Iniziamo il percorso in direzione di Valgrana (nord) passando tra le case di Roata Barale. Dopo duecento metri, al bivio, procediamo dritto sulla tranquilla strada secondaria.
In alternativa, per accorciare e semplificare il percorso si può girare a sinistra su via Tetto Chiappello come descritto in questo itinerario.
In breve arriviamo ai piedi della collina. All’altezza delle prime case di Roata Bacias svoltiamo a sinistra su una stretta stradina asfaltata che sale invertendo direzione (indicazione Vallera trail).
Superato un tornante e prima di una sbarra imbocchiamo una mulattiera che si stacca a sinistra costeggiando dall’alto i prati tra terrazzamenti delimitati da muretti a secco.

Tra terrazzamenti delimitati da muretti a secco © Valerio Dutto
Il sentiero si impenna ed entra in fitto bosco misto superando alcuni ruderi sparsi immersi nella vegetazione. L’itinerario non è sempre evidentissimo e in alcuni punti potrebbe causare qualche incertezza.
Dopo un tratto particolarmente ripido superiamo altri ruderi e pieghiamo verso nord/nord-est raggiungendo poco sopra la soleggiata radura del cucuzzolo La Costa (767 m), eccellente punto panoramico dal quale lo sguardo si spinge dalla bassa valle Grana fino al massiccio della Bisalta.

Arrivo sul cucuzzolo La Costa © Valerio Dutto

Zoom verso il massiccio della Bisalta © Valerio Dutto
Invertiamo direzione (sud-ovest) rientrando nel bosco e scendendo a un colletto dove si trovano i resti del settecentesco pilone di san Grato. Riprendiamo a salire fino a un secondo cucuzzolo immerso nella vegetazione (831 m), dopo il quale compiamo diversi saliscendi tra castagni selvatici.
Oltrepassata la fontana Bertina, particolarmente apprezzata dagli abitanti della zona, risaliamo una ripida rampa attrezzata con corde.

Ripida rampa attrezzata con corde © Valerio Dutto
Dopo un tratto acquitrinoso torniamo a scendere ricongiungendoci poco sotto alla sterrata diretta verso tetto Chiappello.
Risaliamo diversi tornanti e intorno ai 900 metri di altitudine imbocchiamo una deviazione a sinistra (indicazione Vallera trail) che taglia un lungo tornante, supera un ripetitore e ci porta tra le case di tetto Chiapello (954 m), borgata legata alla Resistenza partigiana conosciuta come “la perla del Tamone”.
Risaliamo una rampa cementata raggiungendo uno slargo con la lapide dedicata ai caduti del gruppo Caraglio e valle Grana. Pieghiamo verso nord e al bivio svoltiamo sulla sterrata a sinistra.
La stradina sale tra alcune seconde case costruite durante il boom economico degli anni settanta per poi cambiare direzione aggirandole dall’alto. Dopo diverse centinaia di metri piega più marcatamente verso ovest compiendo alcuni saliscendi.

Saliscendi sulla sterrata © Valerio Dutto
Molto più avanti, poco prima di raggiungere la borgata San Matteo, svoltiamo su una pista forestale a sinistra (1.072 m) che sale con decisione. Dopo settecento metri, quando questa termina improvvisamente, svoltiamo a sinistra su un sentiero ripidissimo e a tratti scavato che risale una fitta faggeta.

Nella faggeta © Valerio Dutto
Armandoci di pazienza risaliamo i quasi duecento metri che ci separano dalla vetta del monte Tamone (1.392 m), che appare all’improvviso quasi all’ultimo. La cima è sovrastata da un’altissima croce in acciaio inossidabile ben visibile dalla pianura.

Arrivo sul monte Tamone © Valerio Dutto

Il libro di vetta © Valerio Dutto
Lo spettacolo sulle montagne circostanti e sulla pianura cuneese ripaga lo sforzo fatto. Lo sguardo abbraccia l’Alpe di Rittana, il Beccas del Mezzodì, la Rocca Radevil, i monti Grum e Bram e tutta l’arcata di cime fino al Monviso e oltre.

A sinistra l’Alpe di Rittana, al centro il Beccas del Mezzodì © Valerio Dutto

Zoom verso il Monviso © Valerio Dutto

In primo piano Montemale e il suo castello, sovrastati in secondo piano dal monte San Bernardo © Valerio Dutto
Dopo una meritata pausa iniziamo la discesa tornando per un breve tratto sui nostri passi. Dopo un centinaio di metri, a un bivio, svoltiamo a destra su un tratto inizialmente piacevole che quasi subito diventa molto ripido. In base alle condizioni del terreno alcuni punti possono diventare molto scivolosi, per cui sono necessarie scarpe adatte, con le suole in buono stato.
Scesi su una sterrata la attraversiamo per prendere una pista forestale che scende dalla parte opposta infilandosi in una faggeta. Ci troviamo sul sentiero Diego, itinerario di MTB dedicato a Diego Basano, un ragazzo di Bernezzo che si allenava su queste colline scomparso ad appena 17 anni durante un riscaldamento pre-gara nell’astigiano. Più in basso a un bivio la abbandoniamo per un bel single track che si stacca a destra. Ci aspetta un tratto molto piacevole, pianeggiante o in leggera discesa, che si sviluppa interamente nel bosco.
Dopo ottocentocinquanta metri ignoriamo una deviazione a destra che porta alla casa di caccia denominata “el casin bianch”, ormai in decadenza, appartenuta al conte d’Agliano. Tenendo la sinistra proseguiamo sempre sul sentiero Diego superando senza difficoltà una zona con alberi divelti dalle nevicate degli anni passati e una cava di onice, scoperta intorno alla metà del secolo scorso ma ormai abbandonata.
Proseguiamo sulla sterrata che scende ripida mantenendosi all’incirca sul displuvio verso la valle del Cugino di Bernezzo. Il fondo smosso richiede un po’ di attenzione.
La sterrata si sposta sul versante sinistro raggiungendo un crocevia di stradine. Svoltiamo a destra su un divertente single track che si mantiene poco al di sotto della cresta.

Discesa sul divertente single track © Valerio Dutto
Dal basso arrivano i rumori della vicina cava di calce, attiva dagli anni settanta.
Dopo settecento metri, entrati in un castagneto, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni Vallera bike facile.

Nel castagneto poco prima della svolta verso sinistra © Valerio Dutto
Tagliando fuori sentiero tra i castagni intercettiamo appena più in basso una sterrata che seguiamo ignorando una deviazione a destra e poco dopo una a sinistra diretta verso un casolare.
Sempre seguendo la sterrata scendiamo tra castagneti via via più curati e, ignorando ogni deviazione, molto più in basso sbuchiamo su una radura panoramica affacciata su Vallera, la bassa valle Grana, il castello di Montemale e il Monviso che fa capolino lontano.

Zoom verso il castello di Montemale © Valerio Dutto
In breve scendiamo al parcheggio di Vallera e all’auto, dove chiudiamo l’anello gustandoci un meritato gelato al Gelapajo.

Quasi all’auto © Valerio Dutto

Pajo ci offre un ottimo gelato alla mandorla salata © Valerio Dutto
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