Senza attraversare il fiume, seguiamo la rotabile a destra che sale tra le case accanto alla baita monte Gelas e poi si infila nella faggeta del vallone di Gesso della Barra.

Piccola cascatella nel primo tratto di strada © Elio Dutto
Lungo tutto il percorso è facile imbattersi in numerosi gruppi di stambecchi e camosci, specialmente durante i mesi primaverili e a inizio estate.
Dopo i tornanti iniziali la carrozzabile si distende nel vallone poi, più avanti, si innalza con dei traversi e va a raggiungere una malga.

Sulla sterrata © Elio Dutto

Poco oltre © Elio Dutto
Proseguendo arriviamo al cosiddetto piazzale dei Cannoni, dove termina la strada carrozzabile. È molto bello il panorama che guarda verso il monte Gelas (3143 m) e ciò che rimane del suo ghiacciaio.
Un cartello ci ricorda che tra l’8 e il 13 settembre 1943 un migliaio di ebrei provenienti da diverse località dell’Europa, alla ricerca di un riparo dalla persecuzione antisemita, convinti di trovare rifugio in Italia, scesero da questo e altri sentieri delle vallate limitrofe. Non furono fortunati perché 349 di essi furono rinchiusi nell’ex caserma degli Alpini di Borgo San Dalmazzo, trasformata in campo di concentramento. In seguito furono deportati ad Auschwitz nei lagher nazisti dove la quasi totalità trovò la morte. Solo dodici sopravvissero.
Poco più avanti lasciamo a sinistra il percorso che porta al gias della Siula mentre la stradina, ora più accidentata, riprende la salita a brevi tornanti.
Più avanti affianchiamo una lapide a ricordo di due amici deceduti il 3 ottobre 1980.

Sulla strada dopo il piazzale dei Cannoni © Elio Dutto

Il rifugio compare all’improvviso sul lato sinistro della valle © Elio Dutto

Passerella © Elio Dutto
Il tragitto si allunga con stretti tornanti e lunghi traversi addentrandosi sempre più nel vallone che si restringe e, in prossimità del bivio per il colle di Fenestrelle (2463 m) che lasciamo a destra, perveniamo al piano del Praiet, presso il ricovero invernale.

Il ricovero invernale © Elio Dutto
Lasciato davanti a noi la stradina che continua verso il colle di Finestra (2471 m), lago della Maura (2376 m) e passo dei Ghiacciai (2750 m), superiamo una passerella in legno salendo verso il rifugio Soria-Ellena che è posto su un’altura alla nostra sinistra.

Un ponticello scavalca il rio sul piano del Praiet © Elio Dutto

Salendo l’ultimo tratto © Elio Dutto

Ormai in vista del rifugio © Elio Dutto
Al rifugio incontriamo parecchie persone e famiglie con bambini, venuti per trascorrere una giornata estiva in compagnia. È bello notare che i lavori per la coibentazione sono stati eseguiti con competenza e il rifugio ha finalmente cambiato faccia.

Arrivo al rifugio © Elio Dutto

Il rifugio con il vallone che porta al colle di Fenestrelle © Elio Dutto

Il vallone di Fenestrelle © Elio Dutto
Dopo il pranzo riprendiamo la discesa verso San Giacomo.
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