Partiamo alle 9 dal rifugio Balma (1885 m) seguendo la sterrata che prosegue verso sud-ovest.

Dal rifugio Balma, nel primo tratto di discesa © Cuneotrekking
Dopo circa 150 metri arriviamo al Colletto Balma (1886 m). Seguiamo ora la strada che prosegue in discesa (sentiero E09), e dopo essere entrati nella “enclave” di Magliano Alpi lasciamo, più in basso a destra, la strada (sentiero E10) che sale verso l’Alpe e la Colletta Seirasso. La strada prosegue in discesa attraversando alcuni valloncelli perdendo, dalla partenza, oltre 120 metri di quota. Finalmente inoltrata nel vallone della Brignola acquista nuovamente dislivello pervenendo al gias dell’Alpe Brignòla.

Verso il Gias dell’Alpe Brignòla © Cuneotrekking

In salita oltre il Gias © Cuneotrekking
Lasciato a sinistra il sentiero che porta al Colle Dente Brignola, proseguiamo in salita sulla sterrata che ripidamente sale alla Sella Brignòla (1930 m) dove troviamo alcuni casolari per pastori ed una fontana (secca). Proseguiamo in salita su alcuni dolci tornanti che ci conducono ad un pianoro.

Un tratto del percorso appena affrontato © Cuneotrekking
Lasciata la strada che continua verso destra, scavalchiamo il rio iniziando un piacevole percorso (segnavia bianco/rossi), tra il verde e le rocce, sulla sua sinistra. Dopo alcune leggere salite su rocce montonate approdiamo sulla riva del Lago della Brignòla, inserito in una bellissima conca.
Contornandolo sulla sinistra risaliamo un tratto di un centinaio di metri di quota per raggiungere il cosiddetto Bocchino della Brignòla (2260 m), che separa la Cima Ferlette (2394 m) a nord-est dalla Cima della Brignòla a sud-ovest.

In salita dal lago della Brignòla © Cuneotrekking
Dal Bocchino il sentiero proseguirebbe in discesa verso il lago Raschera (2108 m); per la Cima della Brignòla invece riprendiamo a destra una ripida salita (sud) in direzione di una punta. Non c’è un vero sentiero, ma una traccia poco visibile.

Il lago Raschera visto salendo dal Bocchino © Cuneotrekking
Giunti nelle vicinanze della punta, piegando verso sinistra (lato lago Raschera), proseguiamo con cautela su una labile traccia su terreno mobile, che taglia le pendici esposte della punta portandoci su una selletta erbosa (tratto per escursionisti esperti).

Un tratto di attraversamento su terreno mobile © Cuneotrekking
Oltre la selletta, svoltando verso destra, il percorso diventa nuovamente più agibile; volgendo lo sguardo a sinistra si nota chiaramente la Cima della Brignòla, con la croce di vetta, ma ancora un po’ distante.

Cima della Brignola, a sinistra © Cuneotrekking
Per raggiungerla occorre ora compiere un semicerchio che ci conduce prima su un pianoro erboso, poi scavalcato un piccolo tratto roccioso, ad un secondo ripiano ancora molto ben fiorito, ed infine sulla spalla del monte fino alla croce di vetta.

Alcune immagini del percorso di avvicinamento alla cima © Cuneotrekking

Avvicinamento alla cima © Cuneotrekking

Avvicinamento alla cima © Cuneotrekking
Il punto più alto della cima però è leggermente più spostato a sud ed è segnato da un grande cippo di pietre.

Arrivo alla croce di vetta © Cuneotrekking

Il punto più alto segnato da un cippo di pietre © Cuneotrekking
Il paesaggio che da qui si ha la fortuna di vedere si estende dal Monte Mongioie (2630 m) alla cima delle Saline (2615 m), al più distante Marguareis (2651 m) ed a tutto il pianoro sottostante con il rifugio Havis de Giorgio Mondovì. Verso est, sulla Val Maudagna e il sottostante lago di Raschera (2108 m).

Veduta sul Monte Mongioie © Cuneotrekking

Cima delle Saline e, più a destra, il Marguareis © Cuneotrekking

Dalla cima, veduta verso il rifugio Mondovì © Cuneotrekking
Ritornati sui nostri passi, ci teniamo ora sul displuvio con la Valle Ellero e per ampi prati scendiamo il pendio abbastanza ripido che termina su un’ampia sella erbosa, presso il Colle Brignòla Seirano (2330 m). Ottimo punto per lo spuntino del pranzo in posizione più che panoramica.

In discesa verso il colle Brignola Seirano © Cuneotrekking
Verso la Valle Ellero (ovest) il sentiero prosegue prima per il gias Gruppetti inferiore e il rifugio Mondovì; verso la Val Maudagna (est) torna invece nella conca verdissima occupata dal lago della Brignòla e altri minuscoli specchi d’acqua. Nonostante sia il mese di agosto, effettuiamo il primo tratto di discesa in mezzo ad una distesa di rododendri che sembrano appena fioriti.

Ritorno al lago della Brignòla © Cuneotrekking
Più in basso tagliamo grandi prati verdissimi mischiati con qualche piccolo laghetto, poi il sentiero si sposta leggermente a destra e, scendendo tra alcune rocce montonate, torniamo in vista del lago della Brignòla.
Dal lago, richiuso il breve anello, riprendiamo il cammino che ci riporterà presso il rifugio Balma.
Albino
11/08/2014 alle 18:37
Bella escursione che, come al solito, cercherò di effettuare seguendo i vostri commenti. Il tratto su terreno mobile che descrivete è molto difficoltoso? C’è una traccia da seguire? E’ molto lungo? L’alternativa sarebbe di percorrere il tratto che voi avete percorso in discesa fino al lago della Brignola e ridiscendere dallo stesso percorso? E’ più agevole?
Grazie per il vostro costante impegno.
Elio Dutto
11/08/2014 alle 21:15
Ciao Albino. Il tratto su terreno mobile non è molto lungo ma può essere rischioso. Se arrivato al lago della Brignola sali al colle Brignola Seirano, eviti completamente questo tratto e la salita non presenta nessuna difficoltà (si tratta in pratica del percorso che noi abbiamo fatto al ritorno).
Albino
12/08/2014 alle 09:44
Grazie molte!
Luca
06/08/2017 alle 22:08
Oggi seguendo le tue precise indicazioni sono salito alla cima della Brignòla.
Molto bella anche con il tempo infausto che mi ha preso sulla cima.
Poi scendendo sono salito sia alla cima Seirasso che poi al mondole’.
Elio Dutto
07/08/2017 alle 13:25
Gran bel giro! Peccato per il tempo inclemente.
Mattia Bertero Supporter
08/10/2017 alle 14:17
Ciao a tutti voi.
Oggi ero intenzionato di fare un giro sul Mondolè con Silvia ma ahimè ha preso un’influenza nell’ultima settimana, non avendo combinato niente con gli altri colleghi di lavoro e amici, mi ritrovo ad andare da solo.
Continuando nel proposito di esplorare le vallate vicine alla mia abitazione ecco che decido di non scostarmi troppo dal luogo scelto in precedenza.
Così punto la mia attenzione su Cima della Brignola, non troppo lunga da permettermi di tornare dalla mia malata il più velocemente possibile.
Così alle 7:30 parcheggio la macchina dal Rifugio Balma, fa addirittura meno freddo rispetto alla pianura (8° gradi contro i 6° di Mondovì), però il vento quando fa capolino è gelido.
Il cielo è un po’ nuvoloso verso la Liguria ma il resto è bello sgombro da nuvole.
Eccomi intraprendere la sterrata che portano ai Gias vicino ai Laghi della Brignola, prima in discesa con il sempre curioso cartello di Magliano Alpi, e poi in salita verso la conca degli specchi d’acqua.
Si sta bene con gli indumenti autunnali addosso, le foglie stanno iniziando ad ingiallirsi per la stagione.
Sono completamente solo non incontro nessuno per tutta la salita.
In circa un’ora e venti arrivo al maggiore dei Laghi della Brignola con il suo livello molto abbassato rispetto al suo massimo.
A memoria ricordo la visuale del satellite che offre Cuneotrekking con la traccia GPS e mi ricordo che ai tempi avevano tagliato su un pianoro che una volta era un lago per immettersi nel valloncello del Colle Brignola/Seirasso.
Così faccio e dopo un po’ di fuori sentiero trovo la traccia che sale al colletto.
Tra rododendri e pascoli arrivo al passo e la visuale si apre paurosamente come una sorpresa improvvisa: le alture dell’Alta Valle Ellero svettano nell’azzurro del cielo.
La vetta la vedo alla mia sinistra ed inizio la ripida salita.
Ed ecco che improvvisamente il rumore degli spari dei cacciatori riecheggiano nella sottostante Valle Ellero, pochi istanti dopo un gruppo di camosci scollina verso la valle Corsaglia per fuggire spaventati. Non fanno caso subito alla mia presenza e mi passano molto vicino fino a che il più grande si accorge di me e coordina il branco per allontanarsi.
Non li rivedrò più.
Comunque arrivo alla vetta dopo 2 ore esatte dalla partenza e qui una sorpresa: la croce metallica è stata spostata.
Ora si trova ad un paio di metri dal cippo di pietra che segna il punto più elevato, in direzione Ovest rispetto a quest’ultimo, prendendo il libro di vetta leggo che la croce era crollata l’anno scorso per le intemperie così ne hanno approfittato per spostarla in un punto più “consono”. E’ più bassa rispetto a prima a giudicare dalle foto qui, infatti per poco non ci piantavo una craniata…
Il panorama è stupendo, le montagne vicine fino a quelle della Valle d’Aosta si vedono molto bene, peccato che la pianura ed il Mar Ligure siano coperti dalla nebbia.
Il vento però è costante ed è freddo, d’altronde siamo ad Ottobre ed ero a quasi 2500 m…, così qualche fotografia, ammirare i panorama ancora un po’ e uno scritto sul libro di vetta prima d’intraprendere la via del ritorno.
Dopo la discesa dal colle oltrepassati i rododendri decido di tagliare direttamente verso i gias per prendere subito la via sterrata.
Durante il ritorno ecco incontrare i primi escursionisti della giornata anche se è un po’ tardi per salire.
Comunque alle 11:40 sono già dal Rifugio Balma, ancora aperto ed affollato di gente, dove prendo la macchina per tornare a casa.
Tra l’altro nota di plauso per i recenti lavori pubblici che hanno sistemato la sterrata Prato Nevoso-Balma ora quasi priva di buche ed avvallamenti pericolosi, ho un’utilitaria normalissima e sono salito e sceso agevolmente.
Bella escursione veloce in un ambiente che ho sempre apprezzato che che avevo lasciato un po’ in disparte per altre destinazioni, bella vetta panoramica.
Un saluto da Mattia di Mondovì.
Resto una mezz’oretta
Elio Dutto
09/10/2017 alle 11:50
Ciao Mattia, ora che mi dici che la croce è stata spostata vicino al cippo di pietra, dovrò tornare su un’altra volta. Il luogo è sempre magnifico, specie se il tempo accompagna.
Mi spiace per Silvia, che sicuramente avrebbe gradito salire su questa cima. Auguri per una pronta guarigione. Ciao