Nel primo tratto seguiamo la strada sterrata che conduce verso la grangia Mazzegliera e il colle del Ciarbonet. Dalla grangia procediamo ancora per due curve arrivando a una sbarra verde che oltrepassiamo procedendo su strada erbosa fino ad arrivare all’altezza (fianco destro) della roccia con Madonnina.
A destra della strada seguiamo alcuni ometti che immettono sul sentiero che sale obliquamente tra cespugli di rosa canina infilandosi poco dopo in un rado lariceto. Ne percorriamo un breve tratto poi, prima della discesa, svoltiamo a sinistra (ometto).
La salita seguente tra i larici non è sempre evidente ma con attenzione riusciamo a trovare le tracce del sentiero e qualche ometto. Al nostro ritorno ne ripristineremo qualcuno. Più su la traccia si infila in un ripido valloncello pietroso prima di uscire allo scoperto con magnifica vista sulla borgata Viviere.

Il valloncello pietroso © Elio Dutto

Viviere dall’alto © Elio Dutto
Ora, procedendo su sentiero inerbito ben visibile, andremo a superare un piccolo costone per poi tagliare ripide pendici erbose e proseguire con due lunghi e stretti traversi fino a un ripiano superiore.

Sentiero inerbito © Elio Dutto

Sui lunghi traversi © Elio Dutto
Oltre, il sentiero sembra che si perda un pochino salendo tra le pietre.
Un lungo taglio obliquo verso sinistra su terreno più pietroso ci porta più in alto fino a un bel ripiano (2452 m circa) dal quale è possibile espandere lo sguardo a nord-est sulle cime dei monti Estelletta (2316 m) e Midia (2341 m) più in basso.

In basso Grangia Gorra e al fondo le cime Eco, Rocca Brancia e Oserot © Elio Dutto

Il lungo tratto di salita © Elio Dutto

Salendo i tornanti che conducono in cresta © Elio Dutto
Il monte Ciarbonet ormai è di fronte a noi. Un breve tratto quasi in piano ci conduce verso alcuni tornanti appena accennati nell’erba e comincia a risalire la fascia rocciosa che sostiene il monte per poi sbucare in alto.

Verso la cresta © Elio Dutto
Quasi in cresta, con svolta verso destra, raggiungiamo alcuni resti di postazioni militari. Una breve salita alle loro spalle ed eccoci sull’ampio crestone dal quale appare in tutto il suo splendore il monte Oronaye (3100 m) e più a destra le cime dell’Auto Vallonasso (2885 m).

Osservando il panorama strepitoso verso l’Oronaye e l’Auto Vallonasso © Elio Dutto

Colle del Feuillas e monte Oronaye © Elio Dutto
Siamo fortunati perché nella notte sono scesi alcuni centimetri di neve che hanno imbiancato tutte le punte. Più spostato a destra rivediamo il colletto del Vallonetto (2631 m) salito da noi pochi giorni prima. Proseguendo lungo l’ampio crestone approdiamo alla cima Ciarbonet (2605 m) sorretta da una struttura di lastre in pietra.

Monte Freid a sinistra © Elio Dutto
La cima è segnalata da un ometto in pietre e una scritta bianca. Il panorama a 360 gradi è stupendo. A nord-ovest abbiamo il roccioso monte Freid (2755 m), a nord-est, in basso, il monte Estelletta e a sud-est l’ampio vallone che porta al passo della Gardetta. Ai suoi lati il Cassorso (2776 m) e la punta Eco (2707 m).

Cima Ciarbonet © Elio Dutto

Dalla cima veduta su Prato Ciorliero © Elio Dutto

Sfondo di cime a sud © Elio Dutto

Beppe riordina lo zaino prima del ritorno © Elio Dutto

Dall’alto i monti Estelletta e Midia © Elio Dutto
Se non fosse per il vento gelido rimarremmo ancora qui a goderci il panorama fino all’ora del pranzo.
Ripresa la discesa cerchiamo un posto più in basso per goderci l’ampia veduta di cime e il mare di larici ingialliti che da qui abbiamo l’opportunità di vedere.

Scendendo dalla cima © Elio Dutto

In discesa © Elio Dutto
In seguito riprendiamo la discesa verso la grangia Mazzegliera e la nostra auto.

In discesa tra i larici © Elio Dutto

Viviere, la borgata incantata © Elio Dutto
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