già notare la nostra cima… imbiancata. La moglie del margaro ci dice che la sera prima ha fatto molto freddo ed è venuto giù di tutto, neve compresa. Il falso piano continua per un lungo tratto superando splendide grange ed alcune mandrie di mucche.

In lontananza possiamo già vedere la cima… imbiancata © Cuneotrekking
Verso il fondo del lungo pianoro l’avvicinamento riprende in leggera salita. Qui il rio tende a dividersi in due ramificazioni. Da destra provengono le acque del torrente Turlè e del Fiutrusa. Da sinistra invece quelle che scendono dal Mongioia. Il sentiero (U67) per il Monte Salza e la Cima Mongioia si mantiene a sinistra delle due ramificazioni.
Lungo il tratto seguente si possono notare, tra le rocce incassate, alcune belle cascate.

In salita verso il Pian Gaveot © Cuneotrekking
Il cammino si fa più ripido e, a zig-zag, aggira un tratto roccioso continuando poi verso il bel pian Gaveot inciso dalle acque del rio. La salita prosegue spostandosi ancora verso sinistra poi, più in alto in direzione nord, si insinua tra rocce scure, le supera e va a raggiungere il Passo di Mongioia (3075 m).

Tra le rocce scure prima del Passo di Mongioia © Cuneotrekking

Arrivo al Passo Mongioia. A sin. il Monte Mongioia, al centro il bivacco Boerio © Cuneotrekking
Qui abbiamo subito una bella visuale d’insieme: a sud scorgiamo, poco più in alto, il Monte Giuep (3100 m) e, più distante, la Testa di Malacosta (3216 m), verso ovest si stende la Valle dell’Ubaye, ma ciò che più attira la nostra attenzione sono le cime del Mongioia (3340 m) e del Salza (3326 m). Su un poggio poco distante, e in bella vista, c’è l’ottagonale bivacco Boerio (3090 m) che rivedo molto volentieri.

Arrivo al bivacco. In fondo a destra, la cima Salza © Cuneotrekking

Ci incamminiamo lasciando il bivacco alle nostre spalle © Cuneotrekking
Appena dopo il bivacco inizia lo strato di neve, caduta nella notte. La temperatura è rigida. Il percorso che ora vogliamo intraprendere è quello che porta al Passo di Salza (3170), per poi svoltare a destra e salire la cresta fino alla cima. Dopo aver consumato frutta secca ed un the caldo mi metto in moto con Marco e Giancarlo passando sulla destra del lago di Mongioia.
Oltre un primo tratto pianeggiante troviamo sul percorso residui di nevai che in più hanno ora una decina di centimetri di neve fresca. Raggiunto il passo, svoltiamo a destra zigzagando nella pietraia soprastante coperta da alcuni centimetri di neve fino a raggiungere la cordonatura rocciosa che taglia trasversalmente il Monte Salza.
Un piccolo passaggio tra le rocce, che superiamo con l’aiuto delle mani, ci conduce infine in cresta sul tratto terminale in vista della croce di vetta. Dobbiamo prestare attenzione perché da questo punto in poi, ma già anche un po’ prima, troviamo del “verglas” insidioso sui lastroni di roccia.

La cima Salza e il tratto insidioso sul verglas © Cuneotrekking
Scarponando, con l’aiuto dei bastoncini riusciamo comunque a raggiungere il punto più alto, sovrastato da una bella croce.

La croce di vetta © Cuneotrekking

Dal bivacco Boerio. Fulvio ci ha ripresi col teleobiettivo sulla cima © Cuneotrekking
Spettacolare la visuale sulla Cima Mongioia, sul Monviso, sulla pianura coperta di nuvole, sulla Punta di Fiutrusa (3068 m) e sul Monte Ferra (3094 m), ma è anche incredibile la visuale che si ha dal massiccio del Pelvoux fino al Monte Bianco.

Il Monviso © Cuneotrekking
Non ci fermiamo molto sulla cima. Il freddo è intenso e poi dobbiamo tornare dagli amici rimasti ad aspettarci al bivacco. La soddisfazione che noto sui visi di Marco e Giancarlo è tanta.
Riprendiamo, con cautela, la discesa tra i lastroni.

Nuovamente in discesa nel punto più impegnativo © Cuneotrekking

Lago in territorio francese © Cuneotrekking
Dopo il passaggio insidioso tutto diventa più facile. In discesa dal passo ci viene incontro Fulvio che ci accompagna fino al bivacco.

Ritorno al Boerio. Nel frattempo la neve si è già sciolta un po’ © Cuneotrekking

Fulvio ci riaccompagna al bivacco © Cuneotrekking
Pranziamo all’interno del bivacco, che ha una capienza di otto posti letto, poi iniziamo la discesa visto che in lontananza sta spuntando un po’ di nebbia.

Inizio della discesa dal Passo di Mongioia © Cuneotrekking
Dal passo di Mongioia ci spostiamo gradualmente in basso al Pian Gaveot, occupato interamente da un gregge di pecore e qualche capra, poi più in basso sullo stupendo falsopiano occupato da asini e mandrie di mucche, infine ritorno a Sant’Anna di Bellino.

Nei pressi del pian Gaveot © Cuneotrekking

Già verso il basso, ci lasciamo alle spalle la cima Salza © Cuneotrekking
kurtz
02/09/2014 alle 16:12
grazie per la pubblicazione, capita giusto a pennello: sabato ho intenzione di affrontare un “3000” e potrei optare per il Mongioia o il Salza. I ramponi ancora non servono vero?
Elio Dutto
02/09/2014 alle 17:08
Ciao Kurtz. Noi siamo saliti qualche giorno fa. Il Mongioia, che ha il lato di salita rivolto a sud era completamente sgombro di neve. mentre il Salza, se in questi giorni non ha più nevicato, dovrebbe essere ormai pulito. I ramponi non dovrebbero più servire. Buona escursione!
Erika
02/09/2014 alle 21:05
ciao kurtz allora magari ci si vede… anch’io volevo fare il salza o il mongioia.
Elio farle entrambe diventa lunga?
Elio Dutto
03/09/2014 alle 05:44
Si possono anche fare entrambi. Dipende soltanto dalla benzina che hai nelle gambe in quel momento. Comunque, o uno o l’altro ne valgono già la pena. Ciao e buona escursione!
Erika
06/09/2014 alle 16:43
Arrivata da poco a casa. Fatte entrambe le cime!! Non avevo mai fatto escursioni in quella valle. Stupendo il salza!! Oltre il Corborant che sono poi riuscita a fare la scorsa settimana, sono le uniche cime sppra i 3000 che ho fatto. Grazie come sempre delle vostre descrizioni
Elio Dutto
13/09/2014 alle 17:07
Ciao Erica, sei stata proprio brava! Così hai scoperto una nuova stupenda vallata. Continua così!!!
Agostino
08/09/2014 alle 09:28
Mi permetto di chiedere cortesemente se si possono conoscere i tempi di salita e discesa non dimenticando in anticipo che ognuno di noi per arrivare a quelle altezze deve conoscere i propri limiti.
Grazie.
Agostino Costigliolo
Elio Dutto
27/09/2014 alle 12:15
Ciao Agostino. Sono stato via per un periodo di tempo e mi scuso se rispondo solo ora alla tua domanda. In genere per un’escursione in montagna si calcolano 300/350 metri di salita all’ora. Per la discesa, ovviamente, 10/15 minuti in meno per ora. Questo calcolo però può essere sfalsato se devi percorrere dei lunghi tratti in piano per l’avvicinamento. E’ per questo motivo che non diamo i tempi di percorso, ma solo la distanza e il dislivello. Conoscendo i propri limiti ognuno se li può calcolare. Ciao.
Gheroppa
16/07/2015 alle 21:04
Non vorrei disturbare il post, ma se non siste mai saliti sul Salza e magari invece avete fatto il Mongioie vi consiglio di salire da Chianale, sinceramente posso dire che è un percorso meraviglioso, si ci accosta ad almeno 5 laghi che sembrano diamanti incastonati in meravigliosi spezzoni della valle du Lup, arrivati sul Col de Bes si prosegue per ometti, ma cmq non si ci può sbagliare tanto facilmente, in alcuni tratti è ben visibile la traccia, abbiamo presupposto che anche se non è indicata sulle cartine sia la via di salita dal lato FR, l’ultimo tratto richiede un attimo di piede fermo e centrare il punto perfetto per scavallare la cornice naturale e salire sulla cresta per raggiungere la vetta, ma è davvero uno spettacolo il percorso di salita, sono circa 1700mt di dislivello, ma percorso in un ambiente cosi splendido scivolano via, poi quando si arriva su si trattiene il fiato per la vista, dalla Corsica al grand Cassè e il Blanc, li sotto il vallonetto del Mongioie col bel Boerio, fra l’altro anche per salire sul Mongie la neve è svanita con questo anormale caldo :(.
Elio Dutto
17/07/2015 alle 17:19
Ciao, come avrai potuto leggere, abbiamo già salito sia il Salza che il Mongioia, ma partendo da Sant’Anna di Bellino. Il percorso che tu ci segnali è molto interessante e sicuramente bellissimo dal punto di vista panoramico. Lo teniamo presente per il futuro. Ciao e grazie.
Mimmo
13/08/2017 alle 17:02
Prima di tutto un enorme grazie per le innumerevoli escursioni che mi hai “suggerito”.
Mi sono sempre limitato alla categoria E perché vado spesso da solo e soffro un po’ di vertigini.
In questo, come altri casi, come faccio a sapere se la EE è dovuta alla presenza di tratti “esposti” o dalla difficoltà / faticosità generale del percorso?
Grazie e complimenti per il gran lavoro. Mimmo
Elio Dutto
13/08/2017 alle 20:16
Ciao Mimmo. In questo caso preciso ho messo EE per la presenza di ghiaccio nell’ultimo tratto. Potrai quindi salire tranquillamente. Ciao.
Mimmo
14/08/2017 alle 09:38
Grazie mille, Elio.
pare che il 30% delle persone soffra +o- di vertigini, ma magari non vanno tutti in montagna 😉
Mattia Bertero Supporter
20/07/2020 alle 16:00
Ciao a tutti voi.
E’ giunto il tempo di inaugurare la mia personale stagione del 3000 metri per questo 2020, e sono già in ritardo per via dei nevai che quest’anno fanno fatica ad andare via.
E l’ho inaugurata con il Monte Salza.
Questo sentiero è sempre stato una mia pecora nera, percorso diverse volte e mi ha sempre fatto faticare pesantemente.
Devo partire presto, sia per non salire con il caldo e perchè questa sera inizio la settimana di turno notturno al lavoro e voglio tornare a casa presto per recuperare un minimo.
Così alle 6:10 sono a Sant’anna di Bellino nell’ultimo parcheggio prima dell’inizio dell’itinerario.
Il tempo è perfettamente sereno ma ci sono 6 gradi di temperatura e sono all’ombra.
Dopo il caldo africano degli ultimi tempi, un’altro estremo…
Alla partenza c’è subito un avviso importante del sindaco di Bellino: il sentiero GTA U27 del Colle dell’Autaret nella zona delle Barricate è in frana, chi passa da li deve prestare la massima cautela.
Intraprendo il sentiero U26 in direzione del Bivacco Boerio.
Sto affinando una tecnica di camminata che mi hanno mostrato un mese fa: passi corti e leggeri con un uso intensivo dei bastoncini, solitamente il mio passo è lungo e veloce ma qualche volta mi manda in crisi nelle vicinanze della destinazione.
Passo sotto la Rocca Senghi e procedo verso la prima salita.
C’è un vento freddo che mi fa quasi ghiacciare le mani, mi servirebbero dei guanti che purtroppo non ho portato.
Nel passare tra le grange che precedono il falso piano ho intenzione di scovare la traccia che porta a Testa di Malacosta, un mia futura meta.
La trovo aiutato dalla mia App dei sentieri sul mio cellulare, non l’avrei mai notata con i miei soli occhi, in questo vallone dovrebbero curare la segnaletica, anche il bivio successivo per il Passo di Fiutrusa non è segnato…
Nel falso piano osservo la mia destinazione ancora lontana e noto con piacere che è sgombra di neve e la via di salita sembra asciutta.
Attraverso il pascolo dove sosta un gregge di mucche ancora assonnate, si staranno chiedendo che ci fa questo qui a quest’ora così mattiniera.
Alla fine del falso piano inizia la prima delle rampe di salite che portano al Lago di Mongioia.
Sto notando che questo passo che mi sto imponendo è molto funzionale: mi permette di stancarmi pochissimo e di proseguire senza fare soste.
Infatti in queste salite mi fermerò solamente per fare fotografie e bere acqua, nessuna sosta di minuti per riposare.
Intanto il Sole spunta e inizia a scaldarmi dopo quasi due ore di percorso all’ombra.
Senza nemmeno accorgermene arrivo al Bivacco Boerio ed al Lago di Mongioia, per laprima volta mi volto verso il percorso che ho affrontato: la vista verso le Alpi Marittime è stupenda.
Osservo la via per il Salza: c’è da attraversare un nevaio per arrivare al Colle Salza.
Nel proseguire verso quest’ultimo arriva un signore salito da Chianale che mi avverte che il nevaio che devo attraversare è duro come il marmo.
Ci arrivo ed aveva ragione, ghiaccio puro: devo mettermi i ramponcini, per fortuna che non lo ho lasciati a casa.
Superato il nevaio fatico a ritrovare il sentiero di salita.
Puntando dritto verso il punto in cui bisogna arrampicarsi, dopo un po’ di tempo lo ritrovo, una labile traccia in un mare di detriti.
La salita procede senza intoppi.
Arrivo al tratto finale da fare in diagonale sulle lastre rocciose: come avevo visto dal basso sono perfettamente asciutte.
Alle 10:40 sono arrivato in vetta.
La vista è semplicemente FAVOLOSA: solo la pianura è nascosta da una cappa di calore, il resto è perfettamente visibile: si parte alle Alpi Marittime e si arriva fino alla Valle d’Aosta.
Rimango senza parole….
Poi si sta anche bene come temperatura ma una giacca antivento ho dovuto tenerla per il vento che ogni tanto faceva capolino, in più mi accorgo che non sono per niente stanco nonostante i quasi 1500 m di dislivello fatti in 3 ore e mezza.
Questa mia nuova andatura ha fatto un miracolo senza nemmeno che me ne accorgessi…
Voglio mangiare pranzo al bivacco e così alle 11:05 inizio la discesa ma da una via diversa: scendo dalla diretta posta su versante Sud-Ovest che punta dritta verso il lago, così riesco a saltare il nevaio fatto all’andata.
Al bivacco incontro il signore di prima e tre ragazzi con cui scambio quattro chiacchiere.
Mangiato pranzo al sacco, alle 12:15 inizio al discesa dove incontro diversi escursionisti di tutte le età intenti a salire.
Alle 14:30 sono dalla macchina a Sant’anna di Bellino.
Bellissima escursione in una bellissima giornata, mi ha appagato molto ed ho visto dei posti stupendo, in aggiunta al limpido panorama della vetta.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
20/07/2020 alle 18:45
Come al solito Mattia sei stato velocissimo. Devo provare anch’io quella tecnica di camminata. Sono come te, faccio sempre passi molto lunghi. Bravissimo, bellissima escursione.