Carnino custodisce ancora alcune case in pietra con tetti di paglia di segale a falde inclinate per favorire lo scivolamento della neve, racchiuso tra i frontespizi da due cordoli in pietra, determinando la tipica struttura del “tetto racchiuso”.
Sia passando dall’interno della borgata, che dall’esterno, il sentiero si ricongiunge e prosegue oltre lasciando poco dopo, a sinistra, quello che conduce ad Upega e al passo del Lagarè (palina).

Uscendo tra le case di Carnino © Cuneotrekking
Nel primo tratto superiamo una cascatella ed un rio su un ponticello in legno, dirigendoci nel vallone Carnino a zigzag su una bella mulattiera lastricata tra file di frassini, betulle, ciliegi selvatici e altri arbusti.

La cascatella © Cuneotrekking
Più avanti perveniamo alla fontana dei Giraudi dove riforniamo le borracce di buona acqua. La mulattiera prosegue il suo corso innalzandosi nel piano Ciucchea, lasciando in basso a sinistra un canyon sempre più marcato.

Nel pian Ciucchea © Cuneotrekking
Verso quota 1.700 metri (tacche e ometto) lasciamo a destra il sentiero che si dirige al passo delle Mastrelle e la capanna speleologica Saracco Volante.
Proseguendo tra roccette e pini mughi il sentiero si avvicina sempre più a ripide pareti calcaree scostandosi poi leggermente per riprendere quota, con corti zig zag, verso la stretta e suggestiva gola della Chiusetta.

Verso la gola della Chiusetta © Cuneotrekking

Passaggio nella gola © Cuneotrekking
All’interno della gola, ben visibile su un grande masso, è posta una piccola croce in ferro nel luogo in cui nove speleologi perirono il 9 dicembre del 1990 sotto una enorme slavina dopo aver concluso un’esplorazione in grotta (dettagli). Solo tre sopravvissero. A ricordo della vicenda nel 2011 è stato anche posto all’entrata di Carnino inferiore un cippo in pietra con i loro nomi.

Croce a ricordo della tragedia del 1990 © Cuneotrekking
Il termine della gola ci conduce all’inaspettato pianoro erboso della Chiusetta, racchiuso all’interno di conformazioni calcaree, con bella veduta sul Corno di Mezzavia che si pronuncia verso nord-ovest.

Nel pianoro della Chiusetta © Cuneotrekking

Pianoro della Chiusetta e il Corno di Mezzavia © Cuneotrekking
Al fondo del pianoro riprendiamo la salita passando a sinistra di una bella cascatella di ghiaccio su parete di campi solcati, oltre la quale raggiungiamo i ruderi del rifugio Selle di Carnino e altri casolari, agli inizi della cosiddetta valle dei Maestri.

Cascatella di ghiaccio al termine del pianoro © Cuneotrekking

Entrando nel vallone dei Maestri © Cuneotrekking
Spostata lateralmente a sinistra è visibile anche la graziosa chiesetta in pietra dedicata a Sant’Erim (1.913 m) che visiteremo al ritorno.
Dall’alto delle costruzioni si apre una bella visuale sulle conformazioni calcaree gibbose verso ovest, sul tratto rimanente di salita verso il rifugio don Barbera e il colle dei Signori.

Conformazioni calcaree nel vallone dei Maestri © Cuneotrekking
Riprendendo il cammino sinuoso procediamo a mezza costa sul fianco destro dell’avvallamento con continui saliscendi.

Il colle dei Signori a sinistra dell’ometto © Cuneotrekking

In salita verso il rifugio © Cuneotrekking
In prossimità del rifugio lasciamo a destra il sentiero (palina) che stacca verso il colle del Pas e la capanna Saracco Volante per raggiungere prima la costruzione metallica gialla del vecchio rifugio e subito dopo il nuovo rifugio don Barbera (2.079 m), punto d’appoggio strategico per il giro del Marguareis e l’Alta via del Sale.

Il rifugio Don Barbera © Cuneotrekking
Proseguendo alle spalle del rifugio raggiungiamo il sovrastante colle dei Signori (2.111 m), dove incrociamo l’Alta via del sale proveniente da Limone Piemonte e diretta verso Monesi di Triora.

Colle dei Signori © Cuneotrekking

Veduta verso la valle Roya © Cuneotrekking

L’Alta via del sale verso Limone Piemonte © Cuneotrekking
Verso nord-est spicca la bianca cresta a schiena d’asino del Marguareis.

Al fondo il Marguareis © Cuneotrekking
Proseguendo per un centinaio di metri in direzione del Marguareis raggiungiamo un poggio panoramico (2.144 m) su cui è stata eretta una croce in ferro dipinta di giallo. Ammirato il paesaggio circostante ridiscendiamo al rifugio.

Il rifugio e, al fondo, la cima Pertega © Cuneotrekking
Scendendo più tardi lungo il vallone dei Maestri facciamo una breve tappa presso la piccola cappella di Sant’Erim prima di ridiscendere nuovamente verso le belle case di Carnino.

Ritorno nel vallone dei Maestri © Cuneotrekking

La piccola cappella di sant’Erim © Cuneotrekking
Alberto
13/02/2016 alle 17:41
Sarebbero utili i tempi di percorrenza, anche se sono sempre soggettivi ovviamente
michele
13/02/2016 alle 19:44
Che dire..felicissimo del vostro ritorno in Valle Tanaro! bellissima descrizione.
Il Marguareis,Cima Saline,Cian Ballaur,il Mongioie (d’estate) ,il Pizzo d’Ormea (tarda primavera) e molto altro ancora, vi aspettano per completare un’ideale cammino tra le più belle cime delle Alpi Liguri! A presto e grazie!
Elio Dutto
13/02/2016 alle 20:16
Ciao Michele, ci abbiamo preso gusto! Lo sapevamo da tempo che questi luoghi sono meravigliosi, bisognava solo cominciare. Ora che abbiamo fatto la loro conoscenza, abbiamo già un un lungo elenco di escursioni in programma. Gran parte è merito tuo. Avrò ancora bisogno delle tue consulenze. Ciao, a presto!
ClaudiaMattiauda
14/02/2016 alle 20:58
Ciao, accolgo anche io con molto piacere queste vostre escursioni in Valle Tanaro! Una valle che conosco molto bene essendo la più vicina a casa mia. Ho fatto la mia prima salita al Don Barbera molti anni fa (non c’era ancora la nuova struttura), proseguendo poi oltre il rifugio fino alla Cima Marguareis.
Complimenti per le bellissime foto che completano come sempre la precisa descrizione.
Ciao, spero di leggervi presto
Claudia Mattiauda
Elio Dutto
14/02/2016 alle 21:34
Ciao Claudia. Abbiamo fatto, per il momento, due escursioni più che altro conoscitive della valle Tanaro, ma non è che l’inizio. Grazie all’amico Michele P. che ci ha instradati la stiamo scoprendo poco alla volta rimanendone affascinati. Ti ringraziamo per i complimenti. Continua a seguirci. Ciao e buone escursioni!
Emanuela
18/02/2016 alle 10:16
Buongiorno Elio,
complimenti per questo bel sito, che virtualmente ci fa ripercorrere e rivivere con occhi altrui alcune delle escursioni che abbiamo fatto nelle bellissime (e per noi lontanissime) Alpi Marittime e nel contempo ce ne propone di nuove.
Colgo l’occasione di questa tua salita in zona Upega, per segnalarti un bel giro circolare nelle gole delle Fascette.
Noi ci siamo stati a inizio Luglio 2011: la portata del torrente non era forte e questo ci ha permesso di infilarci in alcune delle enormi marmitte dei giganti.
E’ poco segnalata e presenta tratti delicati (classificabile EE+) : partenza dall’abitato di Upega con rientro dalla strada, a valle di Upega per un paio di km
La gita è magica e di breve durata (al max 3 ore) , ma che si prolunga piacevolmente andando a sbirciare in ogni possibile anfratto.
Buona montagna!
Emanuela & Fiorenzo (Bg)
Elio Dutto
18/02/2016 alle 13:37
Grazie Emanuela & Fiorenzo che ci leggete da Bergamo. Con molto piacere vi ringrazio per questa segnalazione perché ogni proposta è benvenuta. Come sapete, nonostante siamo molto più vicini di voi alla val Tanaro, la stiamo conoscendo solo ora e la vostra segnalazione è molto importante perché va a completare una serie di escursioni in programma nei prossimi periodi primaverili ed estivi in val Tanaro. Continuate a seguirci; rimaniamo in attesa se avete altre proposte da segnalare. Ciao, ancora grazie e… buona montagna anche a voi!
Mattia Bertero Supporter
20/05/2017 alle 17:37
Ciao a tutti voi.
L’escursione di oggi ha portato me e Silvia a fare questa classica delle vallate cuneesi, una gita che ci era sfuggita di mente nonostante l’avessimo in programma da anni e balzata in testa due giorni fa.
Dopo una lungo percorso di avvicinamento da Mondovì a Carnino Superiore, alle 8:15 partiamo per il sentiero GTA verso il rifugio.
Nonostante le previsioni che davano sereno, il tempo è molto variabile e ci sono 8 gradi di temperatura.
Notiamo subito che in tanti punti del sentiero, specialmente in prossimità dei piccoli torrent,i ci sono i segni dell’alluvione avvenuta a fine Novembre dell’anno scorso: il ponte della fotografia ha le basi d’appoggio gravemente lesionati (ma è ancora sicuro), in altri il sentiero è danneggiato ed in altri ancora piccole frane di pietre hanno invaso il percorso.
Niente di grave le indicazione ed il sentiero stesso è molto chiaro per tutta l’escursione.
All’altezza della Gola della Chiusetta Silvia ha alcune difficoltà a salire il tratto ripido, sono mesi che non è più abituata a questi strappi, lentamente riesce a superarlo.
Anche a noi siamo rimasti molto sorpresi del pianoro comparso all’improvviso oltre la gola: davvero un bellissimo ed ampio luogo, l’ambiente qui diventa decisamente carsico lo stesso torrente ogni tanto ha dei cali di portata lungo il suo percorso.
Ed ecco che improvvisamente un fischio si propaga nell’aria: le marmotte finalmente sono uscite dal letargo e scorrazzano per tutta la valle.
Oltre le Celle di Carnino il panorama si amplia notevolmente: scopriamo un bellissimo posto che ci meraviglia ad ogni passo affrontato.
C’è la prendiamo comoda per tutta l’escursione, infatti arriviamo al rifugio Don Barbera dopo due ore e mezza dalla partenza, il rifugio è ancora chiuso.
Silvia si ferma al rifugio (è un po’ provata dalla salita, gli manca un po’ d’allenamento) mentre io proseguo verso il Colle dei Signori.
La neve è presente a macchie per tutta la zona, la temperatura è abbastanza alta ma persiste ancora un vento freddo proveniente dalla Francia, quando c’è il Sole fa caldo, quando viene coperto dalle nuvole fa freddo.
Facciamo pranzo al rifugio ed entriamo nel rifugio invernale dove SIlvia si concede un bel riposo in un letto mentre io osservo la zona circostante.
In realtà avevo quasi in mente di tentare la salita in solitaria al Marguareis ma valutando il tutto, decido di desistere dalla tentazione: c’è ancora neve sulla via, il tempo è molto variabile e avrei lasciato Silvia per troppo tempo da sola. La rimando verso Luglio o Agosto.
Restiamo al rifugio per due orette poi vero le 13 abbiamo pulito e chiudiamo il rifugio invernale, lasciato due parole nel libro al suo interno e riprendiamo la strada del ritorno.
Sul pianoro prima della Gola della Chiusetta il cielo si chiude ed inizia a cadere qualche goccia di pioggia, un po’ preoccupati acceleriamo il passo ma fortunatamente il tempo migliora leggermente e così arriviamo a Carnino Superiore alle 15:15.
Un’escursione non troppo difficile anche se Silvia ha patito in alcuni punti, il paesaggio è stato stupendo ed il rifugio è davvero ben tenuto, ci torneremo.
Di sicuro almeno io ci tornerò per fare il Marguareis, cercherò di convincere Silvia a venire con me, lei è originaria ed ha vissuto gran parte della sua vita a Chiusa di Pesio, oltre la Bisalta il Marguareis è la montagna simbolo della valle, è quasi un obbligo arrivare in cima almeno una volta…
Un saluto da Silvia e Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
21/05/2017 alle 09:27
Ciao Mattia. Questa è sempre una bella escursione. Anche a me sono fin da subito piaciuti questi ambienti carsici, così diversi da quelli delle valli Gesso, Stura e Maira. Peccato per il tempo che non era il massimo. E’ il rischio che si corre quando si va nelle alpi Liguri, ma ne vale sicuramente la pena. La salita al Marguareis noi l’abbiamo fatta con un bell’anello. Se la fai dal rifugio Don Barbera è anche molto bella e da lì non ci impieghi più di tanto. Bravi a tutti due.
Maurizio
06/08/2019 alle 16:21
Buongiorno,
è possibile raggiungere il rifugio anche partendo da Limone e facendo l’alta via del sale? Conoscete i tempi di percorrenza?
Grazie e arrivederci.
Valerio Dutto
06/08/2019 alle 16:40
Ciao Maurizio, sì, è possibile passare dal colle di Tenda lungo l’Alta via del sale. Ma considera che è piuttosto lunga (circa 18 km per la sola andata) e monotona. Se la vuoi fare a piedi non te la consiglio.